ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 agosto 2021

È questo che vorrei ascoltare dai nostri pastori..

Responsabilità morale in tema di vaccini: lo spot vaticano

Alcuni ricorderanno il filmato in cui Papa Francesco e sei alti prelati anziani hanno esortato le persone a vaccinarsi contro il Covid-19, definendolo un atto d’amore verso gli altri.

Il video è stato prodotto dal Vaticano in collaborazione con l’organizzazione Ad Council, come riferito sulla pagina YouTube di Vatican News.

Sul canale di Ad Council lo stesso video è invece riportato in varie versioni, sottotitolate in diverse lingue e accompagnato dalla seguente descrizione: “Papa Francesco e sei cardinali e arcivescovi degli Stati Uniti e dell’America Latina si sono riuniti per un messaggio di unità a sostegno dei vaccini COVID-19 e dell’accesso per tutti. Il loro messaggio è che i vaccini COVID-19 portano la speranza di proteggerci da questa malattia mortale e aiutano a porre fine alla pandemia – insieme all’idea che vaccinarsi può essere un modo semplice ma profondo per prendersi cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili. […] L’Ad Council è dove la creatività e le cause convergono. Riuniamo le menti più creative della pubblicità, dei media, della tecnologia e del marketing per affrontare molte delle cause più importanti della nazione. Abbiamo creato molte delle campagne più iconiche della storia della pubblicità per aumentare la consapevolezza, ispirare l’azione e salvare vite. Visita il nostro sito web: https://www.adcouncil.org/ … 

Incuriosita, ho accolto l’invito di Ad Council a visionare il loro sito web per conoscere storia e missione di questa agenzia pubblicitaria antirazzista, che ingaggia nei propri spot persino papa Bergoglio e vanta tra i principali finanziatori delle campagne di promozione dei vaccini Covid esponenti di punta di Big Tech (Amazon, Apple, Google, Cisco …) e della grande finanza (Bank of America, JP Morgan Chase & co…). Chi volesse approfondire può visualizzare la pagina Our Vaccine Effort.

L’immagine di copertina della sezione Our Story – l’interno di una stazione ferroviaria, dove due uomini corpulenti si baciano con trasporto sulla bocca, nell’indifferenza generale dei presenti – se da un lato potrebbe essere sufficiente ad inquadrare l’obiettivo di questi potenti esperti di marketing, dall’altro desta più di una perplessità sulla vantata collaborazione col Vaticano.

È sufficiente consultare la pagina Our Commitment per focalizzare missione e metodi; gli stessi delle organizzazioni LGBT, che, in effetti, condividono gli stessi sponsor.

Papa Bergoglio in più occasioni, non solo nello spot prodotto in collaborazione con Ad Council, si è soffermato sul dovere morale dei cattolici in tema di vaccinazioni Covid.

Anch’io ho avuto modo di riflettere su questa tematica, in seguito ad un episodio recente.

Pochi giorni fa un’amica mi ha riferito di una collega insegnante che, in seguito alla somministrazione del siero genico, è stata colpita da trombosi ad entrambe le gambe e si trova su una sedia a rotelle. La stessa sorte è capitata ad un taxista che da oltre due mesi non è più in grado di lavorare.

La cosa più incredibile è che la docente ha preferito non riferire l’accaduto ai giornali per timore dello stigma sociale. Abita in un piccolo centro e l’idea di essere etichettata come no-vax le renderebbe la vita ancora più insopportabile, al punto da rinunciare ad ottenere giustizia.

Ancora più inquietanti e gravi sono le conseguenze di questo silenzio.

L’autentico dovere morale non è convincere le persone a sottoporsi ad un siero genico sperimentale con la seduzione pubblicitaria sul modello dello spot vaticano o con il ricatto normativo, ma denunciarne gli effetti avversi, per favorire una scelta consapevole, volta a tutelare la salute del prossimo, particolarmente quando si tratta di bambini e ragazzi, per i quali il Covid non rappresenta alcun serio pericolo.

