PRIMO CHIARIRSI LE IDEE CONFUSE
Se ci chiedessero qual è la massima urgenza a livello esistenziale, intellettuale, psicologico, morale, in questo momento storico, senza esitare risponderemmo: far sì che il maggior numero possibile di persone riesca a chiarire in fretta la propria confusione mentale. La stragrande maggioranza delle persone che pur dicono di pensare, pensa attraverso idee confuse, e la propria confusione mentale è causa di comportamenti errati, di scelte sbagliate, e di ulteriore confusione per sé e per gli altri, ad esempio per i propri figli o, nel caso di chi ha una responsabilità educativa istituzionale, per i propri alunni.
La maggior parte della gente, in verità, non pensa affatto; vive di sensazioni e di emozioni, e, quanto alle idee, prende in prestito quelle di qualcun altro, in particolare quelle veicolate dalla televisione, dalla stampa e dal cinema (se idee si possono chiamare i vari aspetti di un vergognoso, sistematico indottrinamento ideologico di segno totalitario). Eppure, paradossalmente, è preferibile la condizione di chi non pensa, a quella di chi crede di pensare, e invece vive in un mondo d’idee terribilmente confuse e contraddittorie. Fra l’uno e l’altro vi è la stessa relazione che esiste fra l’ignorante e il semisapiente. L‘ignorante non sa nulla, pertanto la sua mente è una tabula rasa, sulla quale si può forse costruire qualcosa di valido. Il semisapiente sa poco e male, ma crede di sapere molto, se non tutto, e comunque d’aver compreso ciò che è importante: con costui è difficilissimo ragionare e ancor più difficile deporre nella sua mente il seme d’un pensiero autentico e un sincero desiderio di ricerca del vero. Allo stesso modo colui che non pensa, perché non ha mai imparato a pensare (come c’è chi non ha mai imparato a nuotare, e magari scrive trattati sull’arte della navigazione, o sul nuoto come disciplina olimpionica) potrebbe incominciare a farlo domani, se gli si presentasse l’occasione giusta; mentre colui che crede di pensare grandi cose, ma ha la testa ingombra di pensieri quanto mai confusi, difficilmente uscirà dal proprio stato confusionale, perché non ritiene di trovarsi in tale condizione. Tutto al contrario, giudica di essere lucido e acuto nei suoi ragionamenti, e quindi è privo di quella umiltà senza la quale non s’impara nulla, tanto meno a pensare con la propria testa.
Oggi, la maggior parte della gente "non pensa" vive di emozioni: quanto alle idee le prende in prestito da qualcun altro, in particolare da quelle veicolate dalla stampa e televisione!
Qualcuno obietterà: certo che la gente ha le idee confuse; viviamo in una società confusa, e gli eventi che ci sono piovuti fra capo e collo negli ultimi quattordici mesi, la cosiddetta pandemia e la cosiddetta emergenza sanitaria, eccetera, eccetera, di sicuro non hanno contribuito a schiarirle, né hanno favorito un clima di razionalità e lucidità di giudizio. Questa osservazione tuttavia è puramente tautologica, o peggio: scambia l’effetto per la causa, quindi non spiega nulla e non chiarisce nulla. Certo che la società contemporanea è una società confusa; e quindi confusa è la cultura, confusa l’educazione, confusi i valori, confuso il significato delle singole cose e della vita umana: tutto opinabile, tutto intercambiabile, tutto relativo, contingente, storico e perciò transitorio. Però la società è confusa perché le persone sono confuse: sono le persone con le idee chiare che costruiscono, con le loro reciproche relazioni, una società che ha chiaro quel che vuole essere, quello che per essa è prezioso, e la direzione verso cui si deve andare. Non stiamo parlando di una società ideale e neppure di una società antichissima, scomparsa da chissà quanti secoli o millenni; niente affatto: stiamo parlando della società dei nostri nonni. Noi lo abbiamo visto, quel mondo, quando