ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 9 settembre 2021

GreenBassett Pass

ISTANZA CONTRO L’IMPOSIZIONE DEL GREEN PASS AL CARD. GUALTIERO BASSETTI, PRESIDENTE DELLA CEI.


AL CARD. GUALTIERO BASSETTI

PRESIDENTE DELLA CEI

31 agosto 2021

Eminenza, 

poiché i fedeli  “hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa” (can. 212 § 3),  esprimiamo con fermezza  ai Pastori della Chiesa italiana il nostro 

DISSENSO circa l’obbligo del vaccino anti-covid e circa l’imposizione della vaccinazione di massa anche nei luoghi di culto, nelle strutture ecclesiali e nei seminari, per i seguenti motivi:

 

  • la vaccinazione di massa comporta l’insorgere delle varianti, non garantisce l’immunità ed espone al rischio di contrarre gravi patologie;
  • è un provvedimento discriminatorio che distrugge l’umano e il tessuto sociale sia nell’ambito della società civile sia dentro la Chiesa, creando un conflitto tra vaccinati e non vaccinati;
  • con la prossima approvazione del nuovo protocollo curativo da parte dell’Unione Europea, che avrà luogo in ottobre, decadrà l’emergenza che autorizza la sperimentazione dei vaccini genici anti covid-19, e poiché verrà meno la condizione che presume l’inesistenza di altre terapie, di conseguenza non sarà più possibile imporre obbligatoriamente farmaci sperimentali e in gran parte inefficaci, come sono appunto i sopraddetti vaccini genici anti covid-19.

 

Inoltre, poiché con il Decreto Legge n.105 del 23-7-2021 il Governo italiano ha imposto la Certificazione Verde Covid-19, o green-pass, per coloro che si spostano in entrata e uscita da territori classificati in “zona rossa”  o  “zona arancione”,  per coloro che accedono a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, e per chi partecipa alle feste per cerimonie civili e religiose,

CI OPPONIAMO

all’imposizione del sopraddetto green-pass in occasione di feste per cerimonie religiose e soprattutto per l’accesso nei luoghi di culto e per la partecipazione alla Messa e ai Sacramenti, o a qualunque attività nella vita della Chiesa (compresi campi scuola), in forza dei seguenti motivi:

– con il Decreto Legge 105, che impone il green-pass, ci troviamo di fronte ad un abuso plurimo di normative, artatamente confusionarie, e ad una babele di provvedimenti riesumati;

–  viene fatto uno sfregio di ogni principio di diritto naturale;

–  a questo ormai tragicamente consueto sfregio, si aggiunge la violazione specifica dell’art. 3 della Costituzione italiana con l’introduzione di una discriminazione incompatibile con il Regolamento CE 953/21, che ha ribadito la risoluzione del Consiglio d’Europa del 27-1-2021, n. 2631, confermando e garantendo la tutela della libera scelta rispetto alla vaccinazione.

Non solo. Far dipendere dal green-pass l’accesso ad un luogo di culto,  far dipendere dal green-pass la partecipazione ad una cerimonia religiosa, o alla vita della comunità ecclesiale  o parrocchiale, o addirittura alla Messa e ai Sacramenti, e così via, contrasta soprattutto con le leggi canoniche e – nel caso dell’accesso ai Sacramenti –  va contro il diritto divino.  Perciò

DENUNCIAMO

l’imposizione del green-pass nelle chiese e in tutti i luoghi sopraddetti  già messa in atto in modo illegittimo in alcune Diocesi  sparse sul territorio italiano da alcuni Vescovi e Sacerdoti, come testimonia la documentazione qui allegata, e chiediamo ai Pastori  di non esigere l’obbligo del vaccino anti-covid, che oltre ad essere un farmaco incerto crea problemi di coscienza in tanti  cattolici per la cooperazione con l’aborto; domandiamo  ai Pastori di rispettare la libertà dei fedeli, attenendosi  alle indicazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha dichiarato: “La vaccinazione non è di norma un obbligo morale e perciò deve essere volontaria” (Nota del 21-12-2020).

