ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 10 maggio 2021

Il covidismo neonata religione universale

Danilo Quinto: Perché il Governo Ostacola Chi Cura e Salva i Malati di Covid?

 Carissimi Stilumcuriali, Danilo Quinto ha scritto questa riflessione su quanto stiamo vivendo, e mi sembra interessante condividerla con voi. Vorrei di mio aggiungere qualche altro spunto; come i mass media, salvo qualche lodevole eccezione, abbiano smesso di parlare di reazioni avverse ai “vaccini” del numero crescente di persone – non ci sono statistiche, ma dalla lettura delle testimonianze sui social il problema è evidente – che dopo aver ricevuto due dosi si ammalano, qualcuna, purtroppo anche gravemente; come con grande candore venga ripetuto dai Soloni intervistati che bisogna stare attenti, anche dopo le dosi ci si può ammalare e contagiare (ma allora….?) e come sin dall’inizio sia in atto una campagna violenta contro le cure esistenti a basso costo. A pensar male…ma ricordate l’articolo di Lancet contro l’idrossiclorochina, ritirato perché basta su dati falsi? E l’ammissione da parte dei direttori di prestigiose riviste scientifiche della realtà di “studi” formalmente ineccepibili, ma che dicevano il falso? Chi ha interessi giganteschi, e vuole renderli ancora più immensi ha i mezzi per influenzare giornali, televisioni, “scienziati” e politici, a cominciare da quella vergogna nazionale rappresentata dal Ministro della Salute Speranza. Buona lettura.

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Da mesi, è ormai evidente che la partita del Covid si gioca su un unico punto: le cure domiciliari ai primi sintomi, in base all’esperienza ed al protocollo di medicinali che professionisti liberi dai condizionamenti del potere – da candidare al Premio Nobel! – praticano gratuitamente (sopportando, in alcuni casi, inchieste a loro carico da parte degli Ordini professionali) nei confronti dei pazienti, come fa la rete di Ippocrate.org. (che ha finora curato – in base ai dati diffusi e documentati – 60.000 pazienti, con soli 5 decessi, di persone che si erano a loro affidati dopo 5 giorni dall’insorgenza della malattia). Così, si evitano i ricoveri in ospedale, le intubazioni e le morti.

I dati esperenziali e scientifici – anche se non randomizzati, come si dice in termini tecnici, ma qualitativamente e quantitativamente molto significativi – relativi a questa possibilità, sono quindi noti. Incredibilmente, però, ignorati dal potere, che si ostina a porre ostacoli su ostacoli perché queste cure siano conosciute, favorite e praticate dai medici del territorio, proponendo perfino un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar relativa alle cure domiciliari. Tachipirina e vigile attesa sono le uniche cure possibili per il Ministero della Salute.

Quest’intollerabile opposizione, ha concorso o no a produrre oltre 125.000 morti attribuiti al Covid-19? Ognuno ha il dovere di farsi un giudizio. Il mio giudizio è che qualcuno pagherà, in questa vita o nell’altra.

Perché quest’accanimento contro le cure domiciliari ai primi sintomi? Se fosse dimostrata – come di fatto è dimostrata – la possibilità che la malattia si può curare (con farmaci largamente conosciuti e che costano pochi euro), verrebbe meno la scelta di sottoporre la popolazione alla sperimentazione di uno pseudo-vaccino, grazie ad una campagna pedagogica, martellante ed ossessiva, che ora si vuole estendere anche alle giovani generazioni e verrebbero anche meno – di conseguenza – tutte le misure che il potere ha preso per limitare e annullare le libertà. Tutte le libertà, compresa la libertà di cura.

I morti causati dagli pseudo-vaccini? Non esistono. Così com’è irrilevante, dal punto di vista morale, l’utilizzo di cellule di bambini fatti abortire volontariamente per la produzione di questi farmaci, sono irrilevanti: gli eventi avversi; l’aumento dei contagi a causa delle somministrazioni; i rischi sulla fertilità per gli uomini e di sterilità per le donne (e poi, alcuni pusillamini, dicono che questa pseudo-pandemia non ha l’obiettivo di ridurre la popolazione mondiale); il fatto che questi farmaci non siano mai stati sperimentati sull’uomo e che le conseguenze nel medio-lungo periodo siano sconosciute (infatti – sostengono i medici che non vengono invitati a parlare in televisione – sono filamenti di mRNA che vanno ad introdursi nel DNA e gli ordinano di produrre una proteina che non aveva mai prodotto) E’ irrilevante che non sia possibile scegliere il vaccino da farsi inoculare, a virus inattivato – come spiegano i medici di Ippocrate.org – simile a quello che siamo stati abituati ad usare nel passato, disponibile in alcuni Paesi europei, ma non in Italia. I benefici della sperimentazione di massa superano i costi, dicono. Domanda: se i costi non esistessero, perché è stato previsto lo scudo penale per i somministratori dello pseudo-vaccino?

