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sabato 11 settembre 2021

Sembrò un fulmine a ciel sereno

Mascarucci, 11 settembre: Canonizzate Biffi un Profeta Inascoltato .


Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci ci offre questa riflessione-ricordo sul cardinale Giacomo Biffi, uomo di grandissimo valore e intelligenza, e per questo osteggiato dalla cultura di sinistra dominante, e certamente profetico in alcune delle sue visioni del futuro. Grazie a Mascarucci, e buona lettura.

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Quest’anno ricorre il ventennale dell’11 settembre, l’attentato alle Torri Gemelle di New York che ha cambiato la storia del mondo. Un anniversario decisamente diverso da quello degli altri anni, perché coincide con le vicende afghane e con la riconquista del Paese da parte dei talebani. Quegli stessi talebani che erano stati sconfitti e rovesciati vent’anni fa grazie all’intervento americano seguito proprio all’11 settembre, con il tentativo degli Stati Uniti di regolare i conti con i fondamentalisti islamici (non entro nel merito della questione che mi trova da sempre molto critico su quanto avvenuto in Iraq, anche perché non è questo il tema dell’intervento).

Sembrò un fulmine a ciel sereno quell’attacco di Al Qaeda contro il Paese simbolo dell’Occidente, un qualcosa di imprevedibile e di inconcepibile, considerando gli Usa inattaccabili almeno dall’interno. Ma c’era chi da molto tempo aveva invece avvisato circa il pericolo rappresentato da un Islam che stava assumendo sempre di più il volto dell’integralismo e dell’intolleranza e che, cosa ben peggiore, stava conquistando l’Occidente. Non con la forza delle armi come ai tempi della caduta del glorioso impero cristiano di Costantinopoli, ma con il “ventre delle donne”. Un anno prima dell’11 settembre 2001 in pieno giubileo, ci aveva pensato il compianto arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi a lanciare l’allarme e a mettere in guardia l’Occidente dal rischio di ritrovarsi il nemico in casa dopo avergli spalancato le porte. Il richiamo di Biffi fu rivolto in primo luogo alla politica, invitata a non accogliere tutti indiscriminatamente ma a selezionare gli immigrati su base religiosa, prediligendo quelli di fede cristiana più facilmente integrabili rispetto ai migranti musulmani, in secondo alla stessa Chiesa che stava colpevolmente trascurando la difesa dell’identità cristiana dei popoli occidentali.

Biffi mise sotto accusa il cosiddetto “spirito di Assisi”, ovvero quel vento ecumenico originatosi con l’incontro interreligioso del 1986 che si tenne nella città di San Francesco e che fu in seguito confuso, distorto, manipolato. Giovanni Paolo II infatti aveva inteso quella giornata di preghiera come un tentativo di unità e di dialogo, capace di riscoprire i valori comuni alla base di ogni religione, affinché il bene prevalesse sul male e sulle divisioni. Tentativo nobile i cui frutti però non portarono benefici. Proprio lo spirito di Assisi fu utilizzato come grimaldello per aprire la strada a quel progetto di società multiculturale che oggi si è definitivamente palesata con tutti i suoi rischi e le sue innumerevoli contraddizioni. Biffi volle svegliare l’Italia, l’Europa e l’Occidente invitandole a riscoprire le proprie radici cristiane e soprattutto a difendere la propria identità che rischiava di essere compromessa da un espansionismo islamico silenzioso, ovvero messo in atto attraverso lo strumento del ventre.

Come tutti ricorderete contro Biffi e quei pochi che lo seguirono, il vescovo di Como Alessandro Maggiolini, don Gianni Baget Bozzo, padre Livio Fanzaga, si levarono gli attacchi provenienti principalmente dall’interno dello stesso mondo cattolico, con l’accusa all’arcivescovo di Bologna di voler distruggere lo spirito di Assisi e di voler vanificare gli sforzi fatti in materia di ecumenismo e di dialogo interreligioso. Soltanto dopo l’11 settembre si prese finalmente coscienza di come l’allarme di Biffi non fosse affatto infondato, e negli anni a seguire l’Europa ha pagato a caro prezzo con gli attentati e il sangue proprio quel fallimentare tentativo di costruzione della società multiculturale. Iniziando da quei paesi a lungo considerati proprio esempi di perfetta integrazione, che si sono invece presto trovati, dalla Francia alla Svezia passando per il Belgio, con l’impossibilità di controllare e gestire quartieri trasformati di fatto in sultanati islamici, zone franche dove vige la legge della sharia, dove proliferano l’intolleranza e l’odio e da dove partono i terroristi che si vanno a far esplodere in giro per il mondo. La Chiesa dell’epoca non restò sorda, Giovanni Paolo II comprese perfettamente la posta in gioco e che fosse necessario passare dallo spirito di Assisi alla beatificazione di Marco d’Aviano, l’eroico cappuccino che ai tempi dell’assedio di Vienna guidò le truppe cristiane contro gli ottomani infondendo negli eserciti la forza della fede e salvando così l’identità cristiana dell’Europa.

