ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 28 ottobre 2020

La pandemia di errori che infettano il mondo

Appello alle vere élites contro la mediocrità

(Roberto de Mattei) C’è una relazione tra il virus che ha aggredito due miliardi di uomini negli ultimi dieci mesi e la pandemia di errori che da molti decenni infettano il mondo? In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad agenti patogeni che aggrediscono l’organismo sociale. Nel primo caso l’aggressore è un virus che attacca i corpi e che solo il microscopio può individuare; nel secondo caso è un germe che infetta e corrompe le anime, ma di cui il Cielo ci ha rivelato l’identità, quando, nel 1917, la Madonna a Fatima ha annunziato che se l’umanità non si fosse emendata, la Russia avrebbe diffuso i suoi errori e ne sarebbero seguite guerre, rivoluzioni e l’annientamento di intere nazioni.

La Beatissima Vergine Maria aveva davanti ai propri occhi non solo due spaventose guerre mondiali e le centinaia di milioni di morti vittime del totalitarismo comunista e di quello nazionalsocialista, ma anche la crisi sanitaria che il mondo oggi attraversa, con tutte le conseguenze politiche e sociali che già si delineano con chiarezza. Un orizzonte non di controllo sociale, attraverso la dittatura sanitaria, come pensano molti, ma, al contrario, di collasso sociale e prima ancora psicologico della società moderna che, allontanandosi da Dio, ha scelto la strada della propria auto-dissoluzione.

Questo tragico scenario sembra irreversibile, perché all’impenitenza dell’umanità si è aggiunta la apostasia dei vertici della Chiesa, che non predicano la necessità della preghiera, della penitenza e della conversione all’unica Chiesa di Cristo, ma annunciano un nuovo Vangelo, ecologico, ecumenico e globalista. Come evitare il castigo previsto dalla Madonna a Fatima, quando ci troviamo di fronte a uomini di Chiesa, come il nuovo cardinale Raniero Cantalamessa che, da anni, si ostinano a ripetere che le sciagure non sono mai un castigo divino (cfr. Avvenire, 23 aprile 2011 e, recentemente, Corriere della Sera, 10 aprile 2020)? Deus non irridetur! Dio non si prende in giro, ammonisce san Paolo nella Lettera ai Galati (6,7).

Cantalamessa, come tanti altri prelati, è un degno figlio del Concilio Vaticano II. Ma anche chi nega le responsabilità del Vaticano II, non può negare l’esistenza di una crisi di valori senza precedenti, che si esprime nella perdita della nozione di bene e di male, nel relativismo, nell’ateismo pratico in cui vive l’umanità, che dopo aver smesso di credere in Dio professa la fede in idoli come la Madre Terra.

Il capovolgimento di princìpi espresso dalla protezione giuridica e sociale conferita all’omosessualità è un’espressione eloquente e drammatica del processo di degradazione morale in corso. Ma ancora più grave è l’approvazione, o la condiscendenza, che le supreme autorità della Chiesa sembrano manifestare per questa degenerazione della società.

Il gregge è senza guide religiose e politiche, ma ha, in fondo, i pastori che merita. Non è sufficiente infatti la protesta contro le pubbliche autorità, religiose o politiche, se non si comincia innanzitutto a riformare sé stessi, le proprie abitudini di vita, il proprio modo di pensare, rompendo ogni compromesso con quel mondo moderno in cui risiede la causa profonda della crisi.

La nota oggi dominante sembra essere la mediocrità, che è il rifiuto della grandezza e della superiorità d’animo, a cui si sostituisce la ricerca del successo e del proprio interesse. Lo scandalo che sta travolgendo la segreteria di Stato vaticana in questi giorni, porta alla luce un modo volgare e interessato di servire la Chiesa in cui gli errori teologici e morali trovano il loro naturale brodo di coltura.

Non a torto, Ernesto Galli della Loggia, in un articolo dal titolo La Chiesa cattolica e l’Italia svanita, sul Corriere della Sera del 17 ottobre 2020, prendendo spunto dalla disastrosa gestione delle finanze vaticane, rileva «la scomparsa di una certa Italia cattolica di stampo aristocratico e borghese delle cui competenze fino a tempi non troppo lontani la Chiesa in vari modi si è servita, e che ha servito la Chiesa e le sorti del cattolicesimo all’insegna di un forte impegno etico e di un sostanziale disinteresse personale». «La mancanza di vere competenze proprie di carattere extrareligioso, e al tempo stesso l’impossibilità di contare sulle competenze di una società civile cattolica ormai inesistente o lontana, condannano non solo la gestione finanziaria della Santa Sede ma più in generale tutti i suoi rapporti con il ‘secolo’ a vivere pericolosamente, sempre sull’orlo della truffa o dell’illegalità o, quando va bene, della più sconfortante goffaggine».

