Quella del cardinale Becciu è l'ennesima epurazione ai vertici della Santa Sede che accade in questo pontificato. Epurazioni degne di giunte militari sudamericane, che evitano di appurare la verità e salvano solo la cordata vincente.
Il cardinale Becciu
Colpevole o innocente? Forse non lo sapremo mai, però certamente il cardinale Angelo Becciu era caduto già da tempo in disgrazia agli occhi del Papa; e quindi, come ormai da prassi in questo pontificato, la sua testa è rotolata (metaforicamente parlando). La lista di figure di primo piano in Vaticano che vengono epurate, messe a riposo o esautorate dei loro poteri ormai è lunga: i cardinali Müller, Burke, Comastri, l’arcivescovo Georg Gänswein, solo per citare i casi più famosi. E ora Becciu.
I motivi di tali scelte non sono mai chiari, mai spiegati, metodi da giunta militare sudamericana. Ci si deve accontentare dei si dice, della paziente messa in fila di indizi raccolti nel tempo, della ricostruzione di alcuni fatti che hanno messo la vittima designata in cattiva luce agli occhi del Papa. Oppure, come in questo caso, di dossier che vengono gentilmente passati alla stampa "amica" in modo che escano in edicola contestualmente alla notificazione della decisione del Papa. Per Becciu dunque la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe un uso delle risorse vaticane per aiuti familiari e territoriali. Ma la sua stella era già in caduta libera per il pasticcio dell’acquisto dell’ormai famoso palazzo di Londra, senza contare che per il suo siluramento stappa champagne anche l’ala tedesca dell’Ordine di Malta. Il Papa si deve essere convinto – o è stato convinto – della corruzione di Becciu e non ci ha pensato due volte.
In realtà la storia del palazzo di Londra appare il pretesto per una guerra interna che con la necessità di trasparenza e correttezza nella gestione economica ha poco a che fare. Alcuni mesi fa, al tempo del botta e risposta pubblico tra il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin e il cardinale Becciu, parlammo di una guerra per bande in corso al vertice del Vaticano, con probabili altri sviluppi. Fummo facili profeti. Il dossier sugli interessi privati in atti d'ufficio di Becciu è certamente uno di questi sviluppi.
Proprio quest’ultimo caso mette in evidenza una caratteristica inquietante delle decisioni di governo di papa Francesco. C’è una esecuzione pubblica della condanna senza che ci sia stato un processo. Con questi provvedimenti il cardinale Becciu è stato di fatto definito un “corrotto”, senza però che mai sia stato formalmente incriminato da un giudice o che tale sia stato riconosciuto da un qualsivoglia tribunale. Nel caso del palazzo londinese non è ancora chiaro di quale reato si stia parlando e se reato c’è veramente stato; e quanto ai fondi girati per attività di famiglia, non sappiamo quale sia la giustificazione dell'imputato..
Si dirà: fa niente, intanto fa piazza pulita dei corrotti senza i tempi lunghi dei processi. Il giustizialismo, però, è l’esatto contrario della giustizia. E le decisioni drastiche contro alcuni presunti corrotti mal si conciliano con la protezione, la difesa a oltranza e la promozione di altri che pure sono oggetto di accuse pesanti – vedi il cardinale Maradiaga – o che sono responsabili certi di ammanchi clamorosi – vedi l’arcivescovo Paglia -. Inoltre, decisioni prese d'istinto sulla base di dossier gentilmente preparati - fosse anche dai giudici - senza una verifica attenta e l'ascolto della difesa, fa temere l'estrema influenzabilità del Papa alle attività di dossieraggio che mai come in questo periodo in Vaticano vanno di moda.
Sentenze senza processi peraltro impediscono di far venire fuori tutta la verità su situazioni criminose o presunte tali. Sulla vicenda londinese, ad esempio, se il cardinale Becciu ha avuto le sue responsabilità, certamente non è stato il solo e andrebbe chiarito il ruolo di tutto l’attuale vertice della Segreteria di Stato. Cosa che ben difficilmente accadrà.
È lo stesso modus operandi tenuto nel caso dell’ormai ex cardinale Theodore McCarrick, accusato di aver abusato di decine e decine di seminaristi. Sulla sua colpevolezza difficilmente si possono avere dubbi, ma la sua riduzione allo stato laicale è stato un atto d’imperio del Papa senza lo svolgimento di una indagine accurata e di un giusto processo. In questo modo, non solo si è negato un diritto che spetta a qualsiasi imputato – escluso nei regimi dittatoriali e totalitari – ma si impedisce di riconoscere e perseguire tutti i suoi influenti complici, coloro che hanno permesso che facesse carriera e diventasse addirittura un inviato speciale durante i primi anni di questo pontificato.
Era stato promesso un anno fa dal Vaticano un Rapporto accurato su tutta la vicenda McCarrick: sarebbe dovuto essere pubblicato nel giro di pochi mesi ma di quel rapporto non si sa ancora nulla. Comunque, anche qualora venisse pubblicato non potrebbe sostituire un giusto processo, che invece non ci sarà. Passerà solo la versione del Capo.
E i fedeli cattolici, sgomenti, dovranno continuare a subire questo triste spettacolo di agguati, operazioni spericolate, epurazioni da parte di pastori che dovrebbero preoccuparsi soprattutto della salvezza del gregge loro affidato.
Riccardo Cascioli
https://lanuovabq.it/it/come-una-giunta-militare-sudamericana
Il Papa individua un altro nemico: silurato il cardinale Becciu
"Dimissionato" da Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi e privato dei diritti connessi al Cardinalato. Questo è il duro provvedimento preso da papa Francesco nei confronti del cardinale Angelo Becciu. Il motivo non è stato spiegato ma si dà per scontato che riguardi lo scandalo legato all'acquisto di un palazzo a Londra, che ha già fatto cadere non poche teste eccellenti.
Il cardinale Becciu
Redde birettam coccineam (ridammi la berretta color porpora). Si dice che queste furono le parole con cui Pio XI chiese a Louis Billot di rinunciare alla dignità cardinalizia a causa del suo sostegno alla Action française. Al termine di un'udienza inaspettatamente silenziosa, i presenti videro il famoso teologo francese uscire senza porpora e senza anello. Avrebbe terminato i suoi giorni come semplice prete gesuita nel noviziato di Galloro.
Non dovrebbe essere stata ugualmente silenziosa, invece, quella che i beninformati cronisti dell'Ansa hanno definito l'"udienza choc" andata in scena ieri all'interno delle Mura Leonine tra Francesco e il cardinal Becciu. La notizia esplosiva è arrivata in serata attraverso un bollettino della Sala Stampa della Santa Sede. Questo il contenuto rilasciato senza ulteriori spiegazioni: "Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu".
Dunque l'ex numero tre del Vaticano non solo non è più il titolare della cosiddetta Fabbrica dei Santi, ma subisce l'onta toccata in passato allo scozzese Keith O' Brien della perdita dei diritti del cardinalato. Questo significa, quindi, che il focolarino sardo manterrà il titolo cardinalizio ma senza quelle prerogative riconosciute nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di diritto canonico. D'ora in poi sarà un cardinale soltanto onorifico, privato - tra gli altri - del privilegio di entrare in Conclave per scegliere il Successore di Pietro.
L'esistenza di un solo precedente nella storia rende bene l'idea della gravità della decisione presa dal papa. A differenza di O'Brien, però, che aveva ammesso le molestie sessuali di cui era accusato da quattro sacerdoti, Becciu ha sempre negato ogni suo coinvolgimento nello scandalo sull'acquisto del palazzo di Londra. Ieri sera, dopo che le agenzie hanno battuto la notizia del licenziamento, nelle strade di Borgo Pio era molto facile imbattersi in sacerdoti in clergyman intenti a parlarne e a collegarla con l'inchiesta che da quasi un anno sta provocando un terremoto continuo in Vaticano.
L'affaire dell'ormai famoso immobile al civico 60 di Sloane Avenue, acquistato nel 2014 dalla Segreteria di Stato attraverso l'investimento in un fondo collegato al finanziere Raffaele Mincione, ha già fatto cadere - direttamente o indirettamente - non poche teste eccellenti: dall'ex direttore dell'Aif Tommaso di Ruzza all'ex presidente René Bruhelart, dall'ex capo ufficio amministrativo della Prima Sezione della Segreteria di Stato monsignor Alberto Perlasca al dirigente laico Fabrizio Tirabassi. Senza dimenticare le clamorose dimissioni di Domenico Giani, comandante della Gendarmeria vaticana e fino ad allora ombra del papa, a seguito della diffusione di un documento interno con i nomi e le foto dei primi dipendenti indagati nell'inchiesta sul palazzo.
Uno dei cinque volti stampati sul foglio in stile wanted che tanto fece arrabbiare Francesco - e che costò il posto al fedelissimo capo della Gendarmeria per una presunta omessa vigilanza - era quello di don Mauro Carlino, capo dell'ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato al momento dell'apertura dell'indagine. Proprio con la sospensione del prete pugliese - a cui sarebbe successivamente seguito il suo licenziamento - il nome del cardinale Becciu aveva cominciato ad emergere in relazione all'inchiesta condotta dal promotore di giustizia, Gian Piero Milano, sull'operazione finanziaria di Londra. Don Carlino, infatti, era stato a lungo segretario dell'ex Sostituto per gli Affari Generali.
