ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 16 dicembre 2011

Accendiamo?

Un cero per Ravasi







E’ furbo, bisogna ammetterlo. Non perché smussi la collaborazione al Sole con la fotina vintage che propone il collettino ammodo, ma soprattutto perché sceglie bene la frase di apertura:
È molto più importante accendere una piccola candela che maledire l’oscurità
(Confucio)
E così, proprio mentre sceglie che il motto rappresentativo di un cardinale non debba esser tratto, non dico dagli ipsissima verba di Cristo, ma almeno da “La Parola”; con la medesima frasettina à la Battiato si schermisce. Sembra mi dica: “guai a te che sai solo brontolare, io invece… accendo piccole candele”.
Bravo, ma non si preoccupi, gliela accendo anche io la candela: a padre Pio, che ha sofferto plausibilmente anche per lei (padre Pio, francamente meglio di Confucio, come anima vittima in espiazione della tenebrosa e maledetta crisi ecclesiale novecentesca).
Vabbè, tempo perso. Qui di anime vittime rimaniamo solo noi, vittime della cardinalite. Già che ci siamo, un auspicio: a quando il duetto Ravasi – Kristeva versione hyper-ecumenica?
http://satiricus.wordpress.com/2011/12/16/un-cero-per-ravasi/

E ora non manca che Martini Papa!





 La cura di Monti: salassi alle famiglie, devozione al Vaticano

I mercati esultano per la manovra ammazza-popolo varata dal governo non-eletto. Trenta miliardi di euro lordi – di cui 12-13 miliardi di tagli alla spesa ed il resto spremuto, nel triennio 2012-14, dalle tasche dei contribuenti – per salvare la moneta unica europea. Altrimenti “l’Italia rischia di macchiarsi della responsabilità di contribuire a far andare in senso negativo l’economia europea” ha detto il premier – che rinuncerà allo stipendio da presidente del Consiglio e ministro dell’Economia (tanto ha quello da neo-senatore a vita: 25mila euro al mese, in aggiunta ad altri redditi). Banche entusiaste della norma relativa alle garanzie di Stato su passività e bond. Lo spread crolla sotto ai quattrocento punti.

A piangere – lacrime da coccodrillo del ministro Elsa Fornero a parte – sono invece pensionati e lavoratori del Belpaese, sulle cui spalle gravano tutti i sacrifici.

L’ex consulente di Goldman Sachs, ex presidente europeo della Commissione Trilaterale – una delle massime organizzazioni neoliberiste mondiali – nonché ex membro dell’oscuro gruppo Bilderberg, ha precisato che l’esecutivo i disagi ha “avuto grande cura nel distribuirli nel modo che ci è parso equo”. 

brutte notizie per i devoti di san Simonino



Ai giudici del processo per la morte di Simonino, interessati a conoscere i motivi per cui essi portavano nel fodero, appeso al fianco, due coltelli, sia Samuele sia Mosè «il Vecchio» spiegavano, senza dare segni d'insofferenza, quello che ai loro occhi era di lapalissiana evidenza. Un coltello serviva a tagliare la carne commestibile, mentre l'altro era riservato ai latticini. Proprio nelle acque della forra, che attraversava la canova di Samuele, il 23 marzo, vigilia della Pasqua del 1475, anno del giubileo, veniva trovato il corpo martoriato di Simonino, un bambino di due anni, figlio del conciapelli Andrea Lomferdorm. Dal tragico ritrovamento partiva l'inchiesta, che avrebbe portato all'incriminazione degli ebrei di Trento come sospetti del rapimento e dell'uccisione del bambino, al loro interrogatorio nel Castello del Buonconsiglio e alla loro condanna, dopo che avevano confessato sotto tortura di essere stati i responsabili del triste maleficio.

(citato da: Ariel Toaff, Pasque di sangue. Ebrei d'Europa e omicidi rituali, edizioni Il Mulino, 2007).