Siano ammoniti tutti i Pastori soprattutto a non negare i Sacramenti ai non vaccinati, e si ricordi loro che secondo le leggi della Chiesa  “i ministri sacri non possono negare i Sacramenti a coloro che li chiedono opportunamente, siano ben disposti e non ne abbiano dal diritto la proibizione di riceverli” (can. 843 § 1). Si richiamino i Vescovi all’obbedienza alle recenti disposizioni della CEI circa la libera partecipazione di tutti i fedeli alla Messa e alle Processioni, senza escludere chi non ha il green-pass.

Infine, poiché dal prossimo 6 settembre inizierà la discussione parlamentare per la conversione del Decreto Legge n. 105 che ha introdotto il green-pass, rivolgiamo formalmente  questa

ISTANZA

a Lei, Eminenza, come Presidente della CEI, e per mezzo di Lei  tutti i Vescovi della Chiesa italiana, affinché si alzi la voce e si condanni pubblicamente l’imperterrita legiferazione in sacris  posta in essere dal Governo italiano mediante il Decreto Legge n.105, che,  limitando la partecipazione alle feste per cerimonie religiose, compie un’ingerenza abnorme nella sfera giuridica della Chiesa in contrasto con l’art. 7 della Costituzione e le norme concordatarie.

Con ossequio,

il Presidente dell’Associazione  “Iustitia in Veritate”

Avv. Francesco Fontana

il Presidente dell’Associazione “Giuristi per la Vita”

Avv. Gianfranco Amatohttps://www.vanthuanobservatory.org/13950-2/

Vaccino & tamponi. La diocesi di Milano procede così

Cari amici di Duc in altum, vi propongo qui il testo del decreto emanato oggi dall’arcidiocesi di Milano in materia di misure anti-Covid. A seguire, la nota esplicativa.

Non mancherà occasione di commentare. Mi limito a osservare le citazioni inziali, tratte da interventi del presidente Mattarella, del papa e della presidenza della Cei: acclarate autorità nel campo medico e scientifico.

Da notare anche, nella nota esplicativa, il passaggio in cui si afferma che “ai Ministri ordinati non è richiesto di assumere questo specifico impegno in forma scritta avendo già un particolare dovere di obbedienza in virtù del vincolo dell’Ordinazione”.

Gentile la concessione per le visite ai moribondi: “La visita ai fedeli in pericolo di morte in circostanze di urgenza, qualora non fosse possibile ottemperare a quanto stabilito, è comunque consentita”.

***

Decreto circa alcune misure di contrasto alla pandemia

La cura per la salvezza delle anime non può prescindere dall’impegno di tutelare la salute dei corpi: anche in questo tempo di emergenza la Chiesa ha sempre continuato ad annunciare il Vangelo, celebrare i Sacramenti e aiutare i poveri adottando adeguati Protocolli in grado di prevenire infezioni da SARS-CoV-2. La comunità civile ha spesso richiamato l’esigenza di tenere comportamenti prudenti e responsabili. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recentemente dichiarato che “La responsabilità comincia da noi. Vaccinarsi – tra i tanti esempi – è un dovere non in obbedienza a un principio astratto, ma perché nasce dalla realtà concreta che dimostra che il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli e i più esposti a gravi pericoli.” (Discorso al Meeting di Rimini, 20 agosto 2021). Proprio la tutela dei più deboli e dei più esposti a gravi pericoli è da sempre considerata dalla Chiesa come parte integrante della Sua Missione. Papa Francesco, nel videomessaggio ai popoli dell’America latina dello scorso 18 agosto, ha detto che “vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”. A questo proposito si è espressa anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in una nota datata 8 settembre 2021: “La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta. L’appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a “un atto di amore” per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate” (Presidenza CEI, Nota “Curare le relazioni in tempo di ripresa”, 8 settembre 2021). Alcuni servizi svolti dagli operatori pastorali sono per loro natura caratterizzati da un particolare rischio di contagio. Compito della comunità cristiana è adottare tutte le misure necessarie a ridurre quanto più possibile questo rischio, sempre nel rispetto della libertà dei singoli. La situazione sanitaria e gli strumenti a disposizione per combattere la pandemia sono in continua evoluzione. In questo momento i vaccini sono ritenuti dalle Autorità competenti un mezzo importante per rallentare la diffusione della malattia e prevenire il COVID-19 almeno nelle forme più severe. Anche i test diagnostici appaiono più affidabili e più facilmente effettuabili e lo screening periodico si è rivelato un importante strumento di contrasto alla pandemia.

