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giovedì 8 luglio 2021

Salire sul podio e dare lezioni di “diritti umani”?

Canada e scuole per indigeni, la Chiesa capro espiatorio

Una ventina le chiese, molte cattoliche, bruciate o vandalizzate in Canada dopo la scoperta di tombe anonime di bambini. All’origine c'è il ruolo nelle scuole residenziali volute dal governo fin dal XIX secolo per l’assimilazione degli indigeni canadesi, spesso morti, in carenza di aiuti, per malattie e fame. E oggi Trudeau attacca la Chiesa, cercando di far dimenticare le colpe dello Stato.

In Canada si sta consumando uno scontro epocale tra Stato e Chiesa. Tra fosse comuni venute alla luce e chiese bruciate, come spesso avviene, la verità è nascosta tra le pieghe della Storia.

Già a fine maggio, 215 resti di bambini nativi americani erano stati trovati sepolti in una fossa comune nel terreno appartenente a una vecchia scuola cattolica di Kamloops, nella Columbia Britannica. La scuola era uno dei tanti collegi istituiti nel XIX secolo per l’educazione dei piccoli nativi. Appresa la notizia, durante l’Angelus dello scorso 7 giugno, papa Francesco aveva espresso la propria vicinanza alla comunità cattolica e all’intero popolo canadese “traumatizzato dalla scioccante notizia”. Il Pontefice aveva quindi chiesto di “far luce” su un fatto che “accresce ulteriormente la consapevolezza dei dolori e delle sofferenze del passato”.

Poi, in concomitanza con la Giornata Nazionale delle Popolazioni Indigene, celebratasi in Canada lo scorso 21 giugno, erano andate in fiamme due chiese. Nell’arco di un mese, ci sono stati una ventina tra incendi e gravi atti vandalici contro le chiese, in gran parte cattoliche. Almeno due degli episodi sono stati qualificati dalla polizia canadese come possibili incendi dolosi. Non c’è prova, almeno per il momento, di un nesso di causalità tra i due fenomeni, tanto più che il Sud-Ovest del Paese è stato investito da un’ondata di calore senza precedenti. Inverosimile, però, pensare che le altissime temperature possano aver provocato anche incendi nei luoghi di culto.

La seconda e più rilevante scoperta è avvenuta il 23 giugno, presso l’ex Marieval Indian Residential School, nella provincia del Saskatchewan. Non fosse comuni ma 751 tombe anonime. Ad annunciarlo Cadmus Delorme, capo della comunità Cowessess. “La notizia che centinaia di tombe senza nome sono state trovate nella Cowessess First Nation è assolutamente tragica, ma non sorprendente”, aveva twittato Perry Bellegarde, capo nazionale dell’Assemblea delle Prime Nazioni.

I rappresentanti delle stesse Prime Nazioni attendono le scuse formali della Chiesa Cattolica per il ruolo avuto nel sistema di scuole residenziali approntato a suo tempo dal governo canadese. Il “genocidio culturale” è stato riconosciuto nel 2015 dalla Commissione per la Verità e la Riconciliazione, secondo le cui stime sarebbero circa 6000 i bambini morti in queste scuole. I piccoli allievi delle scuole cattoliche o di altre denominazioni cristiane, affermano gli accusatori, venivano tenuti in condizioni igienico-sanitarie spaventose, maltrattati, soggetti all’inculturazione forzata e a volte abusati.

Il premier canadese Justin Trudeau, fin dal momento del suo insediamento, nel 2015, ha premuto l’acceleratore sulle indagini e dato impulso ad una serie di iniziative commemorative delle vittime. È stato ancora Trudeau a chiedere le scuse formali da parte di papa Francesco. Con il Pontefice, il premier canadese ha detto di aver parlato “personalmente”, insistendo “su quanto sia importante non solo che si scusi, ma che si scusi con gli indigeni canadesi sul suolo canadese. So che la leadership della Chiesa cattolica - ha aggiunto Trudeau - sta esplorando molto attivamente quali passi possono essere compiuti”.

