ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 10 settembre 2020

“BeneComune” anti-Covid 19?

Papa Francesco parla di tutto. Tranne che di Dio


Eppure, prima o poi succederà. Se non proprio fedeli adamantini, siamo fiduciosi. Prima o poi, Jorge Mario Bergoglio, salito al soglio pontificio col nome di Francesco, parlerà anche di Dio. Magari, vogliamo amplificare l’aspettativa, proprio del Dio cristiano, non del “Dio Unico” o altre castronerie para-sincretiste che gli mettono in bocca esegeti improvvisati, vedi Eugenio Scalfari.

Un Papa sociologo e ambientalista
Perché una bizzarria quotidiana della contemporaneità, un impazzimento della cronaca di cui nessuno si meraviglia più, sta proprio qui: nell’esistenza di un Papa che esterna su tutto, tranne che sulla Questione ultima a proposito di cui egli è in teoria il più titolato ad esternare. Un Papa sociologo, ambientalista, psicologo comportamentale, economista, teorico dei flussi migratori e perfino dei vaccini (e con vaghi accenti complottisti). Ma mai, scusate, non è commento irrispettoso, è presa d’atto fenomenologica e neutra della realtà, teologo. Mai corpo a corpo con quell’intreccio misterioso di fede e ragione che, almeno per un tizio di nome Joseph Ratzinger in un discorsetto non esattamente da bar a Ratisbona, sarebbe l’essenza scandalosa del cristianesimo.

Ossessione migranti

Solo nell’ultimo mese, Papa Francesco è più volte tornato su un suo grande classico, il tema dei migranti, chiedendo anche perdono ai diretti interessati perché “troppe volte non vi abbiamo accolto” (ignoriamo il riferimento della prima persona plurale, tendiamo a escludere si riferisse alle stanze vaticane, che non risultano pullulare di rifugiati) e “temiamo il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede” (sì, rispetto ad alcune migrazioni provenienti dai Paesi islamici ci riserviamo il diritto di temere un “cambiamento di mentalità” a proposito di idea della donna, diritto individuale, laicità dello Stato ed altre anticaglie partorite dalla civiltà che Bergoglio rappresenta).
Ha messo poi nel mirino a più riprese il vero polo demoniaco delle sue uscite, il libero mercato, questa mostruosità che ha creato una “crescita economica iniqua” e la proliferazione delle “diseguaglianze”, omettendo il particolare che là dove quest’invenzione occidentale non ha attecchito non si dà proprio alcun tipo di “crescita economica”, equa o iniqua, e si dà invece totale uguaglianza, ma nella miseria e nella fame.
Ancora recentemente, ha insistito sui richiami a una “buona politica” che si occupi del “bene comune”, perché “purtroppo, la politica spesso non gode di buona fama”, ma “questo non vuol dire che tutti i politici sono cattivi”, ha precisato, ci sentiamo di sussurrare rimanendo un gradino sotto le riflessioni teologico-politiche di Tommaso d’Aquino. In occasione dell’apertura delle scuole, ha invocato il rispetto universale del “diritto all’istruzione” e della “sicurezza degli studenti”, ammonimenti sacrosanti, ma per cui sarebbe sufficiente anche il penultimo burocrate dell’Onu. Pochi giorni prima, aveva vestito i panni del pedagogo di massa, rimproverando coloro che sparlano alle spalle degli altri, perché “il chiacchiericcio è una peste più brutta del Covid!”, affermazione che negli ospedali della Bergamasca rischia di suonare assai peggio che dal balcone dell’Angelus.