eravamo bambini: lo abbiamo visto, lo abbiamo vissuto dall’interno, ne abbiamo respirato l’atmosfera, ne abbiamo ricevuto i valori e ci siamo avvantaggiati di quei modelli, di quello stile, di quei comportamenti nella vita quotidiana. Noi c’eravamo e quindi non ci possono dire che una società del genere è utopistica, che storicamente non si è mai realizzata. Non ci possono dire che è normale avere dei governanti e dei politici come quelli che abbiamo oggi; che è normale avere dei professori di liceo e di università come quelli odierni; che è normale essere curati, si fa per dire, da medici e apparati sanitari come quelli che oggi ci sottopongono ai loro protocolli sanitari; e che è normale trovarci fra i piedi preti, vescovi e teologi che parlano, scrivono e agiscono come la banda di Bergoglio e dei suoi gesuiti infedeli e traditori, chiacchieroni e bugiardi, eretici e bestemmiatori. No, niente affatto: tutto questo non è normale (e infatti vorrebbero cancellare la parola normalità del nostro vocabolario, perché ormai il Pensiero Unico pretende di controllare anche il linguaggio, occupando così la nostra mente). La natura umana è fragile, sì, ma con l’aiuto della grazia può dare a se stessa e agli altri uomini qualche cosa di meglio di quel che ci stanno dando i Conte, i Draghi, i Burioni, le Capua, i Mentana, le Gruber, o magari Fedez e Chiara Ferragni. Nel mondo dei nostri nonni gente come Fedez e Chiara Ferragni poteva andar bene, al massimo, per spazzare le foglie del cortile o per raccogliere i sacchetti dei rifiuti, sia detto senza offesa per gli spazzini e gli operatori ecologici: certo non avrebbero avuto milioni di ammiratori. E non perché al tempo dei nostri nonni non ci fossero i giovani, non ci fosse la voglia di vivere e di divertirsi, non ci fosse anche, in una certa misura, la voglia di andare controcorrente, di affermare la propria personalità: ma perché nessuna di queste cose poteva prendere impunemente la scorciatoia del narcisismo maligno, della stupidità impudente e della volgarità sistematica, o addirittura del satanismo, senza provocare una immediata censura al livello della sensibilità comune. La gente normale si sarebbe rifiutata di prestare la minima attenzione a simili personaggi, fatti di nulla e costruiti sul nulla, o peggio; li avrebbe lasciati cucinare nel loro brodo, senza minimamente badarli. Sarebbero rimasti nell’angolo, a covare le loro ambizioni sbagliate e la loro smania frustrata di essere ammirati dalla gente. Perché mai la gente avrebbe dovuto ammirarli? Cosa c’è da ammirare in uno che si vanta di calzare scarpe fabbricate con gocce di sangue umano nella suola, o che si fa tatuare il corpo con simboli diabolici? La gente non avrebbe voluto saperne: perché in una società sana e normale, individui così vanno lasciati da parte, a covare la propria irragionevole smania di celebrità. Tanto meno li avrebbe presi sul serio quando li avesse visti lamentarsi di aver subito una censura. Una censura, gente come Fedez, che si presta ogni giorno a fare da megafono a tutte le balle raccomandate del potere e veicolate dai giornali e dalle televisioni mainstream? Ma stiamo scherzando? Una censura l’hanno subita quelli che si vedono tolta la parola, quelli che non vanno mai in televisione o se ci vanno non sono più invitati la seconda volta, perché dicono verità troppo scomode; quelli che si permettono di chiedere cosa diavolo abbia fatto il presidente della Repubblica in questi quattordici mesi per tutelare le libertà democratiche degli italiani, per preservare il ruolo centrale del parlamento, per evitare che una legislazione di emergenza vada avanti come se dovesse durare all’infinito, scavalcando e annullando tutto il normale assetto costituzionale.
Un vergognoso, sistematico indottrinamento ideologico di segno totalitario? Prima di tutto: chiarirsi le idee confuse!