Il 30 ottobre 1993 si svolse a Roma, a palazzo Pallavicini, un convegno internazionale, in occasione della pubblicazione del libro del prof. Plinio Corrêa de Oliveira, Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al patriziato e alla nobiltà romana (Marzorati, Milano 1993). Il cardinale Alfonso Maria Stickler lanciò un appello alle élites tradizionali, per una coraggiosa battaglia in difesa dei valori umani e cristiani (cfr. Tommaso Monfeli, Cattolici senza compromessi, Fiducia 2019, pp. 137-138). Pochi raccolsero l’appello, ma la resistenza di questi pochi, che continuano a combattere, indica una strada per la rinascita morale dell’Italia e dell’Europa; formare oggi le élites di domani. Vere élites, innanzitutto spirituali, ma anche politiche e sociali, un’aristocrazia dell’anima, del pensiero, dell’educazione, che tenga alta la bandiera della Contro-Rivoluzione cattolica, mentre sono sconvolte dal basso le fondamenta della società. Questa è la strada che seguiamo, e che indichiamo a chi non voglia essere risucchiato nei gorghi della palude che abbiamo di fronte.

https://www.corrispondenzaromana.it/appello-alle-vere-elites-contro-la-mediocrita/ 

RIUNIONE TECNICA

Segnalo resoconto segreto di una riunione tecnica e del suo seguito, gentilmente fornita da Cadimpiedi.  Truman

RIUNIONE TECNICA

Di Ivo Cadinpiedi

Comedonchisciotte

MISTER X – Dobbiamo convincere gli italiani che due più due fa cinque.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Per il bene del paese.
MINISTRO ISTRUZIONE – Ma dai! Io l’ho sempre pensato.
PRESIDENTE CONSIGLIO – Per questo ti abbiamo fatta ministra.
MINISTRO ECONOMIA – Due più due fa cinque. Ce lo chiedono i Mercati.
MINISTRO SALUTE – Due più due fa cinque. Oggi fatti centomila tamponi. Centoventimila i positivi.
VIROLOGO – Due più due fa cinque. Lo dice la scienza.
BOLDRINI – Due più due fa cinque. Presto questa sarà la matematica di tutt* noi.
PAPA – Non date troppa importanza ai numeri. Le vie di Allah sono infinite.
MONTI – Due più due fa cinque. Visto che non faccio solo tagli?
INPS – Due più due fa cinque. Aumentare l’età pensionabile.
COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO – Abbiamo la soluzione. Dobbiamo far dire a Salvini che due più due fa quattro.
ANDREA SCANZI: Perfetto! Io poi scriverò un post, io. Meglio due. Poi un libro.
STAMPA E TV: Abbiamo già i titoli pronti.
ANSA – Salvini: “Due più due fa quattro”. Governo: “Con questi numeri impossibile votare e riaprire scuole”.
CORRIERE – Salvini: “due più due fa quattro”. Crolla il PIL. Spread in rialzo. Lockdown subito.
REPUBBLICA – Salvini dà i numeri. Ora subito MES, obbligo vaccinale e Ius Soli.
FATTO QUOTIDIANO – “Due più due fa quattro”: lo ha detto veramente! Aumento dei contagi. Servono più migranti”.
TELEGIORNALI – Due più due fa cinque. Ma solo quando lo diciamo noi.
DEBUNKER – Notizia vera: due più due fa cinque. Precisazione: dipende chi lo dice.
INTELLETTUALE DI SINISTRA – Il popolo è rozzo e ignorante. Champagnino?
OPPOSIZIONE – Due più due fa cinque? Gli italiani lo sanno già. Basta trattarli come cretini!
SALVINI – Due più due fa quattro? Non lo dirò mai. Non voglio mentire agli italiani.
CORO – Ce lo chiede l’Europa!
 

Fonte: facebook.com

Ottobre 2020

https://comedonchisciotte.org/riunione-tecnica/

La ciliegina truffaldina sulla torta avvelenata dei tamponi


Cari amici di Duc in altum, credo valga la pena di leggere con attenzione quanto spiega il dottor Stefano Scoglio a proposito dei tamponi.

