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venerdì 14 maggio 2021

La nobile schiatta dei benpensanti

De Mari, DDL Zan. Violenza e Discriminazione oggi in Italia sono contro i Cristiani.

 

Carissimi Stilumcuriali, mentre vi ricordo che domani pomeriggio a Milano in piazza Duomo si svolgerà una grande manifestazione contro il DDL liberticida Zan, mi sembra interessante condividere con voi questo articolo di Silvana De Mari, sulla vera forma di discriminazione di incitamento all’odio che la cultura, la scuola, la magistratura e la sinistra stanno mettendo in atto verso chi è cristiano, e che vogliono portare a conseguenze ancora più estreme con quel disegno di legge. Buona lettura. È il più grave attentato alla libertà di opinione, di pensiero ed espressione mai avvenuto nella storia della Repubblica; un disegno di legge da fermare, anche con una crisi di governo. 

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Ci spiega la nobile schiatta dei benpensanti, i campioni di politicamente corretto, tragica forma di conformismo ottuso e odio per la libertà, che fa capo a calibri di intelligenza e etica come Fedez, che il DDL Zan Scalfarotto altro non è che un’estensione della legge Mancino. La legge Mancino, dal nome dell’allora Ministro dell’Interno, fu  emanata nel  giugno 1993, sanziona e condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razzialietnicireligiosi o nazionali. In un tripudio di amore per la libertà la legge punisce anche l’utilizzo di emblemi o simboli.

La legge Mancino è una legge liberticida e quindi una legge idiota, perché l’odio per la libertà di parola e di pensiero è una gravissima forma di idiozia. Il male si traveste da bene per trascinare il bene nel baratro. La legge Mancino sarebbe una legge atroce che mette fine definitivamente alla libertà di parola anche se fosse applicata in una nazione con una magistratura sana. È ormai dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio lo spaventoso livello di corruzione della magistratura italiana, che annovera una corrente, Magistratura Democratica, che dichiara ufficialmente di essere politicizzata. La democrazia si posa sulla divisione dei poteri. Qualcuno fa le leggi e qualcun altro, il magistrato, le applica in maniera più equanime possibile. Nel momento in cui il magistrato fa, ufficialmente, politica, la democrazia è defunta. Politica vuol dire schierarsi, un magistrato schierato non è equidistante, lo schieramento politico è corruzione, può essere lieve come l’ala di una farfalla o pesante come un macigno, ma è sempre corruzione. L’aggettivo  democratica usato da magistratura democratica ricorda maledettamente l’aggettivo democratico contenuto nel nome della DDR. Come ci informa il dottor Palamara, magistrato simbolo della magistratura italiana, tutti magistrati che contano fanno parte di Magistratura democratica. Magistratura democratica è un’associazione di ispirazione marxista, e il marxismo odia il popolo, che disprezza profondamente, odio la storia che vorrebbe epurare e correggere e soprattutto odia il cristianesimo. Sono stata processata con un pubblico ministero che ha osato informarsi con disprezzo sulla mia religione, chiedermi se per caso appartenessi  ad associazioni cattoliche, che non mi risulta essere nell’elenco delle associazioni terroristiche, con un giudice che ha assistito a questo scempio senza intervenire. Ho subito un interrogatorio da una PM che ignorava ( o ha finto di ignorare) il vero significato della parola pedofilia, ha diffusamente ingiuriato la mia religione, che ha offeso il mio credo religioso con ben due affermazioni che giudico atroci oltre che insensate, e in una di queste ha ingiuriato anche il mio popolo e la mia famiglia. Che un imputato debba vedere la sua religione ingiuriata da magistrati del suo paese è qualcosa già successo nell’Unione Sovietica e nel terzo Reich.  Posso quindi dichiarare e dimostrare con le trascrizioni dei miei interrogatori e dei miei processi che la legge Mancino è una burla, che chiunque crede in Cristo può essere ingiuriato addirittura dai magistrati italiani nelle aule del tribunale.

