ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 8 febbraio 2021

Lavori in corso

Lettera dall’Argentina / 2. Lo scisma diffuso e polimorfo che è già in corso

Cari amici di Duc in altum, ecco la seconda Lettera dall’Argentina sulla situazione della Chiesa cattolica, tratta dal sito Wanderer. Si parla dello scisma che, di fatto, è già in corso.

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Molto si è detto in questi anni sulla possibilità di uno scisma vista la ferma vocazione di papa Francesco a dividere la Chiesa. È stato definito come uno scisma a “bassa intensità”, il che mi sembra giusto. Non credo che, se si dovesse verificare un tale scisma, vedremo di nuovo le tesi degli scismatici inchiodate alla porta di una cattedrale qualsiasi, o prìncipi cristiani che si ribellano contro i loro vicini per aderire all’eresia. Quelli sono tempi passati, quando la fede era vissuta seriamente, da una parte e dall’altra.

Una prima distinzione da fare è tra scisma ed eresia. Si può essere scismatici senza essere eretici, come nel caso degli Orientali; la loro separazione era esclusivamente dalla comunione con la sede romana. Un’altra distinzione che sottolineo è che la comunione con il successore di Pietro ha una dimensione “legale” e una dimensione più profonda, “ontologica”: è la comunione con il Deposito della fede apostolica che un successore di Pietro può occasionalmente falsificare. Quest’ultima è la comunione veramente importante, la cui rottura comporterebbe il vero e proprio scisma. Così, ad esempio, la consacrazione dei quattro vescovi da parte del vescovo Lefebvre comportò uno scisma “legale” (furono fatti senza mandato pontificio) ma non fu uno scisma in senso ontologico, in quanto lo spirito del consacratore e delle persone consacrate fu quello di rimanere fedeli alla fede cattolica e in comunione con essa. Chi meglio conosce la teologia e il diritto mi potrà correggere.

Nella situazione attuale vedo difficile, quanto inutile, la proclamazione di scismi legali, a meno che la situazione non diventi estrema. Vedo piuttosto l’esistenza, da molto tempo, di uno scisma diffuso e polimorfico. È diffuso perché è sparso in tutto il corpo della Chiesa e i suoi contorni sono difficili o impossibili da determinare. Ed è polimorfico perché assume forme e modalità diverse, accompagnate in alcuni casi da eresia.

Una buona parte delle Chiese nordiche – Germania, Austria, Olanda e Belgio – sono scismatiche ed eretiche, sebbene non vi sia alcuna dichiarazione in tal senso. Lo sono nella pratica. Il fatto che molti parroci “benedicano” le unioni omosessuali imitando il matrimonio, che lo facciano pubblicamente e che i loro vescovi lo permettano, implica un comportamento scismatico, poiché esiste una separazione non legale ma ontologica dalla fede cattolica.

C’è poi una sorta di scisma giuridico, anche se non ontologico. Mi riferisco ai cattolici che, pur restando in comunione con Roma, non sono in comunione con l’0attuale vescovo di Roma giacché costui si allontana dalla fede apostolica. Sappiamo che la Chiesa non è proprietà del papa o dei vescovi, ed è per questo che rimaniamo in comunione con la Chiesa dei Padri e dei santi. In questo modo è pienamente giustificata l’azione determinata dei fedeli di San Rafael, che hanno protestato pubblicamente e in massa contro le decisioni di monsignor Taussig. La Chiesa non è sua, e nemmeno di papa Francesco. Come ha ben spiegato il cardinale Newman, i fedeli possiedono un sensus fidei che in varie circostanze della storia ha salvato la Chiesa, poiché i suoi pastori l’avevano perso.

E in mezzo c’è la grande massa di pastori e pecoroni che pensano che non ci si debba fare troppe domande e porre questioni, gente che deve conservare le proprie posizioni, che ritiene si debba mandare giù Tutti frutti (l’enciclica Fratelli tutti, ndt) e allietarsi con gli Amori di Letizia (il riferimento è ad Amoris laetitia, ndt). Sono loro che negano le prove o agiscono in malafede. Sembra, quindi, ozioso interrogarsi sulla possibilità di uno scisma: lo scisma è già in atto, sfumato, in tutta la Chiesa, inafferrabile e confuso, così come saranno confusi gli ultimi tempi.