Ma la lezione di Biffi sembra non essere stata affatto recepita dall’odierna Chiesa, se oggi con il pontificato bergogliano ci troviamo addirittura ben oltre lo spirito di Assisi, anzi nella sua versione più sincretista e pagana, il cui prodotto più autentico è l’enciclica “Fratelli Tutti”, partorita niente meno che ispirandosi al Grande Imam di al-Azhar, Aḥmad Muḥammad Aḥmad al-Ṭayyib, le cui posizioni in tema di diritti umani e diritti delle donne non sono molto diverse da quelle dei talebani che hanno ripreso il potere a Kabul. Un personaggio che Francesco considera moderato, con il quale ama dialogare e confrontarsi, dimenticando le parole di ostilità che lo stesso ha rivolto in passato nei confronti di Benedetto XVI all’indomani del glorioso discorso di Ratisbona (naturalmente criticato dai cattolici progressisti), o dopo il sanguinoso attentato alla cattedrale di Alessandria d’Egitto del dicembre 2011.

Celebrare l’11 settembre senza prendere atto che esso è stato anche il prodotto dell’assurda pretesa dell’Occidente di saper gestire l’integrazione e di saper moderare l’Islam facendolo progredire in senso democratico, sarebbe soltanto una presa in giro. L’11 settembre e la scia di sangue che ne è seguita con i ripetuti attentati nelle capitali europee, è invece la dimostrazione evidente di come Biffi avesse ragione e di come forse la Chiesa per prima dovrebbe riconoscerne il grande valore profetico. Un valore che si è esplicitato prima con la critica al Concilio Vaticano II e ai suoi errori, e poi all’ecumenismo che ne è stato forse il prodotto più nefasto; fino a manifestarsi oggi come paganesimo allo stato puro, con il ruolo centrale di Gesù Cristo sparito da tutti i documenti ecclesiastici e le encicliche papali e l’intronizzazione dell’orrenda pachamama in San Pietro. Biffi meriterebbe la canonizzazione, invece è finito nel dimenticatoio; troppo tradizionalista per i conservatori, bestia nera per i progressisti. Un porporato che, dopo aver riportato la tradizione in un’arcidiocesi come quella di Bologna devastata dal fanatismo post conciliare del cardinal Lercaro, ha cercato di far riscoprire alla chiesa la sua identità, oggi con l’attuale pontificato definitivamente perduta.

Americo Mascarucci- giornalista e scrittore

Marco Tosatti

https://www.marcotosatti.com/2021/09/11/mascarucci-11-settembre-canonizzate-biffi-un-profeta-inascoltato/

Il Papa non Eletto…o Forse Sì, ma con Rinuncia? Porfiri sul card. Siri.

11 Settembre 2021 Pubblicato da  7 Commenti

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il M° Aurelio Porfiri ci offre oggi una riflessione su una tesi storica che ha sempre destato l’interesse di molti, e cioè la presunta elezione (con rinuncia) del card. Giuseppe Siri, nel Conclave che portò all’elezione di Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII. Vi ricorderete di sicuro il titolo del bellissimo libro dell’amico e indimenticata collega Benny Lai, “Il Papa non eletto”, che godeva della fiducia del cardinale ligure. Buona lettura.

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Intorno all’ipotesi Siri

 

Recentemente, leggendo un libro peraltro interessante, mi è capitato di rileggere della cosiddetta “ipotesi Siri”, cioè quella teoria per cui il cardinale di Genova Giuseppe Siri (1906-1989) sia stato in effetti eletto Papa nel conclave del 1958 e sia stato poi costretto a rinunciare su pressioni esterne aprendo così la strada all’elezione di Angelo Giuseppe Roncalli con il nome di Giovanni XXIII. Il cardinale Siri, secondo questa teoria, avrebbe preso il nome di Gregorio XVII. È una ipotesi che sembra aver circolato negli ambienti sedevacantisti statunitensi ma che ogni tanto riesce fuori in vari scritti anche al di fuori di quell’ambiente. L’elezione sarebbe avvenuta il 26 ottobre 1958, quando una fumata di colore incerto uscì dal comignolo della Sistina. Questo fece dire anche alla Radio Vaticana che il Papa era stato eletto. In un articolo del Corriere della Sera del 28 ottobre 1958 si legge tra l’altro che la Radio Vaticana si scusava dell’entusiasmo nell’annunciare un Papa che in realtà non era stato eletto e che tali incidenti, sembra accaduti anche nel conclave del 1939, non sarebbero più accaduti.