Scoppiato pubblicamente lo scandalo nell'ottobre scorso, le insistenti voci su un presunto coinvolgimento di Becciu avevano fatto sì che il popolare sito Dagospia arrivasse a pubblicare un'indiscrezione secondo cui il papa avrebbe imposto all'allora prefetto di non lasciare il territorio di Città del Vaticano. Una circostanza smentita dal diretto interessato attraverso un inusuale tweet con tanto di rimando al flash del portale fondato da Roberto D'Agostino: "Che ridere - aveva commentato il porporato sardo - proprio ieri il papa in udienza mi ha augurato buon viaggio per il volo che domani mi porterà in Brasile!".
Sin dall'inizio dell'indagine condotta dalla magistratura vaticana sull'operazione immobiliare realizzata ai tempi del suo incarico di Sostituto in Segreteria di Stato, Becciu ha dimostrato di essere pronto a tirare fuori le unghie per difendersi dalle accuse che gli piovevano addosso. Non lo ha fatto solo con Dagospia, ma anche col suo Segretario di Stato, quel cardinal Parolin che non esitò a parlare alla stampa di "operazione opaca" sentendosi rispondere a stretto giro dall'ex numero tre del Vaticano che "non c'era niente di opaco" perchè "l'investimento era regolare e registrato a norma di legge".
La notizia choc di ieri segna, forse, la resa definitiva del determinato porporato di Pattada che in questo anno più volte si era speso per ricordare il valore attuale del palazzo acquistato nel 2014 dopo la Brexit e per confermare la sua fiducia anche nei collaboratori finiti nell'inchiesta. Papa Francesco, dal canto suo, appare piuttosto determinato ad andare avanti costi quel che costi a "scoperchiare la pentola" sull'affaire londinese.
E pensare che tutto ebbe inizio nel 2012 quando la Segreteria di Stato abbandonò l'idea di un investimento in una piattaforma petrolifera in Angola per rifugiarsi nel più sicuro mattone. Paradossalmente proprio quell'operazione immobiliare, generalmente sinonimo di solidità economica, ha finito per scatenare uno dei terremoti più dirompenti nella storia della Santa Sede. Un terremoto che, considerate le non poche appendici di questa storia, potrebbe non essere finito.
Nico Spuntoni
https://lanuovabq.it/it/il-papa-individua-un-altro-nemico-silurato-il-cardinale-becciu
MONS. ICS: DOPO LA DECARDINALIZZAZIONE, LA DEPAPALIZZAZIONE?
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, mons. ICS ha commentato così i recenti fatti e dichiarazioni relativi al Pontefice regnante e al card. Angelo Becciu. E, come sempre, mi pare che la sua analisi sia impeccabile. Buona lettura.
§§§
Hanno “SCARDINALATO” il card Becciu ed il Papa ambientalista chiede PULIZIA, ma solo due giorni prima che lo scandalo fosse pubblico. Ma andiamo!
Caro Tosatti, saltiamo pure l’informazione (ormai conosciuta da tutti) della deposizione del dottor Angelo Becciu da tutti gli incarichi che ricopriva nella multinazionale Vaticano-ONG spa, di cui Presidente è il dottor Jorge Bergoglio, argentino.
Lo scandalo che sommergerà detta multinazionale facendola cadere in tutte le borse internazionali, è già stato anticipato dalla Agenzia di Rating: l’Espresso.
Questa agenzia di rating anticipa che il dottor Becciu dovrà spiegare dove son finiti una montagna di dollari ed euri che provenivano dall’Obolo di SanPietro, dai Fondi CEI, eccetera, apparentemente dirottati su business di famiglia.
Il dottor Becciu non è nuovo a questi sospetti avendo un track-record di scandaletti da almeno 8 anni. Questi vanno dal default IDI agli immobili di Londra.
Ma soprattutto il dottor Becciu sarà ricordato per aver fatto “saltare” nel 2012 la Legge Antiriciclaggio voluta da Benedetto XVI, aver fatto cacciare prima il Presidente IOR (GottiTedeschi) poi il Presidente AIF (card Nicora).
Ma i fatti più significativi per la nostra riflessione sono i seguenti. Fino al 2013 il dottor Becciu (sardo di Pattada) viveva e prosperava all’ombra del suo “boss”, tal ragionier Bertone del Canavese, di professione Segretario di Stato.
Il debutto professionale del dottor Becciu avviene quando l’assemblea degli azionisti di Vaticano-ONG spa, chiede le dimissioni del Presidente in carica e nomina Presidente e Ceo (con tutte le deleghe) il dottor Bergoglio.
Nei suoi nuovi incarichi che da sette anni (7 anni, non 7 mesi) ricopre su nomina del dottor Bergoglio, il nostro dottore ne ha fatte di tutti i colori, ma nessuno se ne era accorto.
Da co-segretario di stato caccia via il card. Pell e il controllore Milone, perché avevano trovato qualche suo “conticino” off shore….
Ovviamente il suo boss fa finta di non saperne nulla e addirittura lo promuove (per aver tolto dai piedi Pell) prima al ricchissimo Ordine di Malta, poi alla strategicamente potentissima Congregazione delle Cause dei Santi, dove magari accelerare qualche processo di beatificazione può creare valore aggiunto (si pensi ai Cavalieri di Colombo, legatissimi al nostro Becciu ).
Ora il Becciu dichiara che preferisce il silenzio. Normalmente questa dichiarazione è fatta quando si vuole prendere tempo per parlare con i propri avvocati e soci al fine di premunirsi da azioni di responsabilità e negoziare una buonuscita consistente a fronte di un “patto di non concorrenza”; il che tradotto per la nostra istituzione non significa impegnarsi a non prendere incarichi, che so, nella Comunità Valdese o nei Testimoni di Geova, significa solo “stare zitto e tenere eventuali dossier riservati” sine die…
Ma permettetemi ora una riflessione aggiuntiva. Ma chi ha assunto Becciu e chi gli ha fatto fare carriera? Chi lo ha assunto è stato il rag. Bertone; ma chi gli ha fatto fare carriera per ben sette (7) anni è stato il dottor Bergoglio.
E più faceva errori o scandaletti, più faceva carriera. Ohibò! e quando mai per fare carriera si devono fare ste cose? capisco la opportuna “decardinalizzazione” al fine di anticipare di un paio di giorni lo scandalo (che sarà denunciato a tutti dall’Espresso domenica) e che l’amico Scalfari gli aveva preannunciato. Ma proprio perché la capisco ora mi aspetto (ci dobbiamo tutti aspettare) un’auto “depapalizzazione” per concorso di responsabilità e di colpa. Perché se non la dichiara, scommetto quello che volete che il nostro amico sardo (sardo di Pattada) assetato di vendetta e certamente pieno di dossier, saprà come ricambiare la decardinalizzazione. O no?
Il Papa ora chiede “PULIZIA “? ( dice Repubblica ), ma andiamo! chiede pulizia dopo sette anni di “sporcizia inquinante protetta”? proprio lui che è “ambientalista”?? e solo due giorni prima dello scandalo pubblico??. Nel 2015 Il Pontefice,all’incirca, disse che un corrotto cristiano “puzza”, inquina. D’accordissimo. Allora eliminiamo la puzza., la pulizia cominci dalla testa: ‘O pesce fète d’ ‘a capa, dicono nella saggia Napoli…Ed è necessaria per la protezione dell’ambiente.
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https://www.catholicnewsagency.com/news/vatican-cardinal-angelo-becciu-resigns-from-office-an. d-rights-of-cardinals-60883
di Sabino Paciolla
Papa Francesco ha accettato la rinuncia dalla carica di prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al cardinalato, presentata dal card. Giovanni Angelo Becciu. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede.
Il Vaticano non ha fornito dettagli sul motivo per cui papa Francesco ha accettato le dimissioni di Becciu nella dichiarazione menzionata. L’annuncio è molto secco ed è formato da una sola frase: “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”.
Becciu, l’ex potente capo di gabinetto della Segreteria di Stato vaticana, è connesso all’inchiesta di uno scandalo finanziario che ha visto l’investimento del Vaticano in un affare immobiliare a Londra che ha causato ingenti perdite alla Santa Sede per milioni di euro pagati in onorari agli intermediari.
Come l’anno scorso aveva riportato Ed Condon, “il rapporto della Santa Sede con una banca svizzera di dubbia reputazione ha scatenato una controversia interna tra la Segreteria di Stato e le autorità finanziarie vaticane. Al centro del conflitto c’era una linea di credito multimilionaria utilizzata per finanziare un controverso investimento nella speculazione immobiliare londinese.