La cappella in cui fu martirizzato san Simonino da Trento (festa liturgica il 24 marzo) è stata recentemente venduta ai diretti interessati; la sua prossima inaugurazione sarà un "evento di portata internazionale":

http://www.associazionelatorre.com/2011/11/sacrilegio-a-trento-la-chiesa-di-s-simonino-diverra-sinagoga/

giovedì 15 dicembre 2011

Demente o dèmone?

“Gesù Cristo” ti chiede il contatto facebook. Poi scopri che è un demente


 una specie di riflessione sulle vane parole

e sul secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano

Su facebook capita che “Gesù Cristo” ti chieda il contatto. Poi scopri che è solo un demente. Il dovere di essere cattolici “adulti”, cioè seri. Ciò che è buono per Maria de Filippi non lo è sempre per Maria di Nazareth. Quando Gesù disse “siate come bambini”, non intendeva dire deficienti. Se le ossessioni para-religiose sono solo para-noia. Un devozionista spinto mi fa l’esorcismo maggiore di Leone XIII: online. Pregando, chiudetevi nella vostra stanza, invece di esibirvi 

Piccoli neoDC spingono..

Lo scoop del “Corriere”: il nuovo partito “federato” dal ministro Riccardi
Nonostante tutto, l’elettorato italiano continua a essere saldamente bipolare. Lo confermano le indagini dell’IPSOS di Nando Pagnoncelli, condotte su un amplissimo campione di cittadini e presentate due giorni fa a Roma alla Fondazione Achille Grandi.
La prova è che è aumentato grandemente negli ultimi tempi lo scontento nei confronti dei partiti. Ma tale scontento non premia affatto il cosiddetto terzo polo, centrista, che nelle intenzioni di voto resta inchiodato sotto il 10 per cento. Semplicemente fa crescere il numero di chi si estrania dal voto.
Eppure, a dispetto di questo incrollabile sentimento bipolare dell’elettorato, le manovre per creare al centro dello schieramento una nuova terza forza cattolica “aperta ai laici” proseguono febbrili. E sono uscite in questi stessi giorni platealmente allo scoperto.
Come già a Todi, nella cabina di comando di questa manovra ci sono il neoministro Andrea Riccardi e il “Corriere della Sera”.

La croce misteriosa

Ecco la croce: in Duomo viene esposta per un giorno, poi nascosta
Fatta togliere dal vescovo

di Andrea Zambrano


REGGIO EMILIA (15 dicembre 2011) -
Se fossimo in un romanzo di Dan Brown saremmo al capitolo della croce misteriosa nei sotterranei della Cattedrale. Gli ingredienti ci sono tutti: il mistero sulla sua esistenza, il dubbio sulla sua esposizione, il dilemma sul suo significato simbolico. Dopo le polemiche emerse a seguito della pubblicazione del bozzetto della croce di Nagasawa, il vescovo Adriano Caprioli  aveva deciso che non fosse opportuno esporre la croce dell’artista giapponese. Anche perché completamente avversa alle prescrizioni del Messale. Ma evidentemente qualche “disubbidiente” monsignore di curia aveva la smania di esporla a tutti i costi e così l’opera, una barca da cui si innalza un alberello di palma, il tutto riflesso specularmente per rendere la forma di croce latina, ha fatto la sua comparsa il 19 di novembre in Cattedrale, quando il tempio era rimasto chiuso per le prove generali dell’inaugurazione del giorno dopo. Ne è nato un tira e molla abbastanza sconveniente. “La mettiamo”. “No, non la mettiamo”. Al che, il vescovo, come Alessandro Magno ha tagliato il nodo di Gordio sedando la lite da sagrestia: “Basta, la croce non si esporrà”. Così è stata smontata, tra i mugugni di qualcuno e ora è nascosta, appunto, e qui entra in scena Dan Brown, da qualche parte nel palazzo vescovile.

