ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 marzo 2021

Rimanendo “papa per sempre”?

“Il Papa sono solo io”: la lettura velata - e alternativa - di un testo di Benedetto XVI


In Vaticano si dice che vi sia da decenni una guerra sotterranea tra fazioni opposte, dove l’arma principale è un accortissimo uso del linguaggio e delle sue conseguenze logiche.

Il seguente scritto è stato pubblicato il 7 settembre 2016 a firma di Benedetto XVI sul Corriere della Sera. Abbiamo provato a controllare se nel testo Benedetto dica chiaramente che il papa è Francesco, ma, oggettivamente, non troviamo nulla del genere. Anzi: un sottile linguaggio identifica Bergoglio, al più, come un cardinale. Sarà un caso fortuito, ma tant’è.

Come molti di voi già sapranno, secondo teologi, latinisti e, più di recente, secondo la giurista Estefania Acosta,  Benedetto XVI avrebbe scritto una Declaratio di dimissioni con – oggettivi - gravi errori di latino per tenere desta l’attenzione sulla sua invalidità giuridica.

Infatti, in essa lui rinuncia solo a due funzioni dell’esercizio pratico del potere (ministerium), ma conserva il munus spirituale, l’incarico divino. Ora per il diritto canonico, munus ministerium papali sono indivisibili, quindi separarli non può comportare l’abdicazione del papa, ma solo una sospensione temporanea del suo esercizio del potere pratico. Il papa resta solo chi detiene il munus. Non è un caso che da otto anni, Benedetto ripeta insistentemente “Il papa è uno solo”, senza mai spiegare quale.

Un’ipotesi emersa successivamente è quella del “Reset cattolico”, ovvero che Benedetto abbia predisposto questo meccanismo affinché col tempo si comprenda l’invalidità delle sue dimissioni consentendo alla vera Chiesa di annullare completamente una “deep Church” modernista.

Abbiamo provato a leggere lo scritto come se il sottotesto fosse quello suggerito da queste tesi per vedere se si possono riscontrare corrispondenze.

E’ un esperimento: giudicate voi, ricordando però che l’italiano è una lingua molto precisa. Confrontate le letture “alternative” con l’originale più volte, verificando se il testo non possa essere costruito in modo sottilmente, “scientificamente” ambivalente, partendo da presupposti completamente diversi a quelli che si possono immaginare.

Benedetto XVI si racconta «Nessuno mi ha ricattato» - Corriere.it 7 sett 2016

Ho scritto io la rinuncia

Originale“Il testo della rinuncia l’ho scritto io. Non posso dire con precisione quando, ma al massimo due settimane prima. L’ho scritto in latino perché una cosa così importante si fa in latino. Inoltre il latino è una lingua che conosco così bene da poter scrivere in modo decoroso. Avrei potuto scriverlo anche in italiano, naturalmente, ma c’era il pericolo che facessi qualche errore”.

Possibile sottotesto: Il testo della rinuncia (al ministerium) l’ho scritto io, al massimo due settimane prima, proprio nei giorni in cui gli Usa bloccavano il codice Swift del Vaticano. Controllate la versione latina, è quella importante. Vi assicuro che conosco benissimo il latino, quindi, se individuate errori nella Declaratio capirete che c’è qualcosa che non va. Se l’avessi scritta in italiano, avrei potuto trasferire l’errore, come poi è stato fatto, di tradurre la parola munus con ministero. Sappiate che la chiave di tutto è proprio nella dicotomia fra munus-incarico divino e ministerium-esercizio pratico del potere

Non ero ricattato

Originale: “Non si è trattato di una ritirata sotto la pressione degli eventi o di una fuga per l’incapacità di farvi fronte. Nessuno ha cercato di ricattarmi. Non l’avrei nemmeno permesso. Se avessero provato a farlo non me ne sarei andato perché non bisogna lasciare quando si è sotto pressione. E non è nemmeno vero che ero deluso o cose simili. Anzi, grazie a Dio, ero nello stato d’animo pacifico di chi ha superato la difficoltà. Lo stato d’animo in cui si può passare tranquillamente il timone a chi viene dopo”.

Possibile lettura: Non si è trattato di una ritirata (strategica) dal ministerium  fatta sotto la pressione degli eventi, o di una fuga per l’incapacità di farvi fronte. Nessuno (dei tradizionalisti) ha cercato di ricattarmi per spingermi a un tale escamotage. Non l’avrei nemmeno permesso. Se avessero provato a farlo non me ne sarei andato dall’esercizio pratico perché non bisogna lasciare (il ministerium) quando si è sotto pressione. Non è nemmeno vero che ero deluso di come avevo approntato le cose. Ero in pace con me stesso perché avevo risolto le difficoltà e potevo lasciare  tranquillamente il timone della barca di Pietro, cioè una delle due funzioni pratiche alle quali rinunciavo nella Declaratio, sapendo che le cose avrebbero fatto il loro corso.

Felice del successore

Originale: "Il mio successore non ha voluto la mozzetta rossa. La cosa non mi ha minimamente toccato. Quello che mi ha toccato, invece, è che già prima di uscire sulla loggia abbia voluto telefonarmi, ma non mi ha trovato perché eravamo appunto davanti al televisore. Il modo in cui ha pregato per me, il momento di raccoglimento, poi la cordialità con cui ha salutato le persone tanto che la scintilla è, per così dire, scoccata immediatamente. Nessuno si aspettava lui. Io lo conoscevo, naturalmente, ma non ho pensato a lui. In questo senso è stata una grossa sorpresa. Non ho pensato che fosse nel gruppo ristretto dei candidati. Quando ho sentito il nome, dapprima ero insicuro. Ma quando ho visto come parlava da una parte con Dio, dall’altra con gli uomini, sono stato davvero contento. E felice."