Fonti all’interno della Prefettura vaticana per l’economia hanno confermato a Catholic News Agency (CNA) che una parte sostanziale dei 200 milioni di dollari utilizzati per finanziare l’acquisto da parte della Segreteria di Stato di un complesso edilizio di lusso a 60 Sloane Avenue è stata ottenuta attraverso il credito concesso da BSI, una banca svizzera con una lunga storia di violazione del riciclaggio di denaro sporco e delle misure di salvaguardia delle frodi nei suoi rapporti con i fondi sovrani. (…)
Il 4 novembre, CNA ha riferito che nel 2015 il cardinale Angelo Becciu ha tentato di mascherare i prestiti da 200 milioni di dollari nei bilanci vaticani, cancellandoli a fronte del valore dell’immobile acquistato nel quartiere londinese di Chelsea, una manovra contabile vietata dalle politiche finanziarie approvate da Papa Francesco nel 2014.
Il tentativo di nascondere i prestiti fuori bilancio è stato rilevato dalla Prefettura dell’Economia, allora guidata dal cardinale George Pell. Alti funzionari della Prefettura per l’economia hanno detto alla CNA che quando Pell ha cominciato a chiedere i dettagli dei prestiti, specialmente quelli che coinvolgevano BSI, l’allora arcivescovo Becciu ha chiamato il cardinale in Segreteria di Stato per un ‘rimprovero’.”
Per questa operazione la procura vaticana ha messo sotto inchiesta vari funzionari ma non il card. Becciu il quale ha sempre negato operazioni illecite. La crisi sviluppatasi in Vaticano ha visto anche varie dimissioni, tra cui quella di Rene Bruelhart, capo dell’agenzia di vigilanza finanziaria del Vaticano e quella dell’ex capo dei revisori dei conti del Vaticano, Libero Milone
Dell’operazione immobiliare parlò anche Papa Francesco rispondendo ad una domanda di una giornalista sul volo di ritorno dal viaggio in Tailandia e Giappone.
Becciu è stato coinvolto in una complicata serie di transazioni finanziarie intorno all’acquisto dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI), un ospedale italiano che nel 2013 è collassato sotto 800 milioni di euro di debiti. Nell’occasione fu acceso un prestito di 50 milioni di euro per acquisire l’ospedale in fallimento oltre ad una sovvenzione proveniente dalla Fondazione Papale che si trova USA. Al prestito di 50 milioni si oppose il card. Pell.
L’ultima volta che un cardinale ha rinunciato ai suoi diritti è stato quando l’americano Theodore McCarrick ha rinunciato ai suoi diritti e privilegi di cardinale nel luglio 2018 nel corso di un’indagine per abusi sessuali su adulti e minori. In seguito, l’anno scorso, Papa Francesco lo ridusse allo stato laicale.
Prima dell’ex card. McCarrick, un altro cardinale, Keith Michael Patrick O’Brien, rinunciò ai suoi diritti e prerogative sempre per accuse di abusi sessuali. Egli, d’intesa con Papa Francesco, «nel mese di maggio 2013 ha lasciato la Scozia per un periodo di rinnovamento spirituale, di preghiera e penitenza. Successivamente, nel marzo 2015 – si legge nella biografia diffusa – dopo un lungo itinerario di preghiera, il card. Keith Michael Patrick O’Brien ha rinunciato ai diritti e alle prerogative del cardinalato, espresse nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico».
Il card. Becciu, di 72 anni, avrebbe potuto partecipare a un possibile futuro conclave per eleggere il successore di Francesco. E’ impedito di votare ai cardinali che hanno un’età superiore agli 80 anni. Ma rinunciando ai suoi diritti di cardinale, Becciu ha rinunciato al suo diritto di partecipare.
Ieri la decisione del Cardinale Giovanni Angelo Becciu, accettata dal Papa
CITTÀ DEL VATICANO , 25 settembre, 2020 / 10:00 AM (ACI Stampa).-
Il Cardinale Giovanni Angelo Becciu ha dunque rinunciato ai diritti del cardinalato. Senza entrare nello specifico delle motivazioni, il caso fa tornare alla mente quello del Cardinale scozzese Keith O’Brien che nel 2015 – d’intesa con Papa Francesco – rinunciò ai diritti e alle prerogative di ogni membro del Sacro Collegio.
In un comunicato firmato dall’allora Cardinale Decano Angelo Sodano, si spiegava che il Sommo Pontefice accettava la rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato, espresse nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico da parte del Cardinale O’ Brien.
Ma vediamo nel dettaglio a cosa rinuncia dunque anche il Cardinale Becciu.
Il canone 349 afferma che “i Cardinali di Santa Romana Chiesa costituiscono un Collegio peculiare cui spetta provvedere all'elezione del Romano Pontefice, a norma del diritto peculiare; inoltre i Cardinali assistono il Romano Pontefice sia agendo collegialmente quando sono convocati insieme per trattare le questioni di maggiore importanza, sia come singoli, cioè nei diversi uffici ricoperti prestandogli la loro opera nella cura soprattutto quotidiana della Chiesa universale”. Becciu, dunque, non è più da considerarsi un cardinale elettore.
Il canone 353 recita invece che “i Cardinali prestano principalmente aiuto con attività collegiale al Supremo Pastore della Chiesa nei Concistori, nei quali si riuniscono per ordine del Romano Pontefice e sotto la sua presidenza; i Concistori possono essere ordinari o straordinari. Nel Concistoro ordinario vengono convocati tutti i Cardinali, almeno quelli che si trovano nell'Urbe, per essere consultati su qualche questione grave, che tuttavia si verifica più comunemente, o per compiere determinati atti della massima solennità. Nel Concistoro straordinario, che si celebra quando lo suggeriscono peculiari necessità della Chiesa o la trattazione di questioni particolarmente gravi, vengono convocati tutti i Cardinali. Solo il Concistoro ordinario in cui si celebrino particolari solennità può essere pubblico, in cui cioè, oltre ai Cardinali, vengono ammessi i Prelati, i legati delle società civili ed altri che vi sono invitati”. Prevista dunque l’esclusione del porporato dalla celebrazione dei concistori.
Il canone 356, infine dispone che “i Cardinali sono tenuti all'obbligo di collaborare assiduamente col Romano Pontefice; perciò i Cardinali che ricoprono qualsiasi ufficio nella Curia, se non sono Vescovi diocesani, sono tenuti all'obbligo di risiedere nell'Urbe; i Cardinali che hanno la cura di una diocesi come Vescovi diocesani, si rechino a Roma ogni volta che sono convocati dal Romano Pontefice”. Il Cardinale Becciu non potrà più essere considerato un collaboratore del Papa.
Diversi i casi che invece hanno riguardato i casi dei Cardinali McCarrick e Billot, entrambi infatti hanno perso il cardinalato.
Il Cardinale McCarrick è stato privato della porpora da Papa Francesco che successivamente lo ha ridotto allo stato laicale dopo comprovate accuse di pedofilia.
Il Cardinale Billot, nel 1927, rinunciò al cardinalato d’intesa con Papa Pio XI per dissapori circa l’ Action française.
Ieri sera, Sua Eminenza il Signor Cardinale Giovanni Angelo Becciu si è dimesso formalmente – in realtà è stato CACCIATO su due piedi nel corso di un incontro burrascoso, come da copione, seguendo le sorti di colui che fu suo fedele braccio destro nella sicurezza vaticana – da Prefetto della Congregazione delle Causa dei Santi e ha rinunciato ai diritti connessi al cardinalato. Lo comunica la Sala Stampa della Santa Sede alle ore 20.00 con una nota irrituale e inconsueta, la solita riga che clamorosamente dice tutto-niente e comunica in nulla: “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia alla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”.
Secondo quanto ha appreso l’agenzia Ansa, la decisione del Papa era stata comunicata poco prima dallo stesso Papa Francesco a Becciu in una udienza choc. Il cardinale rimasto senza i diritti del cardinalato fa affiorare una grande amarezza rispondendo all’agenzia Adnkronos dopo le dimissioni e della rinuncia ai diritti del cardinalato consegnate al Papa. “Preferisco il silenzio”, si limita a dire con voce spezzata.
Scrive Andrea Gagliarducci sull’agenzia ACI Stampa: “Tutto verrà chiarito in sede giudiziaria. Di certo, l’irrituale uscita di scena del Cardinale Becciu, senza che ci siano motivazioni ufficiali, lascia aperte molte questioni. Più che uno scandalo finanziario, siamo di fronte ad una crisi istituzionale”.
Il Cardinale Becciu era finito al centro dell’inchiesta sul palazzo londinese al 60 di Sloane Avenue acquistato dalla Segreteria di Stato. Essendo stato Sostituto della Segreteria di Stato, si era difeso dichiarando che qualcuno aveva “approfittato della situazione e aveva anche assicurato che neanche un penny dell’Obolo di San Pietro era stato usato per l’acquisto dell’immobile e che il palazzo si era «molto rivalutato dopo la Brexit», sostenendo fosse stato un buon investimento per la Segreteria di Stato. Aveva infine assicurato – anche a me personalmente – di non essere personalmente indagato, essendo stato autorizzato a procedere dai suoi superiori. L’inchiesta ha portato al sequestro di strumenti elettronici e documenti presso gli uffici della Segreteria di Stato e dell’Aif, e alla sospensione di cinque funzionari, tra cui il direttore dell’Aif Tommaso Di Ruzza e Mons. Mauro Carlino, Capo ufficio del potente Ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato, già Segretario particolare dello stesso Becciu quando era Sostituto della Segreteria di Stato.