Perché il cardinale Giuseppe Siri? Perché esso era ritenuto il successore naturale di Pio XII, quello che lo stesso papa Pacelli sembra desiderasse per la consonanza con i suoi insegnamenti. Egli invece sarà, come dice la biografia del vaticanista Benny Lai, Il Papa non eletto. La teoria, come detto, è stata portata avanti specie in ambienti statunitensi, e viene presentata anche in un libro di un consulente del  FBI e giornalista, Paul L. Williams, che nel 2003 pubblica The Vatican Exposed dove riporta che il cardinale Siri fu eletto e che fu costretto a rinunciare. Da chi fu costretto a rinunciare? Alcuni dicono da emissari dei regimi comunisti che temevano la sua durezza nei loro confronti, altri tirano fuori la massoneria (ne parla varie volte don Luigi Villa nei suoi scritti). Riporto una porzione del libro di Williams in traduzione italiana a cura del blog exsurgatdeus.org: “… Pio XII aveva nominato cardinale Giuseppe Siri come suo successore designato: Siri era ferocemente anti-comunista, un tradizionalista intransigente in materia di dottrina della Chiesa, ed un burocrate esperto personalmente addestrato nelle complessità delle finanze vaticane da Bernardino Nogara. Inoltre, Siri aveva l’appoggio di un gruppo di cardinali noto come “il Pentagono.” Il gruppo comprendeva i cardinali Canali, Pizzardo, Muscara, Ottaviani, Mimmi, e Spellman. A questo gruppetto si opponeva una formazione composta da un gruppo progressista o anti-Pentagono di cui facevano parte il primate di Polonia Wyszynski, il cardinale indiano Garcia, i cardinali francesi, il cardinale Lercaro, e Roncalli. I progressisti erano preoccupati per l’irrigidimento del regime di Pio XII, per l’accentramento di tutto il potere e l’autorità nella persona del Papa, la mancata volontà di avviare la riforma, e per la crociata anti-comunismo che stava creando un abisso tra l’est e l’ovest. – Nel 1958, [26 ottobre –ndr.-] quando i cardinali furono rinchiusi nella Cappella Sistina per eleggere un nuovo Papa, eventi misteriosi cominciarono a svolgersi. Al terzo scrutinio, Siri, secondo fonti dell’FBI, ottenne i voti necessari e fu eletto come Papa Gregorio XVII. Dal camino della Cappella sbuffò fumo bianco per informare i fedeli che era stato scelto un nuovo Papa. La notizia venne annunciata con gioia alle 18:00 dalla Radio Vaticana. L’annunciatore diceva: “Il fumo è bianco … Non c’è assolutamente alcun dubbio … è stato eletto un Papa.” Furono allertati il Palatino e le guardie svizzere. Questi furono richiamati dalle loro caserme e si ordinò loro di recarsi alla Basilica di San Pietro per l’annuncio del nome del Santo Padre. – Ma il nuovo Papa non compariva … e cominciò così a sorgere la domanda se il fumo fosse bianco o grigio. Per sedare i dubbi, monsignor Santaro, segretario del Conclave dei cardinali, comunicava alla stampa che il fumo era da giudicarsi bianco e che quindi un nuovo Papa era stato eletto. L’attesa continuava. In serata la Radio Vaticana annunciava che i risultati rimanevano … incerti. Il 27 ottobre 1958 lo Houston Post titolava: “I Cardinali non riescono ad eleggere papa al 4° Ballottaggio: “Mix-Up in Smoke Signals”. Questa si è poi dimostrata una false notizia. – I rapporti in realtà erano stati veritieri … al quarto scrutinio, secondo fonti dell’Fbi, Siri ancora una volta otteneva i voti necessari per essere eletto Sommo Pontefice. Ma i Cardinali francesi [capitanati dal massone 33° Tisserand –ndr.-] annullarono i risultati, sostenendo che l’elezione avrebbe causato disordini diffusi e l’assassinio di numerosi vescovi di spicco dietro la cortina di ferro. “. – I cardinali hanno deciso quindi di eleggere il cardinale Federico Tedischini come “Papa di transizione”, ma Tedischini era troppo malato per accettare l’incarico. Infine, al terzo giorno di ballottaggio, Roncalli ottenne il supporto necessario per diventare “papa” Giovanni XXIII. I cardinali conservatori credevano che Roncalli, all’età di settantotto anni, fosse troppo vecchio per avviare la devastazione all’interno del Vaticano e pensavano potesse servire solo come un ” Papa guardiano ” fino al conclave successivo, ma … si sbagliavano”.

