Il Motu Proprio, e il Destino dei Laici Inascoltati. Il Ritorno del Centralismo Puro.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’avvocato Luca De Netto ci offre questa riflessione – di cui lo ringraziamo di cuore – sulla situazione relativa all’ultimo Motu Proprio emanato dal Pontefice regnante. Buona lettura.
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DAL SUMMORUM PONTIFICUM A TRADITIONIS CUSTODES: COME LAICI INASCOLTATI CHE FINE FACCIAMO?
Quando chi scrive è nato, il Papa era Giovanni Paolo II. Cresciuto sotto quel pontificato, frequentando il Catechismo e ricevendo i Sacramenti.
Da bambino ero affascinato dal canto del “Tantum ergo” di cui non comprendevo una sola parola, ma volevo imparare a cantarlo. A differenza di certe imposizioni che i catechisti si sforzavano di attuare pretendendo che “animassimo la Messa” con l’Allelujia delle lampadine. Da cui qualcosa di istintuale mi chiedeva di fuggire.
Come da quel battere le mani ai canti che parevano un concerto dei Nomadi. Con la differenza che i Nomadi, almeno, intonano egregiamente il Tantum Ergo…
Con il tempo si cresce, e si cerca. Si cambiano le città, le chiese, le parrocchie.
Ma, con il passare degli anni, ho assistito ad una sempre maggiore banalizzazione delle messe, che ad un certo punto mi son diventate davvero intollerabili; fino a non afferrare più cosa fossero, e considerarle vuoti ritrovi dove “ascoltare le letture” e mille altre parole. Parole su parole. Fiumi di parole. I Jalisse al posto del silenzio. E del gregoriano.
Una noia micidiale. Un‘ora di in-sofferenza a cui prendevi parte solo e soltanto per il Sacramento eucaristico. Per il resto, meno durava, meno parlavano i preti, meglio era. Fuggire il prima possibile!
Nel frattempo il Papa era diventato Benedetto XVI.
E proprio sotto il pontificato di Papa Ratzinger ho, per la prima volta, assistito ad una Messa che mi ha lasciato talmente rapito ed inebriato da farmi commuovere.
Un santo sacerdote che, celebrando “di spalle” ai fedeli, compiva una serie attenta di gesti, si inginocchiava con scrupolo, proferiva parole in lingua latina e per tre volte ripeteva “Domine non sum dignus” prima di accostarsi al Corpo e Sangue di Cristo.
Meraviglia delle meraviglie! Era come percepire il Cielo sceso in terra! Qualcosa che non si può descrivere, che occorre vivere.
A fine Messa chiesi, volevo sapere, volevo conoscere quella Messa, quel Rito! Volevo viverlo e frequentarlo.
E si aprì un mondo. Per me. Per tanti altri fedeli. Per numerosi giovani che si erano addirittura completamente allontanati dalla Chiesa.
Purtroppo, però, scoprimmo anche le invidie, le gelosie, i pregiudizi, i pericoli e le avversità che quel rito destava per il sol fatto di esistere e di essere celebrato.
Mai da nessun fedele, sia chiaro! Ma sempre da parte di una minoranza del clero. Che spesso i fedeli tendeva a sobillarli.
Così abbiamo costituito un Coetus a norma del Summorum Pontificum, e, quando è stato necessario reperire un sacerdote che regolarmente celebrasse nella forma straordinaria di quello che Ratzinger ci aveva rassicurato essere un unico rito, le difficoltà sono parse insormontabili.
Giovani sacerdoti, che pure conoscono e celebrano privatamente con il Messale di Giovanni XXIII, per timore, per ansia di carriera, per evitare etichette, hanno preferito voltarci le spalle. E non certo per dire messa… Qualcuno ci ha persino tolto il saluto.
Gli anziani, invece, hanno tirato fuori la storia del Concilio Vaticano II che avrebbe cambiato tutto. Come sarebbe a dire cambiato tutto?!? E prima del Concilio?!? E i nostri nonni dunque avevano sbagliato? E cosa c’entrava poi il Concilio, che nessuno di noi aveva mai tirato in ballo o nemmeno nominato, tanto fosse naturale e scontato, come lo era l’aver frequentato per tanti anni il rito di Paolo VI? E che tra l’altro si continuava a frequentare. Evitando però, come la peste, quelle messe nuove dove il celebrante fa lo showman o si dilunga in inutili e noiose omelie sociologiche.
Alla fine dei discorsi con il clero, sembrava che il problema fosse sempre il Vescovo, che, come Don Rodrigo, pareva aver ribadito ai sacerdoti, sempre un po’ Don Abbondio: “questa Messa non s’ha da fare, né domani, né mai!”.
