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giovedì 17 giugno 2021

Nella testa dei Big

Meluzzi: vi porto nella testa dei “Big Pharma”

Cosa c’è nella testa dell’essere umano quando aderisce sine die a un movimento, a un pensiero, a un’idea senza aver bisogno di troppi ragionamenti logici? Qual è il motivo del loro senso d’appartenenza e della passione con cui si difende una causa contro un gruppo considerato avverso a quest’ultima? Un sociologo risponderebbe a questa domanda parlando di motivi identitari, di bisogno di appartenere al branco, di bias e pregiudizio ideologico che nasconde il bisogno di orientarsi in un mondo sconosciuto.

Uno psichiatra come Alessandro Meluzzi risponde con il totalitarismo e il senso di sicurezza che dà il non-pensare: così, ai tempi del Covid, no-vax e pro-vax asseriscono di essere assolutamente sicuri della causa per cui combattono, senza doversi porre troppe domande per prendere la decisione di vaccinarsi o meno contro il coronavirus, di mettere o no la mascherina, di rispettare o meno il distanziamento sociale. Praticamente gli esseri umani fanno comportamenti autodistruttivi, come gli animali, purché questi siano approvati dal gruppo. Quando una maggioranza si devia, allora i comportamenti dei singoli vengono deviati per seguirli, e  ciò diventa normale. 

Questo spiega anche la deviazione della sinistra, quella che gridava “Vietato vietare”, della “Fantasia al potere”, sono diventati ora gli sgherri del potere dei Big Pharma e delle restrizioni, come un Galli che da giovane faceva il Katanga di estrema sinistra ed ora fa il guardiano delle restrizioni.

Buon ascolto


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https://scenarieconomici.it/meluzzi-vi-porto-nella-testa-dei-big-pharma/

UNA DONNA CONTRO IL MONOPOLIO DEI BIG TECH: LINA KHAN SCONFIGGERÀ LO STRAPOTERE DI AMAZON E CO.?

17 Giugno 2021Michele Crudelini


UNA DONNA CONTRO IL MONOPOLIO DEI BIG TECH: LINA KHAN SCONFIGGERÀ LO STRAPOTERE DI AMAZON E CO.?

AmazonFacebookGoogleApple. Sono alcune delle principali corporations che dominano il mercato americano e mondiale legato al mondo digitale.

Multinazionali che hanno nel tempo acquisito un potere sempre più grande, ma che ora può essere ostacolato da una sorprendente decisione dell’amministrazione Biden.

La nomina a sorpresa della presidenza Biden

Si tratta di Lina Khan recentemente nominata a capo della Federal Trade Commission, agenzia governativa statunitense con il compito di tutelare i consumatori e prevenire le pratiche commerciali anti concorrenziali.

Questa nomina non sembra essere un atto neutrale, perché il curriculum di Lina Khan evidenzia il suo costante impegno contro la posizione monopolistica assunta dalle multinazionali del digitale.

Lina Khan è una professoressa di soli 32 anni della Columbia University ed è diventata nota in particolare per un lavoro di ricerca dal titolo “Il paradosso dell’Antitrust di Amazon”, pubblicato sul Yale Law Journal.

Una critica strutturata contro il monopolio delle big tech

In quel testo Khan esprimeva forti criticità rispetto all’attuale impianto legislativo dell’antitrust americano, troppo focalizzato nel garantire il minor prezzo finale al consumatore, senza però tenere in conto i vantaggi potenziali per l’azienda.

Secondo la giurista statunitense infatti Amazon e altre multinazionali monopolistiche avrebbero assunto un comportamento predatorio tale per cui garantire il minor prezzo per il consumatore è diventato il principale strumento per acquisire nuove fette di mercato inglobando i concorrenti. C’è poi un altro aspetto di criticità sollevato da Lina Khan.

Queste grandi multinazionali come Amazon sfrutterebbero le infrastrutture digitali e non di cui sono entrate in possesso per danneggiare la concorrenza. Infine lo studio della giurista americana proponeva due soluzioni: ripristinare i principi tradizionali della politica antitrust e della concorrenza e mettere un freno al meccanismo di porte scorrevoli e doppi incarichi tra le multinazionali e la politica.

Atteggiamenti repressivi grazie alla posizione monopolistica

La nomina di Linda Khan sembra quindi preludere ad un diverso atteggiamento dell’amministrazione americana per prendere di petto la posizione monopolistica assunta dai giganti della Silicon Valley e da Amazon.

Un potere che nell’ultimo anno e mezzo di emergenza sanitaria ha portato ad un fortissimo incremento dei profitti, sfruttando le serrate che hanno colpito invece le piccole e medie imprese tradizionali. Ma non solo.

Dall’inizio della diffusione del Sars Cov 2, la posizione di monopolio delle piattaforme web ha permesso anche il diffondersi di atteggiamenti prevaricatori e censori nei confronti degli utenti clienti. FacebookTwitter e Youtube, proprio grazie alla posizione monopolistica raggiunta, hanno proceduto all’oscuramento di tutte quelle opinioni che mettessero in discussione la narrativa ufficiale sull’emergenza sanitaria.

Comprese le ipotesi sull’origine in laboratorio del Sars Cov 2, uno scenario che ora è stato invece sdoganato e ritenuto plausibile da diverse fonti autorevoli. E tale atteggiamento difficilmente sarebbe stato assunto da queste multinazionali in condizioni di normale concorrenza sul mercato con altre omologhe realtà. Non a caso queste censure sono state recentemente oggetto di una dura protesta da parte di un gruppo di senatori americani.

Il parallelo con la Standard Oil Company

Il potere acquisito dalle cosiddette big tech ricorda da vicino la vicenda della Standard Oil Company, la compagnia petrolifera di proprietà Rockfeller che alla fine dell’800 aveva monopolizzato il mercato petrolifero statunitense.

Salvo poi imbattersi nello Sherman Act, una nuova legge federale che costrinse il colosso monopolistico a smembrarsi in diverse entità. E chissà se Lina Khan non farà fare la stessa fine ad Amazon e ai colossi della Silicon Valley.

https://www.byoblu.com/2021/06/17/una-donna-contro-il-monopolio-dei-big-tech-lina-khan-sconfiggera-lo-strapotere-di-amazon-e-co/

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