Il vaticanista del National Catholic Register (un servizio di EWTN) e autore del libro “The Next Pope” (Il Prossimo Papa) Edward Pentin scrive in un Tweet che “fonti attendibilmente informate affermano che i recenti scandali finanziari della Segreteria di Stato sono “chiaramente collegati” alla notizia di questa sera della decisione di Papa Francesco di accettare le dimissioni del Cardinale Giovanni Angelo Becciu da Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e i diritti legati al cardinalato”.
Philip Pullella scrive in un take per Reuters: “Un potente cardinale vaticano coinvolto in uno scandalo immobiliare si è dimesso improvvisamente giovedì e ha rinunciato al diritto di prendere parte a un eventuale conclave per eleggere un Papa, in uno degli episodi più misteriosi che ha colpito la Santa Sede da anni. (…) La dichiarazione di una riga non ha fornito dettagli, ma il diritto più importante dei cardinali cattolici sotto gli 80 anni, come Becciu, è di partecipare a un conclave per eleggere un nuovo Papa dopo la morte o le dimissioni dell’attuale Papa. La rinuncia a tale diritto ha indicato che il motivo delle dimissioni di Becciu era particolarmente grave”.
Paolo Rodari scrive su La Repubblica: “La notizia ha colto di sorpresa molti. Secondo fonti interne la decisione papale segue la conclusione dell’inchiesta sull’immobile di Londra. Il conto bancario con il quale sono state disposte le operazioni che hanno portato all’acquisizione dell’immobile era gestito dalla segreteria di Stato e in particolare dal sostituto dell’epoca, ossia Becciu. Quel conto, in sostanza, non era controllato da nessuno. Vi confluivano fondi provenienti dall’Obolo di San Pietro, dallo Ior e da altri enti. Ma soltanto quando Francesco ha chiesto la totale trasparenza sulle entrate e sulle uscite di ogni dicastero la magistratura vaticana ha potuto conoscerne il contenuto e dunque indagare. Un’inchiesta in edicola domenica con l’Espresso e firmata da Massimiliano Coccia rivela come il cardinale Becciu avrebbe usato dei soldi delle elemosine, dell’obolo di San Pietro e di denaro proveniente dalla Cei per fondi speculativi, dirottandoli anche verso alcune cooperative gestite in Sardegna dai suoi fratelli. Non si tratterebbe, scrive l’Espresso, di un caso singolo, ma di un vero e proprio metodo. I soldi in Sardegna sarebbero stati dirottati tre volte, ‘flussi di denaro difficili da tracciare'”.
Sul blog “Stilum Curiae” di Marco Tosatti si legge: “DOPO LA DECARDINALIZZAZIONE, LA DEPAPALIZZAZIONE? (…) Ma permettetemi ora una riflessione aggiuntiva. Ma chi ha assunto Becciu e chi gli ha fatto fare carriera? Chi lo ha assunto è stato il rag. Bertone; ma chi gli ha fatto fare carriera per ben sette (7) anni è stato il dottor Bergoglio. (…) capisco la opportuna ‘decardinalizzazione’ al fine di anticipare di un paio di giorni lo scandalo (che sarà denunciato a tutti dall’Espresso domenica) e che l’amico Scalfari gli aveva preannunciato. Ma proprio perché la capisco ora mi aspetto (ci dobbiamo tutti aspettare) un’auto ‘depapalizzazione’ per concorso di responsabilità e di colpa. Perché se non la dichiara, scommetto quello che volete che il nostro amico sardo (sardo di Pattada) assetato di vendetta e certamente pieno di dossier, saprà come ricambiare la decardinalizzazione. O no? Il Papa ora chiede ‘PULIZIA’? ( dice Repubblica ), ma andiamo! chiede pulizia dopo sette anni di ‘sporcizia inquinante protetta’? proprio lui che è ‘ambientalista’?? e solo due giorni prima dello scandalo pubblico??. Nel 2015 il Pontefice, all’incirca, disse che un corrotto cristiano ‘puzza’, inquina. D’accordissimo. Allora eliminiamo la puzza., la pulizia cominci dalla testa: ‘O pesce fète d’ ‘a capa, dicono nella saggia Napoli… Ed è necessaria per la protezione dell’ambiente”.
Esclusivo
Ecco perché il cardinale Becciu si è dimesso. Soldi dei poveri al fratello e offshore: le carte dello scandalo. E il Papa chiede pulizia
Dopo la notizia dei fondi dell’Obolo di San Pietro usati per l’acquisto di un palazzo a Londra per 160 milioni, l’inchiesta sale di livello e punta su Angelo Becciu che avrebbe dirottato denaro delle elemosine verso fondi speculativi e favori alla famiglia. Ora Francesco ordina chiarezza e punizioni per i responsabili
di Massimiliano Coccia
L’Espresso, 25 settembre 2020Una cosa corrotta «è una cosa sporca e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è un cristiano, puzza», disse Papa Francesco nel 2015. A vedere quanto sta maturando nelle pieghe dell’inchiesta per l’acquisizione da parte della Segreteria di Stato della Città del Vaticano del palazzo di Sloane Avenue a Londra, comprato nel 2014, che ha generato via via «un’enorme voragine» nei conti, la puzza della corruzione nelle stanze vaticane si sente forte in questi giorni.
L’utilizzo che è stato fatto dell’Obolo di San Pietro, un collettore di offerte e donazioni per le azioni sociali della Chiesa nei confronti dei poveri, è forse il simbolo di quanto il mandato apostolico sia stato tradito per una speculazione immobiliare e finanziaria; una speculazione che non rappresenta un caso episodico ma, come L’Espresso ricostruisce in queste pagine, un vero e proprio metodo che ha contraddistinto la Segreteria di Stato sotto la direzione del cardinale Angelo Becciu.
Un modus operandi che non è mai piaciuto a papa Francesco il quale – mentre speculatori, broker e promotori finanziari giocavano con la cassa della Segreteria di Stato e dell’Obolo di San Pietro – tesseva infatti una rete di nuove norme e di sorveglianza per le finanze vaticane.
La questione dal punto formale, l’ha riassunto bene la piccola (ma sempre sul pezzo) agenzia Askanews ieri sera a caldo: “Prima di Giovanni Angelo Becciu, questa sera, solo Theodore McCarrick (2019), per comprovati abusi sessuali su minori, Keith Michael Patrick O’Brien (2015), per comprovati abusi sessuali, e Louis Billot (1927), per un insanabile conflitto teologico-politico con Pio XI, nella storia moderna, sono stati colpiti nell’appartenenza al club più esclusivo di Santa Romana Chiesa, quello del collegio cardinalizio. E già questo segnala la gravità estrema della decisione assunta da Papa Francesco e comunicata in un irrituale comunicato diramato dalla sala stampa vaticana nella serata di giovedì. Ma mentre i tre precedenti dell’ultimo secolo avevano ruoli per così dire marginali – arcivescovo ormai emerito di Washington McCarrick, arcivescovo ormai emerito di Edimburgo O’Brien, semplice teologo Billot – questa è la prima volta che la suprema sanzione colpisce un cardinale che rivestiva, fino alla improvvisa rinuncia, il ruolo di capo dicastero vaticano ed ha rivestito, fino a pochi anni fa, il delicatissimo ruolo di Sostituto della Segreteria di Stato, il numero tre della catena di comando nella Santa Sede, l’unico officiale che si può permettere di presentarsi all’appartamento del Pontefice senza essere preannunciato. Segno che all’origine della odierna decisione di Jorge Mario Bergoglio ci deve essere una spropositata gravità.Il bollettino vaticano non fornisce dettagli, né filtrano spiegazioni dai canali ufficiali dello Stato Pontificio. “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”, si legge nel comunicato diffuso poco prima delle 20 dal Vaticano. Va peraltro notato che mentre McCarrick e Billot sono stati espulsi dal collegio cardinalizio, Becciu, e prima di lui O’Brien, hanno rinunciato ai ‘diritti connessi al Cardinalato’, quelli previsti dai canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico (Conclave, Concistoro, ecc). Una sfumatura meno ultimativa, ma il provvedimento papale, è assolutamente straordinario, cela comunque una motivazione, non spiegata, di estrema gravità.Monsignor Giovanni Angelo Becciu, sardo di Pattada, nel Sassarese, 72 anni, focolarino, è stato ordinato sacerdote nel 1972. Entrato giovane nel servizio diplomatico della Santa Sede, ha scalato i gradini del cursus honorum delle feluche del Papa. Nominato vescovo da Giovanni Paolo II, e consacrato dal cardinale Angelo Sodano nel 2001, Becciu è stato nunzio apostolico a Sao Tomé e Principe e poi, dal 2009 al 2011, a Cuba. Quell’anno Benedetto XVI, e il suo Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, lo chiamano a Roma come Sostituto, un ruolo che conserva fino al 2018, quando Francesco lo nomina prefetto della congregazione dei Santi. Da braccio destro del Segretario di Stato assiste, in ruolo di protagonista, alla conclusione del pontificato di Bendetto XVI (dispone la nascita di una commissione di indagine sui documenti vaticani rubati e passati alla stampa, Vatileaks), all’elezione di Jorge Mario Bergoglio, ai primi anni del suo Pontificato (il secondo scandalo Vatileaks lo vede di nuovo protagonista nella risposta della Santa Sede). Intrattiene cruciali rapporti con la politica italiana, gira il mondo per le beatificazioni e le canonizzazioni. Rimane molto influente, al punto da guadagnare, in una Curia sempre più internazionale, il soprannome di ‘cardinale italiano’, quasi fosse quello preminente. Nel 2018 era stato lo stesso Francesco che lo crea cardinale: ora gli ha tolto i diritti che alla berretta porpora sono legati. La Santa Sede non dice altro. Il nome di Becciu – non indagato – era emerso attorno alla compravendita dell’immobile di Sloane Avenue 60, a Londra, all’origine di una indagine vaticana tuttora in corso: il suo acquisto, con i fondi dell’Obolo di San Pietro, è stato deciso dalla Segreteria di Stato all’epoca in cui Becciu era Sostituto, mentre il suo successore, Edgar Pena Parra, ha tentato di finalizzare l’acquisto coinvolgendo lo Ior. Un affare ‘opaco’ (copyright del Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin) che ha fatto emergere casi di ‘corruzione’ (parola del Papa sul volo di ritorno da Giappone e Thailandia). L’ex segretario particolare del porporato, monsignor Mauro Carlino, è tra gli officiali vaticani dapprima sospesi, è poi fuoriuscito dal ruolo diplomatico ed è infine rientrato in diocesi (non figura più nell’annuario pontificio). Voci, supposizioni. Il vero motivo per cui Becciu è stato sanzionato rimane riservato. Il Vaticano per ora non fornisce spiegazioni. L’unica cosa certa è che la caduta di uno degli uomini più potenti della Curia romana è un vero e proprio terremoto. E che all’origine, agli occhi del Papa della misericordia, ci deve essere una ragione di gravità estrema”.