Possibile lettura: Il mio successore alla guida dell’esercizio pratico (ministerium), non ha voluto indossare la mozzetta rossa da cardinale - che gli spettava - ma ha preferito vestirsi di bianco. La cosa non mi ha minimamente urtato. Ciò che mi ha urtato, (ripetizione toccato-toccato? n.d.r.), invece, è che mi abbia telefonato prima di essere ufficialmente annunciato al mondo (come vicario per il ministerium), ma non gli ho risposto. Poi, mi ha urtato (?) quel modo con cui ha pregato per me, il momento di raccoglimento e quella cordialità con cui ha salutato le persone tanto da far scoccare subito in loro una scintilla di simpatia. Io lo conoscevo, naturalmente, ma non ho pensato a lui. In questo senso è stata una grossa sorpresa. Non ho pensato che fosse nel gruppo ristretto dei candidati. Quando ho sentito il nome, dapprima ero insicuro. Ma quando ho visto come parlava da una parte con Dio, dall’altra con gli uomini, (non bene) sono stato davvero contento. E felice, perché tutto si sarebbe svolto secondo quanto avevo stabilito. 

La Chiesa è viva

Originale"L’elezione di un cardinale latino-americano significa che la Chiesa è in movimento, è dinamica, aperta, con davanti a sé prospettive di nuovi sviluppi. Che non è congelata in schemi: accade sempre qualcosa di sorprendente, che possiede una dinamica intrinseca capace di rinnovarla costantemente. Ciò che è bello e incoraggiante è che proprio nella nostra epoca accadono cose che nessuno si aspettava e mostrano che la Chiesa è viva e trabocca di nuove possibilità".

Possibile sottotesto: L’elezione da me predisposta a gestore del ministerium di un cardinale latino americano, (che resta cardinale, appunto), significa che la Chiesa è in movimento, sta per svilupparsi, che non è congelata in schemi (tradizionalisti contro modernisti). Accade sempre qualcosa di sorprendente, che possiede una dinamica intrinseca capace di rinnovarla costantemente. Ciò che è bello e incoraggiante è che proprio nella nostra epoca accadono cose che nessuno si aspettava, (come ad esempio le mie dimissioni scritte invalide), e mostrano che la Chiesa è viva e trabocca di nuove possibilità (per salvarsi).

Riforme: non sono forte

Originale"Ognuno ha il proprio carisma. Francesco è l’uomo della riforma pratica. È stato a lungo arcivescovo, conosce il mestiere, è stato superiore dei gesuiti e ha anche l’animo per mettere mano ad azioni di carattere organizzativo. Io sapevo che questo non è il mio punto di forza".

Possibile sottotesto: Ognuno ha il proprio carisma. Francesco è l’uomo scelto per mettere in pratica la riforma (luterana?) della Chiesa. E’ stato a lungo arcivescovo, dal ‘97 al 2001, (quattro anni) prima di diventare cardinale, come infatti è ancor oggi (e da ben 15 anni).  Conosce il mestiere, è stato superiore dei gesuiti ed ha l’intenzione di mettere mano alla Chiesa con capacità organizzative che io non possiedo.

Sulla lobby gay vaticana

Originale: "Effettivamente mi fu indicato un gruppo, che nel frattempo abbiamo sciolto. Era appunto segnalato nel rapporto della commissione di tre cardinali che si poteva individuare un piccolo gruppo di quattro, forse cinque persone. L’abbiamo sciolto. Se ne formeranno altri? Non lo so. Comunque il Vaticano non pullula certo di casi simili".

Possibile sottotesto: La lobby gay non è il problema principale. Non concentratevi su di loro. Il problema sono i modernisti della Mafia di San Gallo (di cui si parla da anni).

La Chiesa cambi

Originale: "È evidente che la Chiesa sta abbandonando sempre più le vecchie strutture tradizionali della vita europea e quindi muta aspetto e in lei vivono nuove forme. È chiaro soprattutto che la scristianizzazione dell’Europa progredisce, che l’elemento cristiano scompare sempre più dal tessuto della società. Di conseguenza la Chiesa deve trovare una nuova forma di presenza, deve cambiare il suo modo di presentarsi. Sono in corso capovolgimenti epocali, ma non si sa ancora a che punto si potrà dire con esattezza che comincia uno oppure l’altro".

Possibile lettura: E’ evidente che la Chiesa sta abbandonando le sue antiche strutture tradizionali europee e in essa vivono nuove forme che la stanno snaturando. Proprio in conseguenza di ciò, l’Europa si sta scristianizzando. Pertanto, la Chiesa deve cambiare il suo modo di presentarsi tornando proprio a quella tradizione europea che ha abbandonato. Sono in corso capovolgimenti epocali, come il Reset da me preparato, ma non si sa quando questo verrà attivato poiché la sua comprensione –noto-  è molto lenta e graduale.

