IL MODERNISMO E' IDEOLOGICO
Il Modernismo è ideologico, la Tradizione, questa no, è realista.
E' il
Modernismo che partendo da concetti astratti, assunti dalla cultura
imperante, ha preteso di trasformare il pensiero e la vita cattolica.
Partendo dalla filosofia moderna, dall'Idealismo, dal Personalismo e
dalla psicologia ideologica della modernità, ha voluto disgraziatamente
adattare le verità di fede e la vita concreta dei cristiani: così
facendo ha distrutto tutto, ha reso prima falsa e poi impossibile e
inutile la vita cristiana.
La Tradizione parte invece dalla realtà.
La realtà
di Dio che si rivela, che si fa conoscere, e la realtà dell'uomo, povero
peccatore, che ha bisogno di una salvezza che non può darsi da sé. Sono
il realismo e la semplicità cristiana. Quando uno accosta il mondo
della Tradizione cattolica sente la bellezza di questa semplicità, di
questo realismo. L'uomo semplice di cuore, non rovinato dall'orgoglio
degli intellettuali da salotto, gusta questo realismo semplice che gli
rende possibile affrontare l'esistenza e agire con efficacia. Sente che
tutto torna chiaro nella vita.
L'orgoglio
fa sragionare l'uomo; gli fa complicare la semplicità di Dio e gli fa
perdere la via della salvezza. L'orgoglio, la superbia dell'intelligenza
e del cuore, gli impedisce di ragionare, e gli fa complicare tutto ... e
“il Signore ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”.
Occorre però vigilare sempre.
Anche
nella Tradizione può “rientrare” questa superbia che rovina tutto. La
Tradizione va vissuta con semplicità e non con orgoglio. Tutto in essa
va vissuto con un deciso realismo: la Messa di sempre va celebrata e
assistita perché salva il mondo dall'abisso, non va vissuta invece come
pura dimostrazione “politica” di una propria posizione contro la
modernità. Un pellegrinaggio, vissuto tradizionalmente con la Messa di
sempre, va fatto non come dimostrazione di forza, per far vedere che i
conservatori sono più bravi dei modernisti nel fare queste cose, ma come
urgente domanda di perdono e di grazia fatta al Signore per
l'intercessione della Beata Vergine Maria e dei Santi. Così, ad esempio,
abbiamo voluto vivere il secondo pellegrinaggio ad Oropa, che fa parte
della grande novena di nove anni in attesa del centenario
dell'Incoronazione della Madonna.
E'
questione di vita o di morte: se si cade nell'inganno dell'ideologia, si
porta la Tradizione su un binario morto. Si faranno, qua e là, delle
manifestazioni tradizionali, forse anche solenni, ma queste non
toccheranno i cuori, non comunicheranno veramente la grazia, non
cambieranno la vita. Noi vogliamo restare dentro quel popolo semplice e
grande che da secoli sta in ginocchio di fronte al Signore, sentendosi
bisognoso di tutto. Un popolo umile, perché fatto di anime che domandano
veramente perdono per i loro peccati. Un popolo coraggiosamente deciso,
perché sulle verità di fede, sulla forma della Messa tradizionale,
sulla dottrina cattolica non cede nemmeno di una virgola, perché queste
sono date dal Signore per la nostra salvezza e non sono nostra
proprietà.
L'intellettuale
invece, che per conservatorismo, ama la Messa tradizionale, da un lato
vuole momenti pubblici per affermare il suo gusto dell'antico, e nello
stesso tempo diventa debole nella battaglia contro l'eresia per paura di
restare escluso dal consesso pubblico di oggi o, peggio ancora, dalla
vita pubblica della Chiesa: viene a patti con l'errore o le ambiguità
della Chiesa ammodernata per il bisogno umano di vincere nel tempo – non
si fida del Signore e vuole assicurarsi una vittoria che è tutta umana.
Dobbiamo pregare molto, dobbiamo assistere molto alla Messa della
Tradizione, se possibile quotidianamente, dobbiamo frequentare i
Sacramenti, dobbiamo amare la dottrina cattolica, per restare
realisticamente e umilmente attaccati al Signore. E il Signore darà la
grazia, anche dopo la notte più oscura, anche dopo la più tremenda crisi
della Chiesa.
Che la Beata Vergine ci conservi un cuore puro, e ci liberi dall'orgoglio intellettuale. Così sarà veramente Natale.
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