Fonte: Wanderer

La precedente puntata è stata pubblicata il 6 febbraio 20121

Perché il Papato di Jorge Mario Bergoglio è Messo in Discussione.

8 Febbraio 2021 Pubblicato da  15 Commenti

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, volentieri rilanciamo questo editoriale del direttore de Il Borgo di Monopoli, Vitantonio Marasciulo, che affronta temi brucianti per la coscienza di molti fedeli, laici e sacerdoti. Buona lettura.

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Perché il papato di Bergoglio è messo in discussione

Cercasi evangelizzatori della cultura

La questione della fronda verso papa Bergoglio, della sua abilità di muoversi nell’ambiguità, è occasione di riflessione per il cristiano e non solo. Negli ultimi tempi si è posta la questione dell’ “Una Cum”, ovvero “dell’unione con”, espressione citata dal sacerdote qualche istante dopo della consacrazione: “insieme con il tuo servo papa Francesco”. Per molti osservatori la menzione non è legittima per via delle posizioni eterodosse del pontefice. La riflessione però è un’altra. Non verte se l’ Una Cum sia legittimo o meno, sebbene la questione abbia un senso.

Il punto che gli osservatori sollevano è che Francesco ha una posizione di Giano bifronte, oscilla fra la chiesa di Cristo e il deep church. Il riferimento è alla chiesa profonda che fa capo ai membri della gerarchia vaticana, autori della spinta ideologia-culturale. Questo è il  cerchio che influenzerebbe papa Francesco e che punterebbe a destrutturare la chiesa in nome del progressismo. Si dirà, “il pontefice rappresenta la roccia della chiesa di Cristo ed è intoccabile”.  Si dirà ancora: “Bergoglio è pur sempre un uomo e come tale è soggetto a debolezze, evidenti dalle richieste di preghiere che chiede a fine di ogni discorso pubblico”. Tuttavia come si fa a tacere di fronte all’evidenza.

Parliamo di pachamama, l’idolo della madre terra dell’Amazzonia, accolta in pompa magna in Vaticano. Della non fermezza di difendere su tutti i fronti la famiglia tradizionale, una su tutte, il non sostegno al Congresso Mondiale delle Famiglie tenutosi a Verona dal 29 al 31 marzo 2019.  La questione delle elezioni in America in merito al presidente Donald Trump, messo all’indice da papa Bergoglio. La lentezza con cui si è mosso nel condannare il predatore seriale, card. Theodore McCarry etc. etc. La complicità con la Cina, il cui regime dittatoriale perseguita e continua a perseguitare e a condannare finanche a morte fedeli cristiani, e a permettere che i ministri della Chiesa venissero scelti dallo Stato cinese, sebbene in concorso con il Vaticano. La stessa dottrina si è fatta modernista. Il riferimento è all’esortazione apostolica post sinodale “Amoris Laetizia”. Se ai più AL è in sintonia con i tempi e dunque fa luce sulla realtà in ordine alle problematiche matrimoniali, bisogna altresì contemplare che il documento papale genera confusione e incertezze diffuse nella chiesa, in quanto Francesco, essendo gesuita, avanza interpretazioni impostate dal basso per arrivare in alto e in ciò è aiutato dal “cerchio allargato” presente nei vari consessi, e non partendo dall’alto a far luce sul basso.

Ma come è possibile che il papa argentino non si sia reso conto che la Chiesa di Cristo non è quella concepita nelle sue stanze dove ci si nutre di saggezza e spiritualità modernista, ma è quella in cui la barca di Pietro è in deriva, fa acqua dappertutto, con i sacerdoti, non tutti per carità, arroccati e in difficoltà a relazionarsi con il popolo cristiano, sacerdoti dal piglio di supponenza e scontrosità che fanno allontanare i fedeli dalla chiesa, mettendoli ancor più in crisi.

Come si fa a stare in silenzio se consideriamo che Bergoglio occhieggi al pensiero globalista, appoggi i demiurghi del deep state, le cui ideologie non hanno nulla a che fare con le verità di Cristo.  Come si fa a stare in silenzio e non affermare il NO alla chiesa modernista, progressista, globalista, politica, perversa, divenuta Ong.  Se Gesù Cristo fosse stato oggi presente, avrebbe rovesciato i tavoli e cacciato i venditori di false verità, come i vangeli affermano.