Non sono un fallito

Originale: "Un mio punto debole è forse la poca risolutezza nel governare e prendere decisioni. Qui in realtà sono più professore, uno che riflette e medita sulle questioni spirituali. Il governo pratico non è il mio forte e questa è certo una debolezza. Ma non riesco a vedermi come un fallito. Per otto anni ho svolto il mio servizio.  Ci sono stati momenti difficili, basti pensare, per esempio, allo scandalo della pedofilia e al caso Williamson o anche allo scandalo Vatileaks; ma in generale è stato anche un periodo in cui molte persone hanno trovato una nuova via alla fede e c’è stato anche un grande movimento positivo".

Possibile lettura: Un mio punto debole è forse la poca risolutezza nel governare e prendere decisioni, per quello ho rinunciato al ministerium. Qui, in questa nuova situazione dove resto il papa, sebbene privo dell’esercizio pratico del potere, mi occupo di questioni spirituali. Non ho fallito perché ho organizzato le cose per bene. Per otto anni ho esercitato il potere pratico, e nonostante i momenti difficili, gli attacchi e gli scandali da parte, molte persone hanno saputo reagire positivamente trovando una nuova via di sopravvivenza per la fede.

Mi preparo alla morte

Originale"Bisogna prepararsi alla morte. Non nel senso di compiere certi atti, ma di vivere preparandosi a superare l’ultimo esame di fronte a Dio.  Ad abbandonare questo mondo e trovarsi davanti a Lui e ai santi, agli amici e ai nemici. A, diciamo, accettare la finitezza di questa vita e mettersi in cammino per giungere al cospetto di Dio. Cerco di farlo pensando sempre che la fine si avvicina. Cercando di prepararmi a quel momento e soprattutto tenendolo sempre presente. L’importante non è immaginarselo, ma vivere nella consapevolezza che tutta la vita tende a questo incontro".

Possibile sottotesto: Ora devo prepararmi alla morte. Non devo fare o dire altre cose, bensì lasciare solo che tutto faccia il suo corso per superare il mio ultimo esame di fronte a Dio.

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Come si vede, la lingua italiana e logica elementare sembrano condurre coerentemente ANCHE a una lettura diversa e opposta. Non vogliamo fornire risposte definitive perché non ne abbiamo alcuna autorità, e ci limitiamo solo registrare alcune circostanze fattuali.

La prima, del tutto OGGETTIVA, è che  da nessuna parte in questo scritto di 8.500 battute si può evincere inequivocabilmente come Benedetto XVI consideri Bergoglio UN papa. Lo individua come successore nell’esercizio del potere pratico, ma per come scrive, potrebbe considerarlo anche a tutt’oggi solo un cardinale.   

Viceversa, di se stesso Benedetto non ha mai scritto “io non sono più IL papa”, anzi, in altre sedi ha ribadito che continua a “restare nel recinto di Pietro”, sebbene abbia liberamente rinunciato al potere pratico, come da lui più volte sottolineato.

E siccome continua a dire da otto anni che IL PAPA E’-UNO-SOLO, senza spiegare quale, è legittimo supporre che Benedetto ritenga di essere solo lui il papa in quanto detentore del munus spirituale. L’aggettivo “EMERITO” significa infatti: “Chi, non esercitando più il proprio ufficio, ne gode tuttavia il grado e gli onori”. Quindi se lui, come emerito, gode ancora del grado e degli onori di papa (infatti indossa la veste bianca, si firma P.P., “nomina” ambasciatori e dice che il papa E’ solo uno, questi E’ lui e non Francesco).

In sostanza, in attesa di una spiegazione logica alternativa, tale quadro configurerebbe una situazione NON CON DUE PAPI, ma con UN SOLO PAPA  che ha rinunciato (temporaneamente?) all’esercizio pratico del potere, decisione presa – liberamente e consapevolmente - per grosse difficoltà nel gestirlo. Una rinuncia da parte del papa al solo potere pratico è giuridicamente impossibile e quindi viene annullata qualsiasi ipotesi di abdicazione effettiva, ergo, il conclave del 2013 era invalido. Il papa è ancora e solo lui. E l’altro un cardinale-antipapa.

Quindi semmai, più che chiedersi: "Perché Benedetto continua a portare la veste bianca?", ci si potrebbe anche chiedere: "Perché il cardinale Bergoglio, che si dovrebbe occupare dell’esercizio pratico del potere del Papa, non porta la veste rossa?". E' un caso che Francesco non si firmi Pontifex Pontificum e che abbia rinunciato al titolo di Vicario di Cristo?

La seconda circostanza oggettiva, quanto al Reset e alla costruzione volontaria dell’invalidità delle dimissioni, l’interpretazione del possibile sottotesto, resta comunque costantemente e logicamente plausibile, pur velata da un linguaggio sottile. Colpisce  soprattutto la prima parte, dove l’excusatio non petita sulla sua ottima conoscenza del latino, contrasta con l’effettiva presenza di grossolani errori nel testo della Declaratio. Non c’è quindi nulla che contraddica esplicitamente una seconda lettura, più sottile, del testo, ma antitetica alla prima.

Ora, abbiamo riscontrato questa ambivalenza di significato, con le medesime possibilità di sottotesto, anche nei virgolettati delle maggiori interviste concesse da Ratzinger ai giornali più importanti. Non è un esempio isolato, magari ci torneremo sopra nei prossimi appuntamenti.

I casi sono due: o si tratta solo di una serie di sfortunatissime coincidenze nell’uso di frasi maldestre, che si ripetono costantemente da otto anni, oppure c’è dell’altro.

Andrea Cionci

Russo/Boccacci: ma se Ratzinger è ancora Papa, allora….