***

Credo di aver abbondantemente dimostrato che i tamponi Covid sono del tutto inaffidabili, e servono solo per mantenere in piedi la tragica farsa degli asintomatici positivi che proroga all’infinito questa devastante falsa pandemia. Ma oggi ho scoperto un nuovo elemento di questa vera e propria truffa, la scelta di ridurre la positività al tampone al rilevamento di uno solo dei 3 geni che definirebbero il SARS-Cov 2.

Sapete anche che, pur sostenendo che il virus non è mai stato isolato e non esiste prova della sua patogenicità, cerco sempre di trovare le contraddizioni all’interno dell’impianto ufficiale che sostiene la narrativa pandemica. Ed è facendo questo che ho scoperto quest’ulteriore tassello della truffa. Altri magari l’avevano già scoperto. In effetti, sono stati allertato inizialmente da una dichiarazione del prof. Palù, riportata proprio nell’articolo de La Verità che ha parlato anche di me e della nostra denuncia contro i tamponi:

“Se si usa un kit di tamponi che amplifica un solo gene, come si fa oggi per velocizzare, si amplifica la sensibilità con il rischio di falsi positivi.”

Quando ho letto questa frase mi si è acceso un campanello di allarme. Ma è solo quando mi è capitato per mano un certificato di un tampone Covid, che ho capito. Questo è il certificato:

Come vedete, il test ha cercato 3 geni, il gene E, il gene RdRp e il gene N. Si tratta di 3 geni che sarebbero tutti e 3 caratterizzanti il SARS-Cov 2. Dunque, se il virus fosse presente, dovrebbero essere trovati tutti e 3, perché se il virus è integro, l’unico caso in cui può avere un ruolo patogeno e infettare, è chiaro che il test deve trovare tutti e 3 i geni che lo compongono. Se ne trova solo uno, o è un test negativo, oppure deve ammettere che del virus ce n’è solo un pezzo.

E in effetti, all’inizio era così: eri positivo solo se il test rilevava tiutti e tre i geni. Ma, come spiega lo stesso certificato, tutto è cambiato nell’Aprile scorso:

”dal 02/04/2020, in accordo con il centro coordinatire regionale, la rilevazione anche di un singolo gene target di SARS-Cov2 viene interpretata come esame POSITIVO”.

Quindi, se si fosse mantenuto l’approccio originario, quasi sicuramente la massa di positivi asintomatici che abbiamo oggi non ci sarebbe stata. Invece, con questo cambio in corso d’opera, improvvisamente basta rilevare un solo gene dei 3, per essere dichiarati positivi!

E come ho spiegato nel mio documento sui tamponi, la necessità di rilevare tuti e tre i geni diventa evidente quando si guarda alla scarsa specificità di ciascun gene. Sotto vediamo le sequenze geniche della equipe tedesca di Drosten, colui che ha fatto il test-tampone dichiaratamente solo al computer, senza avere nessun virus fisico a disposizione. Si tratta comunque di un test-tampone tra i più diffusi in Europa:

Come si vede, il tampone di Drosten utilizza tutti e 3 i geni: E, N e RdRP. Ma se confrontiamo la sequenza genica del SARS-Cov 2 con quella del SARS-Cov originario (al penultimo posto nella lista), vediamo che:

– il gene E del SARS-Cov 2 è identico al 100% a quello del SARS-Cov1, e probabilmente a quello di tutti i SARS coronavirus (nella penultima riga non ci sono variazioni di lettere);

– Il gene N ha una sola variazione, una C invece di una T, al 15° posto della sequenza del Reverse primer. Questa è una variazione di appena 1/64esimo, ovvero di appena l’1.5%. Le possibilità di confusione e cross-reattività (rilevare un SARS virus diverso dal SARS-Cov2) è molto elevata.

– Il gene RdRP è l’unico che ha 5 variazioni su 64, di nuovo non una grande differenza, anche se meglio degli altri due.

Quindi, in base alla nuova diposizione secondo cui un solo gene è sufficiente, se il gene che si rileva è il gene E, il test non dovrebbe avere nessun valore, dato che si tatta di un gene aspecifico, ovvero proprio di tutti i coronavirus; e invece, oggi, se ti rilevano il gene E, sei positivo, con tutte le conseguenze del caso.