Grazie a Dio, il Summorum Pontificum ci consentiva comunque di agire, rivendicato tutto il ruolo e la centralità dei laici che quel documento, in perfetta adesione e linea al Concilio Vaticano II, rimarcava. Perché poi i documenti del Concilio abbiamo voluto studiarli ed apprezzarli. E tirarli fuori nei confronti di chi di dovere…
Il protagonista indiscusso della liturgia antica, o, meglio, della sua attuazione, diffusione e partecipazione, secondo il documento di Benedetto XVI, erano proprio i laici. Non i sacerdoti e non i vescovi! Mai documento fu più conciliare del Motu Proprio Summorum Pontificum, con i laici costituiti in Coetus come motore e sviluppo della Liturgia!
Benedetto XVI si rivelava essere così un dei più grandi interpreti del Concilio, nel solco di tutta la Tradizione della Chiesa.
Non rottura, non un prima ed un dopo, come sostenevano certi preti sedicenti conciliari, ma continuità, cammino, unità. Con i laici protagonisti indiscussi, fino al punto da poter ricorrere alla Congregazione competente per il rispetto del Motu Proprio contro l’eventuale ed illegittima opposizione del proprio Vescovo.
Qualcosa di davvero straordianario. Forma extraordinaria, per l’appunto. Non a caso.
Con la pubblicazione di questo nuovo Motu Proprio di Papa Francesco (per il quale le nostre preghiere oggi sono e devono esser ancor più intense), invece, sembra che i laici siano stati ridotti ad un nulla, a spettatori passivi di un processo del tutto clericale.
Dove nemmeno più il singolo sacerdote ha la giusta facoltà di scelta.
Persino i vescovi sono stati limitati, e tutto è stato ricondotto a Roma.
Centralismo puro e passività assoluta. Altro che pre-concilio! Altro che Messa antica! Neanche nel Medioevo si era mai giunti a tanto. Anzi, tutt’altro…
I diritti dei fedeli, del Santo Popolo di Dio, sembrano essere completamente cassati, conculcati, svaniti. Cancellati con un tratto di penna dall’oggi al domani.
Ma proprio alla luce di tali evidenti stranezze, come laici vorremmo conoscere il risultato di questo questionario. Capire come i singoli vescovi abbiano risposto. Capire se le risposte sono state vagliate tutte, e come… E magari da chi!
Perché noi, come tanti altri, abbiamo scritto sia all’Ordinario del luogo che alla Congregazione per la Dottrina per la Fede spiegando, prima che il questionario venisse consegnato con le risposte, le ragioni dei laici e la nostra situazione.
Il perché amiamo questa Liturgia. La sua forma, la sua ritualità, i suoi gesti. E quanto riempa di Assoluto e di Sacro il nostro cuore ed il nostro animo. Una sensibilità che chiediamo sia rispettata, così come rispettiamo quelle altrui.
Ma tali nostre limpide spiegazioni, saranno state prese in considerazione? A noi risulta che tolti pochi casi come il nostro, dove ciò che si riscontra è un mero pregiudizio da parte clericale, nella stragrande maggioranza delle Diocesi la Messa antica è stata ben accolta e sostenuta, concorrendo alla crescita della Chiesa tutta.
Ed anzi, apportando persino benefici nel limitare gli abusi nella celebrazione del Messale di Paolo VI, anche grazie ai tanti fedeli che frequentano le due forme e ai sacerdoti che celebrano San Pio V come il novus ordo.
Basterebbe vedere chi, come noi, si inginocchia al Credo anche nel nuovo rito alle parole “e per opera dello Spirito Santo si è incarnato…”, o resta in ginocchio durante l’intera consacrazione e dossologia fino al “per Cristo, con Cristo..”.
Non riusciamo pertanto non solo a comprendere questo nuovo motu proprio, e soprattutto ci chiediamo: a noi laici che siamo o eravamo Coetus, adesso che ruolo spetta? Siamo ancora o non siamo più soggetti di diritto attivi? Ci viene riconosciuto il ruolo e la centralità che il Concilio Vaticano II ci aveva attribuito? Come faremo affinché le nostre legittime aspettative siano accolte? Chi ci tutelerà? O forse, a mali estremi, dovremmo attrezzarci diversamente, ed aprire le porte delle comunità delle Diocesi a qualsiasi realtà che celebra validamente secondo il Messale del 1962, a prescindere da norme e resto?
Però in tal caso, sia chiaro, la responsabilità sarebbe tutta di quei Vescovi che si ostinano a non ascoltare, di quei sacerdoti diocesani che mancano di coraggio o alimentano pregiudizi. Ma forse e soprattutto di chi ha ideato e scritto questo Motu molto… im-Proprio.