 

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, come ben sapete la singolare situazione che stiamo vivendo nella Chiesa cattolica, con due persone che vestono di bianco, colore riservato al Pontefice, pone tutta una serie di questioni fino ad ora irrisolte, o comunque prive di risposte chiare. Sergio Russo, il nostro amico scrittore e artigiano poliedrico,  ci ha inviato questa sua riflessione, compiuta con la co-autrice di un suo libro di prossima uscita, che pubblichiamo come contributo alla discussione, senza esprimere un’opinione nel merito. Buona lettura e buona riflessione. 

§§§  

 

Nel capitolo precedente abbiamo dunque visto come Benedetto XVI – rimanendo “papa per sempre” – non abbia fatto altro se non inverare quanto già affermato dalla Divina Rivelazione a riguardo del dono (il munus) che procede direttamente da Dio: «I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!» (Rm 11,29). Da ciò ne consegue che i Cardinali quel giorno – incredibile a dirsi! – nel Conclave del 2013 elessero soltanto un altro Cardinale, loro confratello, affinché svolgesse l’ufficio(il ministerium) di governo della Chiesa…

Un Cardinale quindi, seppur alquanto singolare, che la profezia di Fatima chiama eloquentemente Vescovo vestito di bianco, e tuttavia ben distinto dal Santo Padre, come abbiamo ribadito a sazietà…

E, sebbene tutto questo paia impossibile ad accettarsi razionalmente, nondimeno, forniremo ora ulteriori e molteplici prove: fatti certi ed inequivocabili, che confermano una volta di più, quello che davvero è successo, per cui tutto ciò avrebbe comunque dovuto compiersi… ed infatti, proprio così, tutto si è realmente verificato![1]

La “rinuncia” di Benedetto quindi – fra tutte le rinunce avvenute nell’intero corso di storia della Chiesa – sarebbe stata la settima… se solo fosse stata tale!

E ciò per un semplice fatto: tutti coloro che “davvero” hanno rinunciato al papato, sono poi ritornati al loro precedente status, che possedevano prima della elezione al soglio pontificio: chi era vescovo oppure cardinale, è ritornato a fare il vescovo o il cardinale…

Chi prima era eremita, è ritornato ad occupare il suo eremitaggio… (si ricordi la nota vicenda di Celestino V/Pietro da Morrone, di cui ne parla anche il Sommo Poeta): nessuno dunque è mai rimasto papa (sebbene “emerito”, o quant’altro) e men che meno ha continuato ad indossare la bianca talare,[2] a mantenere il suo stemma papale, a firmarsi col nome di pontefice, ecc.

In conclusione, Benedetto non è ritornato ad essere il Cardinale Joseph Ratzinger, ché anzi tutti lo chiamano ancora Santità (“Francesco” compreso), ma egli sempre si firma – e non potrebbe essere altrimenti! – “Benedictus P.P. XVI”![3]

 

Un aspetto particolare assume poi la vicenda del suo anello pontificio, detto anche “Anello del Pescatore”.[4]

Questo è un anello in oro massiccio, e quando un Papa muore il Camerlengo dichiara: “Vere Papa mortuus est” (“Il Papa è veramente morto”); quindi rimuove l’anello dal cadavere per fonderlo, indi con esso rielaborare l’anello del nuovo papa, che servirà anche come timbro per la ceralacca nelle bolle papali ed in altri documenti.

Quando Benedetto però, fece la sua “rinuncia”, quell’anello non venne fuso, ma semplicemente barrato con una croce, invalidando in tal modo la possibilità che potesse esser utilizzato appunto come timbro.

Alla sua “elezione” Bergoglio tuttavia, scelse un semplice anello d’argento, sebbene dorato. E così egli è divenuto il primo “papa” con un anello mai appartenuto ad un precedente Vicario di Cristo, oltreché a non essere completamente d’oro!

Bergoglio infine, usa l’anello piscatorio soltanto in determinate occasioni, perché di solito porta al dito l’anello che aveva quando ancora era arcivescovo di Buenos Aires.

 

Approfittiamo dell’occasione, per accennare anche alla “croce pettorale” indossata da Bergoglio, sebbene tale oggetto non rientri fra quelli indicativi che distinguono, seppur esteriormente, il vero Successore di Pietro…

È comunque interessante evidenziare alcune strane ed inquietanti anomalie, che compaiono all’interno di questa particolare “croce”.

E lo facciamo cominciando dal fatto che anche questo “cimelio” non è altro se non la vecchia croce che Bergoglio portava quando era arcivescovo a Buenos Aires. (Ed effettivamente si aggiunge, pure in questo caso, un ennesimo motivo che rafforza quell’idea, tutta “bergogliana”, di non volersi dichiarare subito papa – almeno all’inizio – ma di rimanere ancorato alla sua carica di arcivescovo che, dall’Argentina, “fine del mondo”, lo insedia a Roma).[5]

È chiaro che le osservazioni che seguono si possono comprovare solo con un confronto ravvicinato a tale oggetto, e comunque su internet vi sono svariati siti che, avendo fra i propri prodotti di vendita, anche copie esatte di questa croce, essi offrono appunto tale visione ingrandita nei particolari,[6] e quindi notiamo che:

– compaiono anche raffigurazioni di maiali e di capri, mescolati fra le pecore, che costituiscono il Gregge del Signore;

– la candida colomba dello Spirito Santo sembra piuttosto un falco in picchiata (chiaro rimando a simboli massonici, che esprimono rapina ed agguato);

– le gambe e i piedi sembrano essere messi in direzione opposta al corpo (nell’occultismo questo è un simbolo d’inganno: indica sì, un dato cammino, ma conduce ad un altro, esattamente opposto);

– quel “pastore” porta sulle proprie spalle una pecorella, ma le sue braccia sono incrociate, a somiglianza delle antiche raffigurazioni egizie, pagane e demoniache.