In attesa del 13/5/2017

DEC
15

L'8 dicembre, Fatima e i segni della Storia



articolo di Vittorio Messori
tratto da Il Corriere della Sera

Anche il Corriere ha ricordato, con una pagina intera, i vent'anni da quanto successe in una dacia a Viskuli, nella foresta di Pushcha, in Bielorussia. I primi presidenti eletti democraticamente dalle tre repubbliche slave dell'Urss - Russia, Ucraina, Bielorussia - firmarono il documento che sanciva «la cessazione dell'Unione Sovietica in quanto entità statale» e lo smembramento del primo Stato comunista della storia. Una decisione imprevista, non soltanto dai soliti «esperti», ma anche dagli stessi protagonisti dell'incontro. Ciò che si voleva non era la fine dell'Urss ma un patto federale rinnovato. E invece, pochi giorni dopo, la notte di Natale, la bandiera rossa con la falce e martello era ammainata per sempre dalla cupola più alta del Cremlino e al suo posto risaliva il tricolore dell'impero di Pietro il Grande. La firma del russo Eltsin, dell'ucraino Kravchuk e del bielorusso Shushkevic sul documento in cui la seconda potenza mondiale decideva di suicidarsi fu apposta l'8 dicembre del 1991. Era il giorno della ricorrenza liturgica dell'Immacolata Concezione.

Come impedire ai credenti di pensare alle parole della Signora di Fatima, parole pronunciate nel 1917, in perfetta coincidenza con la presa del potere da parte di Lenin? «La Russia spanderà i suoi errori nel mondo, provocando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, intere nazioni saranno annientate». Ma, aveva concluso l'Apparizione davanti ai tre bambini che ignoravano persino la parola Russia, «ma alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà». La fine annunciata nel 1917 dall'Immacolata giungeva, non solo nel «suo» giorno, ma alla vigilia dei 70 anni dalla fondazione ufficiale dell'Urss. Qui i credenti potevano pensare al Salmo 90: «Settanta sono gli anni dell'uomo...». E settanta pure la massima durata delle opere dell'uomo, se fondate sulla persecuzione di ogni religione. E che dire del simbolismo, sin troppo esplicito, di quella bandiera del primo Stato ufficialmente ateo della storia ammainata dal Cremlino, davanti alle televisioni del mondo, nel giorno in cui il calendario gregoriano, seguito dalla maggioranza dei cristiani, celebra la nascita di Cristo?

La bandiera dell’Unione europea, dodici stelle d’oro su sfondo azzurro, fu disegnata dal belga Arsène Heitz e venne adottata l’8 dicembre 1955
Come è giusto - nella prospettiva del Dio biblico che si rivela e al contempo si cela, lasciando alla libertà dell'uomo la scelta tra l'accoglienza e il rifiuto - com'è giusto, dunque, se i credenti vedono qui dei «segni», per gli increduli ci sono solo coincidenze. Coincidenze che, però, sembrano attirate da quell'enigmatico 8 di dicembre. Si veda quell'altra storia davvero singolare della bandiera europea. Il Consiglio d'Europa indisse nel 1950 un concorso internazionale per un vessillo del Continente. Parteciparono centinaia di artisti e di grafici ma i bozzetti, i più numerosi, che contenevano una croce furono bocciati dai socialisti e dai laicisti in genere. Soltanto nel 1955 la commissione, presieduta da Paul Lévy, un ebreo, si decise per una bandiera azzurra con al centro 12 stelle d'oro disposte in cerchio. L'idea piacque, tanto che nel 1986 lo stendardo fu adottato come ufficiale anche dallaComunità Europea, cambiando solo in argento l'oro delle stelle. Ci fu sconcerto, però, e rammarico, in molti, quando si conobbe il retroscena: l'autore era Arsène Heitz, un grafico belga poco noto, devoto mariano fervente. L'azzurro è il colore della Vergine e le stelle sono quelle che circondano il capo della Donna dell'Apocalisse in cui la Tradizione riconosce Maria. Quanto al dodici, è quello delle dodici tribù di Israele, dei dodici apostoli e delle dodici stelle che stanno sulla Medaglia Miracolosa voluta nel 1830 dalla Vergine stessa e che Heitz portava sempre al collo, da buon devoto. Ma c'è di più, visto che per la firma solenne del documento che adottava la bandiera, nel 1955, si cercò una data che convenisse a tutti i politici che venivano a Strasburgo dall'Europa intera. Nessuno, al Consiglio, si accorse che il giorno prescelto non era come gli altri, per i credenti: era, infatti, pure qui, l'8 dicembre. E la Medaglia che era servita da modello al grafico porta incisa una invocazione proprio all'Immacolata Concezione.