Attendiamo fiduciosi risposte. Prima che sia troppo tardi…
Avv. Luca De Netto
Marco Tosatti 23 Luglio 2021 12 Commenti
NON DIMENTICHIAMOCI DELLA META
Ciascuno di noi riceve dal Creatore fin dalla nascita un grande dono: la vita eterna. Dio, cioè, ci dona gratuitamente una vita simile alla Sua in cambio dell’obbedienza alla Sua legge d’amore, che si riassume nei Dieci Comandamenti. Anzi, conoscendo la nostra debolezza e la potenza distruttrice di satana – Suo e nostro nemico spirituale – ci ha dato anche la possibilità di riscatto, quando cadiamo nelle sue trappole, con il sacramento della Penitenza. Un grande dono offertoci con la Sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione che, col passar del tempo e col diffondersi dell’indifferenza e del relativismo, oggi rischiamo di dimenticarlo.
Con il rischio di perdere la Fede tramite l’apostasia, la Vergine interviene in nostro aiuto con la promessa di accompagnarci fino alla fine di questo tempo, riconosciuto come “ultimo” per l’umanità, insidiata continuamente da satana, specie a carico di grandi personaggi, non solo politici.
Anzi, se c’è qualche personaggio in carica che resiste, nonostante tutto, anche se osteggiato e messo alla gogna, dimostra di avere ancora l’appoggio del buon senso, a rischio però di cedere di fronte allo strapotere dei media e della grande finanza di esclusiva proprietà dei nemici del buon senso e della vera Chiesa di Gesù Cristo.
Siamo di fronte ad una lotta senza pari che si sta rivelando sempre più decisiva contro la Verità e il Bene assoluto, a favore della menzogna e del male ovunque diffuso: mentre il Bene non ha bisogno di mimetizzarsi, il male si occulta dietro grandi maschere di bugie e di denaro per sviluppare tutta la sua potenza politica e mondana, diplomatica e perbenista.
Un’astuzia molto diffusa per diffondere il male nel mondo è quella di fingere di combattere il male quando invece non si fa nulla per ostacolarlo o si fa in modo di diffonderlo, tramite la diminuzione delle pene per i trasgressori della legge.
Un aspetto misterioso e sospetto dell’immigrazione dei popoli extra comunitari e islamici in Europa, troppo poco esplorato nelle sue cause, resta il problema della verifica dei precedenti penali dei richiedenti asilo, suscettibili di molti dubbi.
1 - Urge una nuova evangelizzazione
Un problema importante che la Chiesa cattolica dovrebbe affrontare, potrebbe essere quello di una urgente campagna di rievangelizzazione promossa da teologi e condotta da catechisti preparati in previsione di un grande ritorno ai princìpi fondamentali del Vangelo.
Motivazioni per tornare a riflettere sulle Sacre Scritture non mancano: tutto dipende dalla volontà di farlo. Basta considerare la scarsità dei battezzati, che frequentano le chiese parrocchiali, per valutare l’apostasia che stiamo attraversando in molte regioni italiane ed in molti Stati europei e per renderci conto della situazione precaria e dolorosa della Chiesa cattolica. Ma c’è anche un criterio nuovo di giudizio, inspiegabile in apparenza: cioè il disinteresse e l’apatia della Gerarchia di fronte al diffuso abbandono della fede da parte di molte famiglie che un giorno non lontanissimo frequentavano regolarmente la Chiesa.
2) La strana scelta del silenzio
Il tempo attuale, che per vari mo-tivi dovrebbe prepararci ai tempi futuri, ha una caratteristica preminen-te: non è posta nel suo giusto rilievo, ma è del tutto ignorato, come tempo di preparazione ai tempi ultimi.
Questo strano silenzio tra i Cristiani e i Pastori ha bisogno di una interpretazione che trova giustificazione da uno sguardo sulla situazione generale, anche se non da tutti riconosciuta: cioè dalla constatazione che l’umanità è soggetta ad una schiavitù ideologica che tutti subiamo, senza avere il coraggio di manifestarlo, per non passare per ingenui o creduloni, mentre l’umanità è in realtà schiava di una élite di malvagi che la ricattano tramite il denaro e la precarietà dei bilanci statali e familiari.
Non è il buon senso che prevale nella logica del mondo, ma l’astuzia di questa élite di nemici di Dio che, avendo conquistato il dominio mondiale tramite la massoneria, impone a tutti gli abitanti della terra la sua volontà che è quella di satana in persona.
Satana sta offrendo all’anticristo il dominio del mondo per portare l’intera umanità alla perdizione eterna.
