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martedì 20 ottobre 2020

Una summa di impronta massonica.

L’ENCICLICA, CONTRIBUTO ALLA RELIGIONE DEI “FRATELLI” MURATORI.

 

Carissimi Stilumcuriali, Agostino Nobile ha voluto commentare per noi la recente enciclica di papa Bergoglio, Fratelli tutti. A latere vogliamo ricordare gli elogi che il documento ha avuto sia dal Grande Oriente d’Italia che dai Fratelli spagnoli. E ci sembra interessante ricordare anche quanto sia amato il Pontefice regnante dalla massoneria in generale, cosa mai accaduta con i papi che lo hanno preceduto. Buona lettura.

§§§

                           Fratelli tutti? Un contributo alla “religione” dei fratelli Muratori

 

Come previsto l’enciclica Fratelli tutti ha ricevuto elogi, critiche e, a qualcuno come a chi scrive, un certo imbarazzo. Rileggendola mi sono reso conto che per confutare molti passi sarebbe necessaria una contro-enciclica. Invito chi è più qualificato del sottoscritto a farci un pensierino.

Innanzitutto su quali basi dovremmo essere tutti Fratelli se non c’è un Padre comune? Tranne nel cristianesimo, nessuna religione crede in un creatore padre, ed è ovvio che mettendo Gesù Cristo sullo stesso piano dei fondatori delle altre religioni e, addirittura, a Pachamama, si rinuncia al Padre. L’enciclica, come vedremo, dovremmo leggerla come una summa di impronta massonica.

Prendendo qui e là, senza seguire la sequenza dell’enciclica, vediamo alcuni esempi. 

  1. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli! 

Dunque, non figli di Dio ma figli della stessa terra. Già basterebbe questo per lasciar perdere l’enciclica e andare a farsi una bella passeggiata. Ma andiamo avanti.

I massoni tra loro si definiscono fratelli. Il cardinale Ravasi nell’invito al dialogo lanciato il 14 febbraio 2016 sul quotidiano Il Sole 24Ore, intitola l’articolo “Cari fratelli massoni”. Abbiamo anche i Fratelli musulmani, quelli che mettendo in atto il Corano hanno massacrato e massacrano migliaia di cristiani. Ma anche i massoni non scherzano. Alla faccia della fratellanza e della libertà dalla Rivoluzione francese ad oggi, passando dalle due dittature del ‘900 figlie dei rivoluzionari, hanno fatto più morti ammazzati degli ultimi duemila anni.

Tutti dovrebbero sapere che nell’islam lo schiavismo fa parte della dottrina coranica e la donna non ha i diritti riservati all’uomo. Nell’induismo abbiamo le caste, dai bramini ai dalit. Quest’ultimi  fanno talmente ribrezzo che li definiscono intoccabili. Nel buddismo, come nell’induismo, si crede al ciclo delle reincarnazioni, dove i poveri, i dementi e gli sciancati sono tali perché nella vita precedente si sono comportati male. E dato che con la loro disgrazia stanno ripagando gli errori della vita precedente, è vivamente sconsigliato prendersi cura di loro. Gli induisti radicali periodicamente massacrano indù convertiti al cristianesimo, perché ogni dalit convertito a Cristo significa uno schiavo in meno. Ecco perché la frase di Bergoglio ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli! è un paradosso. 

La colonna portante dell’enciclica bergogliana la troviamo nelle “Costituzioni di Anderson” del 1723, redatte da James Anderson, ministro di culto della chiesa presbiteriana scozzese, considerato il padre della massoneria moderna. Nel paragrafo Concernente Dio e la religione, leggiamo:

«Un Massone è tenuto, per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se egli intende

rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese a essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi si reputa più conveniente obbligarli (obbligarli!) soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando a essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e leali e uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o confessioni che servono a distinguerli; per cui la Massoneria diviene il Centro di Unione e il mezzo per annodare una sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste in perpetuo estranee.» 

Bergoglio, dunque, non ha inventato nulla. Si, certo, Anderson afferma che per obbedire alla legge morale non si può essere ateo stupido. Ma dal settecento ad oggi la legge morale massonica si è persa per strada. Sono convinto che se i massoni del ‘700 vedessero cosa stanno facendo i loro nipotini del XX e XXI secolo, resterebbero come minimo basiti.

Non entriamo nel concetto di morale sennò facciamo notte, ma sintetizzando possiamo dire che è un complesso dei principi, dei precetti che regolano il comportamento personale e collettivo, in rapporto a un determinato pensiero religioso, filosofico, culturale, politico.

La storia insegna che la morale cristiana ha portato sviluppo in tutti i campi, mentre la morale codificata dall’uomo ha sempre portato sciagure. Basti ricordare le filosofie anticristiane e le maggiori religioni. 