I sovietici lasciarono Vienna dopo 10 anni di occupazione il 13 maggio 1955 riconoscendo l’indipendenza dell’Austria
Vediamo un altro caso, tra i molti possibili, di coincidenza per alcuni, di segno per altri. Un caso in cui la storia dell'Urss si intreccia ancora una volta con Fatima. Nel 1945 Mosca aveva ottenuto la zona più importante, quella di Vienna, delle quattro in cui era stata divisa l'Austria dagli alleati. Il ministro degli Esteri sovietico, Molotov, disse e ripetè che Mosca mai si sarebbe ritirata da ciò che aveva occupato e tutti si aspettavano che, come a Praga, i comunisti organizzassero un colpo di Stato per andare da soli al potere nell'intera Austria. Le stesse cancellerie occidentali sembravano rassegnate. Ma non si rassegnò un francescano, padre Petrus che, tornato dalla prigionia proprio in Urss, andò in pellegrinaggio nel santuario nazionale austriaco, a Mariazell. Lì fu sorpreso da una voce interiore che gli disse: «Pregate tutti il Rosario e la vostra Patria sarà salva». Buon organizzatore, padre Petrus promosse una «Crociata nazionale del Rosario», nello spirito esplicito di Fatima, che in breve tempo raccolse milioni di austriaci, compreso lo stesso Cancelliere, Leopold Figl. Giorno e notte, grandi masse si riunivano nelle città e nelle campagne, recitando la corona e Vienna era percorsa da imponenti processioni, sorvegliate con ostilità, nel suo settore, dall'Armata Rossa. Gli anni passarono senza che l'occupazione cessasse, per l'ostinazione russa, ma il popolo non si stancava di pregare.

Il 25 dicembre 1991 la bandiera rossa con la falce e martello fu ammainata per sempre dalla cupola più alta del Cremlino
Ed ecco che, nel 1955, l'Urss comunicò di essere disposta a ridare all'Austria l'indipendenza, in cambio della neutralità. I governi occidentali furono colti di sorpresa da una decisione inaspettata e unica, sia prima che dopo: mai, come aveva ricordato Molotov, mai, l'Urss accettò di ritirarsi spontaneamente da un Paese occupato. Ma non si sorpresero coloro che da anni pregavano per la «Crociata del Rosario»: in effetti la Conferenza internazionale che portò in due giorni al Trattato sulla fine dell'occupazione fu inaugurata, con la dovuta solennità, nell'ex palazzo imperiale di Vienna il 13 maggio. L'anniversario, cioè, della prima apparizione di Fatima.

Fratelli maggiormente distratti


Che distratto il N.Y.Times...
Qualche giorno fa abbiamo riportato la notizia, data dal New York Post, di uno scandalo di abusi sessuali su minori che ha sconvolto la comunità ebraica ortodossa di New York. Oggi traduciamo e riportiamo quello che scrive sull'argomento un sito americano, “TheMediaReport.com” che osserva il comportamento dei media di oltreoceano.
                                                                                Marco Tosatti

Qualche giorno fa abbiamo riportato la notizia, data dal New York Post, di uno scandalo di abusi sessuali su minori che ha sconvolto la comunità ebraica ortodossa di New York. Oggi traduciamo e riportiamo quello che scrive sull’argomento un sito americano, “TheMediaReport.com” che osserva il comportamento dei media di oltreoceano.

