Il governo militare è l’assalto finale del Nuovo Ordine Mondiale all’Italia
Probabilmente molti hanno pensato che Marcello Sorgi, già direttore del TG1 ed editorialista de “La Stampa”, sia stato affetto da un colpo di sole dovuto alla calura estiva di fine luglio quando ha scritto il suo ultimo articolo intitolato “Perché non ci sarà una crisi ad agosto”.
Nel pezzo in questione vengono pronunciate apertamente le due parole che da un po’ di tempo a questa parte aleggiano nell’agone politico italiano e non solo. Le due parole sono “governo militare.”
Prima però di proseguire in questa analisi, si deve tenere a mente un fatto ben preciso. La Stampa è il quotidiano di proprietà di una delle famiglie più potenti d’Italia e d’Europa, gli Elkann legati storicamente a loro volta da una famiglia di banchieri ancora più potenti, i Rothschild.
Se questo quotidiano permette che si scrivano delle parole dal potenziale ancora più eversivo dello scenario presente, allora vuol dire che questi poteri vogliono mandare un messaggio ben preciso a determinati ambienti.
Il destinatario del messaggio sembra essere il sistema politico italiano che da tempo ormai è entrato nel crepuscolo della Seconda Repubblica nata dal golpe giudiziario di Mani Pulite ispirato e diretto da ambienti del governo occulto di Washington.
I partiti stanno manifestando sempre di più dei malumori nella loro appartenenza al governo Draghi. Sia chiaro; non si tratta di malumori di carattere sostanziale perché questi partiti sono stati colti da una improvvisa e improvvida conversione sulla via di Damasco e ora sentono l’irrefrenabile desiderio di tirarsi indietro dal piano, già scritto, di esecuzione del Grande Reset in Italia.
In larghissima parte, sono solamente delle manovrine che i partiti stanno cercando di fare per recuperare qualche consenso perduto nel corso dell’ultimo anno e mezzo.
Ad esempio, c’è il M5S che ormai è ridotto ad essere la sbiadita fotocopia del partito giustizialista dell’ex pm Di Pietro, l’Italia dei Valori.
Dal momento che il M5S ormai è di fatto diventato un partito di sinistra radicale giustizialista deve quindi mettere in scena un siparietto per mostrare una opposizione di facciata alla riforma della giustizia che il regime di Draghi sta per attuare.
Una riforma della giustizia che ha come unico fine ultimo quello di abolire il carcere come istituto di pena e portare a compimento così il “sogno” del partito radicale di Marco Pannella.
A questo proposito è interessante notare come la decadenza spirituale, morale ed economica dell’Italia sia proceduta di pari passo con l’attuazione del programma di questo partito.
Per quello che riguarda l’economia infatti i radicali sono stati i più feroci portavoci dell’agenda neoliberale che ha privatizzato in pratica l’intero patrimonio statale svenduto da uomini dell’eurocrazia come Draghi e Prodi alla finanza anglosassone.
Per quello che invece riguarda la morale, i radicali sono stati in prima linea nel portare avanti la demoralizzazione della società italiana attraverso il sostegno all’aborto, alle droghe, alla pornografia e al divorzio. Questo insieme di disvalori ha sradicato e destrutturato la tradizionale identità cristiana dell’Italia per sostituirla con una ideologia liberal-marxista che nulla ha a che fare con la storia e la cultura millenaria di questa nazione.
La definizione di “ripugnanti” che il filosofo Costanzo Preve riservò ai radicali sembra a questo proposito essere del tutto calzante.
Ad ogni modo, i malumori citati sopra dei partiti del governo Draghi sono soltanto una mera messinscena, ma sono stati più che sufficienti per irritare gli ambienti finanziari e massonici che hanno voluto questo governo.
Il fatto che sia stata la massoneria a permettere l’ingresso di Draghi a Palazzo Chigi non è semplicemente una speculazione o una voce di corridoio.
Sono stati gli stessi ambienti massonici a rivendicarne il concepimento attraverso uno dei suoi più noti esponenti, Gioele Magaldi, l’uomo che ha dato la sua benedizione alla formazione di questo governo e lo stesso personaggio che da anni è solito ripetere la favoletta della massoneria “buona”.