Alla plebe questa domanda non interessa, così come non interessano le decine di altre domande che rimangono senza risposta. Attende quello che è stato già programmato, sul piano sanitario, economico e sociale. Rifiuta d’informarsi e di approfondire. Esegue scrupolosamente gli ordini. Il potere gioca sulla sottomissione dei suoi sudditi, allevati nell’ideologia catto-comunista, che nei decenni passati ha divorato tutto – la loro fede, la loro ragione, la loro cultura, la loro dignità – e li ha resi ignavi, pavidi, tiepidi, pronti ad essere vomitati dalla bocca di Dio, come dice l’Apocalisse. Per questi individui non c’è più nulla da fare. Vivono nella palude, nella loro melma fangosa. Tolgono le museruole ai loro cani e le indossanno loro. Sopravvivono nell’attesa che i demiurghi terreni che loro stessi si sono scelti, indichino la strada da percorrere. S’inchinano al potere e si rifiutano di vivere nella Verità. La disprezzano. Hanno paura della morte, perché non hanno fede in Dio e nella vita eterna. In molte parti del territorio italiano, per garantirsi un futuro, consegneranno le loro vite alle mafie e alle organizzazioni criminali. Si cannibalizzeranno tra loro, quando – tra breve – scoppieranno le rivolte sociali per il cibo da mettere sulla tavola per i propri figli. L’elite l’ha messo nel conto e si è già preparata ad affrontarle.

E’ doloroso dirlo, perché Dio vuole tutte le sue creature convertite e salve, ma continuare a dare le perle ai porci – come dice Gesù (Mt 7, 6) – è imprudente, oltre che inutile. Facciano la fine che hanno scelto di fare. E’ vicino – per grazia di Dio – il momento della separazione tra la zizzania e il grano. Ci sarà da tremare.

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Cari amici,
sono disponibili le ultime copie dell’ultimo mio libro “Il disegno del diavolo – Il virus e l’uomo che vuole fare a meno di Dio”. Chi lo volesse, può scrivere a
 pasqualedanilo.quinto@gmail.com.

Marco Tosatti

10 Maggio 2021 Pubblicato da  11 Commenti

https://www.marcotosatti.com/2021/05/10/danilo-quinto-perche-il-governo-ostacola-chi-cura-e-salva-i-malati-di-covid/

Misure restrittive anti-Covid e diritti umani. Così tutti i parametri sono stati sconvolti

Tutti malati fino a prova contraria, tutti untori fino a prova contraria. Molte delle misure anti-Covid si stanno dimostrando non solo illogiche e incoerenti, ma pericolose per le nostre libertà. Un’analisi di questa situazione, caratterizzata da un dispotismo di fatto che ha pesanti conseguenze culturali, sociali e giuridiche, viene condotta nel video che qui vi propongo. Con il coordinamento di Federica Picchi, intervengono la dottoressa Silvana De Mari, l’avvocato Francesco Fontana (presidente dell’associazione Iustitia in Veritate) e il costituzionalista Daniele Trabucco. “La libertà è ormai relegata a spazi interstiziali”, afferma Trabucco che non esita a parlare di “fantadiritto” ormai affermato.

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Il pericolo del covidismo: tra serpente e cappio temiamo il serpente

“Ci sono due modi per far muovere gli  uomini: l’interesse e la paura.”
Napoleone Bonaparte

Unire l’intera umanità sotto un’unica fede è un’impresa in cui han fallito religioni venerande, nonostante millenari proselitismi. Al covidismo son bastati invece pochi mesi per radunare i popoli della Terra in una Chiesa perfettamente organizzata sul piano del dogma, della morale e della liturgia. Il segreto di tale risultato è duplice: da un lato, una congregazione mondiale de propaganda fide che ha svolto una formidabile e diuturna opera di conversione; dall’altro, un’umanità che della propaganda fa ormai il suo pane quotidiano, l’aria che respira.