Ma torniamo alle idee confuse della gente. Come va che la gente, tanta gente, ha le idee così terribilmente confuse, da non capire ormai più la differenza fra il vero e il falso, fra il bene e il male, fra il bello e il brutto? Da non capire, per fare degli esempi concreti, la differenza fra un vera e una falsa pandemia; fra un vero e un falso vaccino; fra una vera e una falsa emergenza sanitaria? Fra un’azione moralmente lecita, come quella di proteggere la propria salute, e una illecita, come quella di contribuire all’infame commercio dei feti da espiantare, smembrare e mettere in vendita, con un apposito tariffario stabilito dalle multinazionali farmaceutiche? Da non capire e non vedere la differenza fra la musica e il rumore; fra uno scarabocchio e un dipinto; fra uno sproloquio e un pensiero filosofico; fra uno sfogo sentimentale e una poesia; fra un cubo di cemento e una chiesa; fra una necropoli di orridi casermoni e grattacieli e una città umana, vivibile, a misura di quelli che ci abitano, ci lavorano, ci vivono la vecchiaia e infine ci muoiono? E non solo abbiamo smarrito, e da molto tempo, la capacità di riconoscer e distinguere il vero dal falso, il bene dal male e il bello dal brutto; siamo anche capacissimi, complici i libri di scuola e i professori, oltre naturalmente a tutto il carrozzone dei mass-media, di far coesistere in noi, Dio sa come, cose vere e cose false, cose buone e cose cattive, cose belle e cose brutte, senza coglierne la differenza, senza avvertirne l’inconciliabilità, come se mentire e dire il vero, togliere la vita (con l’aborto e l’eutanasia, per esempio) e sostenerla, sprofondare nell’orrore e coltivare l’armonia, fossero cose equivalenti, tutte in se stesse valide, tutte degne di essere sperimentate, vissute, diffuse, e magari anche lodate dagli altri. In nome di un relativismo che diviene soggettivismo, e di un soggettivismo che diviene solipsismo: in altre parole, in nome di una visione allucinata e distorta della realtà, di un modo di vivere da perfetti autistici, per i quali non conta ciò che realmente è, ma solo ciò che appare al proprio giudizio, così, secondo l’estro e l’umore del momento: oggi mi sento virile, domani mi sentirò femminile (e nemmeno: oggi uomo e domani donna, perché uomo e donna sono concetti obsoleti, scorretti, repressivi, razzisti); oggi mi sento filantropo e domani, o contemporaneamente, mi sento aguzzino. Perché? Perché mi va di fare così; perché nessuno, fin dagli anni dell’infanzia, mi ha mai detto che è sbagliato; anzi sono stati in molti, sempre di più, i sedicenti maestri che mi hanno detto e ripetuto che è vero solo il qui e ora, solo quel che è vero per me, e tutto il resto è astrazione, metafisica, sogni, evasione dalla realtà; perché sempre più numerosi sono i maestri che insegnano e predicano di non credere in nulla di certo, in nulla di assoluto, in nulla di eterno: anzi, mettono in guardia contro quelli che parlano di certezze, di assoluto e di eternità; dicono che bisogna stare attenti a costoro, i quali vorrebbero riportarci al buio Medioevo, vorrebbero annullare le magnifiche conquiste della modernità e specialmente i sacri diritti dell’uomo e del cittadino, sanciti una volta per tutte nel 1789. E pazienza se, nel frattempo, ci hanno tolto ogni cosa: diritti, libertà, riservatezza, dignità, lavoro, proprietà, risparmio, denaro contante, possibilità di uscire di casa, di viaggiare, di trovarsi con gli amici, di esprimere apertamente la propria opinione. Questo, ci dicono, è il prezzo da pagare per la sicurezza: per la difesa della nuda vita, della vita come fatto meramente biologico. A pochi viene il sospetto che la vita, ridotta volontariamente a mero fatto biologico, è qualcosa che, forse, non merita che le si sacrifichi tutto il resto, cioè tutto quello che fa di un organismo biologico umano, una persona umana vera e propria.