Cosa sono il bene e il male, che i massoni considerano concetti assoluti? Perdonate una battutaccia. Per le pie musulmane è bene coprirsi dalla testa ai piedi, per le giovani occidentali è normale andare in giro con minigonne che fanno intravedere le natiche. Appartengono a due culture, la prima dettata da Allah, la seconda dalla stilista Mary Quant.

Dopo aver convinto milioni di donne occidentali a fare sesso a volontà e, nel caso capitasse un incidente di percorso, a uccidere i propri figli, i maestri di morale hanno deciso di legalizzare l’eutanasia, gli uteri in affitto e i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Cose impensabili in tutte le culture di sempre fino a pochi anni fa. Questa non è morale, si chiama corruzione delle coscienze. 

Di questo passo, quando un certo numero di giudici pedofili raggiungeranno gli alti scranni della giustizia e della politica, la pedofilia sarà legalizzata. Qualcuno penserà che stia esagerando. Ma sappiamo tutti che da decine di anni alcune creme di bellezza e vaccini vengono prodotti con feti umani abortiti. Cosa considerata moralmente lecita, tanto che non vediamo in giro lobbies, politici, religiosi o semplici cittadini che si oppongono a tale mostruosità.

Domani potranno legalizzare il cannibalismo, non per propiziarsi gli dei come facevano i fratelli Aztechi e sottoculture simili, ma perché il sangue umano, specialmente dei bambini, rigenera le cellule degli umani. E dato che l’aborto è pubblicizzato e sovvenzionato dai fondi statali (ovvero i nostri soldi) pubblicizzeranno anche il sangue umano in tv. Grottesco? Anche una madre che uccide la creatura che porta in grembo è grottesco. Ma gran parte delle persone per bene lo considerano cosa normale.

La morale, dunque, gira come girano le lobbies interessate, e chi ne paga le conseguenze, spesso atroci, sono sempre i deboli. 

Leggiamo altri passi dell’enciclica.

  1. “Aprirsi al mondo” è un’espressione che oggi è stata fatta propria dall’economia e dalla finanza. Si riferisce esclusivamente all’apertura agli interessi stranieri o alla libertà dei poteri economici di investire senza vincoli né complicazioni in tutti i Paesi. (…) Tale cultura unifica il mondo ma divide le persone e le nazioni, perché «la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. 

In realtà il Vaticano intrattiene rapporti privilegiati con i grandi nomi della finanza internazionale quali George Soros e figure di primo piano della JP Morgan e Goldman Sachs. Non solo per motivi economici, ma soprattutto per affinità liberal-massoniche. 

  1. A volte mi rattrista il fatto che, pur dotata di tali motivazioni, la Chiesa ha avuto bisogno di tanto tempo per condannare con forza la schiavitù e diverse forme di violenza. 

Se non è in malafede, Bergoglio dimostra per l’ennesima volta la sua crassa ignoranza e l’odio ormai connaturato che nutre per la Chiesa. In realtà nell’Europa cristiana i peggiori schiavisti erano massoni, mentre la Chiesa ha combattuto contro ogni forma di schiavismo. Ma poi. Perché, invece di puntare il dito contro la Chiesa, non dice chiaro e tondo che i musulmani, seguendo alla lettera il Corano, per quattordici secoli hanno fatto dello schiavismo la colonna portante della loro economia? Oltre cento milioni tra deportati e massacrati, africani, europei e asiatici. Invitiamo Bergoglio e accoliti a farsi un viaggetto sulle coste del sud Italia, dove troverà monumenti che ricordano le carneficine operate dai musulmani che nei secoli hanno schiavizzato e stuprato donne uomini e bambini. Gli assicuriamo altresì che non troverà nessun monumento analogo in terra musulmana che ricordi le violenze e lo schiavismo operato dai cristiani. Semplicemente perché i cristiani sono andati solo in Terra santa, per liberarla. Come ha cercato di liberarla quel san Francesco che, attraverso bufale colossali, Bergoglio rappresenta campione della fratellanza tra le religioni. Aggiungiamo che lo schiavismo non è stato abolito dai musulmani, dai cinesi o da altre culture, ma dai cristiani. Senza il Vangelo oggi avremmo ancora lo schiavismo legalizzato in tutto il mondo. E questo dovrebbe far capire che senza Gesù Cristo l’umanità intera perde il loro migliore alleato.

 

  1. Il problema è che, espressamente, Gesù mette in risalto che l’uomo ferito era un giudeo – abitante della Giudea – mentre colui che si fermò e lo aiutò era un samaritano – abitante della Samaria –. Questo particolare ha una grandissima importanza per riflettere su un amore che si apre a tutti. I samaritani abitavano una regione che era stata contaminata da riti pagani, e per i giudei ciò li rendeva impuri, detestabili, pericolosi. Difatti, un antico testo ebraico che menziona nazioni degne di disprezzo si riferisce a Samaria affermando per di più che «non è neppure un popolo» (Sir 50,25), e aggiunge che è «il popolo stolto che abita a Sichem.» 

