Avevo promesso, sabato scorso, una spiegazione per il motto latino apposto a questa rubrica. Quel “De Maria nunquam satis”, (Di Maria non si dice mai abbastanza) che sulle prime rischia di fare aggrottare la fronte a qualcuno. Soprattutto a chi teme che nel cattolicesimo talvolta si esageri nell'occuparsi di Maria. Perplessità peraltro condivisibile, se il riferimento è ad un devozionismo, certamente in buona fede, ma talvolta sovrabbondante e un po' dolciastro che indugia un po' troppo sugli aspetti sentimentali del rapporto con “la mammina celeste”.
Motto, invece, pienamente giustificato, se allude ad un aspetto davvero interessante che riguarda Maria e cioè al fatto che l'approfondimento circa il suo ruolo nella storia della salvezza sembra davvero non esaurirsi mai.
Lo dimostra in modo chiaro la storia dei quattro dogmi mariani dei quali, i primi due - la sua maternità divina e la sua perpetua verginità - risalgono ai primi secoli e sono contemporanei ai dogmi cristologici. Mentre gli altri due - la sua Immacolata Concezione e la sua gloriosa Assunzione - sono invece giunti a maturazione, il primo nel 1854 e il secondo nel 1950, al termine di una elaborazione che ha richiesto molti secoli. E che non è ancora finita perché, la discussione resta aperta su un altro ipotetico quinto dogma, quello di Maria corredentrice. Così Maria, con tutto ciò che la riguarda, resta forse l'esempio più emblematico delle parole pronunciate da Gesù nell'ultima cena: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera».Motto, invece, pienamente giustificato, se allude ad un aspetto davvero interessante che riguarda Maria e cioè al fatto che l'approfondimento circa il suo ruolo nella storia della salvezza sembra davvero non esaurirsi mai.
È dunque avvenuto che, mentre fin da subito è iniziata nei confronti di Maria la devozione dei fedeli, che con il loro sensus fidei hanno immediatamente intuito la potenza mediatrice della Madre, la riflessione teologica si è concentrata inizialmente su Gesù Cristo. Era infatti necessario, contro le eresie che andavano diffondendosi, precisare sempre meglio chi davvero egli fosse. Così, fu proprio per chiarire che nella persona di Gesù esistevano contemporaneamente nella loro pienezza sia la natura divina che quella umana che quel “nato da donna” di San Paolo - unico accenno a Maria in tutte le lettere - venne ripreso e sviluppato fino a giungere al concilio di Efeso (431) alla proclamazione del dogma della Teotokos. Nel quale è l'umanità della madre a garantire quella autentica del Figlio, mentre è la divinità di Gesù a garantire la divina maternità di Maria. La perpetua verginità ne segue come corollario. Se Gesù era davvero Dio, il concepimento - ma anche il parto e il dopo parto - non potevano che essere avvenuti in forma straordinaria.
I primi dogmi mariani, dunque, si precisano all'ombra di quelli cristologici ed è da essi che prendono luce. Tuttavia, una volta stabiliti con chiarezza questi ultimi, la riflessione su Maria non si ferma affatto, anzi si concentra sempre più sulla persona stessa di Maria. Si intuisce, infatti che, proprio per essere stata chiamata ad essere la Madre di Gesù, non poteva che essere la tutta pura, cioè Immacolata fin dal suo concepimento. Così come non poteva non aver avuto anche un destino finale consono al suo ruolo cioè aver goduto della sorte già toccata al Figlio e Assunta in Cielo con il suo corpo glorioso.
Ma, in entrambi questi casi, avverrà una cosa assai significativa perché saranno anzitutto la devozione dei credenti, e poi la liturgia che ne introdurrà le feste, a rendere sempre più stabilmente onore a Maria Immacolata e Assunta e a creare così al proposito, una tradizione di fede solida e ovunque diffusa. Solo successivamente e un po' faticosamente, la teologia seguirà e con essa la proclamazione dei dogmi.
Come abbiamo detto, però, non è ancora finita perché la riflessione attorno a quella donna, in cui Cielo e terra si sono incontrati, è più viva che mai. Del resto lei stessa lo aveva riconosciuto: «Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome». Per questo di lei molto si è detto e molto si continuerà ancora a dire; fino alla fine dei secoli.
08-12-2012http://www.lanuovabq.it/it/articoli-non-si-dice-maiabbastanza-5354.htmL'Immacolata, scudo contro l'assalto alla Chiesa
08-12-2012
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-limmacolata-scudo-contro-lassalto-alla-chiesa-5363.htm
Le diciotto apparizioni della Vergine Maria nella Grotta di Massabielle, presso Lourdes, sono da più di 150 anni motivo di accese polemiche, soprattutto sulla credibilità dell’unica testimone, la quattordicenne Bernadette Soubirous. Lei sola ha visto, ha sentito, ha riferito.
Ma davvero questa ragazzina misera e analfabeta, sulle cui fragili spalle grava il peso del maggior santuario del mondo (cinque milioni di pellegrini ogni anno, sempre in aumento), avrebbe colloquiato a tu per tu con Colei che si definì l’Immacolata Concezione? Le sue non sono forse allucinazioni di un’isterica o, peggio, invenzioni suggeritele dalla vanità di adolescente frustrata, da genitori interessati oppure da qualche ambiguo membro del clero? Molti hanno sostenuto e tuttora sostengono simili tesi.
Rispondere a queste domande ha un valore religioso decisivo. Oggi, in particolare, per i tanti inquieti che cercano ragioni «per continuare a credere».