La massoneria a questo proposito utilizza una tecnica di depistaggio molto raffinata. Manda avanti intenzionalmente alcuni dei suoi membri per far credere al pubblico che esistano due correnti di segno opposto nella massoneria e in questo modo alcuni, anche in buonafede, si avvicinano alla massoneria “buona” convinti davvero che esistano delle logge che vogliano il bene dell’umanità.
In questo modo il dissenso di coloro che cercano una via di fuga dal sistema finisce tra le braccia massoniche del sistema stesso e nulla si è mosso.
I regimi di Conte e Draghi hanno aperto la strada al Grande Reset
Per poter però comprendere perché Sorgi e determinati ambienti mondialisti abbiano messo le carte in tavola proprio ora occorre risalire al piano che ha portato al governo Draghi poi e a quanto fatto da Conte prima.
L’Italia nel corso dell’ultimo anno e mezzo è stata travolta da un’operazione di carattere internazionale sotto le vesti di una falsa pandemia che il colonnello russo Kvachov ha definito efficacemente come “operazione terroristica del coronarivus”.
Questa operazione ha lo scopo preciso di destabilizzare lo scenario politico internazionale, provocare il collasso degli Stati nazionali che lasceranno successivamente il posto ad un governo mondiale unico gestito dai vertici del globalismo e dalle sue istituzioni di riferimento come il club di Davos.
L’esito del falso scenario pandemico è stato descritto da una pubblicazione della famiglia Rockefeller, “Operazione Lockstep”, dove lockstep sta a significare “marcia a ranghi serrati”.
Una marcia a ranghi serrati che dopo aver portato ad un autoritarismo globale annulla le libertà individuali per il diffondersi di un virus, e porta successivamente al collasso dell’economia mondiale.
Il collasso dell’economia mondiale viene provocato volutamente attraverso il fallimento di decine di migliaia di attività commerciali per consentire poi così l’instaurazione della legge marziale che sarà il metodo di governo designato per permettere la nascita di questo supergoverno mondiale.
La manu militari pertanto è lo sbocco finale di questa crisi artificiale.
Quanto rivelato dal documento dei Rockefeller coincide perfettamente con le informazioni che sono trapelate lo scorso anno da un informatore governativo canadese.
Secondo questo informatore, gli ambienti mondialisti avevano trasmesso delle direttive precise ai vari governi mondiali.
Nella scorsa primavera avrebbero dovuto essere portati avanti delle chiusure forzate ancora più rigide delle precedenti eseguite a marzo e a ottobre 2020 dal governo Conte.
Lo scopo delle chiusure di massa era quello di provocare una enorme recessione globale che avrebbe portato ad una scarsità artificiale alimentare.
La mancanza di cibo avrebbe poi costretto le masse ormai giunte alla disperazione e affamate a riversarsi per le strade e a ribellarsi offrendo così ai governi il pretesto per rendere operativa la legge marziale.
I cittadini poi avrebbero dovuti essere messi di fronte a questo scenario. O si accettano le condizioni del regime e l’inoculazione del vaccino sperimentale in cambio di una elemosina di governo definita “reddito universale”, o in caso contrario il destino dei dissidenti è quello dei campi di detenzione COVID. Campi che alcuni Paesi, quali Germania, Nuova Zelanda e Canada hanno già iniziato a costruire.
Il Grande Reset concepito dall’architetto di Davos, Klaus Schwab, era sostanzialmente questo.
Il piano non è riuscito. Il Grande Reset non si è manifestato. Le élite non sono riuscite nei loro propositi per quelle che appaiono essere tre ragioni sostanziali.
La prima è che il sistema non è ancora riuscito a riprendere il controllo degli Stati Uniti che in questo momento appaiono commissariati dalle forze armate ancora fedeli in larga parte al Presidente Trump.
Qualsiasi proposito di costruire un nuovo ordine mondiale non può essere attuato senza la partecipazione della prima superpotenza. Questa condizione è semplicemente imprescindibile in quest’ottica.
La seconda è che l’altra grande potenza mondiale, la Russia, non ha alcuna intenzione di cedere e di consentire alla nascita del Nuovo Ordine Mondiale.
La Russia ha abbandonato ogni restrizione COVID e ha mandato un messaggio chiaro proprio al forum di Davos consegnato dallo stesso Putin a gennaio 2021. Il tentativo di trascinare il mondo verso un nuovo autoritarismo globale nel quale i cittadini sono ridotti al rango di automi rimessi alla volontà dei tiranni globali è fallito.
