ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 9 agosto 2021

Green Pope?

Adesso si riapre il "caso Ratzinger"

La scelta compiuta da Benedetto XVI potrebbe essere normalizzata e sembra tutto pronto per la riforma. Una questione che può essere sempre più all'ordine del giorno


Quando Joseph Ratzinger ha scelto di rinunciare al soglio di Pietro, ha creato un precedente, oltre che un istituto, che è quello del papato emerito. Con quel gesto, Benedetto XVI ha in qualche modo rivoluzionato la Chiesa cattolica e le sue istituzioni, ponendo un tema che è anche giuridico. Qualcosa che non è ancora stato risolto.

Nel mondo contemporaneo, pronosticare che un vescovo di Roma preferisca rinunciare invece che affrontare processi ingestibili per via dell'età che avanza è possibile. Almeno lo è diventato dalla mossa del teologo tedesco in poi. Il che ha delle conseguenze rispetto a una tradizione millenaria di papati cristallizzati (con qualche eccezione) fino al momento della morte del sovrano. Siamo in un'epoca singolare: la modernità impone cambiamenti persino a un'istituzione apparentemente immutabile come la Chiesa. Prima della scelta di Benedetto XVI, checché se ne dica, la presenza contemporanea di un regnante e un emerito non era prevista. Mentre oggi è lo stesso Francesco ad avere aperto alla possibilità che il modello attuale sia replicabile. In Vaticano si starebbe così lavorando a una riforma per disciplinare la materia.

Ratzinger, quel "problema", lo ha posto in maniera indiretta, ma c'è chi tenta di affrontare la questione in modo completo. La domanda che circola dalle parti della Santa Sede è questa: cosa fare quando un pontefice non può più esercitare il suo ruolo? Come procedere, inoltre, dinanzi a una rinuncia del Papa? Sono due quesiti simili, che possono essere concatenati o no. Poi c'è la "convivenza" tra due vescovi di Roma: un altro punto delicato. Uno in carica e uno no, certo, ma pur sempre due. Un intervento normativo costituirebbe pure uno strumento per evitare sovrapposizioni tra due "uomini vestiti di bianco". Quante volte, in questi otto anni, Bergoglio e Ratzinger hanno creato, certo in modo non voluto, assist a narrative su una separazione in casa?

Il professor Valerio Gigliotti, accademico universitario che si occupa da tempo di pontificato emerito, premette, interpellato da IlGiornale.it, che "il papa può ammalarsi, può invecchiare (e molto!), può sentire venir meno le proprie forze fisiche e psichiche, ma può anche trovarsi in condizione di inabilità a esercitare il proprio ufficio, temporanea o permanente, dovuta a impedimenti fisici e improvvisi - un incidente o la sopravvenuta 'follia' ad esempio - o a coercizioni esterne: una minaccia, una prigionia (sono i casi di cosiddetta Sede Apostolica impedita)…". Insomma, esistono numerose fattispecie da analizzare. Ma il Papa, e questo è il punto focale, rimane un essere umano che può, per impedimenti o cause di vario genere, essere costretto a scendere dal soglio di Pietro.

Un Papa, però, deve esistere. E su questo non c'è possibilità di discussione. Gigliotti, nella sua disamina, tiene a mente un adagio latino: "papa fluit, papatus stabilis est", ossia il Papa passa, mentre il papato resta. Sul resto si può ragionare. Tornando alla rinuncia di Ratzinger, Gigliotti nota come quel passaggio abbia rappresentato uno spartiacque per la storia della Chiesa cattolica: "La dichiarazione di papa Benedetto XVI che annunciava la propria volontà di 'rinunciare all’ufficio' - prosegue il professore - ha sicuramente segnato un tournant nella storia del diritto canonico in relazione ad un istituto che si pensava ormai sepolto tra i tomi polverosi della normativa medievale: la rinuncia".

Il momento sembra maturo per procedere con delle disposizioni capaci di regolare ogni eventualità. Iniziano anche a esistere alcune che possono tracciare la rotta. Come quella di"Geraldina Boni, su "Stato, Chiese e pluralismo confessionale" . Il professor Gigliotti ci ha detto che "l’autrice sottolinea come emerga 'sempre più nettamente l’esigenza che proprio dagli esiti cui la dottrina è approdata […] il legislatore supremo possa attingere spunti ragionati e ben argomentati per la promulgazione di una normativa su questi temi: una normativa che pare oramai urgente e indilazionabile'". Ogni giorno può essere quello buono per la riforma.

Cosa accadrà? Tra chi pronostica che Ratzinger possa essere "silenziato" dalla nuova normativa e chi pensa banalmente che si vada verso la regolarizzazione del pontificato emerito, è comunque lecito immaginare che di vescovi di Roma emeriti, di qui in avanti, possano essercene altri.

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/riformare-papato-caso-ratzinger-ancora-aperto-1967125.html

Il green pass arriva in Vaticano, Papa Francesco ha scaricato la carta verde


Anche il Papa ha il green pass. Dopo il recente riconoscimento da parte dell’Unione Europea, anche il Vaticano ha dotato del certificato verde tutti coloro che hanno avuto la propria dose del vaccino anti- Covid. Tra i primi a riceverlo è stato Francesco Bergoglio, secondo quanto si apprende da fonti vaticane, il pontefice sarebbe entrato in possesso del proprio green pass. Papa Francesco ha ottenuto il proprio certificato vaccinale, in vista della sua trasferta in Iraq, dopo essersi fatto inoculare il siero lo scorso gennaio. Intanto in Vaticano si lavora per regolamentare e adeguare lo svolgimento degli eventi al chiuso all’interno delle mura leonine, secondo le nuove normative in vigore. Al vaglio l’ipotesi di chiedere il green pass ai fedeli, adeguandosi, come d'altronde sempre fatto in questi mesi segnati dalla pandemia, alla normativa italiana. La prima occasione potrebbe essere l’udienza generale di mercoledì 11 agosto. La gendarmeria potrebbe essere impiegata anche per il controllo del certificato verde. 

