Un’ipotesi nata nel corso dell’incontro del papa con gli ex alunni
Maria Teresa Pontara Pederiva RomaC’è un’idea che circola ancora sottovoce in quel di Roma, ma sono anni che nel mondo tedesco è ben radicata soprattutto dopo l’ultimo viaggio in Germania del papa con la precisa scelta di tappe e incontri che indicavano la volontà di ben più di un dialogo ecumenico.
Così, mentre anche qui si è parlato molto dell’annuale seminario di studio fra il vecchio professore e i suoi ex alunni – svoltosi a Castelgandolfo a fine agosto – altrove non è sfuggito quanto dichiarato dal presidente del Ratzinger Schülerkreis, padre Stephan Horn in poche battute a Radio Vaticana, rilanciate da France Press.
Tra 5 anni in occasione del 500° anniversario dello scisma di Lutero (1517) si potrebbe concretizzarsi una sorta di mea culpa da ambo le parti, per togliere veleni e riappacificare gli animi dopo antichi conflitti.
“Il Santo Padre ha sempre avuto l’idea che una purificazione della memoria sia necessaria” ha detto Horn.
“La storia non si può cancellare, ma può cambiare la sua interpretazione, il modo con cui si giudicano i fatti”. Su questo concordano gli storici, in particolare quanti si occupano del Concilio di Trento, il Concilio della Controriforma.
In vista dell’anniversario molte sono già le iniziative programmate per il 2017 e questa potrebbe essere il coronamento del tutto e sono in molti a sperare che sia proprio un papa tedesco a realizzarla. Gli ospiti luterani presenti all’incontro e le espressioni del papa in Germania 2011 indicano una strada precisa.
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/ratzinger-schuelerkreis-papa-el-papa-pope-17879/
B-XVI, una sintesi purificatrice con i luterani (nella fede)
Una cerniera, tra cattolici e protestanti, esiste e si chiama
Martin Lutero. “Non è forse il monaco agostiniano di Erfurt a svolgere
questa funzione tra le nostre chiese, poiché egli appartiene a
entrambe?”, chiese un anno fa il presidente del consiglio della chiesa
evangelica tedesca, Nikolaus Schneider, poche ore dopo che Benedetto XVI
aveva partecipato nella città dove Lutero visse dal 1505 al 1511 a una
celebrazione ecumenica. Il Papa non ebbe motivo di pensarci su troppo.
Per lui era ed è così, e lo ha dimostrato poche ore fa, chiudendo a
Castel Gandolfo l’edizione 2012 del “Ratzinger Schülerkreis”, il
seminario coi suoi ex alunni dedicato quest’anno ai rapporti tra
cattolici e protestanti a partire da un libro del cardinale Walter
Kasper “Raccogliere i frutti”, una summa del rapporto tra le chiese
cristiane. L’idea che il Papa ha messo in campo è una: purificare la
memoria. Dice il religioso salvatoriano Stephan Horn, presidente del
“Ratzinger Schülerkreis”: “A castello è stata sviluppata l’idea di un
‘mea culpa’ di ambo le parti. Il Papa ha sempre avuto l’idea che fosse
necessaria questa purificazione. I fatti storici non possono essere
cancellati, però la differenza sta nel come si guardano: cancellare il
veleno di questi conflitti è un vero risanamento”.
Già Kasper aveva meditato a lungo su questa idea. E così il suo successore in curia romana, il cardinale svizzero di lingua tedesca Kurt Koch, che tuttavia non ha mancato di sottolineare che questa purificazione deve essere una “strada a doppio senso. Anche gli evangelici devono spiegare come vedono oggi la Riforma del Cinquecento, se con continuità rispetto a quell’epoca o con una rottura”. Ma intanto le tappe sono già programmate: nel 2017 ha luogo il cinquecentesimo anniversario della Riforma, un’occasione ghiotta per un doppio “mea culpa” preludio di una nuova età. Ha detto recentemente Schneider: “Forse non ci sarà una riabilitazione formale, ma una rivalutazione di fatto della figura di Lutero l’abbiamo sentita molto chiaramente dalla bocca del Papa a Erfurt. Sarebbe fantastico avere anche una rivalutazione della sua teologia”.
