ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 5 dicembre 2011

Del tutto indifferente?


Vi meraviglierete VI – Del tutto indifferente?

C’è una teoria filosofica che afferma invece proprio questo. Che tutte le religioni sono vere, ovvero nessuna è vera. Che Dio guarda solo alla sincerità delle intenzioni e che tutti possono servirlo rimanendo nella religione in cui sono stati educati o cambiandola a piacimento con qualsiasi altra (così, ad esempio, sostiene Rousseau nel suo Émile).
Questa teoria si chiama indifferentismo, ed è il nonno del relativismo, il relativismo per chi ancora pensa che Dio ci sia.

Se non c’è certezza su cosa Dio voglia realmente, se non ce lo dice esplicitamente che ne sappiamo noi? E quindi tanto vale prendere il primo metodo che ci capita. O quello che ci sembra meglio: tanto, se Dio non si scomoda, perché dovremmo noi?
Così, in prima battuta, potrebbe sembrare ragionevole. Ma poi, pensandoci meglio…
A Dio fa ugualmente piacere il buddista che nega la sua esistenza e il maya che estrae il cuore a diecimila schiavi? Se sacrifico una vittima a Kali o Wotan sono altrettanto in grazia che se contemplo il sacramento in una Chiesa cattolica? Un pochetto questo pare strano. Perché se fosse vero vorrebbe dire che qualsiasi comportamento, compreso quello che ci sembra più ripugnante, è indifferente. Se ne deduce che uno potrebbe fare da sé la propria religione, secondo quello che ritiene più opportuno. Perché seguire quelle barbe di preti, santoni, sacerdoti?
In definitiva l’indifferentismo è dire: faccio quello che voglio, il mio dio lo faccio da me.
Le religioni sono il tentativo umano di trovare la strada verso Dio. I loro fondatori hanno, spesso sinceramente, cercato con le loro forze di trovare una soluzione a questo infinito che percepiamo fuori di noi. Una sola volta, però, c’è stato un uomo che ha detto non “fate questo e arriverete a Dio”, ma “Io sono Dio”. “Io sono la via, la verità e la vita”.
Se quell’uomo-Dio ha detto il vero allora non esiste più indifferentismo, perché Dio ha parlato, ha indicato lui la vera strada. E’ per questo che Gregorio nella “Mirari Vos” condanna l’indifferentismo, perché le altre strade, quando quella giusta è indicata, sono tutte false piste che portano nel buio.
E se pensate che a Dio faccia comunque piacere essere adorato secondo modi così differenti, pensate a questo: se vostro figlio vi regalasse un collage, fatto da lui con amore, e poi vi accorgeste che per costruirlo ha ritagliato i vostri documenti, le insostituibili foto di famiglia e i quadri d’autore che avevate alle pareti, cosa fareste?

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