Critico sui vaccini

Infine, il pontefice si è improvvisato critico dei vaccini, o meglio di “chi vorrebbe appropriarsene e poi venderli agli altri”, esclusivamente “per cercare vantaggi economici o politici” (sempre il maledetto mercato, vero e proprio perturbante del bergoglismo). Nella stessa udienza, ha intimato ai fedeli presenti “Non ammucchiatevi!”, rivelandosi anche un implacabile cacciatore di assembramenti e un ottimo concorrente di Ricciardi e Galli nel campo della virologia ansiogena.
Ovviamente, la potestà di un Papa di intervenire nell’agorà pubblica e civile è illimitata e inviolabile, come ci insegnano oggi le vestali del luogocomunismo filobergogliano (le stesse che ieri strillavano se Giovanni Paolo II o Benedetto XVI proferivano sillaba in tema di bioetica, sessualità, famiglia), e non dobbiamo certo vidimarla noi. Solo, ogni tanto, anche di sfuggita, anche in un inciso o in una parentesi, ci piacerebbe ascoltare dal capo spirituale della cristianità qualcosa a proposito di Dio.

PEZZO GROSSO SUL COVID, IL PAPA E IL VACCINO VATICANO…


Carissimi Stilumcuriali, vi ricordate che ieri mattina – in tempi non sospetti – esortavamo il Pontefice regnante a parlare di vaccini e di Covid, 19, chiaramente? Bene, l’ha fatto, ma ahimè in maniera ben diversa…Pezzo Grosso ha visto, è venuto, e ha commentato. Buona lettura.


§§§

Caro Tosatti, mi ha molto incuriosito il Twitter qui sopra riportato della Maria Giovanna Maglie, che condivido. Questo pontificato ha già alcune volte stabilito che il virus Covid 19 è dovuto a quell’essere predatore ed avido che è l’uomo.
Come sempre senza mai spiegare perché, ma ci siamo abituati a sentire inventare i responsabili degli effetti senza spiegare le cause degli stessi..
Essendo però questo Twitter riferito al discorso del papa alla udienza generale di oggi (ieri per chi legge, n.d.r.), son andato a leggermela.
In questa allocuzione del Papa c’è una curiosa esaltazione del concetto di “Bene Comune” definibile bergoglianamente quale “amore sociale “. Dice Bergoglio che: -“dobbiamo cercare il bene comune per uscire migliori dalla pandemia di coronavirus..”, poi dice: “ il coronavirus ci mostra che il vero bene per ciascuno è il bene comune..” e prosegue dicendo “il bene comune è la roccia su cui costruire la casa..”; o ancora “ il mondo si guarisce con il bene comune”.
Insomma il “bene comune” che dovremmo realizzare è l’antidoto per la salute (per il Covid 19) oltreché per tutto il resto ( povertà, diseguaglianze. ecc.)?.
Mi son chiesto pensando al Twitter della Maglie: ma noi che siamo luridi generatori di virus, come potremmo fare il bene comune, se prima non ci convertiamo?
E chi dovrebbe convertirci prima?
Invece di proporci pertanto di fare gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, l’estensore del discorso attribuito al Santo Padre, ci viene a proporre un “coronavirus salvifico” che cura i danni da se stesso provocati, producendo bene comune, che è amore sociale.
Cosa sia mai questo amore sociale che prescinde dall’amore di Dio, non lo capisco.
Ma caro Tosatti, per un cattolico il bene da mettere in comune era un tempo la Buona Novella, la fede nella Rivelazione, ed altro.
Un tempo l’azione per realizzarlo era l’apostolato per la conversione, era l’ evangelizzazione ecc.
Oggi cosa è?
Mistero e sospetto.
Non è che a Roma si stia preparando un vaccino anti-Covid 19 che verrà registrato con il nome di “BeneComune”?
Ma il sospetto non si ferma affatto. Per Lui il bene comune quale antidoto al Covid si genera grazie alla paura di morire, di impoverirsi, grazie a sentirsi vincolati nella libertà personale?
Ma vuoi vedere che per amore dei cattolici è stato Lui a inventare prima il virus, poi l’antidoto “bene comune”, cioè amore sociale, per soluzionarlo?

Anche in questa occasione, come in tantissime altre, si confonde bene con male, e poverino, sta confondendo bene comune con male comune, e nel suo infinito amore sociale propone gioiosamente il “mal comune mezzo gaudio”.
Marco Tosatti
10 Settembre 2020 Pubblicato da  14 Commenti
MAURIZIO BLONDET e DIEGO FUSARO: Capitalismo finanziario e pandemia Covid-19



Diego Fusaro

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