ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 29 giugno 2021

“Stop and go”

DIETRO LA LETTERA A PADRE MARTIN

Papa, la contraddizione fatta sistema

La lettera di sostegno del Papa a padre James Martin, impegnato sostenitore dei diritti LGBT, pone tra l'altro un problema di metodo, ovvero la contraddizione vissuta come regola del proprio ministero. Così pochi giorni dopo la Nota della Segreteria di Stato che contesta il ddl Zan, arriva un gesto di segno opposto.



I problemi posti dalla lettera di papa Francesco a padre James Martin, impegnato sostenitore dei diritti LGBT, sono di diverso tipo. Tra tutti, però, uno si impone come principale e ci chiede di considerare a fondo una situazione inedita della Chiesa: in essa la contraddizione è considerata la regola del proprio lavoro. Vediamo prima di tutto come il tema della contraddizione emerga dalla lettera a padre Martin per poi analizzare la portata di questo fatto.

Come si sa, padre Martin è un gesuita che non solo si occupa della pastorale delle persone LGBT, ma che sostiene il riconoscimento dei loro diritti da parte della pubblica autorità. Egli sarebbe quindi a favore di leggi come la Cirinnà e come il ddl Zan. Come altrettanto bene si sa, gli insegnamenti della Chiesa negano questa possibilità. Fatta questa premessa vediamo la contraddizione. Qualche giorno fa, la Segreteria di Stato ha consegnato allo Stato italiano una Nota in cui si paventa l’infrazione del Concordato in quanto il ddl Zan, se approvato, limiterebbe la libertà della Chiesa di esporre in pubblico la propria dottrina sull’omosessualità, compreso il divieto del suo riconoscimento giuridico da parte della pubblica autorità.Solo qualche giorno dopo, la lettera di papa Francesco a padre Martin contraddice l’intervento della Segreteria di Stato nei confronti dell’Italia, invitando con calore padre Martin a continuare con il suo impegno pastorale che, come si diceva, comprende il riconoscimento dei diritti LGBT. In cosa consiste la contraddizione? In questo: da un lato la Chiesa pretende di poter dire pubblicamente che secondo la propria dottrina le “nuove” relazioni sessuali non possono essere giuridicamente e politicamente riconosciute; dall’altro dice che intende continuare ad impegnarsi perché questo riconoscimento diventi possibile e reale.

Contraddizioni di questo genere sono diventate abituali in questo pontificato e lo stanno caratterizzando in modo molto evidente. Se l’ideologia gender è uno “sbaglio della mente umana”, perché invitare padre Martin a continuare a lavorare per i diritti LGBT? Se la Congregazione per la Dottrina della Fede ha posto precisi paletti al sinodo tedesco sulla benedizione delle coppie gay, perché papa Francesco invita il presidente dei vescovi della Germania a proseguire nel cammino sinodale? Altra contraddizione: le conferenze episcopali hanno o non hanno competenza dottrinale? E come mai quando vengono poste a Santa Marta o al Sant’Uffizio alcune contraddizioni da dirimere definitivamente la risposta è di discuterne?

L’introduzione della contraddizione come prassi della Chiesa è una delle principali novità dirompenti di questo pontificato ed anche una semplice lettera ad un Padre gesuita la mettono in evidenza. La questione potrebbe essere risolta con la teoria della lotta interna tra dicasteri pontifici e tra questi e il papa. Ci sarebbero delle contese, dei “bracci di ferro” legati a questioni di potere per cui alla fine escono posizioni diverse e spesso contrapposte. La Chiesa sarebbe incapace di parlare con una voce sola per intoppi nelle relazioni interne. Questa spiegazione sarebbe però una scappatoia. Queste eventuali contese sono evidentemente la conseguenza di modi diversi di pensare, di teologie in contraddizione tra loro. È qui allora che bisogna risalire.

L’uso da parte di papa Francesco del metodo “stop and go”, conosciuto anche volgarmente come il metodo di un colpo al cerchio e uno alla botte, riconosce alla contraddizione una funzione positiva di apertura verso nuovi processi guidati (secondo lui) dallo Spirito. La “rigidità” – lo ha dichiarato molte volte – sarebbe una patologia della fede, la quale invece vivrebbe di dubbio e di contraddizione. Tra dottrina e pastorale oppure tra Chiesa universale e Chiesa locale c’è contraddizione e bisogna, secondo lui, tenere aperto il rapporto con tutti e due i poli della contraddizione stessa. Non è quindi contraddittorio tenere aperta la contraddizione e vedere dove ci porta. I termini della contraddizione sono contraddittori ma la contraddizione no. La vita della Chiesa è contraddittoria.