Se, come in questo caso, ti trovano solo il gene N, il rischio di cross-reattività, cioè che il test reagisca ad altri virus o particlle virali, è molto alto, dato che il gene N ha solo un nucleotide di differenza su 64, quindi basta un niente (specie se si considera che si insiste sempre sulla mutevolezza del virus), per “beccare” un virus diverso , magari del tutto innocuo (da cui l’asintomaticità). Quindi, anche qui, col solo gene N, si è quasi certi di risultare positivi a qualsiasi particella simil-virale, come spiegano alcuni ricercatori che hanno valutato la cross-reattività dei test tampone:

“…abbiamo trovato che solo uno di loro (il gene RdRP-SARSr-P2) è quasi specifico per il nuovo coronavirus, mentre le altre “sonde” (sequenze geniche) rilevano anche altri tipi di coronavirus. Sotto questo aspetto, i risultati con falsi positivi possono ampliarsi in rapporto al Covid-19”. (Kakhki RK et al, COVID-19 target: A specific target for novel coronavirus detection, Gene Reports 20 (2020) 100740).

Quindi, per concludere, anche se ritengo che non ci sia nessun virus patogeno, è chiaro che, ponendosi dal punto di vista di chi crede a questo super-patogeno SARS-Cov2, data la sua “forza” patogenica, non dovrebbe essere difficile trovare tutti e 3 i geni indicati come costitutivi del virus. E allora, perché si è deciso che per la positività è sufficiente trovarne uno solo? Palù, diplomatico, afferma che è stato per velocizzare le cose; io, che come Andreotti ritengo che a pensar male si può far peccato ma spesso ci si prende, penso che abbiano fatto questa decisiva modifica perché quando hanno visto che i morti causati dalle terapie sbagliate di marzo stavano iniziando a scemare, e c’era bisogno di tenere altro il livello di guardia coi positivi, per quanto asintomatici, hanno stabilito una procedura che garantisse di trovare quanti più positivi possibile, per quanto asintomatici, che è quello che è successo e sta continuando a succedere.

Ora, io faccio appello a tutti coloro che, in buona fede, credono al virus super-patogeno: ok, ma non si dovrebbe far sì che tale virus venga rilevato in modo corretto, e senza trucchi?

E a questo proposito, si guardi l’altra affermazione contenuta nel certificato Covid:

“Rilevata positività con valori di CT > 35. Si ricorda che tale condizione, in più del 95% dei casi, non è associata a presenza di infettività.”

Questo significa che l’unico gene rilevato, come se non bastasse la sua aspecificità e cross-reattività, è stati rilevato con un numero di cicli di PCR superiore a 35, il che, a detta di tutti gli esperti seri di PCR, genera risultati non affidabili, e generalmente “spazzatura”. Almeno, in questo laboratorio, hanno scritto che il positivo in questione non è infettivo; ma pensate che ciò venga riportate nelle terroristiche statistiche nazionali?

Stefano Scoglio

Fonte: https://m.facebook.com/notes/stefano-scoglio/la-ciliegina-truffaldina-sulla-torta-avvelenata-dei-tamponi/10219370348431620/?__tn__=HH-R

***

https://www.aldomariavalli.it/2020/10/28/la-ciliegina-truffaldina-sulla-torta-avvelenata-dei-tamponi/

Chi decide il nostro futuro e per quali fini? (di Marco Santero)

Il vero problema non è il progresso tecnologico, ma chi lo gestisce, lo controlla e quali sono gli obiettivi!

La pandemia mediatica (perché un virus che ha una mortalità sotto i 70 anni inferiore allo 0,05%, fonte OMS, non è una pandemia) che stiamo vivendo a chi giova? quali sono gli obiettivi veri che stanno dietro a questo incubo criminale che stiamo subendo?

La realtà è che stiamo entrando a forza in un nuovo modello di controllo e di gestione degli esseri umani da parte dei loro padroni e il vero obiettivo è:

DISTRUZIONE DEI GIOVANI – TRASFORMAZIONE ANTROPOLOGICA = CHI CONTROLLA BIG DATA?

Il prof. Becchi, come tanti altri liberi pensatori (me compreso) spiega da par suo come sia in corso una trasformazione antropologica che sta distruggendo le giovani generazioni le quali vengono trasformate in alienati e individualisti estremi che “non sanno cosa sia il contatto sociale”, tutto viene mediato dalla rete, con cui vengono “pescate” le menti dei giovani.

Tutto questo sfracello per difendere anziani e vecchi che ignorano completamente la vera prevenzione a causa dei protocolli terapeutici creati per RICAVARE IL MASSIMO PROFITTO per i potentati

OPS si scopre che con la nutrizione, integrazione adeguata e con un’adeguata meditazione si vive più a lungo e molto più sani e si arriva alla morte sereni e senza passare decenni di malattia cronica.