La cosiddetta pandemia e le magnifiche conquiste della modernità? Ci hanno tolto ogni cosa: diritti, libertà, riservatezza, dignità, lavoro, proprietà, risparmio, denaro contante, possibilità di uscire di casa, di viaggiare, di trovarsi con gli amici, di esprimere apertamente la propria opinione: dove sono i sacri diritti dell’uomo e del cittadino!
Perciò, ricapitoliamo. Una vita confusa riflette idee confuse, ma anche sentimenti confusi. Un marito o una moglie, un padre o una madre, i quali non esitano a sfasciare la propria famiglia per correre dietro a un amante più giovane e attraente del coniuge, e fare altri figli con lui o lei, alimentando dolore, amarezza e confusione, al punto che si creano relazioni reciproche assurde, con la nuova donna del padre che è la compagna di scuola di sua figlia, o il nuovo compagno della madre che era anche già lo zio della figlia, perché fratello (o sorella) della madre stessa: tutto questo nasce da una confusione totale non solo delle idee, ma anche delle emozioni. La volontà non conta più nulla: si vede una bella bocca, un bel paio di gambe e si perde la testa, non si capisce più niente; si calpesta e si ferisce l’affettività dei propri figli, salvo poi mandarli dallo psicanalista se manifestano disturbi, ma naturalmente autoassolvendosi da qualunque responsabilità, perché, come ormai ripetono tutti, è meglio dare un taglio a una vita familiare insoddisfacente e rifarsi una nuova famiglia, piuttosto che sacrificarsi per qualcosa che non ha valore, né senso. In quest’ottica, parole come fedeltà, lealtà, coerenza non significano più nulla. Cogli l’attimo, carpe diem, dicono da decenni le sirene dell’edonismo e del materialismo; goditi la vita, qui e ora, perché ne abbiamo una sola, e non bisogna sprecarla! E il bello è che questo concetto è giusto, ma non nel senso che dicono costoro: è vero che la vita (terrena) è unica e irripetibile, ed è verissimo che bisogna evitare di sprecarla; ma viverla bene non significa viverla alla ricerca perenne del proprio piacere, niente affatto: significa viverla così come è giusto che sia, come piace a Dio e come la stessa ragione naturale ci mostra. La ragione naturale ci rivela che non siamo bruti, abbiamo intelligenza e volontà, e dunque non dobbiamo lasciarci dominare dagli istinti e dalle passioni, ma al contrario, siamo noi che dobbiamo dominarli e disciplinarli. E questo discorso, naturalmente, getta una luce anche sulla confusione oggi dilagante nella sfera più intima della persona, una confusione peraltro alimentata ad arte, con ogni mezzo possibile, dal potere: la confusione sulla propria identità, specie in ambito sessuale. Insinuando il dubbio di non essere nel corpo giusto, di non aver ricevuto dalla natura la nostra vera identità, e che si può rimediare a tale sbaglio della natura ricorrendo alle terapie ormonali, alla chirurgia, o anche solo a una modifica nei dati anagrafici, e ripetendoci che questo è un nostro sacrosanto diritto, e che gli altri lo devono rispettare, i maligni Padroni Universali che ormai controllano tutto, stato, politica, chiesa, università, ricerca scientifica, mass-media, eccetera, stanno infliggendo il colpo definitivo alla nostra struttura coerente e compatta di esseri umani; in termini religiosi, di creature fatte a immagine di Dio. Quando il pungiglione del dubbio su chi siamo e cosa vogliamo essere, anche a livello sessuale, si è insinuato nella nostra mente, noi cessiamo di essere persone dalla struttura coerente e unitaria, esplodiamo, ci frammentiamo come coriandoli che si spargono in tutte le direzioni. E allora fermiamoci a riflettere: è davvero questo, che desideriamo?
