Capire cosa ci manca, primo passo per la rinascita. Come si è arrivati a un vero sdoppiamento del giudizio: una misura per sé per giustificare le proprie colpe e una per gli altri da mettere eternamente sul banco degli accusati
di Francesco Lamendola
Nel quieto tramonto di una sera d’estate, quando i rumori dell’uomo si smorzano e svaniscono e comincia a levarsi il frinire dei grilli e lo stormir delle fronde, si accendono le prime luci alle finestre, come lassù, in cielo, le luci senza tempo delle stelle lontane. Nel paesaggio raccolto come un presepe ai piedi delle montagne vicinissime, le cui cime si stagliano nette all’orizzonte là dove il sole s’è coricato, e coi campanili delle chiesette che svettano in cima alle colline, contemplando, come ogni sera, questo meraviglioso colpo d’occhio, che mai non cessa d’incantarci, abbiamo avuto la netta percezione di quale sia il nodo del problema che affligge questa nostra civiltà avviata anch’essa a tramontare, come già tante altre prima di lei.
Da ogni casa, dietro ogni balcone promana e s’intuisce un alto livello di tecnologia posta al servizio del benessere materiale: le luci riflesse denotano la presenza della televisione e del computer, le unità esterne quelle dei condizionatori d’aria, le numerose antenne paraboliche sui tetti quella dei canali satellitari per avere il massimo della scelta nei programmi televisivi, dalle emittenti più lontane. Le luci che brillano a intermittenza sulle terrazze rivelano la presenza d’un sistema anti-zanzare, e quelle che si accendono per qualche secondo, lampeggiando, e poi si spengono presso l’uscita dei garage, quella del cancello automatico per il transito delle automobili. Macchine dappertutto: per vedere un film stando comodi sulla poltrona del salotto; per godere l’aria fresca anche nel calore torrido di agosto; per collegarsi in un istante con i social di tutto il mondo; per tener lontane zanzare e altri insetti molesti; per entrare o uscire dal garage senza bisogno di scendere e girare manualmente la chiave nella serratura. Quanta tecnologia, quanta comodità. In compenso queste case appaiono sempre più isolate, sempre più fredde, sempre più silenziose; sono abitate da sempre meno persone, da famiglie sempre meno numerose, anzi da persone che non formano una vera famiglia, se non sulle carte menzognere dei registri di stato civile, poiché equiparano le unioni provvisorie al vero matrimonio, che implica un autentico e irrevocabile progetto di vita.
Qual'è il nodo del problema che affligge questa nostra civiltà avviata a tramontare?
Fino a qualche anno fa, la sera, i cortili erano pieni di bambini che giocavano, gridavano con le loro vocine squillanti, andavano su e già in bicicletta, correvano qua e là come capretti; adesso, niente, semmai bambini delle famiglie straniere, immigrati che non si danno più neanche il disturbo di vestire secondo l’uso italiano, ma indossano i loro abiti tradizionali islamici, come se fossero a casa loro. Ma nei cortili degli italiani, silenzio; tutt’al più, l’abbaiare insistente e noioso di qualche cane, come inutile sentinella di una fortezza ormai sguarnita e da tempo abbandonata. E se per caso nasce un bambino in una di quelle case, ecco che finestre e terrazzi sono pavesati da enormi nastri azzurri o rosa, lunghissimi, esagerati, come si fa per un evento – quale in effetti è – assolutamente eccezionale; e non solo nella casa dei genitori, ma anche in quelle dei nonni e degli zii. E proprio quella eccezionalità riempie il cuore di tristezza, perché tale non dovrebbe essere: quando i bambini nascevano in numero adeguato, secondo la legge naturale di una società sana e innamorata della vita, non c’erano tutti quei nastri e quei fiocchi, ma uno solo, piccolino, sul vetro d’una finestra. Non ci si vantava di una cosa tanto normale; è pur vero che non si praticava come normale la cosa più brutta che si possa immaginare, la soppressione volontaria dei nascituri: e ciò nelle strutture della sanità pubblica, a spese dell’intero corpo sociale, con tutte le garanzie stabilite per legge, rivendicando un diritto sacrosanto riconosciuto e non più messo in discussione. E tanto peggio per le garanzie dovute al soggetto più debole, il bambino non ancora nato, ma già in attesa di nascere nel ventre di sua madre. In compenso, diritto alla fecondazione artificiale per chi vuole avere figli contro ogni legge di natura, in particolare le coppie omosessuali; e massima tolleranza per chi si spinge anche più in là, aggira le leggi italiane e se ne va all’estero ad acquistare un bambino già prenotato prima della nascita, poi torna in Italia e si fa registrare come genitore: una scappatoia che ormai non si nega a nessuno, purché abbia i soldi per farlo.