Alcuni interpreti del pensiero di papa Francesco e delle sue fonti, sostengono che in questo egli si rifà alla “Contrapposizione polare” di Romano Guardini, il pensiero del quale Bergoglio poté avvicinare durante il suo soggiorno giovanile in Germania. Egli intenderebbe quindi la contraddizione come contrapposizione tra due elementi ugualmente positivi, anche se in tensione tra loro. Ma qui sta il punto. Come scriveva Joseph Ratzinger – che quanto a conoscere Guardini non era secondo a nessuno -  tra il vero e il falso o tra il bene e il male non può esserci contrapposizione ma solo contraddizione. In questi casi bisogna essere “rigidi” e scegliere per la verità e il bene.

L’assunzione nella vita e nella prassi della Chiesa della contraddizione vista come una negatività positiva sembra avere il proprio padre in Hegel più che in Guardini. Per essa ogni situazione di vita che si presenta nell’esistenza storica è sia positiva che negativa, perché in essa si scontrano due polarità contraddittorie. Lo scontro non deve essere evitato ma bisogna passarci in mezzo affinché si possa arrivare ad una composizione superiore. Un qualsiasi professore di liceo spiegherebbe così la dialettica hegeliana.

Stefano Fontana

https://lanuovabq.it/it/papa-la-contraddizione-fatta-sistema

Ancora sul metodo Bergoglio. Devastante per la Chiesa, divisivo per i fedeli


Cari amici di Duc in altum, dopo la lettera inviata da Francesco al gesuita James Martin, noto per il suo appoggio all’omosessualismo e all’ideologia gender, numerosi lettori hanno espresso il loro dolore. Vale per tutti questo contributo, nel quale il Giovane Prete affronta il tema del “metodo Bergoglio”. Sull’argomento consiglio anche la lettura della riflessione di The Wanderer, pubblicata ieri.

***

Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono

– vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 

perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

Gv 10, 12-13

del Giovane Prete

Caro Aldo Maria, ovviamente, puntuale, è arrivato, come prevedibile, l’intervento con cui il papa manda a rotoli ogni opposizione all’ideologia omosessualista, facendo fare, tra l’altro, un’altra figuraccia alla Segreteria di Stato.

Scrivere a padre Martin in questo momento e appoggiare senza riserve l’azione del gesuita pro-gay, significa contraddire esplicitamente l’insegnamento bimillenario della Chiesa.

Il metodo di Bergoglio è tanto banale e ripetitivo quanto efficiente: ribadire la verità, basata sulla Scrittura e la Tradizione, quando non serve a nulla, e contraddirla nel momento decisivo. Pensiamo al suo comportamento durante l’approvazione della legge Cirinnà o l’approvazione della legge sull’aborto in Argentina.

In questo modo fa sì che i cattolici in buona fede possano sempre riferirsi alle dichiarazioni “ortodosse”, fuori tempo e fuori luogo, mentre nella prassi si consuma l’allontanamento della società dalla legge di Dio e la scissione tra i fedeli. Potremmo dire che al papa piace sparare alla schiena ai suoi, appena questi dimostrino di ritrovare un po’ di coraggio.

Il metodo Bergoglio ha adepti di tutto rispetto: ogni volta che qualche congregazione della Santa Sede esprime una posizione chiara, c’è sempre un curiale che subito prende le distanze. Il risultato è che la Chiesa appare come una banda di dilettanti allo sbaraglio, nella quale ognuno vaga senza scopo e direzione, e ognuno può credere a ciò che vuole. Che pena!

Per noi sacerdoti e per i fedeli è uno spettacolo davvero indecente. La sposa di Cristo è veramente violentata da questi pastori che – lo dico con un dolore tremendo – stanno senza ritegno dalla parte del padre della menzogna. Non riesco a togliermi dalla testa la preghiera con cui il vescovo John Stowe ha introdotto il webinar Outreach 2021 organizzato da padre Martin e appoggiato da Bergoglio:

“Dio Creatore onnipotente, che riveli il tuo potere nella misericordia e nella compassione, guardaci mentre ci riuniamo da molti luoghi, uniti nel nostro desiderio di servire, elevare ed imparare dai tuoi figli Lgbtq+”.

Caro Aldo Maria e cari lettori di Duc in altum, vorrei che ci fermassimo un attimo a leggere questo delirio. Satana ha intinto la penna nell’inchiostro e ha scritto. Non c’è altro da aggiungere.

Maranatha! Vieni Signore Gesù!

https://www.aldomariavalli.it/2021/06/29/ancora-sul-metodo-bergoglio-devastante-per-la-chiesa-divisivo-per-i-fedeli/

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