La terza è che la Cina non sembra troppo entusiasta di far parte di un ordine mondiale dominato dalle élite occidentali piuttosto che dalla Cina stessa.
In questi decenni, è stata la finanza internazionale occidentale assieme alle istituzioni neoliberiste, come l’Organizzazione Mondiale del Commercio, a permettere l’esplosione della potenza economica cinese attraverso la libera circolazione delle sue merci di bassa qualità prodotte a costi irrisori.
Il potere della Cina è stato costruito da questi apparati con lo scopo preciso di trasferire l’intera industria occidentale nel Paese del dragone.
Nella visione di Davos e del Club di Roma, l’Occidente deve essere del tutto deindustrializzato e deve diventare il mercato di sbocco delle merci cinesi e degli altri Paesi asiatici.
Quello che questi ambienti e lo stesso George Soros non hanno tenuto in conto o trascurato, è che la Cina non è interessata ad un ordine mondiale dominato da Davos, da Londra e da New York, quanto ad un ordine mondiale dominato da Pechino stessa.
La Cina vuole sedersi sul trono, non vuole prendere ordini. Questa la ragione delle frizioni tra Pechino e il potere occidentale.
Nonostante non ci siano le condizioni minime indispensabili per poter arrivare al “riordino” della società internazionale, le élite stanno comunque studiando altri sistemi per poter provocare un’altra crisi globale e sembrano aver individuato nell’attacco cibernetico una della vie privilegiate per raggiungere quell’obbiettivo.
L’esercitazione di Davos, Cyber Polygon, sembra preludere proprio a questo obbiettivo. Mandare in crisi il sistema di approvvigionamento alimentare attraverso un massiccio hackeraggio internazionale per trascinare così diversi Paesi nel caos e arrivare alla legge marziale.
Ormai l’ottica di riferimento di questi poteri è quella di spingersi fino in fondo, anche oltre il limite senza nemmeno guardare alle effettive probabilità di riuscita dell’operazione.
Si vuole solo distruggere e nulla più.
Questa è la ragione principale per la quale l’Italia e l’Europa Occidentale saranno il terreno di scontro del mondialismo perché in questa area del mondo occidentale le élite finanziarie sono in completo controllo dell’UE e dei governi europei.
L’Italia, in particolare, sarà uno dei campi di battaglia “privilegiati” del Nuovo Ordine Mondiale.
Ed è qui che va cercata la ragione che ha portato Sorgi a scrivere quell’articolo.
Il Nuovo Ordine Mondiale proverà a lanciare il suo assalto finale proprio al Paese che odia di più, in quanto culla della civiltà cristiana e romana, fondata su valori antitetici all’anti-civiltà massonica del mondo liberale moderno.
È probabilmente l’ultimo capitolo di una guerra iniziata molti anni prima quando il Club di Roma, fondato dalla famiglia Rockefeller, ordinò negli anni’70 la distruzione dell’Italia e la sua completa deindustrializzazione.
In questo piano, Draghi ha giocato un ruolo essenziale.
Questo blog aveva parlato già l’anno passato del perché il capitale transnazionale aveva scelto Draghi per portare a termine la distruzione dell’Italia.
La ragione è che non esiste probabilmente nel mondo un sicario economico più efficiente dell’ex governatore della Bce. Non esiste qualcuno che ha saputo con precisione chirurgica smantellare il cuore dell’industria pubblica italiana e consegnarlo alla finanza anglosassone nel lontano 1992 a bordo del panfilo Britannia.
In quella notte del 2 giugno 1992, e a pochi giorni di distanza dalla morte di Falcone che indagava sui fondi neri del PCI, si consumava il più grande tradimento della storia d’Italia perpetrato da infedeli servitori della patria e fedeli servitori dei poteri che volevano demolire questo Paese.
Fu un attacco tremendo e feroce del Nuovo Ordine Mondiale che ora quasi 30 anni dopo si appresta a sferrare l’ultimo assedio a questa nazione.
Il governo militare: il piano del mondialismo per l’Italia
Il copione di questi poteri per l’Italia sembra essere quindi questo. In autunno, ci sarà una grave destabilizzazione provocata da possibili attacchi cibernetici o dagli immigrati clandestini che Draghi sta facendo sbarcare incessantemente da sei mesi a questa parte.