Prima di tutto: chiarirsi le idee confuse
di Francesco Lamendola
L'INNOCENZA DEL PIPPISTRELLO
foxnews.com
Questo articolo è la traduzione dal commento di apertura di Tucker Carlson nell’edizione del 10 maggio 2021 del “Tucker Carlson Tonight.”
Come potremmo valutare la risposta dell’amministrazione Biden alla COVID? Beh, ecco un indicatore: vi dice praticamente tutto il fatto che la Casa Bianca, che si suppone sia così impegnata nella scienza, abbia scelto come coordinatore per la COVID un uomo senza alcun background in scienza o medicina. Il suo nome è Jeffrey Zients. Zients ha diretto il team di transizione presidenziale di Joe Biden, questa è la sua qualifica. È un ex consulente gestionale di Bain, che ha fatto parte del consiglio di amministrazione di Facebook. Jeffrey Zients è un operatore politico. È colui che sta supervisionando la risposta alla COVID per Joe Biden. La buona notizia è che, siccome Zients non è neanche lontanamente un vero scienziato, non parla come tale. Occasionalmente dice cose il cui significato è facilmente comprensibile a tutti noi. Sentite quello che Zients ha dichiarato ieri alla CNN e diventa subito chiaro come la Casa Bianca intenda affrontare questa pandemia.
JEFFREY ZIENTS: E la luce alla fine del tunnel è sempre più luminosa. Manteniamo alta la guardia. Seguiamo la guida del CDC. E la guida del CDC, col tempo, permetterà alle persone vaccinate di avere sempre più privilegi per potersi togliere la mascherina.
Ecco qui. “La guida del CDC, col tempo, permetterà ai vaccinati di avere sempre più privilegi per potersi togliere la mascherina.” Una frase del genere solleva così tante domande che è difficile sapere da dove iniziare. Che ne dite di questa: se i vaccini funzionano, perché i vaccinati dovrebbero indossare la mascherina, ovunque, sempre? Seriamente. Jeffrey Zients dovrebbe essere obbligato a spiegarlo, lentamente e fornendo dati, in modo che possiamo capirlo anche noi, che non abbiamo servito nel consiglio di amministrazione di Facebook. Nessuno, ovviamente, gli ha chiesto di spiegarlo, quindi non l’ha fatto. E nessuno ha chiesto a Zients quanto siano efficaci le mascherine nel prevenire la diffusione della COVID. Le nostre autorità sanitarie pubbliche agiscono come se le mascherine fossero assolutamente indispensabili. Ma sono veramente indispensabili? Dove sono gli studi seri che lo dimostrano? Esistono? Se esistono, c’è un motivo per cui ci vengono nascosti? E, infine, da quando il non portare la mascherina è diventato un privilegio? Per migliaia di anni, fino a 12 mesi fa, girare senza mascherina era lo status quo globale. Praticamente, tutti sulla Terra vivevano senza mascherina. Non era considerata una cosa strana. Le mascherine erano strane. Erano malsane e minacciose. Eppure, Jeffrey Zients ci ha appena informato che le cose sono cambiate. D’ora in poi, non indossare una mascherina, anche dopo essere stati vaccinati, sarà “un privilegio” – un biscottino da dare al cane, una medaglia, una pacca sulla testa – che può, o non può, essere concesso esclusivamente dal Partito Democratico, non su base scientifica, ma, semplicemente, perché loro comandano e voi no. Questa la chiamano salute pubblica. È assolutamente indispensabile per l’esistenza della nostra specie che voi vi adeguiate di riflesso, senza fare domande o pensarci. Tutto questo continuerà, ha spiegato Zients, “nel tempo.”
Cosa significa esattamente? Quanto a lungo continuerà questa pantomima assolutamente irrazionale? Per rispondere a questa domanda, andiamo da un uomo ancora più partigiano di Jeffrey Zients. Il più accreditato operatore politico della nazione, Tony Fauci, ci fa sapere che, in realtà, questa storia delle mascherine non finirà mai.