In realtà, alcune richieste di perdono sono già arrivate, in ordine sparso, negli ultimi trent’anni. I primi a scusarsi da parte cattolica, nel marzo 1991, furono i vescovi della Conferenza episcopale e i capi degli ordini religiosi che avevano partecipato alle scuole residenziali; poi, nel luglio dello stesso anno, c’erano state le scuse specifiche degli Oblati di Maria Immacolata, che avevano amministrato la menzionata scuola di Kamloops fino al 1969. Nel 2009, inoltre, papa Benedetto XVI espresse “il suo dolore per l’angoscia causata dalla condotta deplorevole di alcuni membri della Chiesa in Canada”. Dopo i ritrovamenti delle ultime settimane, l’arcivescovo di Vancouver, monsignor Michael Miller, si è “scusato sinceramente e profondamente con i sopravvissuti e le loro famiglie, nonché con tutte le persone successivamente colpite, per l’angoscia causata dalla condotta deplorevole di quei cattolici che hanno perpetrato maltrattamenti di qualsiasi tipo in queste scuole residenziali”. Il presule ha quindi accusato la “politica colonialista” che in passato “ha provocato devastazioni per bambini, famiglie e comunità”.

Intanto, un passo concreto verso la riconciliazione potrà essere l’incontro tra papa Francesco e le comunità indigene canadesi, in programma tra il 17 e il 20 dicembre. La Conferenza episcopale canadese parteciperà all’incontro in Vaticano, assieme a rappresentanti di Prime Nazioni, Métis e Inuit. Lodando l’impegno da parte del Pontefice ad “ascoltare” le popolazioni indigene e a “rispondere” alle loro sofferenze, i presuli hanno espresso la “sincera speranza che questi prossimi incontri portino a un futuro condiviso di pace e armonia tra i popoli indigeni e la Chiesa cattolica in Canada”.

Ma è davvero soltanto la Chiesa a dover chiedere perdono? La realtà dei fatti è, come accennato, più complessa. Le scuole delle fosse comuni e dei cimiteri di massa non sono scuole cattoliche qualsiasi ma erano denominate scuole di assimilazione: a partire dal 1863, gli istituti, gestiti da cattolici o membri di altre confessioni cristiane, furono destinati all’inculturazione di circa, complessivamente, 150.000 bambini indigeni. Buona parte dei piccoli allievi vennero sottratti alle famiglie, in nome di un progetto di stampo colonialista, il cui primo impulso, però, fu del governo canadese. Sedici diocesi parteciparono al progetto e, a un certo punto, circa il 60-70% delle scuole di assimilazione erano cattoliche.

L’ultima scuola residenziale chiuse definitivamente nel 1998. Per quanto possano esservi stati episodi di violenza diretta, secondo alcune ricostruzioni, molti bambini morirono di fame, di freddo o di malattie, per colpa dell’inefficienza del governo, che non forniva sufficienti aiuti alle scuole.

Nel frattempo, lo scorso mese Trudeau ha ribadito di aver accettato la conclusione di un’inchiesta secondo la quale il Canada avrebbe commesso un genocidio culturale contro le popolazioni indigene. Nonostante la promessa di una riconciliazione nei confronti degli autoctoni, nei primi anni del suo mandato, Trudeau aveva speso quasi 100 milioni di dollari per sfidare in tribunale le Prime Nazioni. Salvo poi scaricare tutta la colpa del genocidio culturale sulla Chiesa, quando, in realtà, le scuole incriminate furono coinvolte in un progetto di matrice eminentemente governativa, finanziato dallo stato canadese.

Anche nella Chiesa, comunque, c’è chi rifiuta di fare da capro espiatorio. Lo stesso presidente della Conferenza episcopale canadese, monsignor Richard Gagnon, arcivescovo di Winnipeg, in una recente omelia, ha detto senza mezzi termini: “C’è una persecuzione in corso”. Secondo Gagnon, il ruolo della Chiesa, in questa vicenda, sarebbe stato infangato da numerose “esagerazioni” e “idee false”. Affermazioni che, com’era prevedibile, hanno suscitato un vespaio di polemiche, in particolare tra le comunità di nativi.