Ora, le teorie cospirazioniste tirano molto, ma in questo caso non mi sembra ci siano le basi per credere a questa. Bisogna distinguere fra chi avrebbe preferito il cardinale Siri come Papa piuttosto che Giovanni XXIII o Paolo VI e quello che comunque è veramente accaduto. Se fosse vero che il comunismo poteva impedire l’elezione di un Pontefice, non avrebbe impedito con maggiore ragione quella di Giovanni Paolo II? Sulla massoneria il discorso è più complesso, e lo riferisce padre Raimondo Spiazzi nel suo libro Il Cardinale Giuseppe Siri. Ho conosciuto padre Spiazzi e questo libro me lo ha donato lui, ed era persona senz’altro affidabile. Nel libro dice, riferendosi al cardinale Siri che “sui conclavi del futuro, diceva che bisognava pregare per ottenere la grazia che coloro che vi avrebbero partecipato fossero veramente liberi da qualsiasi condizionamento e influsso di parte, non solo di ordine politico ed etnico, ma anche sociale. “E che non vi arrivi in nessun modo la mano di qualche setta“, concludeva. Si riferiva alla massoneria, della quale diceva di avere conoscenza per confidenze dirette ricevute da affiliati, e di sapere con quali trame cercava di attanagliare uomini e organi del Vaticano (non esitava a fare alcuni nomi), col pericolo che arrivasse anche al conclave. Forse anche per questo proponeva l’abolizione del segreto: che tutto avvenisse alla luce del sole”. Insomma, certamente questo pericolo esisteva ed esiste, ma non vi è nessuna prova che esso si fosse avverato in quel conclave del 1958, che effettivamente la massoneria impedì la sua elezione. Poi, l’atteggiamento del cardinale Siri fu molto leale verso tutti i Pontefici successivi, malgrado egli fu molto critico sull’andamento della Chiesa nei decenni del postconcilio e poteva essere considerato tra i prelati più tradizionalisti. Il suo libro Getsemani è un atto di accusa verso alcuni teologi alla moda. Malgrado questo e la sua lotta contro le deviazioni, rimase sempre fedele alla Chiesa e ai Pontefici che conobbe, mai adombrando quell’episodio che sarebbe avvenuto nel conclave del 1958. Immagino che una forte personalità come quella di Siri non fosse indifferente alle battaglie del vescovo Lefebvre, ma non le ha mai cavalcate, pur forse condividendone molte. È vero che alle pagine 296-297 del libro citato sopra di Benny Lai con conversazioni con il Card. Siri ci sono alcuni riferimenti ambigui, che possono guidare a dare interpretazioni in favore delle tesi dell’elezione; ecco alcuni passaggi di confidenze del Cardinale all’autore: “Entrai in conclave in stato agonico. Ricordo che andai a sedermi su una sedia in fondo alla cappella Paolina come uno straccio. Ero in stato agonico. Dio mi ha salvato. Come? Sì, un cardinale mi è venuto a raccontare cosa era successo… Io non posso parlare. Ma creda… Ho visto bene il cammino della storia in questi lunghi anni, ho visto bene. E penso di aver avuto anche gli occhi adatti per vederlo. Ho dovuto portare gli occhiali ma ci vedevo bene. Ora desidero andarmene da questo mondo senza disturbare la storia e, pertanto, facciano gli altri quello che in coscienza credono. Chiedo solo che non si dicano bugie e basta”. Io credo qui sia importante specialmente una frase, cioè che un Cardinale gli raccontò quello che era successo, cioè non ci fu una rinuncia diretta, se stiamo alle parole di Siri. Ma il passaggio è certamente ambiguo.

Insomma, bisogna distinguere fra i propri desideri e la realtà storica che, in mancanza di solide prove in senso contrario, sembra più evidente, che cioè il cardinale Siri fu più volte papabile, ma mai Papa. E che anche concedendo che fu veramente eletto e rinunciò, anche in questo caso la rinuncia all’elezione a Sommo Pontefice conferma che non fu comunque Papa. Ma, come detto, in questo caso parliamo solo a livello puramente speculativo. Certo è lecito, come esercizio storico di pura fantasia, chiedersi cosa sarebbe stato della Chiesa se il Cardinale Siri fosse stato eletto Papa. E sicuramente, a questo punto, credo che in quel caso noi oggi staremmo a raccontare tutta un’altra storia.


https://www.marcotosatti.com/2021/09/11/il-papa-non-eletto-o-forse-si-ma-con-rinuncia-porfiri-sul-card-siri/

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