SOLACIUM MIGRANTIUM
Il 20 giugno 2020 le Litania Lauretane sono state modificate: sono quella sequenza di invocazioni alla Madonna che si recitano alla fine del Rosario e a cui occorre rispondere ora pro nobis, prega per noi, costituiscono una parte importantissima dell’importantissima preghiera che è il Rosario. Modificare le Liturgie Lauretane significa modificare il modo in cui i credenti predicano, significa entrare nel loro dialogo, spesso quotidiano, con l’infinito, con parole a volte imparate dai genitori e dai nonni, modificare una Preghiera è un gesto che può essere fatto solo per ragioni serie e gravi, e deve essere fatto con grazia, con la Grazia, con la voce del Papa che spiega perché le nuove parole debbano essere accolte, non con la malagrazia di un comunicato che contiene una menzogna, una contraddizione e un’assurdità liturgica.
La mancanza di rispetto a come i fedeli sono abituati a pregare è un segnale tragico, un’aggressione alla fede già avvenute con il Pater, la preghiera cardine del cristianesimo, che deve contenere le parola Non ci indurre in tentazione. Dio induce in tentazione, Abramo è stato indotto in tentazione, Giobbe è stato indotto in tentazione, perché è dalla battaglia che passa la nostra forza, ma a noi è lecito chiedere di essere risparmiati. Papa San Pio V, il Papa che attua il Concilio di Trento, è il primo che lega formalmente le Litanie alla recita del Santo Rosario dopo la Battaglia di Lepanto, il 7 ottobre 1571. La vittoria straordinaria della Lega Santa Cattolica contro le preponderanti forze navali turche, avvenuta anche grazie alla grande campagna di preghiera del Rosario lanciata proprio da Papa Pio V. Dopo la vittoria di Lepanto, San Pio V aggiunse alle litanie l’invocazione Auxilium Christianorum perché evidente fu l’aiuto del Cielo alla vittoria nella battaglia di Lepanto. Le innovazioni proposte da Bergoglio sono tre in una volta, con una mancanza di solennità, visto che l Papa non si prende nemmeno il disturbo di comunicarlo personalmente, ma lo fa fare al Cardinal Sarah Prefetto per il culto divino, una sciatteria che diminuisce e deride l’importanza meravigliosa delle Litanie Lauretane, per Colei cui sono dirette e per i milioni di fedeli, sono tra questi, che le recitano ogni giorno, col cuore pieno di gioia. Nel testo si coglie una strana incoerenza nel passaggio della lettera ufficiale spedita dal cardinale Sarah che dice accogliendo i desideri espressi dal Pontefice ha deciso. I desideri di chi? Chi è il soggetto e chi ha espresso un qualche desiderio? La prima invocazione, Mater Misericordiae, me la ricordo quando recitavo il Rosario con mia madre, quindi è deliziosamente falso che sia nuova. La seconda invocazione Mater Spei potrebbe avere una sua grazia, ma dovrebbe esserci un motivo storico preciso e spiegato con precisione. La terza è la più critica Solacium migrantium “conforto dei migranti”: questa invocazione è un chiaro riflesso dell’ideologia immigrazionista di Bergoglio, molto allineato alla strategia dei poteri forti mondialisti, a favore del processo d’immigrazione forzata a cui stiamo assistendo, piega al suo personale orientamento addirittura il Santo Rosario. La figura del migrante è elevata a figura di universalità e perennità. L’invocazione Rifugium Peccatorum, è universale, tutti siamo peccatori, l’invocazione Solacium migrantium è teneramente ridicola. La Madonna china il suo sguardo pietoso su chi si sposta. Tutti coloro che restano sulla loro terra perché la amano, perché vogliono combattere per lei o più drammaticamente perché sono troppo poveri per spostarsi, lasciano la Madonna indifferente. Chiunque si sposti per motivi economici, per motivi di business di