Indizio n.68 Bibbia CEI 2008: “La strategia del depistaggio dei traduttori: cambiare il nome ai peccati. Lettera di Giuda” di INVESTIGATORE BIBLICO
Cari lettori,
vi propongo una nuova analisi di traduzione che considero personalmente una vera e propria violenza al testo, contenuta nella lettera di Giuda.
CEI 1974: “Così Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia…” (Giuda v.7)
CEI 2008: “Così Sodoma e Gomorra e le città vicine, che alla stessa maniera si abbandonarono all’immoralità…” (Giuda v. 7).
Leggiamo il testo greco e vediamo se si tratta di un erroruccio o di una svista.
ἐκπορνεύσασαι – èkporneìsasi – da “porneia”, significa principalmente “prostituzione”.
Consiglio, per inciso, la lettura di questo interessante articolo: La porneia
San Giuda nella sua lettera si riferisce a coloro che si prostituiscono attraverso il vizio contro natura.
Un interessante riferimento sono i versetti biblici sulla blasfemia dei prostituti sacri (uomini) di alcuni passi dell’Antico Testamento.
Deuteronomio 23,18-19: “né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione sacra tra i figli d’Israele“; 2 Re 23,7: “Demolì le case dei prostituti sacri, che erano nel Tempio, e nelle quali le donne tessevano tende per Asherah (idolo cananeo, ndr)”.
Tradurre il termine “èkporneìsasi” con “immoralità” significa per l’ennesima volta annacquare ed annebbiare il messaggio originale della Parola di Dio.
Quella che ho definito sopra come una vera e propria violenza al testo.
“Immoralità” è un termine generico, che rimuove un riferimento specifico. “Impudicizia”, al contrario, esprime nell’accezione corretta l’intenzione dell’Apostolo San Giuda Taddeo, ovvero condannare uno specifico peccato della sua epoca (come della nostra, del resto). Il testo originale utilizza un termine corretto, chiamando un preciso peccato per nome.
L’altro errore, altrettanto grave, emerge al v. 10.
CEI 1974: “Costoro invece bestemmiano tutto ciò che ignorano...”
CEI 2008: “Costoro invece mentre insultano tutto ciò che ignorano…”.
Andiamo al testo in greco.
βλασφημοῦσιν – blasfemousin – la cui radice troviamo nel termine “blasfemia”, assume il significato di “bestemmia”.
Nel caso del testo Cei 2008 i traduttori deliberatamente decidono di utilizzare un generico “insultano”. Da notare che l’espressione “tutto ciò che ignorano” è riferita a Dio e alla fede Cattolica.
Infatti, San Giuda esprime una considerazione sul peccato dei “prostituti sacri”, i quali non solo praticano il vizio contro natura “dedicato” ad un idolo, ma “bestemmiano” ciò che ignorano (ovvero Gesù Cristo), peccando gravemente non solo a parole, ma con la loro stessa vita.
Per questo motivo l’utilizzo di un generico verbo insultare (“insultano”) rappresenta un ennesimo e maldestro tentativo ad opera dei traduttori di alleggerire, addolcire, annacquare e travisare un peccato, che l’Apostolo, al contrario, senza troppi giri di parole, definisce gravissimo.
Cosa dobbiamo dedurre, amici carissimi?
Non posso far meno di intravedere in questo filone di traduzione una volontaria faziosità da parte della Cei 2008.
Per quanto mi riguarda, l’argomentazione del “rendere il testo più moderno, più leggibile, più attinente” non regge. Essendo il testo Sacro, questo modus operandi è il risultato di uno scombinare completamente il vero significato.
Ecco il motivo per cui mi sono permesso in apertura di usare l’espressione violentare il testo biblico.
La lettera di Giuda è molto breve e viene letta una sola volta, o forse due, durante il ciclo liturgico. Chi può accorgersi di tali errori?
Al contrario una lettura attenta e meticolosa può illuminare gli occhi del fedele.