Per Ratzinger l’ecumenismo non è mai stato la ricerca del minimo comune denominatore, una sorta di “sincretismo all’insegna dell’uniformità” come lo ha stigmatizzato Kasper, quanto un ritorno all’essenziale, a “ciò che unisce”, ha detto a Erfurt, e cioè a quell’“interrogativo su Dio” che fu centrale anche nella vita di Lutero, la domanda su chi sia Dio e chi sia l’uomo innanzi a lui. Perché “in fondo”, dice lo storico Alberto Melloni, “l’agostiniano Ratzinger vive davanti a Dio lo stesso dramma che visse Lutero. E qui cattolici e luterani possono tornare a incontrarsi”.
Ratzinger, soprattutto da cardinale prefetto, ha lavorato per la ricomposizione delle divisioni. Il suo atto più decisivo fu la spinta per la firma della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione del 31 ottobre 1999, nella quale chiesa cattolica e federazione luterana concordarono su un punto: l’uomo dipende interamente per la sua salvezza dalla grazia salvifica di Dio. Una dichiarazione che limò le differenze e che, proprio per questo, fu molto criticata sia “da destra”, da chi l’ha ritenuta conciliante con i luterani, sia “da sinistra”, Hans Küng, che accusò Ratzinger di aver trattato una resa con la parte di luteranesimo più conservatrice. Ma per Ratzinger la radice tra le due chiese è viva, occorre soltanto riconoscerla, appunto purificarla. E’ il concetto che espresse il cardinale Johannes Willebrands, ex presidente dell’Unità dei cristiani, nel 1980 in occasione dell’anniversario della Confessio augustana. E fa niente se, come ricordò lo stesso Ratzinger, “il cardinale Hermann Volk fece, umoristicamente e seriamente, questa domanda: ‘Vorrei sapere se nell’esempio di cui parla Willebrands si tratta della radice di una patata oppure di un melo. In altre parole: quello che è venuto fuori dalla radice sono tutte foglie oppure è proprio la cosa più importante, cioè l’albero?’”.
http://feedproxy.google.com/~r/PalazzoApostolico/~3/yl7sDdlJw_c/
Già Kasper aveva meditato a lungo su questa idea. E così il suo successore in curia romana, il cardinale svizzero di lingua tedesca Kurt Koch, che tuttavia non ha mancato di sottolineare che questa purificazione deve essere una “strada a doppio senso. Anche gli evangelici devono spiegare come vedono oggi la Riforma del Cinquecento, se con continuità rispetto a quell’epoca o con una rottura”. Ma intanto le tappe sono già programmate: nel 2017 ha luogo il cinquecentesimo anniversario della Riforma, un’occasione ghiotta per un doppio “mea culpa” preludio di una nuova età. Ha detto recentemente Schneider: “Forse non ci sarà una riabilitazione formale, ma una rivalutazione di fatto della figura di Lutero l’abbiamo sentita molto chiaramente dalla bocca del Papa a Erfurt. Sarebbe fantastico avere anche una rivalutazione della sua teologia”.
Per Ratzinger l’ecumenismo non è mai stato la ricerca del minimo comune denominatore, una sorta di “sincretismo all’insegna dell’uniformità” come lo ha stigmatizzato Kasper, quanto un ritorno all’essenziale, a “ciò che unisce”, ha detto a Erfurt, e cioè a quell’“interrogativo su Dio” che fu centrale anche nella vita di Lutero, la domanda su chi sia Dio e chi sia l’uomo innanzi a lui. Perché “in fondo”, dice lo storico Alberto Melloni, “l’agostiniano Ratzinger vive davanti a Dio lo stesso dramma che visse Lutero. E qui cattolici e luterani possono tornare a incontrarsi”.