Sotto il regime di Draghi c’è stato infatti l’arrivo record di sbarchi degli ultimi tre anni e ambienti istituzionali hanno già lanciato l’allarme su un possibile rischio di destabilizzazione della sicurezza nazionale.
In questa ottica di caos indotto, gli immigrati clandestini diventerebbero una sorta di milizia irregolare da utilizzare contro coloro che non si allineeranno.
Matterella potrebbe dimettersi anche prima della sua scadenza del mandato nel 2022 e accelerare così il passaggio di consegne a Draghi al Quirinale che è stato già deciso dai poteri che contano.
L’opzione del governo militare a quel punto sarebbe attuata o da Mattarella, come paventa Sorgi, o dal suo successore, Draghi con ogni probabilità, per fare fronte ad una destabilizzazione provocata dal sistema stesso.
La destabilizzazione controllata serve a produrre l’esito del governo militare che avrà il compito di gestire e rendere esecutivo il Grande Reset.
Ordo ab chaos è sempre il principio fondante della massoneria.
Ci sono però tre fattori che il sistema sta trascurando e che potrebbero portare al fallimento definitivo di questo piano.
Il primo è che il limbo politico nel quale si trovano gli Stati Uniti non sembra destinato a durare a lungo.
Le perizie elettorali stanno procedendo e stanno dimostrando la frode nei confronti di Donald Trump.
Il ritorno in via ufficiale di Trump alla Casa Bianca sembra essere sempre più vicino. Le élite dunque sono in una corsa contro il tempo.
Se la Casa Bianca torna ad essere occupata da un nemico di questa portata, il deep state italiano, legato a doppio filo a quello americano che osteggia Trump, subirebbe un colpo mortale.
Il crollo del governo occulto di Washington significherebbe il crollo della classe politica italiana che da quel sistema dipende ormai da molti decenni.
Il secondo fattore è che le forze armate non sono solo il generale Figliuolo, l’uomo di Bergamo, o il generale Graziano, accusato di aver preso parte all’Italiagate, l’hackeraggio contro le elezioni USA.
Le forze armate sono soprattutto le truppe e coloro che hanno fatto trapelare ad alcune fonti tutto il loro dissenso nei confronti di questo piano eversivo per trascinare l’Italia verso un caos di disordini e violenze mai visto nella storia repubblicana.
Il terzo fattore è strettamente legato al primo e riguarda la presenza dei militari americani in Italia, il cui contingente complessivo ammonta a 13mila unità.
Larga parte delle forze armate americane sono ancora fedeli a Trump e i suoi stessi uomini, quali il suo capo di staff Mark Meadows, stanno facendo capire che l’ex (?) presidente è ancora al comando e le forze armate gli sono fedeli.
Pertanto i militari americani in Italia potrebbero essere un ulteriore alleato dei militari italiani contrari al piano di destabilizzazione dell’Italia.
Se il deep state italiano e le famiglie che lo governano tenteranno pertanto di trascinare l’Italia verso il governo militare, la situazione, sempre più precaria, potrebbe sfuggirgli definitivamente di mano.
Questi poteri stanno scherzando con il fuoco e il rischio di bruciarsi appare sempre più concreto.
Non bisogna comunque farsi intimidire o prendere dal panico. Occorre essere consapevoli che si sta affrontando una camarilla di psicotici che detesta l’umanità e vuole vederla ridotta in miseria e disperazione.
Il tentativo disperato di portare il mondo verso un Grande Reset globale sembra comunque destinato a fallire perché non sussistono le condizioni minime per portarlo avanti.
Questo potere tenterà l’assalto all’Italia e proverà a fare più danni possibili prima della sua sconfitta finale.
In autunno, ci sarà da tenere ancora di più i nervi saldi perché sta arrivando una grande prova e un momento decisivo per la storia d’Italia e del mondo.
Occorre sempre ricordare che il piano materiale di questa battaglia è indissolubilmente legato a quello spirituale.
Questi ambienti odiano Dio e l’uomo e non sanno fare altro che distruggere.
Ora come mai occorre ricordare che non ce la faranno mai, in qualsiasi modo andrà finire. Ora e sempre vale la stessa regola. Non praevalebunt.
di Cesare Sacchetti
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