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giovedì 29 luglio 2021

Superati ed esagerati i dettami della Bibbia?

“Traduzioni insensate: l’intento è quello di sfottere i dettami della Bibbia e farli apparire superati?” 


Indizio n.72 Bibbia CEI 2008: di INVESTIGATORE BIBLICO

In questo articolo voglio evidenziare altri errori della traduzione CEI 2008, presenti nell’Antico Testamento.

L’errore in esame mostra la Bibbia come un libro ormai superato, da prendere in considerazione solo come “libro storico”, ma non come parola di Dio.

Il versetto a cui mi riferisco oggi è Levitico Capitolo 18 versetto 22-23.

Vediamo le due traduzioni:

CEI 1974: “22Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna; è abominio. 23Non ti abbruttirai con alcuna bestia per contaminarti con essa” (Lv 18,22-23);

CEI 2008: “22Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna. È cosa abominevole. 23Non darai il tuo giaciglio ad una bestia per contaminarti con essa” (Lv 18,22-23).

Avrete sicuramente notato l’ambiguità dei termini della 2008, annacquati e ammorbiditi, a differenza dei termini alquanto espliciti della CEI 1974.

Si nota ancor di più la differenza se prendiamo in esame il testo originale.

Nel verso 22 e 23 l’ebraico usa il seguente termine (traslitterato): SHEKAV.

Questo verbo in ebraico antico ha un solo significato: Unirsi sessualmente.

Pertanto, nel verso 22 il Signore condanna l’unione fisica omosessuale. Nel verso 23 condanna l’unione sessuale tra uomo e animale.

E’ pur vero che la Cei 1974 avrebbe potuto tradurre con “unirsi sessualmente”, ma il messaggio è comunque chiaro.

Al contrario, nella CEI 2008 la traduzione è ambigua.

L’espressione “non ti coricherai con un uomo” può avere sfaccettature diverse.

Non a tutti i costi indica un rapporto sessuale con una persona dello stesso sesso.

Coricarsi, in italiano, non indica necessariamente “unirsi sessualmente”.

Il v. 23 è tradotto ancor peggio del 22: “Non darai il tuo giaciglio ad una bestia”: una traduzione insensata.

Il termine SHEKAV, infatti, è molto esplicito.

Quindi, ripeto, la traduzione corretta è la seguente: “Non ti unirai sessualmente con una bestia.

Forse qualcuno a una prima e ignara lettura potrebbe pensare che non sia concesso dormire con un cucciolo, ad esempio.

O ancora, due fratelli non possono dormire nella stessa tenda in campeggio?

Sarebbe questo l’abominio descritto nella nuova traduzione?

Forse l’intento è quello di far apparire superati ed esagerati i dettami della Bibbia?

 Investigatore Biblico


Postato il 

https://investigatorebiblico.wordpress.com/2021/07/27/indizio-n-72-bibbia-cei-2008-traduzioni-insensate-lintento-e-quello-di-sfottere-i-dettami-della-bibbia-e-farli-apparire-superati-di-investigatore-biblico/

Il Maligno li ha indotti nella tentazione di credere che il Padre ci possa abbandonare alla tentazione. Di Marziale Stilita

Chiedendo di "non abbandonarli" alla tentazione, il Padre li ha lasciati cadere nella tentazione.

Coloro che credevano di reggersi in piedi invece franarono:

"Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla. Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria" (1 Cor).

Ecco, questi sono idolatri, come si vede anche bene in fotografia, si fanno legislatori negando che solo Uno solo è il Legislatore: e si creano dunque la loro preghiera.

Volendo per vapore di superbia modificare la Preghiera Perfetta, i meschini sono caduti nella tentazione di credere il Padre Buonissimo meno buono.

Infatti nella Preghiera lasciataci dal Benedetto Redentore già si implora il Padre di aiutarci a fare la sua volontà, e questo proprio perché a noi creature pare impossibile a volte il compierla, e questo Dio lo sa: sa che abbiamo bisogno del suo aiuto.