Ratzinger, soprattutto da cardinale prefetto, ha lavorato per la ricomposizione delle divisioni. Il suo atto più decisivo fu la spinta per la firma della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione del 31 ottobre 1999, nella quale chiesa cattolica e federazione luterana concordarono su un punto: l’uomo dipende interamente per la sua salvezza dalla grazia salvifica di Dio. Una dichiarazione che limò le differenze e che, proprio per questo, fu molto criticata sia “da destra”, da chi l’ha ritenuta conciliante con i luterani, sia “da sinistra”, Hans Küng, che accusò Ratzinger di aver trattato una resa con la parte di luteranesimo più conservatrice. Ma per Ratzinger la radice tra le due chiese è viva, occorre soltanto riconoscerla, appunto purificarla. E’ il concetto che espresse il cardinale Johannes Willebrands, ex presidente dell’Unità dei cristiani, nel 1980 in occasione dell’anniversario della Confessio augustana. E fa niente se, come ricordò lo stesso Ratzinger, “il cardinale Hermann Volk fece, umoristicamente e seriamente, questa domanda: ‘Vorrei sapere se nell’esempio di cui parla Willebrands si tratta della radice di una patata oppure di un melo. In altre parole: quello che è venuto fuori dalla radice sono tutte foglie oppure è proprio la cosa più importante, cioè l’albero?’”.
http://feedproxy.google.com/~r/PalazzoApostolico/~3/yl7sDdlJw_c/
Un "Requiem" per il Concilio di Trento in 2017?
Mer Set 5, 2012 00:23Un mea culpa per Riforma e Controriforma nel 2017?
MARIA TERESA PONTARA PEDERIVA
ROMA
C’è
un’idea che circola ancora sottovoce in quel di Roma, ma sono anni che
nel mondo tedesco è ben radicata soprattutto dopo l’ultimo viaggio in
Germania del papa con la precisa scelta di tappe e incontri che
indicavano la volontà di ben più di un dialogo ecumenico.
Così,
mentre anche qui si è parlato molto dell’annuale seminario di studio
fra il vecchio professore e i suoi ex alunni – svoltosi a Castelgandolfo
a fine agosto – altrove non è sfuggito quanto dichiarato dal presidente
del Ratzinger Schülerkreis, padre Stephan Horn in poche battute a Radio Vaticana, rilanciate da France Press.
Tra 5 anni in occasione del 500° anniversario dello scisma di Lutero (1517) si potrebbe concretizzarsi una sorta dimea culpa da ambo le parti, per togliere veleni e riappacificare gli animi dopo antichi conflitti.
“Il Santo Padre ha sempre avuto l’idea che una purificazione della memoria sia necessaria” ha detto Horn.
“La
storia non si può cancellare, ma può cambiare la sua interpretazione,
il modo con cui si giudicano i fatti”. Su questo concordano gli
storici, in particolare quanti si occupano del Concilio di Trento, il
Concilio della Controriforma.
In vista
dell’anniversario molte sono già le iniziative programmate per il 2017 e
questa potrebbe essere il coronamento del tutto e sono in molti a
sperare che sia proprio un papa tedesco a realizzarla. Gli ospiti
luterani presenti all’incontro e le espressioni del papa in Germania
2011 indicano una strada precisa. http://pascendidominicigregis.blogspot.com/2012/09/un-requiem-per-il-concilio-di-trento-in.html
Scuse per la Riforma e per la Controriforma. Verità e errore chiederanno perdono entrambi?
NON SI TRATTA DI UNA BARZELLETTA. IL MODERNISMO RATZINGERIANO NEGA IL PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE, PERTANTO VERITA’ ED ERRORE POSSONO CONVIVERE SERENAMENTE, TROVANDO LA FORMULA DIALETTICA PER UN APPARENTE QUIETO VIVERE, CHE BENEDETTO XVI CHIAMA ACCADEMICAMENTE “PURIFICAZIONE DELLA MEMORIA”. L’EVOLUZIONE DEL DOGMA (ALTRO CONCETTO MODERNISTA) NON E’ ALTRO CHE LA SUA REINTERPRETAZIONE STORICISTICA. IN REALTA’ SI CONFERMANO I NEMICI DELLA CHIESA NELLE LORO FALSE CREDENZE E SI FAVORISCE L’INFILTRAZIONE E LA DIFFUSIONE DELLE LORO FALSE CREDENZE (n.d.r.)