Denatalità? Oggi nessuno parla piu' delle garanzie dovute al soggetto più debole, il bambino non ancora nato!
Tecnologia; benessere (a dir la verità sempre più raro, in questi ultimi anni) o quantomeno ricerca del benessere; solitudine; una popolazione sempre più vecchia e sempre più concentrata su cose effimere, secondarie; nessuna spiritualità, nessun senso religioso della vita, nessuna preghiera o ringraziamento a Dio. Da quanti anni queste case non ricevono più una cristiana benedizione? È facile dirlo: da otto anni. Otto anni fa è morto il vecchio parroco, che passava per le case dei suoi parrocchiani, una per una, e le benediceva. Ora non c’è più la parrocchia, la canonica è rimasta vuota: ora c’è la cosiddetta unità pastorale, viene un prete da fuori a dir Messa la domenica, poi se ne va, e nessuno pensa più alla benedizione. C’è la benedizione di quartiere, presso l’oratorio di Sant’Anna: una benedizione collettiva, alle persone e non più alle case.; ci si fa riguardo a chiedere a un sacerdote che venga a benedire la propria casa: non si sa mai che possa assumere un’aria infastidita, non abbiamo tempo, o ironica, o canzonatoria: ma come, credete ancora a queste cose? Vanno sparendo le benedizioni domestiche come vanno sparendo i sacerdoti esorcisti: del resto, che ci stanno a fare questi ultimi, da quando importanti prelati hanno dichiarato a chiare note che il Diavolo non esiste? Vorrà dire che Gesù Cristo, san Pietro, san Paolo, e poi migliaia di santi uomini di Chiesa, fino a san Giovanni Maria Vianney, san Giovanni Bosco, san Pio da Pietrelcina, hanno preso lucciole per lanterne, si son lasciati suggestionare. Niente esorcismi, niente benedizioni: via la preghiera a san Michele Arcangelo, voluta da papa Leone XIII; in compenso, pellegrinaggi a luoghi più che dubbi, come Medjugorje, dove i veggenti, che continuano a dirsi tali a distanza di trent’anni e più, si costruiscono le ville, celebrano sfarzosi matrimoni per i loro figli, pagando pop star blasfeme, e dove, tra fiumane di pellegrini, aumenta il numero delle persone scomparse, compresi dei sacerdoti, ufficialmente date per disperse e di una sola delle quali è stato ritrovato il cadavere. Non risulta che la gente scompaia andando a Lourdes, o a Fatima; né che suor Bernadette o suor Lucia si siano comprate case e alberghi o abbiano ingaggiato sfrontati artisti trasgressivi per allietare le nozze delle loro nipotine. Quindi, ricapitolando: niente esorcismi perché non c’è il diavolo; niente benedizione alle case, o perché non c’è tempo, o perché non ne vale la pena; niente religiosità sana, e al suo posto devozione imprudente e malriposta verso mistici di dubbia credibilità e luoghi di supposte apparizioni mariane, trasformati in centri di speculazione mistico/turistica. Parrocchie chiuse, chiese in vendita, dottrina in liquidazione, piazza San Pietro ormai desolatamente vuota anche la domenica per l’Angelus; ma guai se il condizionatore d’aria si guasta, o se l’antenna televisiva funziona male, o se il dispositivo antizanzare fa cilecca. Allora sì che bisogna intervenire, bisogna chiamare il tecnico senza perdere nemmeno un minuto: non sia mai che stasera non si possa vedere la millesima puntata dello serial tv preferito, o che si debbano affrontare le terribili zanzare dentro casa. E il clero, muto su tutte queste cose; in compenso, sempre più loquace nei sermoni sui migranti, sul dovere di accoglierli e su quello di preservare la nostra Madre Terra, come dice anche il santo padre Francesco.