Per questi motivi DISPONGO CHE

– I Ministri ordinati possono visitare gli ammalati; tenere incontri di catechismo e prendere parte come operatori ad attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo se hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure se sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2 oppure se nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano i servizi sopra elencati effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici approvati dal Ministero della Salute.

– Possono svolgere il servizio di Accolito e di Ministro straordinario della Comunione solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARSCoV-2 oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (Santa Messa, visita agli ammalati, …) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

– Possono svolgere i servizi di catechisti, educatori, insegnanti al doposcuola o alle scuole di italiano per stranieri gestite dalle Parrocchie, operatori maggiorenni di attività educative e didattiche gestite dalle Parrocchie solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2 oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (incontro di catechesi; doposcuola; lezione di italiano, …) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

– Possono svolgere il servizio di coristi e cantori solo coloro che hanno ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di un qualsiasi vaccino contro il COVID-19 considerato adeguato dalle Autorità civili italiane oppure che sono guariti da non oltre 180 giorni dall’infezione da SARS-CoV-2 oppure coloro che nelle 48h precedenti ad ogni momento in cui prestano il loro servizio (prove oppure accompagnamento della liturgia) effettuano con esito negativo uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute.

La visita ai fedeli in pericolo di morte in circostanze di urgenza, qualora non fosse possibile ottemperare a quanto stabilito, è comunque consentita. Gli Accoliti e i Ministri straordinari della Comunione e i catechisti, gli educatori e gli altri operatori di attività educative e didattiche, i coristi e i cantori si impegneranno in forma scritta a rispettare le suddette disposizioni.

Le presenti disposizioni entrano in vigore il 20 settembre 2021.

+ Franco Agnesi, vicario generale

Milano, 9 settembre 2021

*

Nota esplicativa del Decreto del Vicario Generale circa alcune misure di contrasto alla pandemia per Ministri ordinati, Ministri straordinari della Comunione, catechisti, educatori e altri operatori di attività didattiche delle Parrocchie, coristi e cantori

Il Decreto del Vicario Generale promulgato in data odierna introduce nuove misure di contrasto alla pandemia da COVID-19 per alcuni operatori pastorali. Tali misure sono finalizzate ad aumentare la sicurezza di specifiche attività (la visita ai malati e le attività educative) in virtù dei nuovi strumenti per prevenire la pandemia (i vaccini e i test diagnostici sempre più affidabili e diffusi) e alla luce della continua evoluzione della situazione sanitaria.

Le persone interessate

Il Decreto indica puntualmente gli operatori pastorali interessati alle misure da esso stabilite:

  1. I Ministri ordinati: vescovi, presbiteri e diaconi.
  2. Gli accoliti e i Ministri straordinari della Comunione.
  3. I catechisti e gli educatori maggiorenni: sono quindi inclusi sia gli educatori professionali che volontari, sia i coordinatori degli oratori che coloro che operano nei gruppi medie, adolescenti, 18enni e giovani.
  4. Gli operatori maggiorenni dei doposcuola gestiti dalle Parrocchie.
  5. Gli operatori maggiorenni delle scuole di italiano gestite dalle Parrocchie.
  6. Gli operatori maggiorenni di qualsiasi attività didattica o educativa gestita direttamente dalle Parrocchie.
  7. I coristi e i cantori maggiorenni.