mercoledì 14 dicembre 2011

Il Papa ci pensa su

Il Papa ci pensa su

Comunione ai divorziati? C’è un documento segreto

E’ stato il teologo Paul Zulehner, docente di Teologia pastorale all’Università di Vienna e amico del cardinale Christoph Schönborn, a tornare all’interno della prestigiosa rivista cattolica nordamericana U.S. Catholic sulla questione del divieto per i divorziati risposati di accedere alla comunione. “A porte chiuse” dice, “i vescovi austriaci hanno lavorato su un nuovo documento pastorale sul divorzio”. Il testo “non è stato reso pubblico ma sembra sia stato spedito a Roma per approvazione. Quale sarà il risultato finale?”. Zulehner non sa rispondere, ma dice: “La chiesa cattolica universale dovrebbe imparare dalle chiese ortodosse” che hanno la potestà di togliere l’impedimento di legame, “come raccomandava il cardinale Franz König – arcivescovo di Vienna dal 1965 al 1985, ndr – quasi 50 anni fa”.

Jacques Fesch


Un bravo prete (se ne trovano, se ne trovano) commentando la predica dei lavoratori dell’ultima ora (quelli a cui il padrone della vigna dà la stessa paga data a quelli che lavoravano dalla mattina) ha evocato un’immagine che mi è rimasta impressa. Ha detto: “non pensate a Dio non come ad una mamma gatta che, quando arriva il pericolo prende il cucciolo in bocca e lo porta in salvo; ma come alla mamma gorilla, che in caso di pericolo urla al cucciolo il quale le si attacca al collo, e, una volta che il cucciolo le si è attaccato al collo, lo porta in salvo.” Aggiungendo quindi: “Dio vuole la nostra partecipazione, non ci fa violenza; quando noi mettiamo del nostro, qualcosina, anche poco, poi lui mette il resto“. E così, anche ai lavoratori dell’ultima ora viene data la ricompensa piena, non un premio di serie B.
Pensando ai lavoratori dell’ultima ora, a tutti viene in mente il buon ladrone, al quale Gesù disse: “Tu oggi sarai in Paradiso con me” (e tenete conto che il Paradiso apriva proprio quel giorno, quindi quel delinquente, meritorio di morte per la giustizia degli uomini, c’è entrato fra i primi). Ma io voglio citare un altro esempio di “lavoratore dell’ultima ora”: Jacques Fesch, ragazzo francese classe 1930, una vita sbandata, matrimonio fallito alle spalle e omicida già poco più che ventenne. Ascoltate la sua storia nei video sotto.
E la cosa che più mi ha colpito, ascoltando questa storia, è stata la pochezza della conversione, cioè  il minimo appiglio che è bastato a Dio per tirar su dall’abisso Jacques: è bastato un grido improvviso di disperazione, e all’interno di quel grido le parole “Mon Dieu!”: e Dio ha risposto.
Non ha aspettato settimane di digiuno, novene di preghiere, no: alla prima richiesta: ha risposto.
Buona visione.

En passant..

"La Sindone non è un falso"

Sindone
SINDONE

Una nuova ricerca dell'Enea sul sacro Lino custodito a Torino

MARCO TOSATTIROMA
L’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha pubblicato un rapporto sui cinque anni di esperimenti svolti nel centro Enea di Frascati sulla “colorazione simil-sindonica di tessuti di lino tramite radiazione nel lontano ultravioletto”. In parole povere: si è cercato di capire come si è impressa sul telo di lino della Sindone di Torino l’immagine così particolare che ne costituisce il fascino, e il più grande e radicale interrogativo, di “individuare i processi fisici e chimici in grado di generare una colorazione simile a quella dell’immagine sindonica”.

Nell’articolo linkato si trova lo sviluppo della ricerca. Gli scienziati (Di Lazzaro, Murra, Santoni, Nichelatti e Baldacchini) partono dall’ultimo (e unico) esame completo interdisciplinare del lenzuolo, compiuto nel 1978 dalla squadra degli scienziati americani dello STURP (Shroud of Turin Reasearch Project). Una base di partenza di cui troppo spesso chi scrive e discetta di Sindone preferisce non tenere conto, a dispetto dell’evidenza dei dati, verificati da un accurato controllo su riviste “peer rewieved”, cioè approvate da altri scienziati in modo oggettivo e indipendente.

