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domenica 25 aprile 2021

Uno Stato di sorveglianza

“Passaporto vaccinale” per andare a Messa?

In Gran Bretagna si accende il dibattito mentre in Italia arriva il “pass verde”


Nel mondo post-CovId-19 la libertà sembra essere subordinata all’immunità dal virus. Se ne discute già da mesi, ma ora una sorta di “passaporto vaccinale” sta diventando realtà a diverse latitudini, Italia compresa. In Gran Bretagna, dove la campagna di vaccinazione procede spedita, i termini di questo strumento che deve essere ancora messo a punto fanno però discutere.

Apartheid medico

In una lettera aperta al premier Boris Johnson, oltre 1200 leader di Chiese cristiane hanno chiesto di non introdurre il “passaporto vaccinale”, definendolo «una forma di coercizione non etica». I religiosi avvertono il rischio che si crei «una società a due livelli, un apartheid medico in cui una sottoclasse di persone che rifiuta la vaccinazione è esclusa da aree significative della vita pubblica». Non solo, essi esprimono «il legittimo timore» che il “passaporto vaccinale” sul CoViD-19 possa rappresentare un precedente: un domani la libera circolazione potrebbe essere limitata anche a chi non si sottopone ad altri trattamenti sanitari.

Uno Stato di sorveglianza

«Questo schema», rilevano i leader cristiani, «ha il potenziale di portare alla fine della democrazia liberale come la conosciamo per creare uno Stato di sorveglianza in cui il governo utilizza la tecnologia per controllare alcuni aspetti della vita dei cittadini». I religiosi sono dunque sicuri che ciò costituisca «una delle proposte politiche più pericolose mai fatte nella storia politica della Gran Bretagna». Sulla questione, qui in Italia, è intervenuto il Garante per la protezione dei dati personali, che in un comunicato pubblicato il 1° marzo sottolinea che un «trattamento non corretto» del passaporto vaccinale può comportare «compressioni illegittime di libertà costituzionali». Venerdì scorso poi, il Garante ha inviato una lettera al governo in cui chiede chiarezza su sei criticità del “pass verde”.

Non tradire il Vangelo

Ed è una libertà garantita, almeno nei Paesi democratici, quella di professare il proprio culto. Nella loro lettera aperta, i leader cristiani britannici affermano: «non prevediamo circostanze in cui potremmo chiudere le porte a coloro che non hanno un “passaporto vaccinale”, un tampone negativo o qualsiasi altro documento inerente alla salute personale». Essi ricordano che escludere dalle chiese persone che «lo Stato considera indesiderabili» costituisce «un anatema e una negazione della verità del Vangelo». Del resto, aggiungono, «il messaggio che predichiamo è offerto da un Dio» che si dona gratuitamente e chiama tutti al pentimento e alla fede in Gesù Cristo. Pertanto «negare alle persone l’ingresso per ascoltare questo messaggio» sarebbe «un tradimento di Cristo e del Vangelo».

Britannica opposizione

Curioso che in Italia, dove sono state vaccinate circa 5milioni di persone, il cosiddetto “pass verde” stia per essere approvato, mentre in Gran Bretagna, dove una larga fetta della popolazione è stata vaccinata (più del doppio che da noi), il dibattito sia ancora in corso. Nel Parlamento di Londra si è creato un fronte trasversale di almeno 70 deputati che si oppongono al “passaporto vaccinale”. «Con alti livelli di vaccinazione che proteggono i vulnerabili e rendono meno probabile la trasmissione, dovremmo mirare a tornare alla vita normale, non a mettere in atto restrizioni permanenti», ha scandito il Conservatore Graham Brady. Chissà se qualche suo collega qui in Italia deciderà di imitarlo.


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