La ridicola legge Mancino difende solamente le religioni che piacciono ai magistrati italiani, vale a dire, in parole povere, è una legge che punisce la islamofobia.  Il circolo LGBT il Cassero di Bologna ha atrocemente ingiuriato la religione cristiana e profanato Cristo con la rappresentazione teatrale di una crocifissione sodomitica. Con questo hanno anche deriso il dolore umano, deridendo un Uomo torturato a morte. I magistrati italiani lo hanno ritenuto una forma d’arte. A Livorno è stato esposto un manufatto costituito da un piccolo crocifisso immerso nell’urina del cosiddetto artista che ha prodotto quest’oggetto. I magistrati italiani lo hanno ritenuto una forma d’arte. Durante i Pride vengono diffusamente ingiuriate le figure di Cristo della Madonna, Cristo rappresentato crocifisso con la corona di spine, con una derisione immonda del dolore umano, ma i magistrati italiani non lo  ritengono una violazione della costituzione che garantisce la libertà religiosa né della ridicola legge Mancino. Vorrei specificare che queste tre ingiurie alla religione cristiana sono state permesse dal denaro pubblico, che sostiene il circolo di Bologna in quanto ente morale, che sostiene i Pride in quanto manifestazione morale e che sostiene le mostre d’arte in quanto manifestazione culturale. Il sempre più ridicolo concertone del 1 maggio ha pagato con denaro pubblico un tizio che si chiama Federico qualche cosa in arte Fedez. Questo tizio ha due tatuaggi che ingiuriano Cristo e deridono il suo dolore della crocifissione. In uno dei due Cristo sulla Croce è sostituito da Topolino, nell’altro un Cristo deforme ha la barba sostituita dai peli pubici di Federico qualche cosa. Che il mio denaro di contribuente sia stato speso per pagare questo tizio calpesta la mia libertà religiosa con gli scarponi chiodati. La gente come Federico qualche cosa istiga alla discriminazione e al disprezzo dei cristiani e il fatto che questo sia permesso, che questo esempio di intelligenza sia pagato  con denaro pubblico e trasmesso in prima serata, vuoi dire che la cosiddetta legge Mancino è una barzelletta che serve semplicemente ad aumentare i poteri di una magistratura politicizzata sui cittadini. Mentre si continuano a squittire lamentazioni e vittimismi sul bullismo omofobo, è violentissimo nelle scuole il bullismo anticristiano, esercitato direttamente anche degli insegnanti. Nelle medie superiori sempre più spesso succede che, se uno studente è credente, gli altri si divertano a bestemmiare davanti a lui, spesso nell’indifferenza divertita dei cosiddetti insegnanti. Nelle mense sempre più spesso capita che i cosiddetti insegnanti intervengano contro i bambini che si fanno il segno della croce e pregano prima di mangiare. Come in Unione Sovietica, come nella Germania di Hitler cittadini sono costretti con le loro tasse a pagare le ingiurie alla propria religione, a pagare l’odio disprezzo per la propria religione, tutto questo sotto lo sguardo benevolo della nostra magistratura, sempre così pronta a indignarsi contro il  crimine dei crimini: islamofobia.

Grazie al ddl sarà punito come un crimine il riconoscimento della realtà: i maschi sono maschi e le femmine sono femmine. Il signor Vladimir Guadagno è un maschio, oltretutto fornito di pene e testicoli, non c’è nessun motivo di doverlo considerare una donna. Lui si sente donna. Io invece mi sento miliardaria. A me non  daranno miliardi e nessuno può costringermi a tollerare persone di sesso maschile, che siano o non siano state operate, negli spogliatoi, nelle camere di ospedale, nelle celle. La pretesa di maschi di essere spacciati per donne e l’ennesima forma della violenza di potere maschile. Il signor Vladimir Guadagno afferma che lui si sente donna. Signor Vladimir guadagno non ha la più pallida e lontana idea di cosa voglia dire sentirsi donna. Tutto quello di cui dispone è l’idea non solo  limitata ma assolutamente idiota che un uomo ha di una donna e di cosa voglia dire sentirsi donna. Il suo cosiddetto sentirsi donna è solo protervia maschile.