Tra ermeneutiche in conflitto

Un “Anno della Fede” a cinquant’anni dal Concilio Tra ermeneutiche in conflitto[1]

(di p. Serafino M. Lanzetta, FI) Il S. Padre ha indetto, con l’anniversario della solenne apertura del Vaticano II, l’11 ottobre 2012, un Anno della fede, collegandolo idealmente all’ultima assise conciliare. Il discorso ormai famoso di Benedetto XVI alla Curia Romana, del 22 dicembre 2005, segnò, in verità, una vera svolta nell’analisi del Concilio. Avviò una nuova disputa intorno al Concilio; un confronto non più a senso unico col monopolio di una certa ermeneutica, ma un dialogo a più voci, molte delle quali nuove e scevre di risentimenti o rancori di sorta.
L’ermeneutica giusta, al dire di Benedetto XVI in quel discorso, è la «riforma», o «l’ermeneutica del rinnovamento nella continuità». Una tale riforma comporta continuità e discontinuità secondo livelli diversi: «È proprio in questo insieme di continuità e discontinuità a livelli diversi che consiste la natura della vera riforma», scrive il Pontefice. Continuità nei principi dottrinali e discontinuità delle forme storico-contingenti, che facevano da supporto a tali principi.
Guardando però più da vicino il Vaticano II e in modo globale, si nota una riforma non solo delle forme storiche e sociali, come poteva essere ad esempio la nuova concezione dello Stato moderno, tale da indurre la Chiesa a ripensare la dottrina della libertà religiosa, rinunciando ad una religione di Stato, ma anche una certa riforma della stessa dottrina: la stessa libertà religiosa, ad esempio, da aspetto soggettivo come incoercibilità della coscienza nella sua apertura alla verità, diventa invocazione oggettiva della medesima plausibilità di tutte le religioni all’interno di uno Stato, in ragione del diritto alla libertà religiosa, che deve diventare libertà di culto (cf. DH 1 in relazione a DH 3 e 4): il livello soggettivo della libertà di coscienza diventa anche e soprattutto oggettiva egualità sociale di tutte le religioni.

Mario Monti e il Vaticano


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A seguito degli articoli che ho pubblicato su Mario Monti, un amico mi ha scritto chiedendomi perché mai avessi lasciato fuori il Vaticano dallo scenario. In effetti ha ragione a farmi una domanda del genere, gli articoli da me scritti non portano all’origine del perché abbiamo un governo non eletto da noi e un Mario Monti come Presidente del Consiglio.

Monti non si siede al tavolo delle trattative con i rappresentanti di tutto l’elettorato per trovare altre soluzioni. Semplicemente ascolta, fa sapere che è consapevole che vi siano delle proteste nei confronti della manovra, ma si va avanti così comunque. Punto. Lo fa con molta eleganza, sa come parlare e dare risposte a cui è difficile replicare. E’ stato addestrato a farlo. Per esempio, alla domanda posta da un giornalista durante una conferenza stampa: “Avete pensato ad estendere il pagamento dell’ICI anche alla Chiesa Cattolica?”, la risposta di Monti è semplice: “E’ una questione che non ci siamo ancora posti”. Punto. Il tutto senza diritto di replica.
Quindi parlando di Monti e il Vaticano, non si può poi evitare di parlare della finanza mondiale, del Nuovo Ordine Mondiale, di Giorgio Napolitano, della Federal Reserve Bank, della Banca Centrale Europea, dei Gesuiti,della Chiesa Cattolica, per poi ritornare a Monti e ricominciare in altre direzioni.

I FEDELI PROTESTANO

ADEGUAMENTO LITURGICO A TORINO: I FEDELI PROTESTANO

di Francesco Colafemmina

Quello del Sacro Cuore di Maria a Torino è un mirabile esempio di chiesa di fine ottocento, venata di luminosi decori in stile art nouveau. Questa splendida chiesa il cui presbiterio è composto da un bell'altare sormontato dalla statua della Vergine, è stata improvvisamente votata dai monaci che l'amministrano al martirio dell'adeguamento liturgico. 