 

In precedenza abbiamo già fatto una similitudine spirituale, prendendo a riferimento proprio l’armonia del corpo umano, là dove paragonammo il corpo alla Chiesa, ed il capo al Santo Padre… già, ma se ora dovessimo assegnare una sorta di “ruolo” anche al Traditore (o ai traditori) di questo particolare “corpo” che è la Santa Chiesa Cattolica, che parte di esso rappresenterebbero i Giuda di tutti i tempi, schieratisi col Nemico?

Beh, senza dubbio noi attribuiremmo loro la parte del “calcagno”, proprio come ebbe a dire lo stesso Gesù, Signor nostro: “Io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno!” (cfr Gv 13,18 e Sal 41,10).

Senza contare poi la grandiosa visione della Donna nella Genesi: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno.”

E tuttavia il Signore stesso opererà un grandioso capovolgimento, com’è nel suo stile, attraverso gli “ultimi”, i più piccoli e tenuti in nessun conto: il Piccolo Gregge, gli Apostoli degli ultimi tempi, ma in questo caso essi rappresentano: il piede di Maria!

 

Risulta oramai abbondantemente assodato come Benedetto XVI sia ancora il solo, ed unico, vero Papa, della Santa Chiesa Cattolica.

È quindi proprio lui il Santo Padre, quello della grandiosa visione di Fatima.

Egli è inoltre il Katékon, uno dei “tre punti bianchi” che, assieme all’Eucaristia e all’Immacolata, trattengono ancora – al momento presente – il pieno manifestarsi della figura dell’Anticristo…[7]

Ma allora, il Vescovo vestito di bianco: che ruolo svolge in questa inedita e drammatica fase di storia dell’umanità e della Chiesa?

È la Madonna stessa a rivelarcelo:[8] “… Un copricapo con due corna portava il Sommo Sacerdote nel Vecchio Testamento. La mitria – con due corna – portano i Vescovi nella Chiesa, per indicare la pienezza del loro Sacerdozio. […] la bestia con due corna, simile a un agnello, indica la Massoneria infiltrata all’interno della Chiesa, cioè la Massoneria ecclesiastica, che si è diffusa soprattutto fra i Membri della Gerarchia. Questa infiltrazione massonica, all’interno della Chiesa, vi è già stata da Me predetta in Fatima, quando vi ho annunciato che Satana si sarebbe introdotto fino al vertice della Chiesa. […] lo scopo della massoneria ecclesiastica è quello di distruggere Cristo e la sua Chiesa, costruendo un nuovo idolo, cioè un falso Cristo ed una falsa Chiesa. […] La massoneria ecclesiastica cerca di distruggere questa realtà [cioè la Chiesa Cattolica] con il falso ecumenismo, che porta all’accettazione di tutte le Chiese cristiane, affermando che ciascuna di esse possiede una parte della verità. Essa coltiva il disegno di fondare una Chiesa ecumenica universale, formata dalla fusione di tutte le confessioni cristiane, fra cui la Chiesa cattolica.”

Ragion per cui: egli, il Vescovo vestito di bianco è quella specifica figura del Falso Profeta (detto anche “Bestia della Terra”, come riportato in Ap 13,11-18), poiché è proprio lui quel personaggio raffigurato con “due corna” – la mitria dei Vescovi – e che tuttavia è pur simile a un agnello” – “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” – e tuttavia egli “parla come un drago”: ma tutto ciò lo percepiscono soltanto coloro in grado di riconoscere la Voce del Pastore, poiché sono le Sue pecore, quelle che Gli appartengono, vale a dire – oggi come oggi – solamente il Piccolo Gregge…[9]

Ergo, la “Bestia della terra”, secondo quanto è narrato nel Libro dell’Apocalisse: “Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte…”

Papa Francesco: “Il vaccino anti Covid sia dato a tutti.”[10] (quante volte lo abbiamo sentito ripetere!)…

 

Allo stesso modo, come Gesù Cristo volle nascere allorché tutto il mondo antico, conosciuto di allora, era in pace – nota questa, come la “pace augustea”[11] – e ciò lo volle attuare nel bel mezzo di un censimento: “In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra”, così oggi, la “scimmia di Dio”, vorrebbe fare qualcosa di altrettanto simile – sempre però in “parodia”, com’è nella sua essenza – e quindi renderà manifesto in questi tempi il suo “pupillo”, l’anticristo, adesso che il mondo è in lockdown (nient’altro che una pace fittizia, contenente in latenza acerbe proteste e feroci rivoluzioni, nascoste come il fuoco sotto la cenere)…

Il Nemico ha poi pensato anche ad un suo proprio censimento… ed è quel progetto digitale, ideato e brevettato, da Bill Gates: censimento digitale chiamato ID 2020 n. 060606…[12]

Certo che… a questo punto ci ritornano alla mente scenari inediti, che non saremmo mai riusciti soltanto ad immaginare, sino a qualche tempo fa: “[…] E rivederlo ancora, quel Vescovo di Roma, qualche giorno dopo, la mattina del 25 marzo 2020, recitare l’Angelus davanti ad una piazza San Pietro pressoché deserta, completamente vuota, quasi concreta immagine della “desolazione”…

Già, la desolazione!… Eppure c’era molta più allegria e spensieratezza, soltanto qualche tempo prima, quando il 7 ottobre scorso [del 2019], nella basilica di San Pietro, centro della cristianità, luogo santo per eccellenza, veniva portato in processione, all’interno di quelle sacre e venerande mura, il feticcio cosiddetto della “pachamama”…

Secondo alcune autorevoli e competenti voci, ciò che fu perpetrato quel giorno, in quella stessa basilica bagnata dal sangue dei martiri e che vide ben altri e più sacrali e augusti riti, fu un vero e proprio “abominio”…

Già, l’abominio!… Che ci sia forse una certa correlazione fra questi due concetti: abominio e desolazione, e che l’una sia come una conseguenza dell’altro?