È questo che vorrei ascoltare dai nostri pastori.

di Wanda Massa

https://www.sabinopaciolla.com/responsabilita-morale-in-tema-di-vaccini-lo-spot-vaticano/

“Questi non sono vaccini e non si possono ripetere”, parla il prof. Puccetti, ordinario di Farmacologia e Farmacoterapia

Anche se è di qualche mese fa, questa intervista al professor Paolo Puccetti, ordinario di Farmacologia e Farmacoterapia dell’Università di Perugia e coordinatore del Comitato tecnico scientifico per le emergenze dell’Ateneo, rimane molto valida, anzi, le sue affermazioni hanno trovato ora ampia conferma. A marzo scorso era stato attaccato sui social dal prof. Burioni per questa sua affermazione: «Mi occupo da anni di bioetica: nessuno mi dica che è nell’interesse superiore della Collettività (vaccinarsi, ndr), perché i sanitari vaccinati possono infettare al pari dei non vaccinati». Purtroppo per Burioni, il prof. Puccetti aveva ed ha ragione, viste le conferme che sono arrivate, anche dall’immunologo più ascoltato negli USA, il prof. Anthony Fauci. Il professor Paolo Puccetti ha un lungo e profondo curriculum internazionale nella conoscenza dei farmaci e delle loro dinamiche, il suo curriculum può essere consultato qui. 

L’intervista al prof. Puccetti è stata curata da Maurizio Troccoli, e pubblicata su Umbria 24.  

Puccetti prof. Paolo, ordinario di Farmacologia e Farmacoterapia università di Perugia
Puccetti prof. Paolo, ordinario di Farmacologia e Farmacoterapia Università di Perugia 

Professore, si è occupato di lei anche il noto Burioni di recente, tramite il cui post, si è infiammata una polemica sul rischio reale o presunto che i vaccinati possano essere veicolo di contagio. Lei cosa risponde?

Basta leggere le cronache. Avere ricevuto il vaccino significa avere una forma di protezione individuale, non si traduce nella certezza di non contagiare. Diciamo che non mi occupo di quel che qualcuno vuole dire sulle mie riflessioni. Evidenzio invece che scienziati seri e personaggi autorevoli non hanno ritenuto, in questa fase, perdere tempo, lasciando spazio agli scienziati dell’ultimo momento, mettiamola così. A me sta maggiormente a cuore quello che divulgo, a partire dai miei studenti all’università.

Lei è un immunofarmacologo, cosa vuole intendere quando parla di qualche forma di protezione individuale?

Questi non sono vaccini, sono farmaci sperimentali. Non hanno dal punto di vista tecnico e regolamentare il titolo di vaccino. Il fatto che lo stiamo somministrando a milioni di persone solleva problemi bioetici. Il vaccino, come è noto, impedisce che il soggetto vaccinato possa contagiare. L’abbiamo visto con la poliomenite, con il vaiolo. lo stesso vaccino influenzale che pure dobbiamo ripetere annualmente perché il virus influenzale, anche lui a Rna e quindi altamente soggetto a continue mutazione, conferisce la non trasmissibilità di chi si è immunizzato, almeno nella stragrande maggioranza dei casi.

Ma protegge la persona dall’aggravarsi della malattia

Vaccinarsi, in questo caso, non è inteso in senso tradizionale. Cioè non sono immune per tutta la vita. Questa forma di difesa è limitata nel tempo e non copre tutte le varianti. A novembre, i vaccinati di adesso, saranno nuovamente scoperti

E’ stato previsto, infatti si rivaccineranno…

Non è possibile, con vaccino a vettore virale, vaccinare più di una o due volte al massimo. Al singolo dà un beneficio temporaneo, può prendere un’infezione meno grave e continuare a essere veicolo di diffusione.