Infatti, Nostro Signore ci ha insegnato la Verità tutta intera, ed il Pater è Verità tutta intera, e i superbi non gli hanno creduto: "Se ti dico la Verità, perché non mi credi?" (Gv 8)

I ribelli "si sono ribellati alla luce" (Gb 24): i ribelli si sono ribellati alla Verità.

Loro, tanto misericordiosi, non hanno creduto alla Misericordia. Non hanno creduto a Quello che "ci ha amati per primo" (1 Gv), e che ha già pronto il suo aiuto proprio perché è Buono oltre ogni misura: "Perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate" (Mt 6).

Loro, gli increduli, non hanno creduto che il Padre è buonissimo: un assurdo impossibile. Dunque la loro incredulità ha portato i miserabili ad aggiungere quel "non ci abbandonare" come se il Padre potesse lasciar annegare i suoi figliolini: un altro assurdo impossibile.

Ecco, il Maligno li ha indotti nella tentazione di credere che il Padre ci possa dimenticare. Hanno ipotizzato una carenza in Dio. Hanno instillato il dubbio che Dio possa veramente abbandonarci alla tentazione: hanno creato un dio che va a giorni alterni.

Non credendo che il Padre anticipa l'aiuto, hanno deciso fosse giusto il chiederlo espressamente: il dubbio covato per anni nelle loro menti superbe è finalmente partorito. Questo dubbio coccolato e nutrito, al posto di esser immeditamente cacciato via proprio perché è tentazione diabolica il creder il Padre capace di abbandono.

E Dio allora che fa con questi disgraziati? "E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna ” (2 Tess 2,7-12). "Andrò, e sarò uno spirito bugiardo nella bocca di tutti i suoi profeti" (3 Re).

Infatti la loro è mancanza di Carità, di fiducia verso Dio, di amore verso un Padre. È questa mancanza di Carità la loro colpa: "Quando avessi avuto tutta la fede, fino al punto di trasportare le montagne, se non avessi la Carità, non sarei niente" (1 Cor 13). E questo perché: "Se la Fede non è vivificata dalla Carità, non è niente" (1 Cor 13).

Dunque i miseri vengono lasciati senza aiuto nella tentazione. Dio si ritira e indurisce i loro cuori: “Ma il Signore indurì il cuore del faraone e questi non diede ascolto a Mosè e ad Aronne, come il Signore aveva detto a Mosè.” Es 9 Essi non diedero ascolto a Quello "che è ben più di Salomone" (Lc 11), ben più di Mosè ed Aronne: non diedero ascolto a Gesù Cristo, Dio fatto Carne.

Dunque, a causa del loro dubbio: “Meritarono di non intendere a motivo dei loro peccati”, afferma sant'Agostino (Le questioni evangeliche, 17).

Non hanno inteso il "non ci indurre in tentazione" proprio per il loro cuore indurito ed hanno "pensato di cambiare i tempi e la Legge" (Dan 7) e questo: "Perché non si convertano e venga loro perdonato" (Mc 4).

"Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro" (Ap 22).

Queste parole di Gesù Cristo non valgono solamente per il libro dell'Apocalisse, ma per tutta la Scrittura, compreso il Pater Noster.

Che l'umanità sia alla frutta lo dovrebbe far intendere il fatto che la Chiesa, dopo duemila anni, ha alterato la Preghiera Perfetta recitata e creduta tale da migliaia di santi e martiri: santi perché erano martiri e martiri perché eran santi.

"Il serpente mi ha ingannata, e io ho mangiato" (Gen 2) rispose Eva. Non cogliamo dunque anche noi la mela, non facciamoci ingannare, e lasciamo a loro la recita della preghiera mutilata e resa non più Perfetta.
https://gloria.tv/share/o6Uf2BNcSaQh4TnVBdSJM2EuA

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