Covid Ground Zero: Il Nuovo Medioevo è il titolo di un testo che ha cercato di interpretare la società contemporanea dopo la pandemia da Covid e alla luce di quello che i nostri avi vissero secoli prima di noi. La società è entrata in una fase di transizione, con processi di cambiamento che interessano tutti gli ambiti strategici e la stessa composizione sociale delle nostre comunità. Il Covid ha accelerato tutti questi processi immettendo il nostro mondo in un limbo temporale in cui tutte le possibilità sono aperte. Il tempo sospeso del lockdown ha portato molti a ragionare su che cosa sarebbe accaduto dopo. Alcuni speravano ad un ritorno alla “normalità”; altri auspicavano un miglioramento della società nel suo complesso e degli individui nelle loro soggettività. Il mondo post Covid sarà diverso dal precedente, ce lo dicono i dati e le letture non ingenue della realtà. Ma come sarà questa diversità? Quali saranno gli ambiti di cambiamento interessati? Le mutazioni saranno repentine o ci sarà un accompagnamento dolce? E ancora: il cambiamento sarà pacifico o avverrà in maniera violenta?​

Le prime tendenze rimandano ad una società più attenta alla natura in cui i legami fondamentali, quelli familiari, tornano alla loro naturale centralità dopo la rigida separazione. La famiglia e la scuola tornano al centro dell’attenzione e obbligano a seri processi di riflessione. La famiglia in particolare è stata il vero ammortizzatore sociale della crisi, con meccanismi di solidarietà importantissimi e senza i quali sarebbe entrato in crisi l’intero assetto sociale. D’altro canto la scuola, chiusa per un lungo periodo, è ritornata al centro dell’attenzione: il suo ruolo fondamentale, per anni svilito e appiattito da logiche legate ai contratti dei docenti, è tornato al centro del dibattito pubblico. Proprio famiglia e scuola sono i due ambiti sui quali la riflessione e la proposta politica dovrà concentrare i suoi sforzi, andando oltre le istanze ideologiche e decontestualizzate che arrivano da lobby e gruppi di pressione. In tutto questo, inoltre, è emersa una nuova centralità della morale (imposta dal dato di natura: comportamenti errati mettono a rischio se stessi e gli altri) e una tensione verso una dimensione di ricerca interiore, anche legata alla spiritualità, che mostra analogie con quanto accadde alla fine del II e del III secolo, periodo di fondamentali​ trasformazioni della civiltà antica, accompagnati dall’affermazione sempre più forte del Cristianesimo.

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Articolo 26

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