Queste considerazioni sembrano molto lontane dalla realtà, perché sconosciute dai mass-media, ma sono nella logica delle cose, da considerare non solo possibili in teoria, ma di grande attualità, se riferite alla Sacra Scrittura degli ultimi tempi, con un grande privilegio solo in parte riconosciuto dai credenti più riflessivi e meno condizionati dalla mentalità mondana.
Infatti, uno degli aspetti più significativi degli ultimi tempi da parte dei nemici della Chiesa, è quello di lasciare l’umanità nella indifferenza di fronte all’approssimarsi degli eventi premonitori della fine.
3) Tutti siamo destinati alla vita eterna
Il disegno di Dio su ciascuno di noi è quello di condurci nel Suo Regno di eterna felicità: una meta straordinaria, sublime, incredibile ma vera, preparata per coloro che credono in Lui e Lo amano.
Questa è la grande novità portata da Gesù Cristo sulla terra con la Sua incarnazione, predicazione, passione, morte, resurrezione ed ascensione al Cielo. Per questo ha voluto servirsi della collaborazione umana tramite una creatura privilegiata: l’Immacolata Vergine Maria che lo concepì per opera dello Spirito Santo, assunta in Cielo e che è divenuta, per volontà di Dio, sotto la Croce, anche la nostra Madre ed Avvocata presso il Padre.
Ecco perché, a partire dal XIX secolo, discende spesso dal Cielo per aiutarci a superare le ultime difficoltà spirituali e a guidarci sulla strada della salvezza.
Infatti, come risposta paradossale, molti personaggi della politica, della scienza, della cultura, del giornalismo, ecc. si proclamano increduli ed agnostici, mentre alcuni grandi nomi della Gerarchia cattolica parlano troppo poco della salvezza eterna, come se l’eternità non esistesse o fosse un optional, mentre è chiaramente l’unico, importante problema che coinvolge tutti, senza eccezioni.
È vero che il buon ladrone, crocefisso con Gesù sul Golgota, ebbe in dono il Paradiso, ma perché si era pentito dei suoi misfatti; oggi, invece, si pretende d’entrare in Paradiso senza pentimento e magari con poca fede in Gesù Cristo, l’unico Salvatore. È vero che la nostra salvezza viene da Lui, ma Gesù ha chiesto la nostra collaborazione che si condensa nell’osservanza del Decalogo.
Da tempo si sta diffondendo una mentalità buonista e forse di eccessiva fiducia nella misericordia di Dio, che supera ogni logica e alimenta un esagerato ottimismo nella Sua misericordia, senza riconoscere anche la Sua giustizia.
Sembra una subdola manovra di satana per temporeggiare, rinviare o impedire ai credenti di chiedere perdono delle proprie colpe, di ignorare la Legge di Dio e così condurli più facilmente nel suo regno di tenebre e di morte eterna.
“Credi e fa quel che vuoi”: sembra il nuovo progetto di timbro luterano tornato in auge anche in Italia, facilmente adattabile alla nostra situazione religiosa e sociale.
Con “l’avallo” di alcune autorità della Gerarchia, anche per i cattolici, in sintonia con i protestanti, diventa superfluo anche il Sacramento della Penitenza, ma è sufficiente chiedere perdono direttamente a Dio nella preghiera.
I dogmi della Chiesa cattolica sono intangibili, ma con molta “prudenza e pazienza” si possono a pic-coli passi modificare ed essere “adattati”, in casi particolari, dalle autorità competenti.
Su questi punti sono scivolati alcuni personaggi, sostenuti da personalità di dubbia autorità e competenza e dall’omertà diffusa nel sistema e inserita nel programma di scristianizzazione, protestantizzazione e di islamizzazione della società europea.
Se a qualcuno questa situazione non piace, c’è sempre qualche altra via uscita sul libero mercato delle religioni e delle ideologie, come ad esempio: il Geovismo, il Buddismo, l’Induismo, il naturalismo, il paganesimo, l’indifferentismo, ecc.
Oggi, noi Cattolici viviamo in una situazione difficile e delicata nel mondo: perseguitati, osteggiati, disprezzati, emarginati e martirizzati, ma anche poco conosciuti o ignorati dai media internazionali: un segno tra gli altri di preparazione dell’anticristo, che durante il suo breve regno cercherà di estirpare del tutto i cattolici residui dalla società. Ciò significa che ci avviciniamo al regno breve e sanguinoso dell’uomo iniquo, ma anche della seconda venuta di Gesù che “lo distruggerà con il soffio della Sua bocca”. Tutto questo sembra vicino, ma nessuno ne conosce il tempo, infatti “Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del Cielo né il Figlio, ma solo il Padre” (Mt. 24, 36).
pubblicato su
SÌ SÌ NO NO – ANNO XLVII N° 11 – 15 giugno 2021
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