Papa Francescodue righe di accorato appello: fermi questa deriva, sii coraggioso a fare pulizia delle ideologie al tuo interno.  Ideologie il cui fine è di cambiare i connotati alla famiglia tradizionale, con San Giuseppe, rappresentante della paternità, che non esiste più, perché i ruoli genitoriali, in nome della teoria gender, sono interscambiabili. Altro che anno dedicato a San. Giuseppe, è una presa in giro. (Congresso mondiale sulla famiglia a Verona, docet).

Sua Santità, le preghiere dei fedeli, si faranno più sentite, accorate e diffuse.

Una Cum, dunque è figlio di questo perimetro di giudizi. E’ chiaro a tutti che nell’Eucaristia solo Cristo è il centro di gravità, a prescindere della bontà del pontefice di turno o del ministro celebrante. Così come nel sacramento della confessione la cui assoluzione non è invalidata se venisse impartita da un sacerdote in stato di gravi atti contro la chiesa: è Cristo che dà l’assoluzione, il sacerdote è solo un tramite.

La questione dell’Una Cum è distopica, crea divisione e farebbe il gioco delle tenebre. L’Una Cum si sia legittimo o meno, non inficia affatto l’Eucaristia. I fedeli devono pertanto recarsi a messa, partecipare al sacrificio Eucaristico, al di là delle questioni. In gioco c’è la crescita della fede che ha bisogno di unità, equità, umiltà, equilibrio per essere ancorati alla fede di Cristo. Semmai, invece di fare la lotta a Bergoglio da posizioni di forza, sarebbe di aiuto alla Chiesa la testimonianza degli evangelizzatori della cultura che dovrebbero trovare luogo nelle chiese e nella società civile. 

Se ammettessimo che BERGOGLIO portasse la chiesa di Cristo alla deriva, verrebbe spontaneo affermare, che se la realtà fosse così, allora si dovrebbe convenire che lo permette il Padre della Vita, per un superiore bene della Chiesa che verrà, a beneficio di quel resto di evangelica memoria. Quel resto che anela in una chiesa diversa da quella tracciata dall’attuale pontefice. Credo che il dissenso o i malumori possono sul piano concreto essere perseguiti, come detto, attraverso l’evangelizzazione della cultura. Quei restauratori che sotto l’azione dello Spirito Santo, ripristinassero le verità rivelate e i comandamenti di Cristo. A patto che l’evangelizzazione della cultura sia sostenuta dalla preghiera e che si faccia frutto di Grazia in incontri, dibattiti, conferenze, pubblicazioni, testimonianza, carità. 

San papa Paolo VI, in occasione della solennità di San. Pietro e Paolo del 29 giugno 1972, ebbe a pronunciare la famosa espressione, “che il fumo di satana è entrato nel tempio”, che il pericolo, dunque, viene dall’interno della chiesa.

San Pio X, papa Giuseppe Melchiorre Sarto, il più grande riformatore del XX secolo, è stato illuminante in tal senso. Affermava: “Siate forti! Non si deve cedere…Si deve combattere non con mezzi termini, ma con coraggio; non di nascosto, ma in pubblico; non a porte chiuse ma a cielo aperto”.

Papa Sarto affermava anche: “che un sacerdote che non è santo, non solo è inutile, ma riesce dannoso alla Chiesa”.  Riguarda la pace ebbe a dire: “Una volta che si rinneghi la Divinità, è assurdamente invocata: dove è assente Dio, la giustizia è esiliata e una volta tolta di mezzo la giustizia, invano si nutre la speranza della pace”.

Il castello, dunque, della retorica globalista, della religione umanitaria, del modernismo, della chiesa trasformata a Ong, che sposa l’agenda ONU e quella DAVOS, cadrà da solo. La falsa chiesa imploderà, il fumo di Satana si diraderà e scomparirà, perché alla fine vincerà il Cuore Immacolato di Maria.

Vitantonio Marasciulo 

https://www.marcotosatti.com/2021/02/08/perche-il-papato-di-jorge-mario-bergoglio-e-messo-in-discussione/

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