Lo lascerebbe pensare il fatto che i medici vaccinati sono tenuti a continuare a indossare mascherine negli ospedali, ma c’è chi sostiene che non ci siano sufficienti evidenze nè a favore della capacità di contagiare dei vaccinati, nè a sfavore. Tuttavia abbassando il rischio di infettarsi non si riduce anche quello di contagiare?

Il tema è più ampio e complesso. Vedo che qualcuno inizia a ricordare quanto ha appreso negli studi di Medicina, cioè che vaccini imperfetti rendono i virus maggiormente aggressivi.

Ma la pandemia è esplosa e si è dovuto porre un argine. La scienza di tutto il mondo ha dato prova, in un anno, di realizzare un vaccino, che le autorità certificano come efficace e sicuro. Cosa altro si sarebbe potuto o dovuto fare?

A questa domanda potrei non rispondere, nel senso che non mi compete. Tuttavia se enormi risorse economiche e la ricerca fossero state orientate alla cura, ad esempio verso un antivirale o verso gli anticorpi monoclonali, forse staremmo a un buon punto per la lotta al covid. Ricordo che sono 40 anni che non abbiamo trovato un vaccino all’Aids, ma siamo passati dai 3 o 4 mesi di vita per un paziente a cui viene diagnosticata la malattia a festeggiare piacevolmente i 90 anni, grazie alle cure, ai farmaci.

Lei è consapevole, con quanto afferma, di potere in qualche modo favorire approcci antiscientifici, o persino negazionisti e complottisi che arrivano persino a ipotizzare la costruzione del coronavirus per fini economici e commerciali dei colossi farmaceutici?

Non esiste la tecnologia per programmare un virus di questa natura. E’ probabile che fra 20 anni ci siano competenze che potrebbero ipoteticamente consentirlo. Io conosco molto bene il valore dei vaccini e degli antibiotici nella storia dell’uomo. Hanno salvato un numero enorme di vite umane.

Come si tiene alla larga da chi utilizza magari una sua affermazione per portare avanti tesi che fanno leva sulle paure per disseminare sospetto?

Io rispondo di quello che scrivo e che dico. Non di quello che uno pensa o vuole pensare.

Lei si è vaccinato, si vaccinerà?

Lo sa già che non è domanda alla quale posso rispondere. Tengo distinte la sfera decisionale personale da quella scientifica.

La giornalista Angela Camuso pubblica: “La vita che ci state rubando”. Un inchiesta tra medici e malati verso la guarigione!

Angela Camuso è forse l’unica giornalista del mainstream ad aver portato in televisione l’esperienza dei medici che hanno curato i pazienti con protocolli di cura domiciliari. Ha scritto un libro d’inchiesta, dal titolo “La vita che ci state rubando”, edito da Castelvecchi, in cui documenta le molteplici inadempienze che sarebbero state commesse “prima con colpa e poi con dolo dalle istituzioni” nella gestione dell’epidemia sanitaria.


Sono state negate cure efficaci contro il virus. “Il mio libro è a disposizione di magistrati che vogliano far chiarezza sulla vicenda”. “Oggi”, dice Angela Camuso, “siamo in dittatura, dobbiamo resistere, perché la verità ha il potere di autoaffermarsi”.

“PER QUANTO MI RIGUARDA IO SONO DISPONIBILE A QUALUNQUE SACRIFICIO”

L’intervista di Byoblu

Il Dott. McCullough: I Vaccini Stanno Fallendo. Uno Studio su Lancet.