Il covidismo, neonata religione universale, non soppianta le precedenti religioni o filosofie, ma le ingloba. Riunisce cristiani, marxisti, buddhisti ecc. all’interno di un unico grande pensiero ecumenico, nonostante sia per sua natura anti-cristiano, anti-marxista ecc. La neo religione attrae le masse per la sua dogmatica medico-scientista, mediatrice tra l’uomo e la salvezza.

Come dottrina metafisica, il covidismo ruota su due cardini: il  Peccato, contagio spesso asintomatico che rende l’uomo mortale, e la Grazia, speranza di immortalità mediata da un vaccino. Entrambi sono misteri della fede e in quanto tali trascendono la ragione. Come prassi morale, il covidismo è una Legge di tipo mosaico, precettistica scrupolosa e ossessiva fatta di purificazioni e interdizioni rituali. Ma è anche profetismo escatologico, sorta di millenarismo, utopia farmaceutica secondo cui i giusti, cioè i vaccinati, regneranno sulla Terra.

Il covidismo non è dottrina d’amore o verità ma di paura. Non presuppone alcuna trascendenza. Professa un’immanenza carnale e malaticcia, cui dedica un culto integralista. È incerta guerra fra una Natura satanica e un Farmaco messianico. Non promette felicità in questo o in altro mondo. Non prevede, come ogni altra religione, una salute futura; solo un’emergenza sanitaria che sempre rinasce dalle proprie ceneri, come una Fenice; un eterno stato influenzale cui opporre un perenne Stato diagnostico-terapeutico. È celebrazione di una perpetua ipocondria.

Alcuni, senza dubbio, sono covidisti per calcolo, come per convenienza furono cristiani alcuni conquistadores o schiavisti, papi e cardinali. Ma il covidista ingenuo si illude, osservando i precetti e partecipando ai Sacramenti vaccinali, di poter salvare l’umanità, o almeno sé stesso, dal peccato e dalla morte.

Politicamente, il covidismo mira a governare l’umanità ricordandole quotidianamente la sua precarietà biologica, sorta di assillante memento mori. Soddisfa così l’oscura voluttà con cui tanti amano la sofferenza e la paura. Il covidista gode delle sue catene, prova una dissimulata libidine nel sottomettersi. Psicologicamente, il covidismo è quindi una nevrosi masochistica. Prospera perché pesca in quella sterminata massa che da sempre ama la servitù volontaria.

“Il segreto della felicità è la libertà e il segreto della libertà è il coraggio”, dice Pericle. “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”, risponde don Abbondio. Chiedere a un pauroso di aver coraggio sarebbe dunque come chiedere a un paralitico di camminare. Lamentando un’ingiustizia di nascita – che l’ha fatto “vaso di terracotta” – don Abbondio si ritiene esonerato dal dovere di affrontare il male. Il suo errore è confondere paura e viltà, ovvero un istinto con un vizio morale. Provar paura è naturale. Vile invece è sfuggire o nascondersi al proprio destino.

È immune alla paura chi stima un nulla ciò che può perdere. Così, non ha paura di morire chi disprezza la vita; o chi sa di essere un attore immortale che recita la parte di un condannato a morte. Non ha paura chi sa guardare al dolore, fisico o morale, con distacco. Il perfetto stoico, messo ad arrostire nel toro di Falaride, conserva la sua imperturbabilità, almeno in teoria. È libero dalla paura anche chi corregge la falsa percezione di una realtà minacciosa.

Prendiamo un uomo che torna a casa camminando tra le ombre incerte della notte. D’improvviso si trova davanti un grosso serpente e ha un moto di terrore. Ma ecco che dalle nuvole sbuca la luna e illumina la scena. Capisce allora che si tratta di una corda e la sua angoscia dilegua. Questa nota parabola non ci chiede di essere eroici ma di rettificare le nostre percezioni. Ci ricorda che la paura ha spesso radici nell’immaginazione. Più delle cose in sé noi vediamo le lunghe ombre che proiettano.