Sono ovviamente escluse quelle attività che non sono gestite dalle Parrocchie ma da esse solamente ospitate (ad esempio, i gruppi scout, corso di italiano o doposcuola gestito da un’associazione o da una cooperativa). Queste attività dovranno seguire quanto disposto dalle realtà di appartenenza.

Le misure introdotte

Per prestare il servizio di accoliti o Ministri straordinari della Comunione – sia durante la Celebrazione Eucaristica che al di fuori della stessa – il servizio educativo in presenza e quello di cantori, le persone interessate devono trovarsi in almeno una delle condizioni seguenti:

  1. Aver ricevuto da almeno 14 giorni la prima dose di vaccino contro il COVID-19;
  2. Essere guarite da non oltre 180 giorni da un’infezione da SARS-CoV-2;
  3. Essersi sottoposte con esito negativo a uno dei test diagnostici per il SARS-CoV-2 approvati dal Ministero della Salute da non oltre 48h.

Coloro che possiedono un certificato medico di esenzione dalla vaccinazione devono trovarsi in una delle condizioni precisate dal punto 2 e dal punto 3 del precedente elenco.

I Ministri ordinati (vescovi, presbiteri e diaconi) sono obbligati a trovarsi in una delle 3 condizioni sopra descritte nel momento in cui visitano i malati o tengono un incontro di catechismo o prendono parte ad altre attività educative gestite dalla Parrocchia.

Gli adempimenti richiesti

Alle persone interessate dal provvedimento – esclusi i Ministri ordinati – viene chiesto di firmare una dichiarazione sul proprio stato di salute attuale (cioè, di non soffrire di sintomi influenzali; di non essere in isolamento o quarantena; di non aver avuto contatti stretti con persone positive per quanto di propria conoscenza nei 14 giorni precedenti, salvo diversa disposizione dell’Autorità sanitaria che può abbreviare questo periodo in casi specifici) e l’impegno ad astenersi dal proprio servizio nel caso in cui ci si venga a trovare in una delle tre condizioni elencate (sintomi influenzali; isolamento o quarantena; contatto stretto con positivo) nonché l’impegno a prestare il proprio servizio solo in presenza di una delle 3 condizioni stabilite dal Decreto (vaccinazione; guarigione; test negativo; certificato di esenzione).

Un modello di tale dichiarazione è allegato a questa Nota.

È necessario che le persone che sottoscrivono la dichiarazione possano prendere visione dell’informativa sul trattamento dei dati personali. Essa dovrà essere consegnata prima della restituzione del modulo firmato, dovrà essere esposta in bacheca in Parrocchia e in oratorio ed eventualmente pubblicata anche sul sito della Parrocchia. Una bozza dell’Informativa è allegata a questa Nota. Essa contiene anche le informazioni dovute in caso di rilevamento della temperatura all’ingresso dei locali parrocchiali: tale misura rimane comunque non obbligatoria.

Si noti che già i Protocolli del settembre 2020 prevedevano la necessità di presentare una dichiarazione circa lo stato di salute attuale di catechisti, educatori e altri operatori delle attività dell’oratorio.

Ai Ministri ordinati non è richiesto di assumere questo specifico impegno in forma scritta avendo già un particolare dovere di obbedienza in virtù del vincolo dell’Ordinazione. Si dovranno quindi astenere dalla visita ai malati e dal tenere incontri di catechismo nel caso in cui non si trovino in una delle 3 condizioni stabilite dal Decreto. La visita ai fedeli in pericolo di morte in caso di urgenza, qualora non sia possibile ottemperare a quanto stabilito, è comunque consentita.

Non sono previste specifiche misure di verifica. Non è richiesto, pertanto, che venga mostrato o consegnato un certificato di vaccinazione o di guarigione o di esenzione dalla vaccinazione e neanche l’esito di un test diagnostico.

Milano, 9 settembre 2021

https://www.aldomariavalli.it/2021/09/09/vaccino-tamponi-la-diocesi-di-milano-procede-cosi/

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