spaccio e/o mendicità, per mettere sulle strade prostitute ragazzine a subire di tutto, per fare a pezzi Pamela e metterla in due trolley, per il solo fatto di essersi spostato da casa sua è sotto lo sguardo benevolo di Maria: la beatificazione del migrante. Sia il santo Rosario che le Litanie sono specificatamente proprie della Chiesa cattolica. Sono invocazioni che i Cristiani rivolgono per sé o per i fratelli cristiani perseguitati o sofferenti. Leggendo i Vangeli si scopre che solo dal Figlio si arriva al Padre, solo chi crede in Cristo diventa figlio di Dio e fratello degli altri cristiani. Con Concilio Vaticano II questo concetto di stempera e qui si arriva alla cristianità annientata, la fede in Cristo è irrilevante, quello che conta è lo status di migrante, la Chiesa diventa la parodia di un’agenzia ONU e questo è drammatico perché già l’ ONU, in realtà, è una parodia. I migranti, che per la nuova chiesa 3.0 sembrano essere una nuova categoria antropologica, dotata di caratteri permanenti e specifici, sono per lo più islamici. L’ideologia sta contaminando la Fede cattolica spingendo sempre più i vertici della Chiesa verso strategie mondialiste, in un preludio del regno dell’Anticristo. Siamo di fronte al tentativo d’imporre, con la preghiera del Santo Rosario e delle Litanie, valori che con la Fede cattolica hanno nulla a che fare: le periferie in fiamme, la gente assassinata sul lungomare di Nizza, i ragazzi bianche bastonati nelle periferie, un sacerdote sgozzato sul suo altare, un nuovo tipo di mafia, un nuovo tipo di violento antisemitismo, la conquista demografia dell’Europa da parte dell’islam.
In attesa fiduciosa di un luminoso futuro in cui milioni di disoccupati avranno gratis l’obbligo di un vaccino carissimo e molto dubbio per curare una malattia a letalità bassissima curabile con farmaci a bassissimo costo, contempliamo il fatto che durante una supposta pandemia il tessuto sociale economico e religioso del popolo italiano è stato distrutto, la gente è stata ridotta alla follia per assurdi arresti domiciliari che permettevano di portare fuori i cani ma non i bambini. Eppure le frontiere sono sempre restate spalancate, per ricevere i migranti. O l’epidemia è già superata, e allora perché uccidere l’Italia, oppure c’è e allora perché far arrivare persone e buttarle in una nazione infetta? La soluzione è che l’epidemia è superata, i migranti non corrono alcun rischio e la distruzione dell’Italia è funzionale allo spostamento qui di grosse masse islamiche, costituite in maggioranza da maschi islamici in età militare. Quello che mancava a queste persone lo ha fornito la nuova e sempre più incredibile Chiesa 3.0: era lo status di Figli prediletti della Madonna.
Quindi chiunque di noi osi esprimere qualche perplessità sui simpatici nigeriani che ai giardinetti vendono eroina tagliata col fentanyl sarà linciato sugli altari, quegli stessi altari su cui preti indegni agli ordini di vescovi indegni hanno profanato il Corpo di Cristo Eucarestia toccandolo con i guanti monouso. Quelli che poi finiscono nella spazzatura. Simpatici vescovi terrorizzati anche dalla propria ombra si precipitano a chiudere le chiese nel terrore dell’epidemia. Eppure il cristianesimo era una religione di gente che non aveva paura di niente e che andava a farsi sbranare dai leoni pur di non tradire Cristo. I vescovi tradiscono Cristo impedendo le Messe. Una suora salesiana cinguetta che del Natale si può fare a meno, il che vuol dire che anche San Giovanni Bosco, insieme a San Francesco e a Sant’ Ignazio da Lojola si sta rivoltando nella tomba. Nell’apocalisse è scritto Quelli tiepidi li vomiterò dalla mia bocca. Quelli tiepidi per l’amore per Cristo.