Beh, è adesso inevitabile che mi vengano alla mente quelle gravi ed enigmatiche parole del Signore Gesù, dette a riguardo degli ultimi tempi: «Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo (chi legge comprenda)…»

E cosa disse il profeta Daniele a tal proposito?

Egli disse che: «… Nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e l’offerta: sull’ala del tempio porrà l’abominio della desolazione… Aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno l’abominio devastante… Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eletto l’abominio devastante, passeranno 1.290 giorni…»

A brevissimo, quanto sintetico commento alle suddette parole del Profeta, dico soltanto che: l’abominio devastante, non sappiamo “ancora” in cosa esso potrà consistere, mentre per l’abominio della desolazione, ho provato a darne una seppur timida ed ipotetica interpretazione, ed infine, per l’abolizione del sacrificio quotidiano, al momento ne possiamo avere soltanto una pallida e parziale idea, prendendo atto del divieto, da parte dei vescovi e dello stato, nei confronti di fedeli e sacerdoti, di partecipare insieme a qualunque funzione religiosa, la Santa Messa in primis, sotto pena di denunce e salatissime multe…”[13]

 

Ma tutto ciò sta avvenendo per la nostra personale santificazione, e per rafforzare la nostra fede, dandoci così la possibilità di meritare in grazia, ma soltanto dopo che anche noi, avremo reso la nostra intima e convinta testimonianza d’amore.

E che sia proprio così, ce lo ricorda anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (ai nn. 675-677), in cui ci avvisa che ai giorni nostri tutti i fedeli saranno chiamati a confrontarsi con una “prova finale”.

   Che forse questa si riferisca proprio alla situazione attuale, nella quale stiamo vivendo il lacerante dramma di una Chiesa (apparentemente) bicefala?

Una prova tale, in grado di “scuotere la fede di molti credenti”, poiché è attraverso di essa che si svelerà il mistero d’iniquità, capace di fornire una “soluzione apparente” ai problemi degli uomini contemporanei, sotto la forma però di una “impostura religiosa”.

Ed è allora che dovremmo schierarci, scegliendo da quale parte stare: se con l’anticristo (cioè l’antichiesa e l’antivangelo, come ebbe a dire san Giovanni Paolo II), questa scelta però al prezzo dell’apostasia dalla Verità, poiché in tal modo aderiremo alla “nuova Chiesa”, grande e ben voluta, anzi osannata dal mondo, ecologista ed ecumenica, che si occupa prevalentemente dei poveri e degli immigrati; oppure viceversa, se vogliamo restare con la Chiesa di sempre, anche se oggi è mal vista dal mondo, che la reputa integrista e fondamentalista, seguendo il santo Magistero, ritenuto oggigiorno antiquato, allora sì che rimarremo fedeli al Vangelo di Cristo, all’unico e vero Dio, al Salvatore e Redentore nostro: “ciò che abbiamo di più caro”![14]

 

E tuttavia, chi si sente davvero un “apostolo degli ultimi tempi”, egli pure ripercorrerà le vicende terrene del suo Maestro, insieme con i suoi apostoli, attraversando i tempi cruciali in cui “percuoterò il pastore e disperderò le pecore”[15]

E verseranno lacrime e sangue costoro, vedendo persino che un giorno: “Un uomo orgoglioso ordinerà la modifica della Professione di Fede e le sue azioni compiaceranno gli uomini perversi. Sarà una grande offesa al mio figlio Gesù. Soffro per quello che vi attende. Pregate.[16]

Fortemente indicativo inoltre, ciò che è stato reso pubblico dalle pagine del diario di Bruno Cornacchiola, non molto tempo fa, nelle Apparizioni alle Tre Fontane di Roma, poiché quello era un testo rimasto sino ad allora segreto: «Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio.Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine.[17]» (21.09.1988, da: S. Gaeta, Il Veggente. Il segreto delle Tre Fontane, pag. 218).

«Falsi profeti, che cercano con tutti i mezzi di avvelenare le anime, cambiando la dottrina di Gesù, mio amato Figlio, in dottrine sataniche; e toglieranno il sacrificio della croce che si ripete sugli altari del mondo! Questi avvelenatori toglieranno i mezzi della salvezza; e sono già penetrati nella luce della Chiesa…» (31.12.1990, id. pag. 221).