Quante volte rinunciamo alla libertà e alla felicità cedendo a paure immaginarie?
Il covidismo è appunto una pedagogia della paura basata su fittizie rappresentazioni del reale. Proietta nella coscienza collettiva l’ombra di un enorme serpente nelle cui spire verremo presi, soffocati e ingoiati, se non procediamo coi rituali esorcismi e sacrifici. È un sorta di Idra mitologica, ma su chi osi dubitare della sua esistenza, della sua malignità o delle sue reali dimensioni, incombono l’apostasia e la scomunica.

Tuttavia, alcuni scettici hanno cercato di disperdere le nuvole che coprono la luna. Hanno visto così che il temuto mostro, divoratore d’uomini, era in realtà una corda, contraddicendo le canoniche litanie della paura. Ma questo non li ha affatto rassicurati. Quella corda è infatti usata per legare mani e piedi, cuore e cervello della gente. Ricorda la corda con cui l’Inquisizione torturava gli inquisiti, il cappio con cui si veniva impiccati.

In quella corda si annodano tutti i vincoli penosi, di natura fisica e morale, che il covidismo vuol imporci per il nostro bene; i veleni che vuol somministrarci come antidoto al presunto veleno del serpente. Perciò, più del serpente ci spaventa la corda; più di un’influenza passeggera temiamo una durevole dittatura.

Il covidismo è dunque un’illusione ottica. Ma per il covidista è la corda la vera allucinazione, il fantasma di un complotto. Si creano così due visioni contrapposte, due mondi ostili e divisi. E i pochi visionari che temono la corda si sentono ribelli e naufraghi in un mare di menzogne, “rari nantes in gurgite vasto”. Forse impauriti come don Abbondio, speriamo non altrettanto vili.

 Fonte: Ereticamente

https://www.vietatoparlare.it/il-pericolo-del-covidismo-tra-serpente-e-cappio-temiamo-il-serpente/


Approfondimento Medico-Socio-Giuridico con Silvana De Mari, medico chirurgo e saggista Francesco Fontana, avvocato del Foro di Milano e fondatore di Iustitia in Veritate Daniele Trabucco, costituzionalista e professore universitario modera: Federica Picchi, economista e fondatore di Dominus Production https://www.youtube.com/watch?v=1yxxtxAt5Hc

Iustitia in Veritate: il coprifuoco è una norma illegittima

tra tutte le norme imposte la più invasiva è il coprifuoco

Illegittima perseveranza del coprifuoco

COMUNICATO

Il D.L. n. 55 del 22 aprile 2021 che fissa le nuove condizioni di progressiva riapertura di alcune attività mantenendo lo stato di emergenza fino al 31 luglio è in linea con la reiterata narrazione che ormai da oltre un anno sta soggiogando alla illogicità ed agli abusi.

La conferma del “coprifuoco” dalle 22 alle 5 almeno fino al 15 giugno, il preannunciato arrivo delle c.d. “certificazioni verdi Covid-19” con possibilità, per chi ne sia munito, di muoversi liberamente o verso un’abitazione privata (sempre una sola volta al giorno) in quattro persone più figli fino a 14 anni e persone con disabilità o non autosufficienti conviventi e, infine, la possibilità di effettuare attività di consumazione al tavolo soltanto all’aperto e nel rispetto dei limiti di orario sugli spostamenti, solo per citare le più eclatanti assurde non “novità” del decreto,  manifestano la sempre più evidente distopia in cui si costringe a vivere.

Ciò che emerge, oltre al deturpamento del giuramento di Ippocrate di quasi tutta la classe medica, è anche la totale assenza dal dibattito dei c.d. giuristi che ben potrebbero chiarire quanto accade dal punto di vista del diritto.

Tacciono sia gli esperti burocrati delle più alte cariche dello stato, sia gli ormai ex sostenitori della “carta più bella del mondo”, stranamente silenti di fronte alla palese devastazione dei più basilari diritti della persona e delle relazioni.

La distruzione dell’umano e del sociale, infatti, prosegue anche con gli ultimi provvedimenti – sia pure ammantati, rispetto al passato, da una sorta di propedeutica veste legislativa tramite un decreto legge -, lasciando tuttavia intatto ogni riferimento operativo e pratico del DPCM “madre” dell’8.03.2020 in ogni sfaccettatura di regolamentazione illogica e senza fondamento.

Siamo chiaramente di fronte al tentativo di instaurazione un nuovo stato etico che si erge educatore dei cittadini, a tal punto che ormai senza pudore hanno trovato ingresso legislativo semplici norme igieniche comportamentali “suggerite”, come rivolgendosi a dei bambini.