Si vanno perdendo, e da tempo, anche le tradizioni cattoliche più antiche e radicate. Quella della sepoltura dei morti, per esempio. Molte famiglie scelgono di saltare il rito religioso; ma il buon prete, sempre misericordioso verso tutti (tranne che con gli orribili cattolici “tradizionalisti”) non esita a prestar la chiesa perché vi si tenga un rito laico, con le canzoni di De André al posto di quelle della sacra liturgia, e le chiacchiere insulse degli amici dell’esito, tutte giocate sull’emozionalità e sui luoghi comuni più banali, al posto della sana, retta, illuminante omelia ad illustrare la parola di Dio. E sempre meno inumazioni e sempre più cremazioni, così poi i parenti si portano a casa le ceneri del caro estinto, come ai tempi della Grecia e di Roma. Far gettare il corpo d’un defunto nelle fiamme di un forno crematorio è un atto cristiano? È in accordo con la tradizione cattolica, con la dottrina cattolica? È in accordo con la fede nella resurrezione dei morti, che presuppone l’esistenza di un corpo, e sia pure ridotto a poche cellule per effetto del tempo? Un corpo bruciato, senza una croce, senza una Messa, senza una benedizione: è questo la morte, oggi, per i cattolici? E i preti non hanno niente da dire? In compenso, massima prudenza verso pericoli inesistenti, per tutelare la propria vita: mascherina sul viso anche in automobile, anche in bicicletta, anche da soli, all’aria aperta; e gli anziani sono i primi a dare il (cattivo) esempio. Come mai? Se ci tengono tanto a non morire, è perché stimano così poco la vita dopo la morte?
Oggi molti hanno scordato anche che c’è un tempo per vivere e un tempo per pensare a morire!
Capire cosa ci manca, primo passo per la rinascita
di Francesco Lamendola
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La lunga marcia verso il paganesimo
Stiamo andando incontro all'ambientalismo come religione universale. In cui una nuova «teologia ecologica» sembra oramai pronta a sostituire la dottrina sociale della Chiesa.
Grazie al caos creatosi con la crisi e la pandemia sembra prepararsi un nuovo umanesimo sorpresa. È evidente che in questo caos economico, sociale, politico, morale, globale si sente mancare una governance globale. Perciò tutto può accadere. Il rischio è che possa esser imposto un nuovo «umanesimo sorpresa», deciso da pochi e accolto da tutti con spirito di riconciliazione. Oggi ci troviamo in una fase che pretende la riconciliazione per risolvere problemi comuni e globali. La riconciliazione sarà travestita con soluzioni economiche, sociali, politiche, ambientali, tecnologiche, ecc. ma in realtà sarà una riconciliazione soprattutto morale, perché impatterà la condizione della creatura umana e del creato.
Noi ci sentiamo confusi, ma non tutti lo sono in realtà. A seguito della misteriosa pandemia e altrettanto misteriosa reazione alla stessa ci riconosciamo impotenti di fronte agli scenari che si prospettano e tanto da temere di aver perso l'orientamento, con il sospetto però che qualcuno abbia la bussola e sappia dove portarci.