Una tristissima storia, in cui, sul banco degli accusati permane sempre e solo un soggetto: la Chiesa. Sulla responsabilità dello Stato è ancora silenzio assordante.

Luca Marcolivio

https://lanuovabq.it/it/canada-e-scuole-per-indigeni-la-chiesa-capro-espiatorio

IL GENOCIDIO DEI BAMBINI INDIGENI IN CANADA DIMOSTRA LA DOPPIA FACCIA IPOCRITA DELL’OCCIDENTE DEI “DIRITTI UMANI”



di Luciano Lago

Le notizie che sono arrivate dal Canada, relativamente al ritrovamento di centinaia di resti umani individuati in tombe anonime vicino a tre scuole residenziali per bambini indigeni in Canada, raccontano una storia straziante di come una tale iniquità sia stata commessa in un paese, che ama sempre considerarsi un difensore dei “diritti umani”.
Dal 19° secolo fino agli anni ’70, più di 150.000 bambini indigeni furono allontanati con la forza dalle loro famiglie e mandati a vivere in collegi cristiani finanziati dallo stato nel tentativo di assimilarli nella società canadese. Migliaia di questi bambini sono morti lì per malattie o altre cause.

Circa tre quarti delle 130 di queste scuole residenziali erano gestite da congregazioni missionarie cattoliche romane, con altre gestite dalla Chiesa presbiteriana, anglicana e dalla United Church of Canada, che oggi è la più grande denominazione protestante del paese.
Come ha riconosciuto il governo canadese, gli abusi fisici e sessuali erano dilaganti in queste scuole residenziali, con studenti picchiati perché parlavano la propria lingua madre.

I resti scoperti in tombe anonime nei siti delle tre scuole residenziali sono chiaramente solo la punta di un iceberg. È necessaria un’indagine approfondita per scoprire cosa è successo a tutti i bambini indigeni che sono stati costretti a frequentare tali scuole e se il governo canadese, le chiese cattolica, presbiteriana, anglicana e unita hanno fatto qualcosa per coprire le atrocità.
Secondo un rapporto della Commissione canadese per la verità e la riconciliazione, tra il 1936 e il 1944 il governo canadese ha distrutto 15 tonnellate di documenti cartacei relativi al sistema scolastico residenziale, inclusi 200.000 fascicoli relativi agli affari indiani.

Canada cerimonia del ricordo dei bambini assassinati

Ci sono ragioni più che sufficienti per gli indigeni e per tutti i citadini canadesi per arrabbiarsi con il loro governo e chiedere la verità su quello che in queste scuole hanno fatto ai bambini indigeni.

Il fatto che le persecuzioni contro le popolazioni indigene siano state a lungo travisate e che la storia delle torture e delle privazioni a cui i bambini indigeni sono stati sottoposti in queste scuole sia stata omessa nei libri di storia canadese, suggerisce che il fantasma del razzismo e del suprematismo bianco perseguiti ancora il Canada e il mondo anglosassone.
Si potrebbe facilmente indagare anche sui crimini commessi negli Stati Uniti ai danni delle popolazioni native indigene e si scoprirebbe una lunga lista di orrori ancora peggiori con soppressione e genocidio di decine di migliaia di persone confinate nelle riserve ed emarginate dalla società bianca.

Canada tombe dei bambini indigeni
Canada una delle scuole della “Missione” dove i bambini vennenro uccisi


Si tratta ormai di un tratto caratteristico delle società anglosassoni nell’America del Nord, che fa parte della loro cultura suprematista e razzista che pretende di essere quella che detta le regole a tutti i popoli del mondo.
Questi episodi della storia, che accanto agli altri di epoca più recente, come le “guerre umanitarie” perpetrate dagli anglosassoni contro popoli di paesi sovrani, dall’Iraq all’Afghanistan alla Siria alla Libia, rendono grottesche le accuse che l’Occidente muove oggi contro la Cina per il presunto genocidio (senza prove) della minoranza uiguri nel Xinjiang.
Il Canada, gli Stati Uniti ed i loro alleati, quelli dalla coscienza sporca dei propri crimini, non sono in grado di salire sul podio e dare lezioni di “diritti umani” a qualsiasi altro paese. Gli anglosassoni devono piuttosto guardarsi allo specchio ed essere coscienti dei loro crimini che continuano ancora oggi nel Medio Oriente ed in Asia occidentale (Afghanistan). Loro bombardano, uccidono dall’alto dei loro aerei e droni, utilizzano mercenari jihadisti per le loro finalità geopolitiche, poi pretendono di essere i “campioni” dei diritti umani. “Meglio che si tappino la bocca e tacciano”, come ha dichiarato uno dei leader delle minoranze indiane in America.