Ed aggiungiamo ancora, ciò che disse la Madonna in un’altra occasione, specialmente per coloro che pensano essere i Messaggi della Vergine una faccenda “privata”, da risolversi in ambito devozionale, e che non richiederebbero quindi, un nostro convinto assenso di fede e, innanzitutto, di responsabilità: «Sono anni che cerco in tutti i modi di avvertirvi, e non mi date ascolto, ma mio Figlio, per atto misericordioso, vi lascia ancora, per mio intervento, un lasso di tempo affinché riflettiate nella vostra coscienza… Chiamatela Apocalisse, ma è veramente una rivelazione che si attuerà se non vi convertirete. […] Pregate figli miei, pregate con fede e sarete salvati dall’inferno satanico che è giunto tra voi. È una Madre che vi ama che ve lo chiede, ascoltatemi.» (12.03.1983, id. pag. 224-25).

Pur tuttavia chi L’avrà ascoltata, animato ora dallo Spirito Santo e reso audace dalla Divina Condottiera, costoro sempre “si sentiranno protetti direttamente da Maria, e avanzeranno alla maniera evangelica della piccolezza, nonostante il violento discredito dell’élite dell’Antichiesa, capeggiata dal Falso Profeta. Piccoli, umili, nascosti, unicamente appoggiati su Dio e il Vangelo, sostenuti dall’Eucaristia – che soltanto essi continueranno ad adorare in ginocchio come Presenza reale, mentre l’Antichiesa rimarrà ostinatamente in piedi, in attesa di renderla semplicemente un Simbolo – sembrerà di vederli come la prima generazione cristiana, quella assediata da Nerone e dall’Impero romano!”[18]

 

Noi in ginocchio… loro in piedi!

E noi perché ci viene istintivo, avendocelo detto tante volte la nostra Mamma celeste…[19]

Ma essi poiché seguono il loro “profeta” che non si inginocchia mai dinnanzi a Gesù Cristo, presente nel sublime Sacramento dell’Altare, con tutto il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità, né durante la consacrazione, né durante l’adorazione… mai![20]

Al contrario, “Francesco” si è inginocchiato – ma diciamo questo per chi fosse ancora convinto che ad impedirgli di piegare le ginocchia sia una questione di “sciatica” – ché anzi tuttora s’inginocchia, per esempio durante il rito della “lavanda dei piedi”, o in altre occasioni, ricevendo delle particolari “benedizioni ecumeniche”, ecc. (ma voi comprovate ciò che stiamo dicendo, andando a visionare in rete i numerosi video, che appunto lo ritraggono, sia nella celebrazione di molteplici funzioni liturgiche, come in altri svariati momenti pubblici…).

 

Sergio Russo e Rosanna Boccacci

(Tratto dal libro “Cuori chiusi, menti chiuse, chiese chiuse… Cieli aperti!”, d’imminente pubblicazione sulla piattaforma di Amazon).

***

[1] «È necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine.» (cfr Mt 24,6).

[2] A questa obiezione, che qualcuno gli rivolse, Benedetto rispose candidamente che: «Il mantenimento dell’abito bianco e del nome Benedetto è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti.» (!) Risposta del Papa emerito Benedetto XVI alle domande del giornalista de “La Stampa” A. Tornielli(18 febbraio 2014).

[3] Dove P.P. sta per “Pontifex Pontificum”.

[4] L’anello del pescatore, o piscatorio (latino: Anulus piscatoris) è un segno distintivo del papa, che egli riceve durante la Messa solenne d’inizio del suo pontificato e che indossa all’anulare della mano destra. L’anello, appositamente creato per ciascun nuovo pontefice, deve il suo nome all’immagine di san Pietro che vi è raffigurato mentre getta le reti dalla sua barca. Lungo il bordo dell’immagine è inciso il nome del pontefice. L’anello era utilizzato fino al 1842 come sigillo per i documenti riguardanti gli affari di minore importanza della Santa Sede (brevi) redatti dal papa, o da lui controfirmati, e ancora oggi l’espressione sub anulo piscatoris è indicata in tali documenti.

[5] Riportiamo in nota un altro fatto che la dice lunga sulla rete di speciali “amicizie” che legavano J.M. Bergoglio alla cosiddetta Mafia di san Gallo, poiché nel suo primo Angelus egli si affretta a pubblicizzare (sebbene in modo “mimetizzato”) il suo “amico” cardinale W. Kasper: “In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un Cardinale – il Cardinale Kasper, un teologo in gamba, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali! Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene …” (Angelus del 17.03.2017).

[6] Ne proponiamo qui uno fra i tanti: https://www.holyart.it/it/accessori-per-la-liturgia/articoli-vescovili/croce-pettorale-buon-pastore-con-scatola-20×14-cm?gclid=Cj0KCQiAgomBBhDXARIsAFNyUqOGEMQAvrD6ch7ig6bsDdS04pjgsyqEWT4fgwK3hSbkB30Fp0G8uxEaAreTEALw_wcB.

[7] L’Anticristo, nella sua (perversa) essenza è di essere contro – anti – il Cristo, ma è anche la figura antecedente, che precederà cioè l’avvento, o parusia, di Nostro Signore.

[8] Nel noto “Libro Azzurro” di don Stefano Gobbi, il 13 giugno 1989.

[9] Davvero singolare, a tal proposito, è la “scoperta” del significato del famoso numero 666, per cui, chi fosse interessato ad approfondire tale tema, consigliamo di leggere su internet l’articolo di Andrea Cionci, intitolato “Il nome dell’Anticristo secondo l’alfabeto universale: una brutta sorpresa.” (https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/23564642/apocalisse-san-giovanni-666-nome-anticristo-alfabeto-codice-ascii-simboli-computer-bergoglio-papa-francesco-profezie-matemat.html).