Con la parabola del buon samaritano si cerca di dimostrare che non importa essere cristiani o ebrei per essere degni di Dio. Basta, come dice Anderson nella sua costituzione massonica, essere buoni.

Anche qui, dato che stiamo parlando di morale, la confusione impera. Cosa significa essere buoni?

Chiunque abbia vissuto nelle culture non cristiane e non occidentalizzate, può rendersi conto come il concetto del bene e del male, del bello e del brutto, sono codificati dalla religione o dalla credenza della comunità.  Il missionario padre Clemente Vismara racconta che, all’inizio del secolo scorso, arrivando in un villaggio della Birmania constatò che i mariti mangiavano da soli, mentre le mogli e i figli per nutrirsi dovevano sperare che l’uomo lasciasse qualche resto. Quando padre Vismara fece notare a una donna l’ingiustizia, lei ne fu sorpresa. Questo comportamento in tutto il villaggio era ritenuto naturale. 

Tornando alla parabola del buon samaritano, non trovo niente che possa far pensare i pagani come un popolo di buoni e gli ebrei tutti cattivi. Questo lo può pensare solo una persona incapace di leggere nell’animo umano. I buoni e i cattivi (secondo i nostri canoni) li troviamo in tutte le culture, società e famiglie. Anche tra i boia c’è quello che si preoccupa di far soffrire il meno possibile e quello che se ne frega se la lama della scure taglia in malo modo il collo del condannato. Dunque, pensare che tutti i credenti sono buoni e gli atei tutti cattivi, e viceversa, è pura idiozia. I buoni e i cattivi non hanno patria, colore di pelle, sesso e religione.

Per la società e per l’individuo la religione rappresenta il binario della vita, non le tendenze caratteriali dei singoli. Dato che le mele marce si trovano in ogni angolo della terra, attraverso la dottrina cristiana si indica la strada migliore per non deragliare. 

Per il vero cristiano una società che non rispetta i deboli non è degna di essere definita civile. Checché ne dicano i neo-comunisti e masso-laicisti bergogliani, con dati storici alla mano possiamo affermare che in duemila anni il cattolicesimo, a differenza delle altre dottrine e delle ideologie, ha prodotto molte più luci che ombre. I diritti umani emanati nel 1948 non esisterebbero senza la dottrina cristiana.

Bergoglio non parla di ateismo, ma mettere Gesù Cristo allo stesso livello di Pachamama e di altre religioni significa azzerare, oltre al messaggio più a misura d’uomo, l’aspetto salvifico del Figlio di Dio. Quindi, escludendo le poche verità, le mezze verità, le menzogne, le inconsistenze e tutti i girigogoli che escono dalla penna e dalla bocca del vescovo di Roma, dobbiamo dedurre che in Vaticano comanda un ateo. Se così non fosse, chiediamo venia. Ma umilmente da Bergoglio  vorremmo che commentasse urbi et orbi almeno i seguenti passi evangelici: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” – “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.” 

  1. Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi un’idea dell’unità del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali.

Gli italiani e gli europei sono esasperati non perché nazionalisti e razzisti, ma perché sono sempre più poveri e i propri governi privilegiano gli immigrati irregolari, sostenendoli economicamente con i soldi dei cittadini autoctoni. Chiediamo a Bergoglio coerenza: butti giù le Mura leonine e accolga in Vaticano tanti immigrati irregolari da gettare nella disperazione i religiosi e i laici che vi lavorano.

In questo periodo storico di immensi sconvolgimenti sociali, morali e economici abbiamo bisogno di una papa illuminato da Dio. Bergoglio non parla mai di salvezza dell’anima, e non ha mai (per quanto mi risulta) ricordato la prima lettera ai Corinzi: “Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”. Negare la divinità di Cristo non tradisce solo i cristiani, ma tutti i popoli del mondo. Senza il messaggio evangelico miliardi di persone di tutte le culture e classi sociali sono condannati alla barbarie.

I non cristiani non conoscono il vero messaggio di Cristo, perché vengono ingannati dai propri religiosi e governi. Chiunque lo abbia conosciuto e meditato si è convertito a Cristo, musulmani, indù, confuciani, ecc. Il mondo ha fame di Vangelo, e se Bergoglio rifiuta di annunciarlo significa che lo considera dannoso. Una bestemmia imperdonabile che dovrebbe spingere alla ribellione i fedeli cristiani di tutte le chiese.

Agostino Nobile

Marco Tosatti

20 Ottobre 2020 Pubblicato da  5 Commenti

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