Conquassando si ottiene lo sconquassamento, ma non sempre… e il conquassatore può non avere come fine lo sconquassarsi della cosa (linguistica ed etimologia QUI).
In conclusione, due postille e due postscriptum
(e 2+2=4)
1. Prima postilla
Una riflessione inviatami questa notte dall’amico R. Golaprofonda, attento osservatore di lungo corso, in riferimento allo sconquassatore che occupa un piano intero della Domus Sanctae Marthae e usa il Palazzo apostolico come sede prestigiosa di rappresentanza e pulpito per i balconazo su Piazza San Pietro: “La difesa che deve avere opposto Angelo Becciu al dittatore mi fa pensare al famoso discorso di Aldo Moro in Parlamento: non ci faremo processare nelle piazze! Stretto nell’urgenza di una situazione paradossale: un appuntamento programmato che improvvisamente si trasformava in una drammatica destituzione, in cui l’unica via di uscita, essa stessa più umiliante della morte, era la conservazione del titolo onorifico. Che tuttavia potrebbe essere reintegrato a pieno titolo se Dio vorrà! [e me lo auguro sinceramente, V.v.B.]. Un compromesso non del tutto inutile! Ma divulgato subito in modo improprio nella stampa come rinuncia al cardinalato e non ad alcune funzioni del medesimo [ormai, il marchio di fabbrica degli abborraccioni giornalai pennivendoli a doppia spunta blu).
Aldo Moro la sera prima del rapimento nel suo studio metteva a punto con i suoi collaboratori non un compromesso storico, ma una alleanza strategica funzionale alla centralità democristiana. La ennesima alleanza, che faceva seguito al sodalizio con i laici prima, con i socialisti poi e ora con i comunisti. E a saperlo erano innanzi tutto i comunisti, che di lì a poco avrebbero fatto di tutto per eliminare il regista insuperato degli equilibri democristiani, dopo De Gasperi. Corrado Guerzoni e la famiglia Moro su questo sono stati inequivocabili.
Anche ora nella prospettiva di un conclave fa paura il manovrismo di uno degli ultimi centristi ratzingeriani; gli ultimi avvicinamenti dottrinali del dittatore (inteso non solo in termini politici, ma soprattutto psichiatrici) ai conservatori è la ennesima astuzia, su cui i conservatori sono subito caduti. Non Becciu abituato a una politica ragionata e soprattutto alla dimensione della Fede, cui si oppone il sostanziale paganesimo eretico del dittatore. È tutto qui lo scontro, tra il bolscevismo bergogliano e il centrismo neotomista di uno degli ultimi democristiani. Sullo sfondo, come nella politica italiana, l’altro paganesimo quello fascista e conservatore. Per questo che Parolin fa gli occhi lucidi alla Meloni e deve avere fatto di tutto per fare destituire Becciu. Per noi democristiani questa partita potrebbe non essere del tutto persa e il dittatore potrebbe avere fatto il passo più lungo della gamba. Auguriamocelo, preghiamo!”.
2. Seconda postilla
In conclusione, una mia nota in riferimento allo sconquassato.
Giovanni Angelo Becciu (Pattada, 2 giugno 1948), dopo essersi laureato in diritto canonico è entrato a far parte del servizio diplomatico della Santa Sede il 1° maggio 1984 prestando la sua opera per molti anni in varie nunziature apostoliche nel mondo, tra le quali quelle nella Repubblica Centrafricana, in Nuova Zelanda, in Liberia, nel Regno Unito, in Francia e negli Stati Uniti d’America. Il 15 ottobre 2001 Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Nunzio apostolico in Angola e Arcivescovo titolare di Roselle. Un mese dopo lo ha nominato anche Nunzio apostolico a São Tomé e Príncipe. Il 1° dicembre 2001 a Pattada ha ricevuto la consacrazione episcopale dalle mani del Cardinale Angelo Sodano, allora Segretario di Stato di Sua Santità. Il 23 luglio 2009 Papa Benedetto XVI lo ha trasferito alla nunziatura apostolica di Cuba. Il 10 maggio 2011 Papa Benedetto XVI lo ha nominato Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, confermato il 31 agosto 2013 da Papa Francesco nel medesimo ufficio. Il 2 febbraio 2017 Papa Francesco lo ha nominato Delegato speciale presso il Sovrano Militare Ordine di Malta per risolvere la crisi dell’Ordine, di cui è stato nominato da Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto Cappellano Gran Croce Conventuale ad honorem. Il 20 maggio 2018 Papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale nel concistoro del 28 giugno ed il 26 maggio successivo lo ha nominato Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. È rimasto Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato fino al 29 giugno ed ha assunto il nuovo incarico il 1° settembre. Il 24 settembre 2020 Papa Francesco ha accolto la sua rinuncia all’incarico di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e ai diritti e alle prerogative del cardinalato. Conserva il titolo cardinalizio, ma cessa da ogni incarico nella Curia romana e perde il diritto di entrare in un futuro conclave.
A parte di tutto (rimane ancora da conoscere formalmente e ufficialmente le motivazioni dell’improvvisa e irrituale CACCIATA (ma le cacciate che si rispettano lo sono sempre) di una persona chiave della Curia romana come il Cardinale Becciu) e senza entrare in merito delle questioni contestate, considero il Cardinale Giovanni Angelo Becciu una grande e bella persona. Ritengo che è stato un eccellente Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato (dal 2011 al 2018). Lo conosco bene, avendo lavorato con lui direttamente – come Nunzio Apostolico in Angola e a Cuba, e come Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato – nelle mie funzioni alla Sala Stampa della Santa Sede. Stima e rispetto reciproco. Che da parte mia rimangono tale.
Postscriptum
1. Per essere indagato dalla Magistratura vaticana è necessario non essere un cardinale, oppure, basta di non avere i diritti e le prerogative del cardinalato.
2. Per avere un ruolo decisivo in un Conclave non è necessario partecipare, come abbiamo visto in passato. E nel caso del Cardinale Becciu questo gli spetterebbe pure di diritto, toltogli in modo fraudolente con la CACCIATA. Spero e auguro la restituzione dei diritti e dei prerogativi del cardinalato a Sua Eminenza Reverendissimo il Signor Cardinale Giovanni Angelo Becciu, anche se dovrà aspettare l’elezione del successore al Papa infelicemente regnante, che ieri ha agito con la solita sconquassando prepotenza. Una CALAMITA.
Scrive Andrea Gagliarducci sull’agenzia ACI Stampa: “Tutto verrà chiarito in sede giudiziaria. Di certo, l’irrituale uscita di scena del Cardinale Becciu, senza che ci siano motivazioni ufficiali, lascia aperte molte questioni. Più che uno scandalo finanziario, siamo di fronte ad una crisi istituzionale”.