[10]Vedi:https://www.agi.it/cronaca/news/2020-12-25/papa-vaccino-anti-covid-dato-a-tutti-10812754/

[11] Pax Romana Pax Augusti, che in italiano significa Pace Romana, è il lungo periodo di pace imposto sugli stati all’interno dell’Impero romano grazie alla presa del potere da parte di Augusto e chiamato per questo anche Pax Augustea.

[12] Se voi digitate in internet i termini: Bill Gates-Vaccinazione-Brevetto, la ricerca quasi sicuramente vi porterà a siti del tipo, per esempio: www.geopolitica.ru, nel cui articolo, intitolato ‘Bill Gates, vaccinazioni, microchip e il brevetto 060606’ viene spiegato che: “Il caso descritto di seguito si riferisce ad un fatto ufficialmente documentato, sebbene vi sia anche qualcosa di piuttosto biblico [apocalittico] al riguardo. Il brevetto WO/2020/060606 è stato registrato il 26 marzo 2020. La domanda di brevetto è stata depositata da Microsoft Technology Licensing, LLC, guidata da Bill Gates, il 20 giugno 2019 e, il 22 aprile 2020, il brevetto ha ottenuto lo status internazionale. Il nome del brevetto è: ‘Sistema di criptovaluta che utilizza dati relativi all’attività corporea’…

In altre parole, verrà inserito nel corpo umano un chip per monitorare l’attività fisica quotidiana di una persona in cambio di criptovaluta. Se le condizioni sono soddisfatte, la persona riceverà determinati bonus che potranno essere spesi…

E tuttavia la società di Bill Gates è coinvolta ancora in un altro progetto: il Progetto di identità digitale ID2020 Alliance. Oltre a Microsoft, vi troviamo pure la Rockefeller Foundation, la Gavi, Vaccine Alliance, una società che promuove attivamente e distribuisce vaccini in tutto il mondo, e che ha anche legami con la Bill & Melinda Gates Foundation, il Gruppo della Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’UNICEF, tutti quanti partner fondatori!

E come mai al brevetto è stato assegnato proprio il codice 060606? È soltanto una coincidenza, oppure è la scelta deliberata di ciò che viene definito, nel Libro dell’Apocalisse, come il numero della bestia?

[13] Articolo presente sul blog Stilum Curiae, del 14 aprile 2020 ed intitolato “Russo: la profezia di Ratzinger, la preghiera di Benedetto.”

[14] V. Soloviev, I tre dialoghi e Il racconto dell’Anticristo.

[15] Mt 26,31 e parall.

[16] N. S. di Anguera: messaggio n. 4.424 del 31.1.2017.

[17] “… attraversare una grande città mezza in rovina…” (Visione del Terzo Segreto di Fatima).

[18] A. M. Minutella, I tempi di Maria. Una lettura profetica delle Apparizioni Mariane, pag. 110-11

[19] “Cari figli, grazie per essere qui nella preghiera, piegate le vostre ginocchia…” (Trevignano Romano, 16 gennaio 2021).

[20] “Vi sono circoli di non poca influenza che cercano di dissuaderci dallo stare in ginocchio. […] L’incapacità ad inginocchiarsi appare addirittura come l’essenza stessa del diabolico… Chi impara a credere, impara anche ad inginocchiarsi, ed una fede o una liturgia che non conoscesse più l’inginocchiarsi sarebbe malata in un punto centrale.” (J. Ratzinger, Lo Spirito della Liturgia, ora presente nell’ “Opera Omnia – Vol. XI: Teologia della Liturgia”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, 2010, pp. 175-183).

Marco Tosatti

19 Marzo 2021 Pubblicato da  2 Commenti

https://www.marcotosatti.com/2021/03/19/russo-boccacci-ma-se-ratzinger-e-ancora-papa-allora/

Ratzinger nomina ambasciatore di pace/ Prerogativa Papa e i complottisti si scatenano

 - Niccolò Magnani

Ratzinger nomina il presidente INA come “ambasciatore di pace”: sarebbe prerogativa del Papa regnante e così scatta il dibattito con i “complottisti” che si scatenano

Papa Francesco in visita al Papa Emerito Joseph Ratzinger (LaPresse)
Basta una nomina e il dibattito su chi sia per la Chiesa Cattolica il Papa “legittimo” riesplode: non è stata data notizia sui principali media nazionali – eccetto Reggio Today e Libero Quotidiano – ma il Papa Emerito Joseph Ratzinger ha nominato come “Ambasciatore di Pace” Lorenzo Festicini, il presidente dell’unione umanitaria romana Istituto Nazionale Azzurro (organizzazione vicina al Cardinal Comastri, ndr). Sono state pubblicate anche alcune foto dallo stesso istituto dimostrando che Benedetto XVI nonostante l’età e le malattie è comunque in buona salute tanto da riuscire in piena pandemia a ricevere comunque visite, seppur molto rare.

«Si tratta di una nomina puramente spirituale, di una benedizione per la sua attività umanitaria in Benin» spiega Festicini, onorato di aver potuto incontrare il Papa Emerito e di aver scambiato con lui una piacevole chiacchierata sulle missioni esercitate dall’INA. La notizia di per sé finirebbe qui, ma “complottisti” e attenti osservatori delle dinamiche vaticane hanno giustamente riaperto il “dibattito” sull’anomalia dei due Papi.

https://www.ilsussidiario.net/news/ratzinger-nomina-ambasciatore-di-pace-prerogativa-papa-e-i-complottisti-si-scatenano/2145565/


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