CHUCK TODD, NBC: La mascherina diventerà una componenente stagionale della nostra vita?
DR. ANTHONY FAUCI: Si, è molto probabile. Penso che la gente si sia abituata al fatto che indossare la mascherina, chiaramente, se si guardano i dati, riduce le malattie respiratorie … Quindi è concepibile che, se andiamo avanti un anno o due o più da ora, durante alcuni periodi stagionali, quando si hanno virus respiratori come quello dell’influenza, la gente potrebbe effettivamente scegliere di indossare la mascherina per diminuire la probabilità che si diffondano queste malattie respiratorie.
“Un anno o due o più da ora.” In altre parole, mai – non vi toglierete mai più la mascherina. Preparatevi ad una vita con un pezzo di cotone sporco e bagnato che vi copre la bocca, ad un ridotto flusso di ossigeno al cervello e ad un mondo in cui ogni estraneo ha lo stesso aspetto, perché nessuno ha una faccia. Quando, l’altro giorno, Kamala Harris e suo marito si sono baciati indossando la mascherina, vi stavano dando un’anteprima del matrimonio di vostra figlia. In un mondo mascherato, gli esseri umani non si toccano mai. È salute pubblica? No, non è salute pubblica. È una punizione. Tony Fauci sta punendo il Paese – tu, noi, tutti. La domanda è: perché lo sta facendo? Forse perchè ci gode, è possibile. Ma bisogna pensare che almeno una parte del comportamento autoritario e isterico di Fauci sia una copertura per qualcos’altro. Potrebbe essere che Tony Fauci stia cercando di distogliere l’attenzione da se stesso e dal proprio ruolo nella pandemia di COVID-19?
Cosa intendiamo con questo? Consigliamo caldamente di leggere un nuovo pezzo di Nicholas Wade, che per più di 50 anni è stato uno dei maggiori giornalisti scientifici del mondo. Per 30 anni, Nicholas Wade ha lavorato per il New York Times, ne ha curato la sezione scientifica. Ma questo pezzo non è stato pubblicato sul New York Times. È stato pubblicato su Medium. E il pezzo chiarisce, praticamente senza ombra di dubbio, la provenienza del virus. Nell’articolo, Wade afferma che, più di ogni altro Americano, è Tony Fauci il responsabile della pandemia di COVID-19.
Wade porta un numero enorme di prove, asserendo che questo virus ha avuto origine all’Istituto di virologia di Wuhan, nella Cina centrale. Avevamo sollevato questa possibilità fin dai primi giorni della pandemia, ma questo pezzo lo dimostra. Quando l’epidemia era iniziata, lo scorso autunno, il laboratorio di Wuhan stava conducendo esperimenti su come rendere infettivi per gli esseri umani i virus dei pipistrelli. Quegli esperimenti erano finanziati dai dollari dei contribuenti americani, il finanziamento di quegli esperimenti era stato approvato e diretto da Tony Fauci a Washington. È difficile da credere, ma è vero, e il pezzo lo spiega.
Molti degli esperimenti di Wuhan venivano eseguiti sotto la supervisione di una ricercatrice cinese, Shi Zheng-li. Conosciuta come la “signora dei pipistrelli,” era la principale esperta cinese dei virus originari dei pipistrelli. Il suo lavoro consisteva nell’ingegnerizzare geneticamente i coronavirus in modo che infettassero gli esseri umani, e che lo facessero il più facilmente possibile.
Il lavoro, nota Wade, implicava “fare esperimenti di incremento di funzione [gain-of-function] progettati per far sì che i coronavirus infettassero le cellule umane.”
Perché questa ricerca andava avanti? Dovreste chiederlo alla scienziata che ne era responsabile.
