ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 29 gennaio 2021

L' antidoto divino da ogni male dell’anima

Il setaccio dei veri cristiani

 


Dividet eum, partemque eius ponet cum hypocritis: illic erit fletus et stridor dentium (Mt 24, 51).

Il cosiddetto vaccino, nell’opera della Provvidenza, sta funzionando come un setaccio che separa la sabbia dall’oro: chi lo approva passa attraverso la rete e va disperso, rivelandosi per quello che è sia sul piano umano che su quello spirituale; chi lo rifiuta, invece, è trattenuto e conservato a motivo della sua autenticità, sia rispetto alla fede che rispetto alla ragione. Non torno sugli evidentissimi motivi, scientifici e morali, che esigono tale rifiuto; essi non vengono colti solo da chi ha deciso a priori di nasconderli a sé e agli altri dietro vani artifici intellettuali, oppure da chi si è lasciato a tal punto manipolare dai media da aver completamente perso di vista la realtà oggettiva.


Tutti gli uomini sono così di fronte a un bivio che li obbliga a scegliere se andare da una parte o dall’altra. In gioco non c’è soltanto l’incolumità fisica, ma pure la coerenza con la verità e, di conseguenza, la salvezza eterna. È una questione su cui non si può assolutamente cedere, poiché il minimo compromesso può provocare il crollo di tutto l’edificio, culturale, sociale e religioso.

Chi ha accesso alle fonti storiche e all’informazione geopolitica non può non conoscere l’esistenza di un piano occulto, portato avanti da secoli dalle società segrete e mirante all’instaurazione di un unico governo mondiale pensato come una contro-chiesa universale, un regime totalitario globale  che, per farsi accettare spontaneamente dalle masse, continua sì ad utilizzare le forme democratiche, ma è in realtà una spaventosa tirannia fondata sul culto di Lucifero. I detentori del potere reale non sono affatto coloro che sono rivestiti dell’autorità pubblica, bensì un ristretto gruppo di iniziati che sognano di divinizzarsi mediante pretese conoscenze superiori e di immortalarsi grazie a esclusive risorse tecnico-scientifiche. Il resto dell’umanità va ridotto al minimo indispensabile, sia perché è per loro un’inutile zavorra, sia perché il raggiungimento dello stadio finale dell’evoluzione umana – riservato ovviamente agli eletti – deve essere propiziato da un immane sacrificio offerto a quello che chiamano Dio dell’universo: le innumerevoli vittime immolate al Moloch dell’aborto non bastano, ci vuole molto di più…

La Chiesa Cattolica, a tale scopo, va assorbita in una “religione” unica, immanentistica e amorale, che faccia da base ideologica al regime e da schermo alla natura satanica del nuovo paganesimo. Il “presepe” installato in Piazza San Pietro in occasione dello scorso Natale si ispira alla simbologia del culto di Osiride, re mitico divinizzato. Dopo la morte violenta, egli è riportato in vita dalle arti magiche della sorella Iside, sua sposa incestuosa, diventando sovrano del mondo dei morti e, al contempo, causa delle piene del Nilo con la loro funzione fertilizzante. I riti della fecondità sono attestati in ogni cultura e in ogni epoca storica, associati a miti di morte e rinascita che descrivono il ciclo della natura; qui si aggiunge l’idea della vita che risorge dal fango e dal caos dell’inondazione. Essa è analoga a quella – su cui ci siamo soffermati in passato – associata allo scarabeo stercorario, che si nutre di feci. Alla magia dell’antico Egitto si ispira proprio la massoneria superiore del rito di Memphis o di Mitsraim, che utilizza come manovalanza quella di rito scozzese.

Il culto della fertilità celebrava la riproduzione come un processo, sì, meramente fisico, avulso dalla relazione personale tra uomo e donna, ma, se non altro, naturalmente orientato alla vita. Ad esso eran collegati i riti fallici, che oggi rivivono nelle celebrazioni omosessualiste e nella pornografia, ma  completamente sganciati dalla procreazione, la quale sta diventando un’operazione da laboratorio. La cultura postmoderna ha ripreso gli elementi peggiori del paganesimo antico eliminandone ogni valore positivo, per quanto distorto e inquinato. Il delirio dell’uomo che pretende di opporsi al Creatore lo ha spinto a un’insensata esaltazione della carnalità, quasi a voler compensare la soffocante atrofia dello spirito. La sodomia, ancor più delle varie forme di perversione eterosessuale, rappresenta l’apice della rivolta contro l’ordine naturale, che si pretende di ribaltare in ogni campo. L’accecamento che ne deriva non può esser curato se non con una catastrofe che riduca gli uomini all’impotenza, obbligandoli a cercare la luce mediante il pentimento e il ritorno a Dio.