Ma in questo momento vanno prese decisioni necessariamente rapide. Ma anche globali nelle loro conseguenze e sarebbe necessario capirle, visto che avranno conseguenze di carattere economico, sociale, politico, morale, ecc. Rischiamo ci vengano imposte senza averle capite. Ma questa non è una grande novità. Ci resta il diritto almeno di esser turbati e di scriverlo (qui su La Verità) perché abbiamo l'impressione ancora una volta che si stia pensando di correggere gli errori e risolvere i problemi ignorandone le cause e riproducendo errori passati. Tanto che è lecito il dubbio che possano essere proprio questi errori l'obiettivo perseguito.
Dovremmo esser turbati perché in gioco c'è il valore della vita umana, dal freno alla natalità al ridimensionamento del numero di popolazione in eccesso. Stavolta però non più riferito al cosiddetto mondo occidentale, ma al mondo intero. Ma hanno «fatto i conti»?
In questa seconda fase di soluzione globale al tema popolazione, ho l'impressione che stiamo persino superando il maltusianismo che aveva ispirato le decisioni riferite al crollo delle nascite in occidente decise negli anni Settanta, che ci hanno portato a questa crisi. Ho l'impressione che oggi il pensiero filosofico di questa fase sia ispirato più che a Thomas Malthus, alla religione naturale di John Locke, accettabile da tutti, che è l'ambientalismo, «condito» con l'apprezzamento di David Hume per le religioni pagane esemplari per il rispetto della natura e per la tolleranza che le contraddistingue. In alternative alla intolleranza e fanatismo delle religioni monoteiste. Ambientalismo pagano religione universale. Questo è il nuovo umanesimo sorpresa? Dipenderà dalle decisioni di chi ha il potere.
Le premesse del «great reset», proposto da chi ha il potere, come sempre annunciano programmi piuttosto utopistici. Ciò che il mondo intero dovrebbe fare per risolvere la crisi, sta in un riequilibrio socioeconomico che cancelli diseguaglianze e sovranismi egoistici e impedisca rischi di tensioni sociali. Curiosamente però anche qui si concentra l'attenzione al troppo elevato invecchiamento della popolazione e dei suoi effetti socioeconomici (sempre ignorandone le cause) e nel contempo si prospetta l'esigenza di una decrescita (stavolta globale) della popolazione (pena il rischio di nuove pandemie) ignorando volutamente gli effetti di queste due decisioni strategiche globali prese insieme. Il sillogismo aristotelico in questa epoca è stato sostituito dalla logica-illogica del pensiero politicamente e subdolamente corretto. Ora, le basi strategiche del mondo futuro son già state individuate e saranno (soprattutto) digitali e green. Entrambe ripropongono il tema della popolazione. La prima, il digitale (tecnologia e intelligenza artificiale), non necessita certo crescita popolazione, anzi la sostituisce. La seconda (tutela ambiente) addirittura soffre per la presenza dell'uomo cancro della natura.
Ed ecco la sorpresa. Quello che sembra si stia preparando grazie agli stessi slogan utopistici della società aperta di Karl Popper (fine diseguaglianze, fine discriminazioni, fine sovranismi egoistici, fine autoritarismi dogmatici) è un nuovo umanesimo digitale e ambientalista, dove l'ambientalismo entrerà probabilmente nella stessa Costituzione. E ciò avviene con l'apparente consenso della autorità morale che potrebbe avere già pronta una nuova «teologia ecologica» pronta a sostituire la dottrina sociale della Chiesa. Ma pochissimi sembrano preoccuparsi della vita umana che un tempo era sacra, ora lo è meno, tanto che oggi si può eliminare un essere umano. Ma il rischio è che tra poco grazie a questo nuovo «umanesimo sorpresa», alcuni esseri umani non solo si possano, ma si debbano eliminare, per legge costituzionale e morale. Questa è la next civilization? Se sì, staremo freschi.
Ettore Gotti Tedeschi
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