Non c’è il DIRITTO ALLA SALUTE, C’è IL DOVERE DI MANTENERSI IN SALUTE, con adeguata informazione e formazione dei cittadini.

Berrino spiega in modo eccellente come la salute nasca da un’adeguata informazione e non dalla “medicina per gli schiavi”:

Oltre 2300 anni fa Platone scriveva che ci sono due medicine:

  1. una per gli schiavi CHE DEVE TOGLIERE I SINTOMI per far tornare al lavoro lo schiavo, se poi muore poco importa, se ne prende un altro!
  2. una per le élites CHE CERCA LE CAUSE A MONTE per far tornare in piena salute la persona

Se non lo avete capito lo ribadisco: la medicina che Big Pharma ci propina da decenni è la medicina per gli schiavi del sistema Neoliberista che da decenni regna incontrastato, il quale oltre tutto ci rende estremamente utili come MALATI CRONICI = fonte di profitto per la stessa Big Pharma.

IL FUTURO A BREVE: INTERNET OF ROBOTS = ALIENI TRA DI NOI

Gianmarco Veruggio è un grandissimo esperto di robotica e spiega in modo splendido come il nostro futuro sia basato su un controllo totale in remoto, peccato che non si parli mai dei “lati oscuri” di questi sviluppi tecnologici, che vengono completamente sottovalutati nell’impatto sulle nostre vite (senza calcolare l’impatto sulla salute di questo bombardamento elettromagnetico continuo)

I nuovi robot (in primis i cellulari che abbiamo in tasca) ci stanno studiando e ci “studieranno” sempre di più e soprattutto si creeranno dipendenze emotive e ancor più problemi enormi di sicurezza informatica:

Se un “pirata informatico” prende il controllo di un robot può spiarti, controllarti, truffarti, ecc. e il robot di cui si parla può semplicemente essere il forno o il frigorifero di casa collegati alla rete, se il “pirata” prende il controllo della tua auto, ma anche della tua protesi elettronica per il cuore o per il diabete può ucciderti con un clic……… o prendere in controllo di interi ospedali bloccando tutto (e uccidendo chi dipende dalle macchine per la sua sopravvivenza) per avere un grosso riscatto in cambio dello sblocco del sistema…………NE VOGLIAMO ALMENO PARLARE DI QUESTO MERAVIGLIOSO FUTURO TECNOLOGICO CHE STIAMO GIA’ SUBENDO?

Ma la TECNOLOGIA ha assunto un valore assoluto e si sta autoalimentando sempre di più (un semplice cellulare ha 8 computer dentro che lavorano con un’intelligenza artificiale che ormai è globale E SOTTO STRETTO CONTROLLO PRIVATO)

Spettacolare il libro con cui finisce l’intervento: stiamo creando un Dio artificiale e completamente scollegato con le esigenze del benessere umano, anche perché in questa fase il Dio artificiale che è stato creato e che si sta alacremente implementando (grazie al 5 G) fa gli interessi dei TO.DE.POT. (TOssicodipendenti da DEnaro e POTere ) che ormai hanno il controllo economico, finanziario, mediatico e POLITICO di quasi tutto il pianeta e nel loro DELIRIO DI ONNIPOTENZA si stanno rendendo conto che ormai gli schiavi umani in grandi masse non servono più (con l’arrivo dei robots e degli androidi).

Quindi la questione è semplice: o si riesce a riprendere il controllo democratico sulle nostre vite e sul nostro futuro, che con l’esplosione tecnologica in corso potrebbe diventare un paradiso (con le adeguate verifiche sulle conseguenze sanitarie di queste tecnologie, oggi completamente ignorate) o la stessa esplosione tecnologica verrà usata per schiavizzarci ad un livello mai visto nella storia dell’uomo sino ad arrivare al controllo a distanza degli esseri umani come pupi siciliani agganciati ai fili di Big Data.

Il bivio cui l’umanità è arrivata è nettissimo e i potentati economico-finanziari-politici spingono a massima forza per far entrare il “gregge” sul lato che interessa a loro, quindi o ci sarà una reazione popolare o il destino è segnato.