Sarà punito in maniera tragica il dire la verità: il comportamento erotico non è genetico, e moltiplica le malattie sessualmente trasmissibili oltre che quelle proctologiche.

Ancora più tragico è la difesa che sarà legale, affidata alla dubbia magistratura italiana, di quella pratica atroce, ignobile, nauseante,  e gravida di conseguenze mediche gravissime, che è la cosiddetta gestazione per altri.

Ma la parte più divertente è che le due leggi liberticide, Zan e Mancino sono in contrasto una con l’altra. Il cristianesimo, come l’ebraismo, condanna il comportamento erotico, la sodomia, come peccato gravissimo contro Dio. Se passa la legge Zan non potremo più citare le parole della Bibbia, di Cristo, di San Paolo, di Santa Caterina da Siena. La legge Zan istiga all’odio e alla discriminazione dei cristiani, al loro imprigionamento, allevare loro tutti i diritti civili. Se c’è qualche magistrato che crede veramente alla legge Mancino, la applichi e fermi il ddl Zan imputando gli autori per discriminazione religiosa. Se questo magistrato non c’è allora vuol dire che la legge Mancino è una burla.

Marco Tosatti

14 Maggio 2021 Pubblicato da  5 Commenti

https://www.marcotosatti.com/2021/05/14/de-mari-ddl-zan-violenza-e-discriminazione-oggi-in-italia-sono-solo-contro-i-cristiani/

Il regime della sorveglianza


Dunque, ricapitoliamo. Non è consentito avere un’opinione difforme in tema di covid e di pandemia, di chiusure e di vaccini rispetto a quelle somministrate dai vettori ufficiali; l’accusa di negazionismo o di no vax, di contravvenire alle regole dei social, della vita pubblica, dell’ordinamento è dietro l’angolo. È poi vietato avere giudizi difformi sulle coppie omosessuali, sulle maternità surrogate, le adozioni gay e in generale sui rapporti omo-trans-lesbiche; chi ha idee diverse, o semplicemente continua a difendere le differenze naturali, la famiglia, la nascita secondo natura e la vita secondo tradizione, entra in una sfera d’interdizione che passa dalla riprovazione al veto. Forti proibizioni sono introdotte da leggi, moniti e censure sui social. In tema di femminismo, diritti delle donne o riguardanti caratteristiche fisiche, etniche, lessicali si innescano processi sommari, a colpi di MeToo, catcalling e affini, che generano separazione e diffidenza tra uomini e donne. È vietato poi chiamare clandestini i migranti irregolari; i rom col nome tradizionale di zingari, i neri con l’appellativo antico di negri, senza alcuna connotazione dispregiativa; per ogni disabilità non vanno usati i termini adoperati da sempre, ma solo diversamente abili. E’ vietato nutrire un’opinione diversa da quella istituzionale in tema di fascismo e antifascismo, di razzismo e di nazismo, di storia e di massacri.

Oltre i divieti ci sono poi le cancellazioni del passato, in termini di amnesia collettiva della memoria storica e rimozione di tanti orrori, autori, imprese, personaggi, storie e pensieri non allineati. Tutto ciò che attiene alla nostra civiltà, tradizione e retaggio va deprecato o va accantonato per non urtare la sensibilità di chi non vi appartiene; bisogna sempre assumere il punto di vista a noi più estraneo e più remoto. Prima gli stranieri, per rovesciare un noto slogan politico fondato sulla preferenza nazionale.