La verità emerge prima o poi e la vergogna e la necessità di giustizia deve inchiodare i pretesi “gendarmi del mondo” alle proprie responsabilità.
Aspettiamo che gli Stati uniti, il Canada e gli altri paesi occidentali sanzionino se stessi e risarciscano i popoli che sono stati vittime dei genocidi da loro perpetrati.


https://www.controinformazione.info/il-genocidio-dei-bambini-indigeni-in-canada-dimostra-la-doppia-faccia-ipocrita-delloccidente-dei-diritti-umani/

Il Canada cancella la sua storia: tolta dagli archivi nazionali una pagina sul suo primo Primo ministro 

Il principale delitto della nuove teorie “Woke” e “BLM”? Quello che vogliono riscrivere la storia, falsandola completamente.

.“Sir John Alexander Macdonald, nato in Scozia, è stato il primo primo ministro del Canada. È famoso per il suo ruolo nell’istituzione del Canada come paese il 1 luglio 1867. Alcuni dei suoi altri importanti risultati includono la costruzione della Canadian Pacific Railway e la formazione di un forte partito conservatore”, scrive Dan Frieth.

Però Macdonald fece anche  passare l’Indian Act, che imponeva che i bambini delle tribù indigene si assimilassero nei collegi cristiani, e lo scrivere questo nella sua biografia ufficiale, conservata nei Library Archives canadesi, ha fatto arrabbiare gli attivisti del governo. Allo stesso modo anche l’istituzione da parte del governo del Chinese Immigration Act nel 1885, che limitava l’ingresso degli immigrati cinesi in Canada, addebitando loro una tassa di 50 dollari ciascuno, è apparentemente motivo per la cancellazione di Macdonald.

Dopo un numero imprecisato di lamentele (potrebbe essere solo una), il sito web dell’archivio nazionale canadese si è scusato e ha promesso di rimuovere tutto il materiale offensivo su Macdonald e su qualsiasi altra figura storica che sconvolge il 21° secolo ha svegliato gli imbecilli.

“Il nostro sito web attuale contiene informazioni che sono state scritte molti anni fa”, afferma un avviso pubblicato sul sito web. “Purtroppo, non sempre riflette il nostro paese diversificato e multiculturale, presentando spesso un lato della storia del Canada”. “Library Archives Canada riconosce che parte della sua presenza online è offensiva e continua a correggere questi problemi. Ecco perché i contenuti ridondanti o obsoleti verranno rimossi o riscritti”.

In altre parole, la storia sarà “riscritta” per saziare la folla. Gli storici canadesi, se ancora di questa categoria si può parlare, avranno due scelte: o cancellare questi atti dalla biografia di McDonald, rendendolo un personaggio falso, oppure cancellare la sua figura, rendendolo un fantasma e il Canada una nazione orfana delle proprie radici.

Come abbiamo evidenziato in precedenza, mentre il Canada sta cancellando i suoi dati storici, la rappresentazione del movimento LGBT è più radicata che mai.

Il governo canadese ha recentemente annunciato che sta espandendo il “Pride Month” per l’intera estate e lo chiama “Pride Season”. “Pride ” , Orgogliosi di cosa, quando la sua storia viene cancellata o completamente falsificata ? Siamo veramente nell’era del 1984, dove il “Ministero della verità” ha come obiettivo quello di diffondere le menzogne.

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https://scenarieconomici.it/il-canada-cancella-la-sua-storia-tolta-dagli-archivi-nazionali-una-pagina-sul-suo-primo-primo-ministro/


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