In effetti, se Bernadette non ci ha ingannati (e se non si è ingannata), se dunque Lourdes è «vera», tutto il Credo della Tradizione cattolica è «vero»: Dio esiste; Gesù è il Cristo; la Chiesa che ha per guida il Papa è la custode e la garante di queste verità. E’ la vergine stessa, infatti, che esorta la veggente: «Andate a dire ai preti di costruire qui una cappella»; che tiene tra le mani il rosario, icona della devozione cattolica; che chiede processioni, affidate alle cure ecclesiali; che appare seguendo il ciclo liturgico romano; che ribadisce il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato quattro anni prima da Pio IX. Non a caso, Lourdes è il luogo di culto privilegiato dai pontefici, che hanno proclamato Bernadette santa: Pio XII – fatto unico nella storia – gli ha dedicato un’intera enciclica; Giovanni Paolo II, ormai agli estremi, volle chiudere la sua vita trascinandosi sino alla Grotta; Benedetto XVI ne ha fatto una delle primissime mete del suo pontificato.
Questa Grotta, dunque, è l’appiglio, è il salvagente che è stato regalato ai credenti per aggrapparvisi, proprio nella svolta drammatica della modernità, quando il razionalismo, il positivismo, il socialismo, il liberalismo e tutti gli altri «ismi», tutte le altre ideologie post-cristiane organizzavano il grande attacco alle radici della fede stessa. Fede che ha come tre cerchi concentrici e via via decrescenti: Dio, Cristo, Chiesa.
Ebbene, un anno dopo le apparizioni, nel 1859, Charles Darwin pubblicava il suo Sull’origine delle specie come selezione naturale, il testo su cui (anche aldilà del volere dell’autore) poggerà tutta la negazione «scientifica» di un Dio creatore. L’anno stesso dell’approvazione della verità delle apparizioni, nel 1862, Ernest Renan pubblicava quella Vita di Gesù che dissolverà la fede di tanti nella verità dei Vangeli e, dunque, nell’origine divina di Gesù. Un anno dopo l’ingresso di Bernadette in convento, nel 1867, Karl Marx pubblicavaIl Capitale, che indicava nella Chiesa cattolica il baluardo principale da demolire per superare l’alienazione nel Cielo delle masse popolari.
Allora, proprio nel giusto momento, su quel torrente, ci sono stati dati uno scudo difensivo e un antidoto potente che oggi ci sono ancor più preziosi perché, sotto quell’assalto, molte fortificazioni sono cadute, spesso per la resa di chi doveva difenderle.
Ma davvero questa ragazzina misera e analfabeta, sulle cui fragili spalle grava il peso del maggior santuario del mondo (cinque milioni di pellegrini ogni anno, sempre in aumento), avrebbe colloquiato a tu per tu con Colei che si definì l’Immacolata Concezione? Le sue non sono forse allucinazioni di un’isterica o, peggio, invenzioni suggeritele dalla vanità di adolescente frustrata, da genitori interessati oppure da qualche ambiguo membro del clero? Molti hanno sostenuto e tuttora sostengono simili tesi.
Rispondere a queste domande ha un valore religioso decisivo. Oggi, in particolare, per i tanti inquieti che cercano ragioni «per continuare a credere».
In effetti, se Bernadette non ci ha ingannati (e se non si è ingannata), se dunque Lourdes è «vera», tutto il Credo della Tradizione cattolica è «vero»: Dio esiste; Gesù è il Cristo; la Chiesa che ha per guida il Papa è la custode e la garante di queste verità. E’ la vergine stessa, infatti, che esorta la veggente: «Andate a dire ai preti di costruire qui una cappella»; che tiene tra le mani il rosario, icona della devozione cattolica; che chiede processioni, affidate alle cure ecclesiali; che appare seguendo il ciclo liturgico romano; che ribadisce il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato quattro anni prima da Pio IX. Non a caso, Lourdes è il luogo di culto privilegiato dai pontefici, che hanno proclamato Bernadette santa: Pio XII – fatto unico nella storia – gli ha dedicato un’intera enciclica; Giovanni Paolo II, ormai agli estremi, volle chiudere la sua vita trascinandosi sino alla Grotta; Benedetto XVI ne ha fatto una delle primissime mete del suo pontificato.
Questa Grotta, dunque, è l’appiglio, è il salvagente che è stato regalato ai credenti per aggrapparvisi, proprio nella svolta drammatica della modernità, quando il razionalismo, il positivismo, il socialismo, il liberalismo e tutti gli altri «ismi», tutte le altre ideologie post-cristiane organizzavano il grande attacco alle radici della fede stessa. Fede che ha come tre cerchi concentrici e via via decrescenti: Dio, Cristo, Chiesa.
Ebbene, un anno dopo le apparizioni, nel 1859, Charles Darwin pubblicava il suo Sull’origine delle specie come selezione naturale, il testo su cui (anche aldilà del volere dell’autore) poggerà tutta la negazione «scientifica» di un Dio creatore. L’anno stesso dell’approvazione della verità delle apparizioni, nel 1862, Ernest Renan pubblicava quella Vita di Gesù che dissolverà la fede di tanti nella verità dei Vangeli e, dunque, nell’origine divina di Gesù. Un anno dopo l’ingresso di Bernadette in convento, nel 1867, Karl Marx pubblicavaIl Capitale, che indicava nella Chiesa cattolica il baluardo principale da demolire per superare l’alienazione nel Cielo delle masse popolari.
Allora, proprio nel giusto momento, su quel torrente, ci sono stati dati uno scudo difensivo e un antidoto potente che oggi ci sono ancor più preziosi perché, sotto quell’assalto, molte fortificazioni sono cadute, spesso per la resa di chi doveva difenderle.
Vittorio Messori è l'autore di Bernadette non ci ha ingannati, un'indagine storica sulla verità di Lourdes, edito da Mondadori (ottobre 2012, pp. 291, Euro 18,50)
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