Il Cardinale Becciu era finito al centro dell’inchiesta sul palazzo londinese al 60 di Sloane Avenue acquistato dalla Segreteria di Stato. Essendo stato Sostituto della Segreteria di Stato, si era difeso dichiarando che qualcuno aveva “approfittato della situazione e aveva anche assicurato che neanche un penny dell’Obolo di San Pietro era stato usato per l’acquisto dell’immobile e che il palazzo si era «molto rivalutato dopo la Brexit», sostenendo fosse stato un buon investimento per la Segreteria di Stato. Aveva infine assicurato – anche a me personalmente – di non essere personalmente indagato, essendo stato autorizzato a procedere dai suoi superiori. L’inchiesta ha portato al sequestro di strumenti elettronici e documenti presso gli uffici della Segreteria di Stato e dell’Aif, e alla sospensione di cinque funzionari, tra cui il direttore dell’Aif Tommaso Di Ruzza e Mons. Mauro Carlino, Capo ufficio del potente Ufficio informazioni e documentazione della Segreteria di Stato, già Segretario particolare dello stesso Becciu quando era Sostituto della Segreteria di Stato.
Il vaticanista del National Catholic Register (un servizio di EWTN) e autore del libro “The Next Pope” (Il Prossimo Papa) Edward Pentin scrive in un Tweet che “fonti attendibilmente informate affermano che i recenti scandali finanziari della Segreteria di Stato sono “chiaramente collegati” alla notizia di questa sera della decisione di Papa Francesco di accettare le dimissioni del Cardinale Giovanni Angelo Becciu da Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e i diritti legati al cardinalato”.
Philip Pullella scrive in un take per Reuters: “Un potente cardinale vaticano coinvolto in uno scandalo immobiliare si è dimesso improvvisamente giovedì e ha rinunciato al diritto di prendere parte a un eventuale conclave per eleggere un Papa, in uno degli episodi più misteriosi che ha colpito la Santa Sede da anni. (…) La dichiarazione di una riga non ha fornito dettagli, ma il diritto più importante dei cardinali cattolici sotto gli 80 anni, come Becciu, è di partecipare a un conclave per eleggere un nuovo Papa dopo la morte o le dimissioni dell’attuale Papa. La rinuncia a tale diritto ha indicato che il motivo delle dimissioni di Becciu era particolarmente grave”.
Paolo Rodari scrive su La Repubblica: “La notizia ha colto di sorpresa molti. Secondo fonti interne la decisione papale segue la conclusione dell’inchiesta sull’immobile di Londra. Il conto bancario con il quale sono state disposte le operazioni che hanno portato all’acquisizione dell’immobile era gestito dalla segreteria di Stato e in particolare dal sostituto dell’epoca, ossia Becciu. Quel conto, in sostanza, non era controllato da nessuno. Vi confluivano fondi provenienti dall’Obolo di San Pietro, dallo Ior e da altri enti. Ma soltanto quando Francesco ha chiesto la totale trasparenza sulle entrate e sulle uscite di ogni dicastero la magistratura vaticana ha potuto conoscerne il contenuto e dunque indagare. Un’inchiesta in edicola domenica con l’Espresso e firmata da Massimiliano Coccia rivela come il cardinale Becciu avrebbe usato dei soldi delle elemosine, dell’obolo di San Pietro e di denaro proveniente dalla Cei per fondi speculativi, dirottandoli anche verso alcune cooperative gestite in Sardegna dai suoi fratelli. Non si tratterebbe, scrive l’Espresso, di un caso singolo, ma di un vero e proprio metodo. I soldi in Sardegna sarebbero stati dirottati tre volte, ‘flussi di denaro difficili da tracciare'”.
Sul blog “Stilum Curiae” di Marco Tosatti si legge: “DOPO LA DECARDINALIZZAZIONE, LA DEPAPALIZZAZIONE? (…) Ma permettetemi ora una riflessione aggiuntiva. Ma chi ha assunto Becciu e chi gli ha fatto fare carriera? Chi lo ha assunto è stato il rag. Bertone; ma chi gli ha fatto fare carriera per ben sette (7) anni è stato il dottor Bergoglio. (…) capisco la opportuna ‘decardinalizzazione’ al fine di anticipare di un paio di giorni lo scandalo (che sarà denunciato a tutti dall’Espresso domenica) e che l’amico Scalfari gli aveva preannunciato. Ma proprio perché la capisco ora mi aspetto (ci dobbiamo tutti aspettare) un’auto ‘depapalizzazione’ per concorso di responsabilità e di colpa. Perché se non la dichiara, scommetto quello che volete che il nostro amico sardo (sardo di Pattada) assetato di vendetta e certamente pieno di dossier, saprà come ricambiare la decardinalizzazione. O no? Il Papa ora chiede ‘PULIZIA’? ( dice Repubblica ), ma andiamo! chiede pulizia dopo sette anni di ‘sporcizia inquinante protetta’? proprio lui che è ‘ambientalista’?? e solo due giorni prima dello scandalo pubblico??. Nel 2015 il Pontefice, all’incirca, disse che un corrotto cristiano ‘puzza’, inquina. D’accordissimo. Allora eliminiamo la puzza., la pulizia cominci dalla testa: ‘O pesce fète d’ ‘a capa, dicono nella saggia Napoli… Ed è necessaria per la protezione dell’ambiente”.
Esclusivo
Ecco perché il cardinale Becciu si è dimesso. Soldi dei poveri al fratello e offshore: le carte dello scandalo. E il Papa chiede pulizia
Dopo la notizia dei fondi dell’Obolo di San Pietro usati per l’acquisto di un palazzo a Londra per 160 milioni, l’inchiesta sale di livello e punta su Angelo Becciu che avrebbe dirottato denaro delle elemosine verso fondi speculativi e favori alla famiglia. Ora Francesco ordina chiarezza e punizioni per i responsabili
di Massimiliano Coccia
L’Espresso, 25 settembre 2020Una cosa corrotta «è una cosa sporca e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è un cristiano, puzza», disse Papa Francesco nel 2015. A vedere quanto sta maturando nelle pieghe dell’inchiesta per l’acquisizione da parte della Segreteria di Stato della Città del Vaticano del palazzo di Sloane Avenue a Londra, comprato nel 2014, che ha generato via via «un’enorme voragine» nei conti, la puzza della corruzione nelle stanze vaticane si sente forte in questi giorni.
L’utilizzo che è stato fatto dell’Obolo di San Pietro, un collettore di offerte e donazioni per le azioni sociali della Chiesa nei confronti dei poveri, è forse il simbolo di quanto il mandato apostolico sia stato tradito per una speculazione immobiliare e finanziaria; una speculazione che non rappresenta un caso episodico ma, come L’Espresso ricostruisce in queste pagine, un vero e proprio metodo che ha contraddistinto la Segreteria di Stato sotto la direzione del cardinale Angelo Becciu.
Un modus operandi che non è mai piaciuto a papa Francesco il quale – mentre speculatori, broker e promotori finanziari giocavano con la cassa della Segreteria di Stato e dell’Obolo di San Pietro – tesseva infatti una rete di nuove norme e di sorveglianza per le finanze vaticane.