Un’ipotesi nata nel corso dell’incontro di Ratzinger con gli ex alunni
di Maria Teresa Pontara Pederiva
C’è un’idea che circola ancora sottovoce in quel di Roma, ma sono anni che nel mondo tedesco è ben radicata soprattutto dopo l’ultimo viaggio in Germania del papa con la precisa scelta di tappe e incontri che indicavano la volontà di ben più di un dialogo ecumenico.
Così, mentre anche qui si è parlato molto dell’annuale seminario di studio fra il vecchio professore e i suoi ex alunni – svoltosi a Castelgandolfo a fine agosto – altrove non è sfuggito quanto dichiarato dal presidente del Ratzinger Schülerkreis, padre Stephan Horn in poche battute a Radio Vaticana, rilanciate da France Press.
Tra 5 anni in occasione del 500° anniversario dello scisma di Lutero (1517) si potrebbe concretizzarsi una sorta di mea culpa da ambo le parti, per togliere veleni e riappacificare gli animi dopo antichi conflitti.
“Il Santo Padre ha sempre avuto l’idea che una purificazione della memoria sia necessaria” ha detto Horn.
“La storia non si può cancellare, ma può cambiare la sua interpretazione, il modo con cui si giudicano i fatti”. Su questo concordano gli storici, in particolare quanti si occupano del Concilio di Trento, il Concilio della Controriforma.
In vista dell’anniversario molte sono già le iniziative programmate per il 2017 e questa potrebbe essere il coronamento del tutto e sono in molti a sperare che sia proprio un papa tedesco a realizzarla. Gli ospiti luterani presenti all’incontro e le espressioni del papa in Germania 2011 indicano una strada precisa. Fonte: Vatican Insider, 5/9/2012
http://www.agerecontra.it/public/press20/?p=12692
Irresponsabilità ecumenica
Mer Set 5, 2012 18:01
Nel
2017 ricorreranno i cinquecento anni dallo scisma di Lutero (affissione
delle 95 tesi sul portone della chiesa di Wittemberg - 1517). I
protestanti sono già in festa, ma non tanto per la ricorrenza in se. La
Chiesa, sempre più “dialogante”, ha di fatto spalancato loro le porte:
difficilmente si perderà l’occasione per nuove iniziative
d’opportunismo.
Già da tempo si sta studiando la possibilità di «una purificazione comune della memoria» (Cardinale Kurt Koch), nel senso di un mea culpa reciproco cattolico-protestante. Nel 2008 Benedetto XVI affermavache Lutero «non sbagliava quando sosteneva che ci si salva solo per fede». Questo tipo di elucubrazioni maturano soprattutto durante gli incontri(necessari?) «fra il vecchio professore [Ratzinger] e i suoi ex alunni».
Particolarmente inquietanti le riflessionidel vescovo cattolico Barthélemy Adoukonou, a conclusione dell’ultimo “Ratzinger Schülerkreis”:
«il tema dell’ecumenismo “implica una lettura del peccato e della
rottura dell’unità: tutti siamo colpevoli e pertanto dobbiamo tornare a
confessare i nostri peccati per lasciare che la verità di Dio continui
la sua opera di redenzione del mondo”». Direi che quel «tutti siamo colpevoli» è fuori luogo. È colpevole chi ha fomentato lo scisma. Finora, dunque, rimbomba forte e chiaro sui media il mea culpa cattolico.
Ma i protestanti intendono davvero fare un mea culpa?
Una anno fa Nikolaus Schneider, presidente del consiglio della chiesa evangelica tedesca, dichiarava:
«Forse non ci sarà una riabilitazione formale, ma una rivalutazione di
fatto della figura di Lutero l’abbiamo sentita molto chiaramente dalla
bocca del Papa a Erfurt. Sarebbe fantastico avere anche una
rivalutazione della sua teologia».
L’opera di protestantizzazione della Chiesa va dunque, oggettivamente, irresponsabilmente, avanti.
Mi dissocio da questo tipo di ecumenismo.
***
silvio
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.