Modificare le parole delle preghiere con cui o fedeli hanno pregato per secoli è un gesto grave, ancora più grave è modificare la Messa. Da ieri, prima domenica dell’avvento la modificazione del Gloria che dirà: “Pace in terra agli uomini, amati dal Signore” e non più “agli uomini di buona volontà”. Dio ama tutti gli uomini, anche chi tortura bambini e commette atti di terrorismo e genocidi, sperando fino all’ultimo istante delle loro vite nel pentimento per poterli accogliere. Ma la pace di Dio è solo agli uomini di buona volontà, a coloro che cercano di fare la Sua volontà: qui ci siamo di nuovo con le palate di appiccicosa misericordia del tana libera tutti, l’inferno non c’è, la pace di Dio a tutti. Qualcuno si ricordi che negare l’esistenza dell’inferno, garantire la salvezza a tutti senza loro merito è un peccato della spirito, un peccato per cui non c’è salvezza, perché è un peccato che fa perdere anime. La frase Beati gli invitati alla cena dell’agnello, con la parola agnello e cena nella stessa frase, spingerà tutti a pensare all’abbacchio. Ma il pezzo migliore è la rugiada. Nella Consacrazione lo Spirito Santo agisce attraverso il sacerdote: la sua azione è espressa dalla chiara e perfetta dizione “l’effusione del Tuo Spirito”. Da ieri, “Santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito” diventa: “Santifica questi doni con la RUGIADA del tuo Spirito”. Già Paolo VI aveva cercato di introdurre l’incomprensibile rugiada, “Haec ergo dona quaesumus, Spiritus tui rore sanctifica”, ma non se ne fece niente. Evidentemente tutta la Chiesa post conciliare ha una passione per contraddire e modificare e per rendere il Cristianesimo etereo, rugiadoso, petaloso e tanto carino, anche a costo di scardinarlo dalle fondamenta. La rugiada non è solo buffa, ha un potente significato alchemico massonico. Addirittura alcuni commentatori ritengono che , modificando le parole in maniera così totale e assurda, l’eterea rugiada che sostituisce l’azione diretta dello Spirito Santo, la consacrazione non sarebbe valida. Secondo questa corrente di cattolici, la Messa diventa senza sacrificio e si entrerebbe quindi in quello che Daniele chiama l’abominio della desolazione, e resterebbero valide solo le Messe recitate in latino coi messali tradizionali. Santa Dei Genetrix auxilium cristianorum, ora pro nobis
https://www.silvanademaricommunity.it/2020/12/03/solacium-migrantium/
Toni Capuozzo per i cristiani che soffrono
Si avvicina il Natale sono i giorni in cui tutti ci invitano a essere più buoni, a sostenere qualunque buona causa al mondo. Ma io dico che non dovremmo vergognarci di aiutare la causa di alcune comunità che ci assomigliano.
Conosco, per esserci stato, i cristiani di Siria, a Maalula, a Damasco… Conosco la situazione in Pakistan. È tragica quella in Siria e drammatica quella in Pakistan. Non conosco da vicino quella della Nigeria, ma tutti ne sappiamo abbastanza delle stragi di Boko Haram per considerarla sicuramente tragica.
Io dico, in questo profluvio di bontà istituzionale imposta nel calendario, non dovremmo vergognarci di fare qualcosa per quelli che ci assomigliano, quelli per cui il Natale non è solo auguri, non è solo un uomo con la barba bianca e la slitta, non è solo una tavola imbandita, non è solo un giorno in cui dare e ricevere regali.
Aiutare i Cristiani di Siria, Pakistan e Nigeria forse è qualcosa di più.
Beneficiario: Aiuto alla Chiesa che Soffre ONLUS
Causale: ILGIORNALE PER I CRISTIANI DI NIGERIA
IBAN: IT23H0306909606100000077352
BIC/SWIFT: BCITITMM
"Ho fatto sesso con quel politico gay...". Asilo al migrante dello scandalo
La curiosa vicenda di un richiedente asilo in fuga dalla Nigeria perché pizzicato in relazione omosessuale con due politici locali
La curiosa vicenda di un richiedente asilo in fuga dalla Nigeria perché pizzicato in relazione omosessuale con due politici locali
Fino ad oggi non lo sapeva nessuno. O solo in pochi. Ma l'Italia vanta tra i migranti accolti negli ultimi anni anche il protagonista di una storia di sesso, scandali hard e peccati politici che meriterebbe le pagine dei rotocalchi rosa.