Ad ogni modo la scelta di Papa Bergoglio rappresenta una nuova dimostrazione di adesione alle iniziative poste dal governo per il contrasto alla diffusione del coronavirus. D’altronde in un’intervista, ad inizio 2021, il Pontefice affermò: “Non so perché qualcuno dice: 'no, il vaccino è pericoloso', ma se te lo presentano i medici come una cosa che può andare bene, che non ha dei pericoli speciali, perché non prenderlo?", si chiese. Poi aggiunse: “Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un'opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri". Infatti, pochi giorni dopo l’inizio della vaccinazione in Vaticano, Bergoglio si sottopone alla prima dose di vaccino Pfizer-Biontech.

https://www.iltempo.it/attualita/2021/08/08/news/papa-francesco-green-pass-vaticano-certificazione-verde-covid-vaccino-chiesa-28252484/

Papa Francesco ha il Green pass: certificato richiesto per gli eventi in Vaticano

Papa Francesco ha scaricato il suo green pass. O meglio, considerata la sua poca dimestichezza con la tecnologia, come lui stesso ha più volte fatto presente, qualcuno dei suoi assistenti ha dotato il Pontefice della sua certificazione verde. Dopo il riconoscimento di qualche giorno fa da parte della Ue, anche il Vaticano, infatti, in questi giorni sta dotando tutti coloro che si sono vaccinati nel piccolo Stato del 'green pass'. E il Papa per primo, secondo quanto si apprende, sarebbe entrato in possesso del suo certificato.

Green pass per gli eventi in Vaticano

Se il pass non è richiesto per messe e processioni, si lavora invece in queste ore per gli eventi non religiosi al chiuso, all'interno della Santa Sede. Il primo potrebbe essere l'udienza generale di mercoledì 11 agosto. Si sta verificando se (e come) chiedere ai fedeli il green pass, adeguandosi, come d'altronde sempre fatto in questi mesi segnati dalla pandemia, alla normativa italiana. La Gendarmeria sarebbe già attrezzata per fare questo tipo di controllo.

I Musei Vaticani si sono adeguati subito, a partire dal 6 agosto. Come anche il certificato di vaccinazione sarà obbligatorio per tutti coloro che prenderanno parte agli eventi del prossimo viaggio internazionale di Papa Francesco (12-15 settembre, Budapest e Slovacchia); l'avviso è arrivato in questi giorni dalla chiesa locale che sta organizzando la visita. Per le parrocchie italiane al momento le regole non sono cambiate molto: resta l'obbligo di indossare la mascherina durante le funzioni e di mantenere il distanziamento. Come anche resta il consiglio di igienizzarsi le mani e di evitare scambi della pace a messa, come già è da oltre un anno. Il green pass è richiesto per le attività di ristorazione legate agli enti ecclesiali, come anche per i musei diocesani e gli eventi che si svolgono al chiuso. Il vero banco di prova sarà però a partire da settembre considerato che le attività parrocchiali in molte diocesi sono sospese per le ferie e i centri estivi organizzati per bambini e ragazzi sono comunque esenti dalla certificazione.

Diverso è il discorso per i pellegrinaggi. Sono arrivati a Lourdes i primi gruppi italiani dopo il lungo stop dovuto alla pandemia. Viaggi della fede sono in corso anche a Medjugorje, nei santuari italiani e con cautela ci sono stati anche i primi arrivi in Terra Santa. Il 'green pass' aiuta l'organizzazione di questi viaggi della fede anche se non è richiesto per partecipare ai momenti più spirituali, come le messe e le processioni. Considerate le diverse disposizioni in vigore nei Paesi, di fatto attualmente stanno partendo soprattutto le persone già vaccinate.

Chi è arrivato in questi giorni a Lourdes, per esempio, può entrare liberamente nel complesso del santuario, partecipare alle messe e alle processioni. Ma per tutte le altre attività, dalla ristorazione negli alloggi del santuario agli eventi non strettamente religiosi al chiuso, deve comunque esibire il certificato. E al santuario mariano sui Pirenei francesi hanno chiesto agli organizzatori dei gruppi di tenere sotto controllo la situazione e di dotare di un «braccialetto» di riconoscimento tutti coloro che sono dotati di green pass. In Terra Santa si può partire a gruppi, è richiesto obbligatoriamente aver fatto il vaccino ma comunque la richiesta è anche di eseguire test Pcr prima dell'arrivo, all'arrivo e prima della partenza, nonché un test sierologico. Un percorso ad ostacoli che al momento sta frenando l'organizzazione del viaggio di fede più sentito dai cristiani.

L'Opera Romana Pellegrinaggi accompagnerà un gruppo di circa 200 fedeli a Fatima, in Portogallo, dal 28 al 31 agosto. «Per partecipare è necessario essere in possesso del Green pass - fanno sapere dalla diocesi di Roma - e aver compilato il modulo di localizzazione digitale dei passeggeri dell'Unione europea: il Passenger locator form (Plf)».

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/papa_francesco_green_pass_vaticano-6127898.html

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