Ma i fatti rimangono, questi erano alcuni degli esperimenti più pericolosi mai condotti dall’umanità. Eppure, ora sappiamo che la Cina non stava prendendo le necessarie precauzioni di sicurezza. E questo non dovrebbe sorprenderci. Diversi anni fa, i cablogrammi diplomatici statunitensi avevano già messo in guardia sugli scarsi standard di sicurezza del laboratorio di Wuhan. La struttura di Wuhan era classificata come “laboratorio di biosicurezza di livello due.” Che cosa significa? Secondo Richard Ebright, un biologo molecolare alla Rutgers, è all’incirca lo stesso livello di sicurezza che si troverebbe nello studio di un dentista americano.
Quindi, quel laboratorio, mentre conduceva ricerche sul coronavirus e su come renderlo trasmissibile agli esseri umani, aveva quasi certamente infettato un ricercatore del laboratorio e così il virus si era diffuso. I primi pazienti affetti dal coronavirus non provenivano dal cosiddetto mercato umido, come ci avevano detto. Quella era una bugia. I primi pazienti del coronavirus erano dipendenti dell’Istituto di virologia di Wuhan.
Ancora una volta, perché il laboratorio di Wuhan avrebbe dovuto condurre esperimenti del genere? Beh, sappiamo che Tony Fauci aveva autorizzato il finanziamento della ricerca. Per cinque anni – dal 2014 al 2019 – il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, che Fauci dirige da decenni, aveva versato fondi ad un gruppo chiamato EcoHealth Alliance.
La EcoHealth Alliance, gestita dal dr. Peter Daszak, aveva stipulato un contratto con la dr.ssa Shi per condurre una ricerca sull’incremento di funzione proprio nel laboratorio di Wuhan.
Poco prima che la pandemia diventasse di dominio pubblico – il 9 dicembre 2019 – Peter Daszak aveva concesso un’intervista che era stata trasmessa in streaming online. In quell’intervista, si era vantato di quanto fosse facile manipolare i coronavirus negli esperimenti di laboratorio.
PETER DASZAK: Il coronavirus è abbastanza valido… Si può manipolare in laboratorio molto facilmente. È la proteina spike, la proteina spike quella che contraddistingue il comportamento del coronavirus, il rischio zoonotico. Quindi si può ottenere la sequenza, costruire la proteina. E abbiamo lavorato con Ralph Barrack alla UNC proprio per fare questo. Inserirla nella struttura di un altro virus e poi fare un po’ di lavoro in laboratorio.
Alcuni giorni dopo questa dichiarazione, era diventato chiaro che questa nuova versione di coronavirus, questo nuovo coronavirus, quello che ora chiamiamo COVID-19, stava dilagando in tutta Wuhan, poi in Cina e poi nel resto del mondo. Dall’inizio della pandemia, Peter Daszak, non a caso, è apparso praticamente su ogni piattaforma mediatica a sua disposizione per negare, nei termini più strenui e sprezzanti, che il laboratorio di Wuhan fosse in qualche modo legato all’epidemia, e questo perchè ha motivi molto personali per affermarlo. “L’idea che questo virus sia uscito da un laboratorio è solo una pura sciocchezza,” aveva detto l’anno scorso. Ma questa è una bugia. Non è una pura sciocchezza.
Molte persone intelligenti l’avevano capito subito. Una di queste persone è Alina Chan, una biologa molecolare del Broad Institute di Harvard e del MIT. Ha coraggiosamente scritto un articolo su come il genoma del coronavirus non fosse cambiato molto nel tempo, e questo è strano perché quel genoma era passato attraverso trilioni di repliche. Secondo Chan, questo fatto implica che il virus era stato progettato fin dall’inizio per la trasmissione interpersonale.
Anche l’ex direttore del CDC l’aveva capito senza ombra di dubbio. Anche lui aveva sostenuto che il virus proveniva dal laboratorio di Wuhan.