Va quindi ribadito che tutta la regolamentazione emergente da tali provvedimenti amministrativi non ha alcun pregio di validazione giuridica, perché i cd DPCM sono semplici atti amministrativi – per giunta monocratici – che non hanno forza vincolante dal punto di vista della gerarchia delle fonti del nostro diritto dove, in cima, vige la Costituzione.

Tutte le altre fonti normative sono necessariamente subordinate alla carta costituzionale e non possono contrastare con quelle superiori; e ciò vale anche per le leggi ordinarie, per i decreti legge e i decreti legislativi.

Quindi, considerato che il decreto legge può essere adottato dal governo per motivi d’urgenza e di necessità, stride innanzitutto che dopo oltre un anno venga dichiarata una emergenza continua senza esservene i presupposti che, al limite, potevano essere riconosciuti un anno fa.

Quale può essere dunque il vero scopo, se non mantenere una condizione di frastornamento e caos per i cittadini, ormai in gran parte avulsi da capacità critica rispetto all’esautoramento dello stesso parlamento che sarebbe il luogo decisionale per la formazione delle leggi ordinarie?

Il tutto contornato da una opposizione politica che ha di fatto abbandonato la difesa delle libertà costituzionali, spostandosi chiaramente verso altre “priorità”, mentre anche il sociale muore.

Ma neanche si vede più il vulnus alle convenzioni che sanciscono il principio del bene assoluto della persona e della sua libertà, come sancito negli artt. 2 e 5 del trattato di Oviedo, e che hanno efficacia superiore alla stessa legge italiana che si deve adeguare al diritto internazionale riconosciuto o pattizio.

Solo molto in basso troviamo dunque i regolamenti amministrativi, e cioè il DPCM, che è semplicemente un atto amministrativo che non può derogare alle leggi ordinarie, tanto meno alla costituzione, nonostante si continui ad utilizzarlo per “legiferare” di fatto, pur rimandando ora a un decreto legge.

In altre parole ogni singola norma regolamentare che proviene dal DPCM è illegittima per contrasto con tutte le norme legislative superiori, a partire dalla Costituzione, e dei trattati internazionali che, tramite l’art. 10, hanno forza di legge vincolante sul territorio.

Tra tutte le norme “regolamentari” riproposte forse la più invasiva è il cd COPRIFUOCO, essendo stato riconfermato il divieto degli spostamenti tra le 22 e le 5.

Tale prescrizione è totalmente illegittima, apparendo in tutta la sua illogica prescrizione di terrore e stupidità, forse riconfermata proprio confidando sul silenzio di chi autorevolmente dovrebbe e potrebbe intervenire per fermarne l’orrore, ormai peraltro essendosi diffuso quasi un torpore da assoggettamento accettato, ponendo così le basi di una dittatura sanitaria condivisa.

Perché – come anche chi tace sa bene – la presunta tutela della salute sancita dall’art. 32 della costituzione di fatto ormai sta fagocitando ogni altro diritto della persona costituzionalmente garantito sotto un’equivoca interpretazione “solidaristica”, per cui dovrebbe prevalere un “interesse collettivo” alla salute, sacrificando la persona e i suoi diritti, garantendo prima lo stato e poi “forse” l’individuo, ormai però anonimizzato e senza vera rappresentanza politica.

Tale interpretazione da regime totalitario che stabilisce qual è il “bene” del cittadino, da stato etico che educa il cittadino / bambino al punto da normare banali consigli comportamentali di igiene, non è legale ma – complice il silenzio e l’accettazione dei più –, è diventata consuetudine con una pericolosissima acquiescenza ad una incapacità o non volontà di reazione.

Si sono poste così le premesse per una successiva base giuridica meno improvvida di un DPCM attraverso la reiterazione oggettiva dei comportamenti (o dell’accettazione di uno stato di fatto) e

il formarsi dell’autoconvincimento soggettivo di sottostare ad un presunto obbligo giuridico, anche se stupido e infondato pure dal punto di vista sanitario.

Questa grave deriva è tuttavia scardinabile da semplici osservazioni di diritto che fortunatamente – e faticosamente – cominciano a fare capolino in pronunciamenti della magistratura che ne identificano l’improponibilità nel nostro sistema democratico costituzionale, come di recente la esemplare sentenza 54/2021 del 27.01.2021 della sezione GIP-GUP del Tribunale di Reggio Emilia.