27 Agosto 2021 Pubblicato da  4 Commenti

 

Marco Tosatti

Carissimi stilumcuriali, ci sembra interessante riportare un articolo apparso su Children’s Health Defense, e relativo ai vaccini, alla loro efficacia. In questi giorni stiamo assistendo a un pressing forsennato da parte delle autorità di governo, dei mass media e degli abituali piazzisti delle grandi case farmaceutiche – inutile fare i nomi, li conosciamo tutti – per spingere quante più persone possibili a farsi inoculare. Leggevo questa mattina di drammatici messaggi riportati da alcuni giornali vaccinisti di qualcuno che rimpiangeva di non essersi fatto vaccinare. Ieri, per caso, ho saputo della morte di un ragazzo di diciannove anni, qui a Roma (era figlio di un operaio che sta lavorando in casa di parenti) subito dopo il vaccino. Ma questa notizia non l’ho trovata, sui quotidiani. Viviamo tempi veramente difficili e pericolosi. buona lettura. 

§§§

Un documento preprint del prestigioso Oxford University Clinical Research Group, pubblicato il 10 agosto su The Lancet, ha rivelato che gli individui vaccinati portano nelle narici un carico di virus COVID-19 251 volte maggiore rispetto ai non vaccinati.

Gli autori dell’articolo hanno dimostrato il fallimento diffuso del vaccino e la trasmissione in circostanze strettamente controllate in un ospedale chiuso a Ho Chi Minh City, in Vietnam. Lo studio ha scoperto che le persone vaccinate portano 251 volte il carico di virus COVID-19 nelle loro narici rispetto ai non vaccinati.

“Hanno avuto un’epidemia e hanno chiuso l’ospedale dove i lavoratori non potevano uscire”, ha detto il dott. Peter McCullough. “Hanno controllato assiduamente i lavoratori e li hanno testati per la COVID, oltre a fare il sequenziamento”.

I ricercatori hanno scoperto che i lavoratori stavano ancora prendendo il COVID durante il periodo di chiusura, ha detto McCullough, e se lo passavano l’un l’altro.

La grande scoperta dello studio è il loro calcolo della carica virale, ha detto McCullough:

“Questo gruppo aveva effettivamente calcolato la carica virale dalle secrezioni orali e nasali in passato. La carica virale era 251 volte quella dell’era precedente non vaccinata dove avevano usato la stessa metodologia. Quindi, avevano lavoratori e pazienti precedenti che avevano COVID-19 prima di qualsiasi esposizione ai vaccini. E ora i vaccinati portavano una carica virale massiccia e se la passavano l’un l’altro”.

L’efficacia del vaccino Pfizer è misurata come un’efficacia compresa tra il 17% e il 42%.

“Questi livelli sono molto al di sotto dello standard normativo del 50% per avere un vaccino sul mercato”, ha detto McCullough.

Indipendentemente dalla variante o dal vaccino, McCullough ha detto che la linea di fondo è che “i vaccini stanno fallendo”.

Ecco l’abstract dello studio

Metodi: Abbiamo studiato una ondata di infezioni  tra gli operatori sanitari di un importante ospedale per malattie infettive in Vietnam. Abbiamo raccolto dati demografici, storia di vaccinazione e risultati della diagnosi PCR insieme ai dati clinici. Abbiamo misurato gli anticorpi SARS-CoV-2 (neutralizzanti) alla diagnosi, e alla settimana 1, 2 e 3 dopo la diagnosi. Abbiamo sequenziato i virus usando il protocollo ARTIC.

 

Risultati: Tra l’11-25 giugno 2021 (settimana 7-8 dopo la dose 2), 69 operatori sanitari sono risultati positivi alla SARS-CoV-2. 62 hanno partecipato allo studio clinico. 49 erano (pre)sintomatici e uno ha richiesto un’integrazione di ossigeno. Tutti si sono ripresi senza problemi. Sono state ottenute 23 sequenze del genoma completo. Tutte appartenevano alla variante Delta ed erano filogeneticamente distinte dalle sequenze contemporanee della variante Delta ottenute da casi di trasmissione comunitaria, suggerendo una trasmissione in corso tra i lavoratori. Le cariche virali dei casi di infezione della variante Delta erano 251 volte superiori a quelle dei casi infettati da vecchi ceppi rilevati tra marzo e aprile 2020. Il tempo dalla diagnosi alla PCR negativa era di 8-33 giorni (mediana: 21). I livelli di anticorpi neutralizzanti dopo la vaccinazione e alla diagnosi dei casi erano inferiori a quelli dei controlli non infetti abbinati. Non c’era alcuna correlazione tra i livelli di anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino e la carica virale o lo sviluppo dei sintomi.