La questione dal punto formale, l’ha riassunto bene la piccola (ma sempre sul pezzo) agenzia Askanews ieri sera a caldo: “Prima di Giovanni Angelo Becciu, questa sera, solo Theodore McCarrick (2019), per comprovati abusi sessuali su minori, Keith Michael Patrick O’Brien (2015), per comprovati abusi sessuali, e Louis Billot (1927), per un insanabile conflitto teologico-politico con Pio XI, nella storia moderna, sono stati colpiti nell’appartenenza al club più esclusivo di Santa Romana Chiesa, quello del collegio cardinalizio. E già questo segnala la gravità estrema della decisione assunta da Papa Francesco e comunicata in un irrituale comunicato diramato dalla sala stampa vaticana nella serata di giovedì. Ma mentre i tre precedenti dell’ultimo secolo avevano ruoli per così dire marginali – arcivescovo ormai emerito di Washington McCarrick, arcivescovo ormai emerito di Edimburgo O’Brien, semplice teologo Billot – questa è la prima volta che la suprema sanzione colpisce un cardinale che rivestiva, fino alla improvvisa rinuncia, il ruolo di capo dicastero vaticano ed ha rivestito, fino a pochi anni fa, il delicatissimo ruolo di Sostituto della Segreteria di Stato, il numero tre della catena di comando nella Santa Sede, l’unico officiale che si può permettere di presentarsi all’appartamento del Pontefice senza essere preannunciato. Segno che all’origine della odierna decisione di Jorge Mario Bergoglio ci deve essere una spropositata gravità.Il bollettino vaticano non fornisce dettagli, né filtrano spiegazioni dai canali ufficiali dello Stato Pontificio. “Oggi, giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”, si legge nel comunicato diffuso poco prima delle 20 dal Vaticano. Va peraltro notato che mentre McCarrick e Billot sono stati espulsi dal collegio cardinalizio, Becciu, e prima di lui O’Brien, hanno rinunciato ai ‘diritti connessi al Cardinalato’, quelli previsti dai canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico (Conclave, Concistoro, ecc). Una sfumatura meno ultimativa, ma il provvedimento papale, è assolutamente straordinario, cela comunque una motivazione, non spiegata, di estrema gravità.Monsignor Giovanni Angelo Becciu, sardo di Pattada, nel Sassarese, 72 anni, focolarino, è stato ordinato sacerdote nel 1972. Entrato giovane nel servizio diplomatico della Santa Sede, ha scalato i gradini del cursus honorum delle feluche del Papa. Nominato vescovo da Giovanni Paolo II, e consacrato dal cardinale Angelo Sodano nel 2001, Becciu è stato nunzio apostolico a Sao Tomé e Principe e poi, dal 2009 al 2011, a Cuba. Quell’anno Benedetto XVI, e il suo Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, lo chiamano a Roma come Sostituto, un ruolo che conserva fino al 2018, quando Francesco lo nomina prefetto della congregazione dei Santi. Da braccio destro del Segretario di Stato assiste, in ruolo di protagonista, alla conclusione del pontificato di Bendetto XVI (dispone la nascita di una commissione di indagine sui documenti vaticani rubati e passati alla stampa, Vatileaks), all’elezione di Jorge Mario Bergoglio, ai primi anni del suo Pontificato (il secondo scandalo Vatileaks lo vede di nuovo protagonista nella risposta della Santa Sede). Intrattiene cruciali rapporti con la politica italiana, gira il mondo per le beatificazioni e le canonizzazioni. Rimane molto influente, al punto da guadagnare, in una Curia sempre più internazionale, il soprannome di ‘cardinale italiano’, quasi fosse quello preminente. Nel 2018 era stato lo stesso Francesco che lo crea cardinale: ora gli ha tolto i diritti che alla berretta porpora sono legati. La Santa Sede non dice altro. Il nome di Becciu – non indagato – era emerso attorno alla compravendita dell’immobile di Sloane Avenue 60, a Londra, all’origine di una indagine vaticana tuttora in corso: il suo acquisto, con i fondi dell’Obolo di San Pietro, è stato deciso dalla Segreteria di Stato all’epoca in cui Becciu era Sostituto, mentre il suo successore, Edgar Pena Parra, ha tentato di finalizzare l’acquisto coinvolgendo lo Ior. Un affare ‘opaco’ (copyright del Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin) che ha fatto emergere casi di ‘corruzione’ (parola del Papa sul volo di ritorno da Giappone e Thailandia). L’ex segretario particolare del porporato, monsignor Mauro Carlino, è tra gli officiali vaticani dapprima sospesi, è poi fuoriuscito dal ruolo diplomatico ed è infine rientrato in diocesi (non figura più nell’annuario pontificio). Voci, supposizioni. Il vero motivo per cui Becciu è stato sanzionato rimane riservato. Il Vaticano per ora non fornisce spiegazioni. L’unica cosa certa è che la caduta di uno degli uomini più potenti della Curia romana è un vero e proprio terremoto. E che all’origine, agli occhi del Papa della misericordia, ci deve essere una ragione di gravità estrema”.
Conquassando si ottiene lo sconquassamento, ma non sempre… e il conquassatore può non avere come fine lo sconquassarsi della cosa (linguistica ed etimologia QUI).
In conclusione, due postille e due postscriptum
(e 2+2=4)
1. Prima postilla
Una riflessione inviatami questa notte dall’amico R. Golaprofonda, attento osservatore di lungo corso, in riferimento allo sconquassatore che occupa un piano intero della Domus Sanctae Marthae e usa il Palazzo apostolico come sede prestigiosa di rappresentanza e pulpito per i balconazo su Piazza San Pietro: “La difesa che deve avere opposto Angelo Becciu al dittatore mi fa pensare al famoso discorso di Aldo Moro in Parlamento: non ci faremo processare nelle piazze! Stretto nell’urgenza di una situazione paradossale: un appuntamento programmato che improvvisamente si trasformava in una drammatica destituzione, in cui l’unica via di uscita, essa stessa più umiliante della morte, era la conservazione del titolo onorifico. Che tuttavia potrebbe essere reintegrato a pieno titolo se Dio vorrà! [e me lo auguro sinceramente, V.v.B.]. Un compromesso non del tutto inutile! Ma divulgato subito in modo improprio nella stampa come rinuncia al cardinalato e non ad alcune funzioni del medesimo [ormai, il marchio di fabbrica degli abborraccioni giornalai pennivendoli a doppia spunta blu).
Aldo Moro la sera prima del rapimento nel suo studio metteva a punto con i suoi collaboratori non un compromesso storico, ma una alleanza strategica funzionale alla centralità democristiana. La ennesima alleanza, che faceva seguito al sodalizio con i laici prima, con i socialisti poi e ora con i comunisti. E a saperlo erano innanzi tutto i comunisti, che di lì a poco avrebbero fatto di tutto per eliminare il regista insuperato degli equilibri democristiani, dopo De Gasperi. Corrado Guerzoni e la famiglia Moro su questo sono stati inequivocabili.
Anche ora nella prospettiva di un conclave fa paura il manovrismo di uno degli ultimi centristi ratzingeriani; gli ultimi avvicinamenti dottrinali del dittatore (inteso non solo in termini politici, ma soprattutto psichiatrici) ai conservatori è la ennesima astuzia, su cui i conservatori sono subito caduti. Non Becciu abituato a una politica ragionata e soprattutto alla dimensione della Fede, cui si oppone il sostanziale paganesimo eretico del dittatore. È tutto qui lo scontro, tra il bolscevismo bergogliano e il centrismo neotomista di uno degli ultimi democristiani. Sullo sfondo, come nella politica italiana, l’altro paganesimo quello fascista e conservatore. Per questo che Parolin fa gli occhi lucidi alla Meloni e deve avere fatto di tutto per fare destituire Becciu. Per noi democristiani questa partita potrebbe non essere del tutto persa e il dittatore potrebbe avere fatto il passo più lungo della gamba. Auguriamocelo, preghiamo!”.
2. Seconda postilla
In conclusione, una mia nota in riferimento allo sconquassato.
Giovanni Angelo Becciu (Pattada, 2 giugno 1948), dopo essersi laureato in diritto canonico è entrato a far parte del servizio diplomatico della Santa Sede il 1° maggio 1984 prestando la sua opera per molti anni in varie nunziature apostoliche nel mondo, tra le quali quelle nella Repubblica Centrafricana, in Nuova Zelanda, in Liberia, nel Regno Unito, in Francia e negli Stati Uniti d’America. Il 15 ottobre 2001 Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Nunzio apostolico in Angola e Arcivescovo titolare di Roselle. Un mese dopo lo ha nominato anche Nunzio apostolico a São Tomé e Príncipe. Il 1° dicembre 2001 a Pattada ha ricevuto la consacrazione episcopale dalle mani del Cardinale Angelo Sodano, allora Segretario di Stato di Sua Santità. Il 23 luglio 2009 Papa Benedetto XVI lo ha trasferito alla nunziatura apostolica di Cuba. Il 10 maggio 2011 Papa Benedetto XVI lo ha nominato Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, confermato il 31 agosto 2013 da Papa Francesco nel medesimo ufficio. Il 2 febbraio 2017 Papa Francesco lo ha nominato Delegato speciale presso il Sovrano Militare Ordine di Malta per risolvere la crisi dell’Ordine, di cui è stato nominato da Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto Cappellano Gran Croce Conventuale ad honorem. Il 20 maggio 2018 Papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale nel concistoro del 28 giugno ed il 26 maggio successivo lo ha nominato Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. È rimasto Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato fino al 29 giugno ed ha assunto il nuovo incarico il 1° settembre. Il 24 settembre 2020 Papa Francesco ha accolto la sua rinuncia all’incarico di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e ai diritti e alle prerogative del cardinalato. Conserva il titolo cardinalizio, ma cessa da ogni incarico nella Curia romana e perde il diritto di entrare in un futuro conclave.
A parte di tutto (rimane ancora da conoscere formalmente e ufficialmente le motivazioni dell’improvvisa e irrituale CACCIATA (ma le cacciate che si rispettano lo sono sempre) di una persona chiave della Curia romana come il Cardinale Becciu) e senza entrare in merito delle questioni contestate, considero il Cardinale Giovanni Angelo Becciu una grande e bella persona. Ritengo che è stato un eccellente Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato (dal 2011 al 2018). Lo conosco bene, avendo lavorato con lui direttamente – come Nunzio Apostolico in Angola e a Cuba, e come Sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato – nelle mie funzioni alla Sala Stampa della Santa Sede. Stima e rispetto reciproco. Che da parte mia rimangono tale.
Postscriptum
1. Per essere indagato dalla Magistratura vaticana è necessario non essere un cardinale, oppure, basta di non avere i diritti e le prerogative del cardinalato.