Questa è una nuova resistenza a tutti gli effetti e ci possono essere di aiuto le parole del comandante “diavolo” (uno dei più famosi comandanti partigiani che per il suo buon senso venne rinnegato dai “ROSSI” e usato da capro espiatorio con ben 10 anni di carcere nel dopoguerra) morto a quasi 101 anni pochi giorni fa:

“L’importante – fu il suo messaggio – è che, anche da una tragica vicenda come questa, impariamo a migliorarci, come persone, come comunità e come nazioni. La democrazia non è una conquista certa per sempre, va coltivata e devono esserne sostenuti i principi, giorno dopo giorno, non solo negli enunciati ma anche e soprattutto nei comportamenti e nel rispetto di quei valori che ci hanno consentito di conquistarla 75 anni fa“.

E noi la DEMOCRAZIA ce la stiamo lasciando portare via pezzo per pezzo e non abbiamo la consapevolezza, l’intelligenza sociale collettiva e le palle di reagire!

L’INCIDENZA DI LETALITA’ DEL COVID-19. NUOVO IMPORTANTE STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI STANFORD.Linked

John P.A. Ioannidis (55 anni), Stanford University.

John P.A. Ioannidis, Professore di Medicina all’Università di Stanford e promotore di ricerche sulla medicina clinica e sull’epidemiologia, Direttore dello Stanford Prevention Research Center, ha pubblicato un nuovo studio, già peer-review ovvero dibattuto dalla comunità scientifica, sulla letalità del Covid-19 in 51 differenti luoghi del mondo al 2 Settembre 2020. La conclusione dello studio deduce che l’incidenza di letalità prodotta dal nuovo virus sia variabile a seconda dei luoghi non essendo una costante fissa, dipendente anche dalle differenti strutture sociali e abitudini di vita, ma che comunque in tutti i casi è molto minore di quanto precedentemente stimato all’inizio della pandemia. La media dell’incidenza di letalità considerando questi 51 luoghi – città o nazioni – è dello 0,23%. La patologia indotta dal Sars-CoV-2  sarebbe quindi mortale all’incirca per 2 persone su 1000 individui, presumendo per altro che i dati ufficiali siano corretti, ovvero che ogni decesso certificato sia stato causato principalmente dal Covid, e non che quest’ultimo non fosse che nuovo elemento agente nel complesso puzzle della sintomatologia del paziente con la presenza di gravi malattie pregresse. Inoltre lo studio ha dedotto sia l’incidenza di letalità da Covid complessiva per ciascun luogo, sia quella ottenuta considerando esclusivamente i numeri delle morti e del contagio sotto i 70 anni. Alcuni dei risultati qui di seguito:

 

COSA CAMBIA?

I dati parlerebbero da soli. Un negazionista è qualcuno che nega l’esistenza, in questo caso, del virus. Altra e differente questione è mettere in discussione, esercitando lo spirito critico, la narrazione propinata a getto continuo da molti dei principali media, e non solo italiani. Un’incidenza di letalità quella che emerge, seppur con differenze, dallo studio condotto dal Prof. Ioannidis, che non può che far dubitare delle contromisure prese, le restrizioni per limitare e non chiaramente per annullare il contagio. Per di più si tratta di un patogeno che si trasmette per via aerea, della famiglia dei coronavirus, e che ci si aspetta possa mutare nel tempo, garantendone la diffusione a più ondate, ma di entità via via meno severa.

Quel che si coglie chiaramente è come l’emergenza sia una questione organizzativa, di disponibilità di posti letto, in terapia intensiva e subintensiva. I Governi hanno avuto 9 mesi per preparasi a fronteggiare un virus che poteva significare la paralisi o quantomeno grandi difficoltà delle strutture sanitarie, visto che una percentuale dei contagiati, anche questa variabile, ma che in Italia si stima intorno al 5%, necessita di cure ospedaliere. L’emergenza è quindi determinata dal virus oppure da scelte politiche discutibili? A Marzo potevano perfino esserci parziali scusanti all’impreparazione e incapacità, ma oggi? È ragionevole pensare che il numero dei posti letto in terapia intensiva copra il fabbisogno nazionale?

In Islanda è stato condotto uno studio – anche questo con il timbro peer-review – in cui si evidenzia che lo 0,9% della popolazione ha contratto l’infezione da Sars-CoV-2, fatale nello 0,3% dei casi. Come si vede i risultati dello studio del Prof. Ioannidis non sono certamente gli unici che dichiarano a gran voce che non ci troviamo di fronte alla peste e che nuove strategie andrebbero ponderate dalle Istituzioni, prima di procurare irreparabili danni al tessuto socio-economico.

P.A.

http://www.domus-europa.eu/?p=8740#more-8740

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