Interpretazione: Le infezioni della variante Delta sono associate a carichi virali elevati, positività PCR prolungata e bassi livelli di anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino, spiegando la trasmissione tra le persone vaccinate. Le misure di distanziamento fisico rimangono fondamentali per ridurre la trasmissione della variante Delta della SARS-CoV-2.

Finanziamenti: Wellcome (106680/B/14/Z e 204904/Z/16/Z).

Dichiarazione di conflitto di interesse: Nessuno da dichiarare.

Approvazione etica: Lo studio è stato approvato dall’Institutional Review Board di HTD e dall’Oxford Tropical Research Ethics Committee, University of Oxford, UK.

https://www.marcotosatti.com/2021/08/27/il-dott-mccullough-i-vaccini-stanno-fallendo-uno-studio-su-lancet/

La natura protegge 13 volte meglio dei vaccini. Lo studio israeliano definitivo

Sono stati diversi gli studi che hanno mostrato la maggiore protezione derivante dall’immunità naturale rispetto a quella indotta dalla malattia, soprattutto contro le nuove varianti come la delta, ma quest’ultimo studio israeliano è, in materia, piuttosto definitivo.

Ecco la presentazione e gli autori:

Quali sono le conclusioni dello studio, che potete leggere nella sua interezza a questo link ?

I vaccinati contro la  SARS-CoV-2 avevano un rischio aumentato di 13,06 volte per infezione da rottura con la variante Delta rispetto a quelli infettati,  quando il primo evento (infezione o vaccinazione) si è verificato nel mese di Gennaio e Febbraio del 2021. L’aumento del rischio era significativo (P<0,001) per i sintomatici anche la malattia. Quando si consente l’insorgenza dell’infezione in qualsiasi momento prima della vaccinazione (da marzo 2020 a febbraio 2021), è dimostrato il fatto della diminuzione dell’immunità naturale, sebbene i vaccinati alla SARS-CoV-2 avessero un tasso di 5,96 volte  aumento del rischio d’infezione da rottura e 7,13 volte  aumento del rischio di malattia sintomatica. Anche i vaccinati alla SARS CoV-2 erano a rischio maggiore di ricoveri correlati a COVID-19 rispetto a quelli che erano precedentemente infettato.

Conclusioni:
Questo studio ha dimostrato che l’immunità naturale conferisce maggiore durata e forza protezione contro l’infezione, la malattia sintomatica e l’ospedalizzazione causata dal Variante delta di SARS-CoV-2, rispetto al vaccino a due dosi BNT162b2 indotto immunità. Individui che erano stati  precedentemente infettati da SARS-CoV-2 e somministrata una singola dose del vaccino hanno ottenuto una protezione aggiuntiva contro la variante Delta.

Riassumiamo le conclusioni:

  • gli immuni per guarigione da malattia hanno una copertura vaccinale 13 volte più forte rispetto ai vaccinati a febbraio;
  • gli immuni per guarigione hanno 5,6 volte più copertura rispetto ai vaccinati recenti;
  • la vaccinazione cala rapidamente la propria efficacia contro le varianti del covid-19.

Qual è quindi la miglior politica contro la diffusione del covid-19? La vaccinazione assoluta per tutti o un mix di terapie in grado di ridurre gli effetti dell’infezione lasciando persone vive, in buona salute e naturalmente immuni?

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https://scenarieconomici.it/la-natura-protegge-13-volte-meglio-dei-vaccini-lo-studio-israeliano-definitivo/


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