In questa poderosa restrizione di pratiche, linguaggi e opinioni, la libertà consentita è un corridoio stretto e corto che si può percorrere all’interno delle opinioni lecite, in un perimetro assai angusto; appena superi il “range” consentito, coi limiti imposti alle divergenze, scatta la censura, la riprovazione, la denuncia, la condanna o l’isolamento, il cordone sanitario, la morte civile.

Passano gli anni ma la situazione non migliora anzi degenera progressivamente, spesso a norma di legge, con il patrocinio delle massime istituzioni. E si allarga ad ambiti sempre più vari della vita pubblica e privata, degli affetti e dei legami. I governi sono neutrali o consenzienti, ovvero appoggiano la censura o si chiamano fuori.

Si sta creando un pericoloso crocevia in cui confluiscono il potere economico, il potere sanitario, il potere mediatico-ideologico e il potere giudiziario. Rispetto a questi poteri poco o nulla può fare l’unico ambito di potere che può avere una legittimazione popolare, difforme rispetto a quello decretato dall’establishment: mi riferisco alla politica. Che è divisa grosso modo in tre fasce: quella di chi è d’accordo con questo regime della sorveglianza, anzi ne diventa promotrice; chi si lascia trascinare dalla corrente, non oppone resistenza, asseconda, tace e dunque acconsente per non farsi accusare di essere retrogrado; chi vi si oppone, quando sta all’opposizione ma poi abbozza per compromesso o quieto vivere quando è al governo; o al più si limita a frenare, a rallentare il decorso, senza mai opporre un organica visione alternativa.

Siamo entrati in un regime della sorveglianza che non è una vera dittatura o un sistema totalitario, impensabili in un sistema globale e mercatista; ma è una forma potente di coazione pratica e costrizione psicologica, talvolta anche giudiziaria. Mai come oggi, anche grazie all’emergenza indotta dalla pandemia, la libertà ha subito restrizioni senza precedenti che hanno colpito diritti elementari e sfere di libertà in uso nella vita quotidiana. E quando accetti limitazioni assai stringenti seppure per motivazioni sanitarie, opponi poi meno resistenze a chi ti impone un reticolo sempre più fitto di limitazioni anche in altri campi. La coazione è virale e progressiva, come la paralisi; l’inibizione della libertà e della non conformità si estende facilmente anche ad altri ambiti.

I virus ideologici si propagano come gas letali nella nostra società e stanno pericolosamente distruggendo le nostre difese immunitarie naturali, i nostri anticorpi spirituali, il nostro senso critico, la nostra capacità di ricordare, confrontare, commisurare le cose alla realtà. Dalla cancellazione della storia alla cancellazione delle differenze naturali, dalla rimozione dell’ordine naturale delle cose all’espulsione di tutto ciò che evoca l’ordine soprannaturale delle cose; dall’impoverimento del linguaggio all’uso di moduli lessicali prefabbricati.

A colpi di leggi, diritti e tutele speciali di categorie protette, di campagne rieducative e punitive, di censure e chiusure, sta mutando la nostra vita, il nostro rapporto col mondo, col sesso, la nostra relazione con gli altri, col passato e col futuro. Siamo vittime di un pericoloso riduzionismo che uccide differenze e mondi diversi.

Di tutto questo, le vittime principali sono le nuove generazioni perché non hanno termini di paragone, sono i più esposti tra il web, i social e la scuola, sono allevati in un contesto di rimozione, manipolazione e alterazione della realtà. Salvo sparute e lodevoli minoranze, i loro orizzonti sono ristretti al presente e piegati al canone dominante; immiserito il loro lessico e la loro facoltà di giudizio, automatizzati i loro comportamenti; vittime incolpevoli ma difficilmente risanabili.

Non si possono escludere rovesciamenti, variazioni e cambi di passo, ma la previsione più facile è la più terribile: arriveremo per assuefazione a considerare tutto questo come inevitabile, e perfino giusto.

MV, Il Borghese (maggio 2021)

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-regime-della-sorveglianza/

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