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mercoledì 7 aprile 2021

Il giglio pasquale

Il giglio:
Simbolo dell’Annunciazione e della Resurrezione

Quando la Pasqua cade presto, vicino alla festa dell’Annunciazione, sembra appropriato considerare il simbolismo del giglio. Perché questo fiore è un simbolo collegato sia all’Annunciazione della Madonna sia alla Resurrezione di Nostro Signore.




Un simbolico vaso di gigli tra l'Arcangelo e la Madonna



Un simbolo della purezza e dell’innocenza della Madonna


Già nel VII secolo, il Ven. Beda (673-735) paragonava la Vergine Maria a un giglio bianco, i petali bianchi simboleggiano il suo puro corpo verginale e le antere dorate lo splendore della sua anima.

Troviamo anche un riferimento alla purezza della Madonna quando il grande San Bernardo (1090-1154) descrive la Madonna come “la viola dell’umiltà, il giglio della castità, la rosa della purezza”.

La Chiesa ha insegnato che l’Annunciazione ha avuto luogo in primavera “al tempo dei fiori”. Inoltre, secondo gli studiosi del tempo di San Bernardo, il nome Nazareth in ebraico significa fiore. Così, egli scriveva: “Il fiore volle nascere da un fiore, in un fiore, al tempo dei fiori” (Flos nasci voluit de flore, in flore et floris tempore). (1)

Il fiore che i medievali trovarono per simboleggiare al meglio la purezza di Maria, vergine ante partumin partu et post partem, fu il giglio, ammirato come fiore della purezza fin dai tempi degli antichi. Così, dal XIV secolo, divenne comune trovare il giglio nei dipinti e nelle miniature dell’Annunciazione. Tra l’Angelo Gabriele e la giovane Vergine in preghiera c’è il vaso con il giglio. In molte scene dell’Annunciazione dipinte durante il Rinascimento, l’Arcangelo Gabriele tiene un giglio.





Sono emerse bellissime leggende per spiegare l’origine del fiore. Si diceva che il giglio fosse nato dalle lacrime di Eva, quando fu cacciata dal giardino dell’Eden. Ma era giallo fino al giorno in cui la Vergine Maria si chinò a raccoglierlo, simboleggiando così il ruolo della Nuova Eva nel restituire al mondo l’innocenza perduta da Eva. (2)

Le leggende raccontano anche di un ebreo e di un cattolico che erano seduti insieme con un vaso di vino a discutere sulla perpetua verginità della Madonna.
Il cattolico disse all’ebreo: «Noi crediamo che come il gambo del giglio cresce col colore verde, e dopo emette un fiore bianco senza l’intervento dell’uomo o alcuna compromissione del gambo, così anche la Madonna ha concepito dallo Spirito Santo e dopo ha partorito suo Figlio senza macchia del suo corpo, Egli che è il fiore e il frutto principale di tutti gli uomini».
L’ebreo replicò: «Quando vedrò spuntare un giglio da questo vaso, crederò e non prima».

Ed ecco che immediatamente un giglio spuntò dal vaso, il più bello che si fosse mai visto. E quando l’ebreo lo vide, cadde in ginocchio e disse: “Signora, ora credo che tu abbia concepito dallo Spirito Santo Gesù Cristo, il figlio di Dio del cielo, e sei rimasta una fanciulla pura prima e dopo».
E l’ebreo fu battezzato e divenne un uomo pio.

Per questo motivo, chiude la leggenda, il vaso e il giglio è posto tra la Madonna e Gabriele: «Perché come questo ebreo disputava con il cattolico sul modo del concepimento della Madonna, così la Madonna stessa interrogò l’Angelo sul modo e sulla maniera in cui doveva concepire e rimanere fanciulla prima e dopo» (3).