DIR. REDFIELD: Continuo a pensare che l’origine più probabile di questo patogeno di Wuhan sia un laboratorio, che ne sia sfuggito. Altre persone non ci credono. Va bene così. La scienza alla fine lo capirà. Non è insolito che gli agenti patogeni respiratori su cui si sta lavorando in un laboratorio infettino il personale di laboratorio.
Milioni di persone sono morte di COVID-19, quindi non è una questione di regolamento di conti o di attribuzione di colpa capire da dove sia venuto. Se si vuole prevenire la prossima pandemia globale, bisogna capire come è iniziata questa. E così, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha detto che sarebbe andata in fondo alla questione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, naturalmente, è legata alla Cina. E così, ha cercato di nascondere i fatti fondamentali delle origini di questa pandemia. E, per nascondere questi fatti, l’OMS ha nominato nientemeno che Peter Daszak come unico rappresentante, con sede in America, della squadra investigativa incaricata di indagare sulla provenienza del virus. In quello che si è rivelato essere un rapporto fasullo, il team ha concluso che è “estremamente improbabile” che il virus provenga dal laboratorio di Wuhan. Questo non è vero.
L’indagine dell’OMS sulle origini del virus è stata fraudolenta, e questo è importante per la salute pubblica a livello globale. Ma una cosa che noterete è che Tony Fauci non ha detto questo. Perché? Perché, ancora una volta, è coinvolto personalmente. La ricerca sull’incremento di funzione, di cui Peter Daszak si vantava nel video che vi abbiamo appena mostrato, era stata, infatti, esplicitamente vietata dal governo degli Stati Uniti. C’era una moratoria federale sul finanziamento degli esperimenti sull’incremento di funzione, proprio come quelli che si conducevano nel laboratorio di Wuhan, con effetti disastrosi. Allora, perché le autorità federali non avevano bloccato i finanziamenti al laboratorio di Wuhan? Questa è una domanda cruciale, e Nicholas Wade ha cercato la risposta.
Ecco cosa ha trovato: “Qualcuno aveva lasciato una scappatoia nella moratoria. La moratoria vietava specificamente il finanziamento di qualsiasi ricerca sull’incremento di funzione volta ad aumentare la patogenicità dei virus dell’influenza, della MERS o della SARS. Ma poi, una nota a piè di pagina a p.2 del documento sulla moratoria affermava che ‘È possibile ottenere un’eccezione alla pausa di ricerca se il capo dell’agenzia di finanziamento del governo USA ritiene la ricerca urgentemente necessaria per proteggere la salute pubblica o la sicurezza nazionale.‘”
E questa è esattamente la scappatoia che era stata sfruttata. Chi l’aveva firmata? Tony Fauci – forse insieme a Francis Collins, il direttore del NIH – aveva fatto ricorso a questa speciale scappatoia per continuare a finanziare il laboratorio di Wuhan e gli esperimenti mortali che vi si conducevano. Esperimenti, chiaramente, finiti male.
Secondo Richard Ebright, “sfortunatamente, il direttore del NIAID [Fauci] e il direttore del NIH avevano sfruttato questa scappatoia per rilasciare esenzioni ai progetti soggetti alla pausa – asserendo assurdamente che la ricerca da esentare era ‘urgentemente necessaria per proteggere la salute pubblica o la sicurezza nazionale’ – annullando così la sospensione.”
Questo non sarebbe successo se Tony Fauci non avesse permesso che accadesse. Questo è chiaro.
È una storia incredibile. È una storia scioccante. In un Paese funzionale, ci sarebbe un’indagine penale sul ruolo di Tony Fauci nella pandemia di COVID che ha ucciso milioni di persone e bloccato il nostro Paese, cambiandolo per sempre. Allora, perché non c’è un’indagine penale sul ruolo di Tony Fauci in questa pandemia?
Aggiornamento.
Il Senatore Rand Paul, in un’audizione al senato dell’11 maggio, interroga il Dr. Fauci sul suo ruolo nel finanziamento al laboratorio di Wuhan.
Fonte: foxnews.com
11.05.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
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