2. Per avere un ruolo decisivo in un Conclave non è necessario partecipare, come abbiamo visto in passato. E nel caso del Cardinale Becciu questo gli spetterebbe pure di diritto, toltogli in modo fraudolente con la CACCIATA. Spero e auguro la restituzione dei diritti e dei prerogativi del cardinalato a Sua Eminenza Reverendissimo il Signor Cardinale Giovanni Angelo Becciu, anche se dovrà aspettare l’elezione del successore al Papa infelicemente regnante, che ieri ha agito con la solita sconquassando prepotenza. Una CALAMITA.
Foto di copertina: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Angelo Becciu (Foto © Claude Truong-Ngoc/Wikimedia Commons, 9 settembre 2018).
Le dimissioni di Becciu e la questione aperta delle finanze vaticane
Le improvvise dimissioni di Giovanni Angelo Becciu lasciano aperte molte questioni, mentre la Santa Sede si appresta a ricevere gli ispettori europei
La bandiera vaticana e la Basilica di San Pietro | Foto: Bohumil Petrik / ACI Group |
CITTÀ DEL VATICANO , 25 settembre, 2020 / 9:00 AM (ACI Stampa).-
La rinuncia improvvisa del Cardinale Giovanni Angeo Becciu ai diritti connessi al cardinalato, nonché al suo incarico di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, lascia aperte molte questioni. Nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede non c’è una ragione ufficiale per cui si sia arrivati a questa decisione. Tuttavia, il pensiero di tutti è corso subito alle indagini connesse alla compravendita di un immobile di lusso a Londra, a Sloane Avenue, da parte della Segreteria di Stato vaticana. Indagini che recentemente si sono allargate, e che hanno puntato il dito anche su una vicenda legata ad una cooperativa sarda, la Spes di Ozieri, presieduta dal fratello del cardinale.
Tutto comincia con la vicenda di Londra. Da sostituto della Segreteria di Stato, Becciu aveva avallato l’investimento e anche le successive procedure di acquisizione prima del fondo immobiliare e poi dell’immobile. Era già cardinale e prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi quando la Segreteria di Stato dovette ristrutturare l’investimento, in modo da evitare di perdere ulteriore denaro. Si decise di tagliare gli intermediari, pagare le commissioni pattuite, quindi chiedere un prestito (tecnicamente, una anticipazione di denaro) all’Istituto per le Opere di Religione per finalizzare l’acquisto. Lo IOR contestò la richiesta del prestito, facendo con la sua segnalazione partire poi l’offensiva dei promotori di Giustizia vaticani con le perquisizioni in Segreteria di Stato e Autorità di Informazione Finanziaria. Era ottobre 2019, quasi un anno fa.
Il risultato è stato che cinque funzionari vaticani sono stati sospesi, e poi un altro. Quindi, i due sacerdoti coinvolti (Don Mauro Carlino e monsignor Alberto Perlasca) sono stati rinviati in diocesi, due funzionari della Segreteria di Stato (Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi) sono rimasti sospesi fino a luglio e, sembra, traghettati verso un pre-pensionamento, un’altra funzionaria della Segreteria di Stato (Caterina Sansone) è stata destinata ad altro incarico. L’ultimo indagato, Tommaso Di Ruzza, non è stato semplicemente rinnovato nel suo incarico di direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria.
La comunicazione dei provvedimenti amministrativi contro i funzionari è arrivata attraverso uno scarno comunicato della Sala Stampa della Santa Sede nella serata del 30 aprile, alla vigilia della Festa di San Giuseppe Lavoratore, come non pochi hanno fatto notare. Tuttora, però, non si sa se questi saranno rinviati a giudizio o se i magistrati vaticani decideranno per il non luogo a procedere.
Di certo, una decisione si dovrà prendere. La scure delle indagini aperte pende sul Vaticano mentre la prossima settimana, a partire dal 29 settembre, si attende l’ingresso nelle Sacre Mura degli ispettori di Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard internazionale di trasparenza finanziaria dei Paesi che si sottomettono alla procedura. Con questa “on site visit”, Moneyval si prepara a stilare il quarto rapporto sui progressi vaticani. Gli altri tre erano stati generalmente positivi, e mostravano il lavoro che la Santa Sede aveva fatto nel rendere il suo sistema finanziario, per quanto peculiare, rispettoso delle normative.
Rimanevano, però, delle riserve sul lavoro del Tribunale Vaticano, tanto che l’ultimo rapporto sui progressi metteva in luce come alle segnalazioni di transazioni sospette non facesse seguito una grande attività giudiziaria. Proprio l’attività dei pubblici ministeri sarà vagliata da Moneyval, perché il giudizio stavolta sarà principalmente sull’efficacia del sistema legale.
Ma quanto si può dire efficace un sistema che ancora non ha concluso delle indagini avviate un anno fa? E, soprattutto, quanto è efficace un sistema che, nello sviluppare le indagini, crea anche un problema istituzionale, andando non solo nel governo centrale, ma anche acquisendo i dati dell’unità di intelligence finanziaria, inclusi quelli di scambio riservato con Paesi esteri?
Sono tutte domande che si fanno anche gli ispettori di Moneyval.
Se non altro perché si era diffusa la notizia di un allargamento delle indagini sull’immobile di Sloane Avenue. E anche perché tutti hanno la loro verità da raccontare, e una reputazione da difendere.
Lo scorso giugno, il broker Gianluigi Torzi, uno degli intermediari dell’affare di Sloane Avenue, è arrivato da Londra per farsi interrogare dai magistrati vaticani, è stato trattenuto per una settimana nel carcere della Gendarmeria con l’accusa di estorsione, fino poi ad essere rilasciato in libertà provvisoria con la promessa di un memoriale sulle sue indagini. E sono stati interrogati anche Enrico Crasso, che consigliava la Segreteria di Stato, e Fabrizio Tirabassi, parte dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato. Nel frattempo, Fabrizio Mincione, il proprietario del fondo immobiliare in questione, ha reso noto che avrebbe fatto causa alla Santa Sede per diffamazione. Nell’ambito delle indagini, poi, i conti in Svizzera della Segreteria di Stato vaticana erano stati sequestrati lo scorso giugno.
Se queste situazioni avevano fatto alzare la pressione, la notizia recente di altri quattro investimenti immobiliari, sempre a Londra, finiti sotto la lente degli investigatori vaticani, in cui sarebbero coinvolti Crasso e Tirabassi. Investimenti che finiscono in una serie di scatole cinesi di operazioni finanziarie, bloccate anche dell’antiriciclaggio di una banca della società intermediaria. Saputo del congelamento, l’Autorità di Informazione Finanziaria aveva reso noto la situazione all’allora arcivescovo Becciu.
Non solo: una inchiesta giornalistica in uscita oggi attacca il cardinale, che sarebbe reo di aver destinato fondi CEI e dell'Obolo ai familiari: la Spes di Ozieri, presieduta dal fratello Tonino, ma anche i lavori di falegnameria nelle nunziature in Angola e a Cuba, appaltati ad una ditta di cui è titolare un altro fratello del cardinale, fino ad una società che produce birra, di un altro fratello.
C'è da dire che non ci sono accuse formalizzate, e che, se pure questi fondi siano destinati come si accusa, il Cardinale Becciu dovrà avere la possibilità di spiegare il perché. Così come sarà chiamato a spiegare il perché delle modalità dell'investimento di Londra.
Becciu lo ha sempre difeso, spendendosi anche in prima persona per reagire quando il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, aveva definito “opaca” la situazione. Allo stesso tempo, Becciu era ovviamente coinvolto in un investimento che il suo successore, l’arcivescovo Edgar Pena Parra, aveva dovuto “risistemare” per limitare i danni vaticani.
Resta da capire se queste nuove inchieste abbiano portato delle evidenze che non potevano più essere sottostimate. Formalmente, il Cardinale Becciu ha volontariamente rinunciato. Alcuni racconti dicono che è stato piuttosto il Papa a chiedergli di fare un passo indietro, e un passo indietro drastico.
Resta che il processo per l’immobile è ancora alla fase investigativa, che gli ispettori di Moneyval arriveranno la prossima settimana trovando una cornice legale ben oliata negli anni in una situazione generale confusa, e che il problema istituzionale che si è creato con le perquisizioni di ottobre è un qualcosa che va al di là delle singole personalità. Non c’è niente, insomma, di definito.
In attesa di un processo, la caduta del Cardinale Becciu lascia pensare che, comunque, il Vaticano sia intenzionato a difendere l’investimento di Londra, considerato nonostante tutto fruttuoso. Tanto da dirsi disposta a rinegoziare il mutuo chiesto per l’acquisto dell’immobile a Sloane Avenue, subito dopo che il municipio di Kensington aveva concesso una nuova licenza edilizia. Di altri investimenti e situazioni connesse, si vedrà.
Tutto verrà chiarito in sede giudiziaria. Di certo, l’irrituale uscita di scena del Cardinale Becciu, senza che ci siano motivazioni ufficiali, lascia aperte molte questioni. Più che uno scandalo finanziario, siamo di fronte ad una crisi istituzionale.
Alla chilometrica pochade papalvaticana si aggiunge un altro atto...
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