Leggiamo una sintesi di quanto sta accadendo: "Sono previsti dei lavori invasivi all' interno della chiesa: è stata abbattuta, col danneggiamento del basamento in pietra verde, la balaustra che delimita la zona presbiterale, e verranno realizzati altare, trono e un ambone futuristico, tutto in marmo bianco e acciaio corten, materiali costosissimi, con inevitabile spreco di molto denaro in un momento così critico per il paese. E' un progetto faraonico che non solo stravolge la chiesa, ma che soprattutto non ci appartiene e sul quale non è stato informato nessuno. Oltre a ciò verrà collocata una croce dorata sospesa e verrà rifatto l'impianto acustico. In questo contesto l'interno della chiesa appare degradato in molti punti."

Sul bollettino parrocchiale la triade monastica che regge la chiesa spiega il progetto in questi termini: "Un altro obiettivo importante è quello di riequilibrare il messaggio iconografico riconducendolo verso la centralità del mistero pasquale di Cristo. Per fare questo abbiamo pensato all’immagine dell’Agnello di Dio, scolpita sull’altare e in asse con una nuova croce in metallo dorato sospesa sul fondale e con la grande statua di Maria già esistente.(...) È una croce gloriosa, senza il crocifisso, perché la figura di Cristo è già centrale nell’altare, con l’immagine dell’Agnus Dei."

martedì 13 dicembre 2011

Pastori &/o Lupi

Belgio, ecco i laici che aspirano a guidare le comunità



BRUGES
Si allarga alle Fiandre la protesta dei cattolici ribelli. Mentre prosegue la bufera sulle denunce per abusi sessuali
REDAZIONE
ROMA

Due sono i temi che dominano il dibattito interno alla chiesa del paese europeo negli ultimi tempi. Da un lato lo scandalo degli abusi sessuali perpetrati da alcuni esponenti del clero, e dall’altro la proposta, con tanto di appello, di un gruppo di cattolici che auspicano l’apertura del sacerdozio a uomini sposati e alle donne .

Povero Cristo!

Gesù a Montecitorio


di Vincenzo Maddaloni
I presupposti ci sarebbero tutti per ricavare un  profilo aggiornato dei 150 anni del Paese, da questo inedito rapporto tra  Mario Monti e il suo governo da una parte e l’ampia maggioranza del mondo cattolico - gerarchie comprese - dall’altra. Era dai tempi della prima Repubblica che non accadeva, sebbene il contesto sia oggi diverso, molto diverso, quasi inedito. Un tempo, quando il mondo - ricordate - era diviso in due blocchi, in Italia c’era un governo della Dc quale baluardo dei credenti contro gli “atei” comunisti. Nell’èra della globalizzazione invece, c’è il governo dei banchieri, imposto dal Fondo Monetario internazionale e dalla Banca centrale Europea. Con a capo Mario Monti, che è l'esponente della Commissione Trilaterale e del Bildelberg club http://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_Bilderberg, nonché consulente della banca americana di Goldmann-Sachs e di Coca Cola company.

Tempora bona veniant!

Gary Krupp, un ebreo americano, è venuto in possesso della lettera di una donna ebrea la cui famiglia si salvo grazie all’intervento diretto del Vaticano«E’ una lettera insolita, scritta da una donna che vive oggi nel nord dell’Italia e che dice che lei, con sua madre, suo zio e pochi altri parenti era a un’udienza con Pio XII nel 1947», ha dichiarato. Vicino al Papa, durante l’incontro c’era anche monsignor Giovanni Montini, il futuro Papa Paolo VI. Suo zio -ha spiegato Krupp- fissando il Papa disse: “Voi eravate vestito come un Francescano”, poi rivolgendosi a Montini: “e voi come un sacerdote. Mi avete portato fuori dal Ghetto fino in Vaticano”. Montini ha risposto subito: “Silenzio, non dite mai nulla di questa storia”.