Invece è stata messa nero su bianco in una sentenza del Tribunale di Bologna nel febbraio del 2018. Una vicenda curiosa, che fa impallidire - forse - anche la più recente orgia tra maschietti in cui è stato invischiato un europarlamentare del partito ungherese di Viktor Orban.
Daremo un nome di fantasia - Malik - al nostro impavido protagonista, nigeriano di origine, cristiano, nato a Owa-Ekei e vissuto ad Agbor. Il suo arrivo in Italia risale al giugno del 2016 dopo una rocambolesca fuga da potenti amori omosessuali. Di fronte alla Commissione territoriale che valuta la sua domanda di asilo a ottobre del 2016, Malik sostiene di non voler essere rimpatriato perché teme "di essere ucciso dai ragazzi del quartiere o di venire arrestato". Paura leggittima. Ma provocata da cosa? Tutto inizia nel 2004, quando Malik inizia una relazione omosessuale con un compagno. Nessuno lo sa, ovviamente, visto che in Nigeria quelle gay non sono unioni considerate propriamente "civili". La passione procede finché alcuni vicini non fanno irruzione in casa, li scoprono in amorosi accoppiamenti e li picchiano a sangue. Malik riesce a fuggire miracolosamente, si nasconde per tutta la notte dietro un cespuglio, mentre il compagno pare venga ammazzato di botte.
Malik scappa allora a Onisha. Qui inizia a lavorare in un mercato e il tempo scorre quasi normalmente. Poi un incontro gli cambia la vita. Tra le bancarelle conosce un uomo, pure lui omosessuale, che lo porta a casa sua e fanno quel che devono fare. Velo di censura. Si dà il caso, però, che il misterioso amante sia un politico del posto, "presidente del quartiere di Awka del PdP", cioè del People's Democratic Party, uno tra i due partiti più importanti della Nigeria e solitamente conservativo nei costumi. Tra una relazione sessuale e l'altra, Malik conosce anche un altro politico, amico del primo e "presidente del partito Pdp di Alika South in Anambra State". "Un giorno - si legge nella sentenza - mentre si trovava in camera d'albergo" con uno dei due "facevano irruzione poliziotti e giornalisti che scattavano foto". Esplode lo scandalo. Malik fugge dalla finestra, arriva a Kano in qualche modo e da lì prende la via prima della Libia e poi dell'Italia.
La Commissione territoriale ha ritenuto "non coerenti e non plausibili" le dichiarazioni del migrante. In particolare, si legge, "non risultava credibile l'episodio dell'irruzione nella casa del compagno, dove riusciva a fuggire dalla folla di persone e, insanguinato, si trasferiva subito in un'altra città". Poco plausibile "veniva considerata anche l'altra fuga, quella dalla stanza d'albergo". Per questo gli aveva negato il permesso di soggiorno. Sentito però anche dal giudice del Tribunale di Bologna, Malik conferma tutta la storia. A sostegno del suo racconto porta pure una copia del giornale "The Nigerian Observer" dell'8 aprile in cui si parla, con dovizia di particolari, "dell'arresto del politico a seguito degli atti compiuti nella camera d'albergo in Onisha". Nel pezzo viene citato pure Malik, ricercato dalla polizia per le sue condotte sessuali "tabù" e contrarie alla legge: gli agenti sarebbero andati fino ad Agbor per scovarlo, senza successo. "Dalle indagini svolte - si legge nella sentenza - risulta che il ricercato sia conosciuto sul posto come 'popular gay' a seguito dell'episodio in cui aveva perso la vita il compagno nel novembre del 2015". Il bello è che nell'articolo si ipotizza pure "che il ricercato", cioè Malik, "si avvalga di un talismano per ipnotizzare la gente e riuscire facilmente a scappare".
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