Che questa oscurità sia dilagata anche nella Chiesa è certamente una sciagura di sapore apocalittico, che va però compresa alla luce della strategia storica di infiltrazione attuata dalla massoneria e nel contesto del pervertimento della gerarchia, sempre più pervasa e plasmata dai valori invertiti della rivoluzione. Non è tuttavia sensato accanirsi a denigrarla senza risalire alle cause occulte di tale degenerazione, che vanno individuate nel mondo dell’alta finanza sionista, sia pure con le sue diverse correnti; così, infatti, non solo ci si preclude la possibilità di una vera e completa comprensione del problema, ma si fa il gioco del nemico, il quale gode che la Chiesa sia screditata anche da chi ne fa parte e, magari, si considera pure difensore della Tradizione. Le critiche provenienti dagli ambienti progressisti appaiono fin troppo scontate, mentre le obiezioni di conservatori e tradizionalisti sono avvolte da un’aura di grande rispettabilità e fanno breccia nei cuori dei cattolici fedeli; basta allora imbrigliare queste frange così da renderle inoffensive, anzi funzionali al piano.

Malgrado l’inevitabile mancanza di prove inoppugnabili, ci sono sufficienti indizi per pensare che la realtà della cospirazione globale superi ampiamente la più fervida immaginazione. Chi si affanna a negarla induce a sospettare il suo coinvolgimento in essa, specialmente se, mentre attacca l’autorità ecclesiastica, si prostra a quella dello Stato e alle sue direttive irrazionali. Una strategia che voglia risultare vincente deve contrastare gli assalti su entrambi i fronti, quello politico e quello religioso, cogliendo altresì i legami nascosti tra fenomeni afferenti ai due ambiti. I mali della gerarchia, in ogni caso, non autorizzano nessuno a rimpiazzarne le funzioni con un abusivo “magistero” laicale; ciò avrebbe risultati ancor più sovversivi, in quanto capovolgerebbe la costituzione divina della Chiesa. Certe terapie si rivelano peggiori dei mali che pretendono di curare; non potendo addurre l’incompetenza a giustificazione di tale errore, si è costretti a supporre l’esistenza di fini nascosti, non immediatamente evidenti: ma quali?

Comunque sia, la risoluzione di questa crisi civile e spirituale, la più grave che la storia abbia mai conosciuto, supera di gran lunga le forze umane e richiede un intervento divino. Il giudizio di Dio, che alla fine dei tempi sarà generale e definitivo, è spesso anticipato, nei confronti di singoli popoli o individui, a un livello particolare e in via provvisoria, allo scopo di correggerli prima dell’ultima condanna, che sarà irrevocabile. Questa verità traspare dal Vangelo, là dove il Signore, nello stile delle parabole, evoca un ritorno del padrone che premierà il servo diligente e castigherà quello che avrà abusato della propria posizione (cf. Mt 24, 45-51). Il fatto che prometta al primo di affidargli la gestione di tutti i suoi beni fa pensare che si tratti di un riconoscimento terreno che preluda a quello celeste, dato che in Paradiso non sarà più necessario amministrare la grazia né governare le anime. La punizione del secondo, analogamente, sembra prospettata su due piani: in questa vita il padrone lo spaccherà in due (traducendo letteralmente), mentre nell’altra gli assegnerà la sorte degli ipocriti: pianto e stridore di denti, locuzione sempre associata alla pena eterna.

Nell’uno e nell’altro caso, l’intervento del Cristo appare duplice: si prospetta sicuramente una sua venuta che porrà termine alla storia, ma anche altre con cui opera nel corso di essa, sia per premiare i buoni che per sanzionare i malvagi. Perciò il modo più prezioso ed efficace di cooperare ai Suoi progetti (che non ne esclude altri, ma ne rappresenta la conditio sine qua non) è la costante e fiduciosa invocazione della Sua azione risolutiva nel presente. Le strategie puramente umane che pretendono di superare la crisi in chiave semplicistica o in modo sbrigativo hanno effetti rovinosi a tutti i livelli, sia perché ignorano la complessità dei problemi con spiegazioni riduttive, sia perché non tengono sufficientemente conto della dimensione soprannaturale. A costo di apparire monotono, torno pertanto a ribadire il primato e l’urgenza dell’orazione, che non ci esonera dagli impegni concreti, ma li ispira, li anima e li dirige secondo la volontà di Dio.

Chiedo allora a tutti di voi di mobilitarvi per una grande crociata di preghiera a san Giuseppe, Patrono della Chiesa universale nonché modello della vita familiare, religiosa e civile, perché con la Vergine Sposa supplichi Colui che in terra gli obbedì sempre in tutto di venire in nostro soccorso con la Sua invincibile potenza. L’uomo castissimo che custodì l’Immacolata Madre di Dio e fece da padre al Figlio Suo può ben insegnare all’uomo contemporaneo a liberarsi, con la buona volontà sostenuta dalla grazia, dalla schiavitù della carnalità pervertita con cui i servitori di Lucifero lo hanno asservito, degradato e fatto regredire a uno stadio subumano. Egli ha il potere di sventare le trame occulte delle società segrete, di proteggerci dalle minacce messe in atto dai loro demoniaci progetti e di ricondurre i nuovi pagani al vero culto dell’unico Dio. Che sia ancora Lui, infine, a munirci dell’antidoto divino da ogni male dell’anima e del corpo: una fede senza incrinature, una speranza indefettibile, una carità ardente e generosa verso tutti.

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http://lascuredielia.blogspot.com/

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