Il pronunciamento è molto chiaro: la disposizione dell’art. 1 del DPCM 08.03.2020 a cui ancora oggi si fa riferimento, e che prevede un divieto generale e assoluto di spostamento, configura un vero e proprio obbligo di permanenza domiciliare.

Di conseguenza, poiché nel “nostro ordinamento giuridico, l’obbligo di permanenza domiciliare consiste in una sanzione penale restrittiva della libertà personale che viene irrogata dal Giudice penale per alcuni reati all’esito del giudizio …è indiscusso che l’obbligo di permanenza domiciliare costituisca una misura restrittiva della libertà personale”.

Nel nostro sistema giuridico, infatti, per ogni provvedimento che limiti o coinvolga la libertà personale è previsto un controllo del Giudice sulla sussistenza dei suoi presupposti applicativi indicati tassativamente dalla legge, come previsto dall’art. 13 della Costituzione che stabilisce che le misure restrittive della libertà personale possano essere adottate solo “su atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.

Ne conseguono due corollari – statuisce la sentenza – 1) “che un DPCM non può disporre alcuna limitazione della libertà personale, trattandosi di fonte meramente regolamentare di rango secondario e non già di un atto normativo avente forza di legge “ e, 2), che “neppure una legge potrebbe imporre l’obbligo della permanenza domiciliare poiché l’art. 13 della Costituzione prescrive una doppia riserva, di legge e di giurisdizione, implicando necessariamente un provvedimento individuale diretto e dunque nei confronti di uno specifico soggetto”.

Pertanto, con buona pace di tutti i giuristi silenti, sono illegittimi i provvedimenti – come per l’appunto il coprifuoco – rivolti alla generalità dei cittadini.

Ed è quindi finalmente definita l’assoluta inconsistenza del DPCM anche per i cd puristi legulei, qualificandolo per quello che è, ovvero un semplice atto amministrativo rispetto al quale il Giudice non ha alcun obbligo di “rimettere la questione di legittimità costituzionale alla Corte costituzionale ma deve procedere  direttamente alla sua disapplicazione in quanto atto amministrativo illegittimo per violazione di legge” (in questo caso della Costituzione e dei trattati internazionali, in violazione dell’art. 10 che li ratifica).

E neppure – con buona pace sempre dei silenti di ogni genere – ha senso porre in conflitto l’art. 13 della costituzione con l’art. 16 che tutela la libera circolazione, in quanto: ..”la libertà di circolazione non può essere confusa con la libertà personale: i limiti della libertà di circolazione attengono a luoghi specifici …ma quando invece il divieto di spostamento non riguarda i luoghi ma le persone allora la limitazione si configura come vera e propria limitazione della libertà personale”, con conseguente “ dovere del Giudice ordinario di disapplicare tale DPCM ai sensi dell’art. 5 della legge n. 2248 del 1865 All. E”.

Di fronte a tale inoppugnabile limpidezza il perseverare nelle imposizioni che l’attuale governo si ostina a riproporre può solo far immaginare altri due corollari finali: 1) o una stupefacente superficialità nella conoscenza della propria potestà legislativa; 2) o che agisca nel convincimento di una totale impunità che poggia sull’acquiescenza dei più, e sul silenzio di chi tace pur potendo interrompere la devastazione umana e sociale che comporta.

Ma su tali ipotesi anche un giurista “non silente” deve per forza tacere, lasciando il campo ad altri, e tuttavia avendo posto le basi per le inevitabili valutazioni e decisioni.

Milano, 3 maggio 2021

Avv. Francesco Fontana

Presidente di Iustitia in Veritate – Milano

fonte: http://www.iustitiainveritate.org/illegittima-perseveranza-del-coprifuoco/

https://www.vietatoparlare.it/iustitia-in-veritate-il-coprifuoco-e-una-norma-illegittima/

In Spagna è finita l'emergenza


Mentre l'Italia è ancora immersa dentro un clima di dittatura sostanziale la Spagna dichiara finita l'emergenza. Comincia a scricchiolare la narrazione allarmistica costruita dai media posseduti dall'oligarchia globalista? Ne parliamo a "Dietro il Sipario" in compagnia di Fulvio Grimaldi, Guido Salerno Aletta e Giulio Tarro

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