Più scopro il testo dell’ultima traduzione per il pubblico, più mi convinco che si procede verso il fondo.
In chiusura suggerisco la lettura di un articolo del buon Aldo Maria Valli, un interessante spunto di riflessione.
Investigatore Biblico
Indizio n.69 Bibbia CEI 2008: “La strategia del depistaggio dei traduttori: cambiare il nome ai peccati. Lettera ai Colossesi – parte II” di INVESTIGATORE BIBLICO
Ecco un altro errore di traduzione per nascondere l’ideologia. Stesso identico a quello della lettera di Giuda descritto nell’articolo precedente.
In questo caso l’errore si trova nella Lettera ai Colossesi 3,5. Analizziamolo.
CEI 1974: “Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni…”;
CEI 2008: “Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni…”.
La Cei 1974 traduce con “fornicazione”. Lo stesso termine nella versione del 2008 viene tradotto con “immoralità”.
Come nella lettera di Giuda, il termine in questione dal testo originale è: “πορνείαν”, “porneian”, ovvero “porneia”, “prostituzione”, intesa come “prostituzione maschile”.
Viene spontaneo, oltre a ciò che ho già scritto, fare un’altra riflessione, e non a caso alla vigilia della votazione del DDL Zan, un disegno di legge che contraddice la Legge di Dio.
Analizzando i fatti, abbiamo assistito ad un flebile e diplomatico tentativo della Segreteria di Stato all’ambasciata Italiana, attraverso una semplice richiesta di “revisione” del disegno di legge.
Una mossa che a mio modesto parere è equiparabile all’utilizzo di una pistola ad acqua contro un mitragliatore.
A parte questo, non mi risulta che ci sia stata alcuna voce autorevole da parte della gerarchia ecclesiastica contro questa legge, in modo schietto e chiaro, il che indebolisce nuovamente la credibilità della Chiesa agli occhi del mondo e agli occhi dei fedeli. Ma soprattutto agli occhi di Dio.
Senza riprendere l’argomento del fenomeno dell’omosessualità attiva nelle file ecclesiastiche, vorrei porre a me stesso e ai lettori delle domande, seppure provocatorie.
1. Le traduzioni della CEI 2008 sono state a suo tempo una “preparazione” allo sdoganamento della sodomia nella Chiesa?
2. Se la traduzione della Parola di Dio è stata manipolata – cosa gravissima – secondo i “piaceri” e la moda del momento, il testo del lezionario liturgico in uso nelle celebrazioni Eucaristiche (CEI 2008), è da considerarsi veramente Parola di Dio?
3. Quanti Sacerdoti dovranno passare il calvario dei processi penali e magari anche condanne, come già accade oggi a tanti confratelli che predicano la Verità del Vangelo senza compromessi?
Prendiamo come esempio Padre Ariel del blog Isola di Patmos, un sacerdote preparato come pochi teologicamente e che personalmente stimo per la sua parresia evangelica.
Vi consiglio la lettura di questo suo articolo: Padre Ariel sotto processo
Come consiglio la lettura di un suo libro – “E Satana si fece trino” -, in cui egli denuncia la presenza delle lobby omosessuali nella Chiesa. Di certo non è frutto delle sue fantasie, portando alla luce coperture, depistaggi e avanzamenti di carriera di chi riveste, fingendo, il ruolo di pastore di anime.
Come avrete letto, anche tra le file di quei partiti che sostengono solitamente posizioni rivoluzionarie e progressiste, diversi sono contrari a questa legge che introdurrebbe una vera e propria dittatura ideologica.
Per questo invito tutti a pregare nella giornata di domani perché il Signore ci risparmi da questa piaga.
Anche se fossero 5 minuti, stiamo davanti al Santissimo Sacramento a fare Adorazione Eucaristica, implorando al Signore la Grazia dell’affondamento totale del DDL Zan.
Che Dio ci ascolti!
Investigatore Biblico
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