È diventato tradizionale mettere un vaso di gigli tra l'Arcangelo e la Madonna


Per un miracolo simile che coinvolge un giglio, un pio monaco domenicano fu guarito dal suo dubbio sulla maternità verginale della Madonna.
Questo monaco si era rivolto a Sant’Egidio per alleviare i dubbi della sua anima. Sant’Egidio rimosse il suo dubbio senza spreco di parole.
Egli colpì semplicemente la terra con il suo bastone, e immediatamente un giglio spuntò come segno della verginità della Madonna prima della nascita di Nostro Signore. Poi colpì una seconda volta con il suo bastone, e un altro giglio spuntò come prova della sua verginità nel parto. Un terzo colpo con le parole «Virgo post partum» fece spuntare il terzo giglio, confermando la verginità di Maria dopo la nascita del Signore. (4)

Richiamandosi a questo grande miracolo, alcuni artisti che dipinsero delle immagini medievali dell’Annunciazione dipinsero tre fiori su un unico stelo.
Così, Maria venne ad essere associata non solo alla rosa, ma anche al giglio perché è bianco, intatto e nobile. Il giglio era anche reputato dagli antichi avere il potere di guarire, e così anche in questo corrispondeva alla Donna che doveva portare al mondo la cura per i suoi peccati.


Il giglio pasquale


Secondo una pia leggenda, dopo la Morte e la Resurrezione di Nostro Signore, alcuni di questi bellissimi fiori furono visti crescere nel giardino del Getsemani, dove Gesù andò a pregare la notte prima della sua Crocifissione. La leggenda dice che questi fiori spuntarono dove erano cadute gocce di sangue di Cristo mentre pregava”. Per questo sono chiamati “gli apostoli della speranza dalle bianche vesti” (5)-





I gigli di Pasqua sono una vista familiare sugli altari a Pasqua


Nel Medioevo e nel Rinascimento, tuttavia, non era comune vedere il giglio nei dipinti della Resurrezione. Invece, Cristo è quasi invariabilmente mostrato mentre risorge da una tomba da cui la pietra è già stata rimossa.
I vecchi maestri avevano una ragione per questo: Volevano raffigurare il profondo significato attribuito dai Padri alla rimozione della pietra. La pietra davanti alla tomba era un simbolo della tavola di pietra su cui era scritta l’Antica Legge - è l’Antica Legge stessa. Nell’Antico Testamento lo spirito era nascosto sotto la lettera come Cristo era nascosto sotto la pietra. Quando Egli risuscitò dai morti, la Legge non aveva più alcun significato (6).

Fu solo all'inizio del 1900 che il giglio divenne un ornamento comune nelle chiese e nelle case nel periodo pasquale e cominciò ad essere comunemente usato nei dipinti e nelle rappresentazioni della Resurrezione. In verità, il fiore si presta facilmente come un simbolo appropriato della Resurrezione.

Il bulbo apparentemente senza vita sepolto nella terra rappresenta la tomba di Cristo; dalla terra fredda si sprigiona nuova vita, ricordando Cristo che risorge dai morti. Come Cristo, il giglio di Pasqua rinasce per vivere di nuovo.
Questo glorioso fiore bianco a forma di tromba simboleggia la Sua vita dopo la morte. Il colore bianco candido sta per la purezza del Divino Salvatore, l’oro rappresenta la sua regalità, mentre la forma della tromba significa il richiamo della tromba di Gabriele alla rinascita e alla nuova vita.

Così, il fiore conosciuto come il Giglio Pasquale è diventato un simbolo della Resurrezione di Cristo e lo stesso fiore, conosciuto anche come il Giglio della Madonna, rappresenta l’Annunciazione.




Il giglio pasquale, ricco di simbolismo


NOTE


1.    Yrjö Hirn, The Sacred Shrine: A Study of Poetry and Art of the Catholic Church, London: Macmillan and Co, 1912, pp. 281, 282.
2.    Ibid., p. 281.
3.    Ibid., pp. 282-283.
4.    Ibid. Questi e altri episodi sono tratti da MirK’s Festial, una raccolta di omelie francesi del XIV secolo che venivano spesso usate come esempi nei sermoni.
5.    Allan Swenson, Flowers of the Bible and How to Grow Them, Citadel Press, 2002, pp. 182-183.
6.  Émile Mâle, Religious art in France in the XIII century, London/NY, 1913, p. 194.

di Marian T. Horvat, Ph.D.



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