Oggi, a 76 anni, il teologo Paolo Ricca è considerato una delle voci più autorevoli del mondo
protestante italiano. Ma nel 1962, quando Papa Giovanni XXIII convocò il Concilio ecumenico
Vaticano II, era un giovane pastore valdese appena consacrato e spedito a curare le anime della piccola chiesa di Forano Sabino (Rieti). «Sui cattolici» confida sorridendo «sapevo poco o nulla: ero nato a Torre Pellice, avevo studiato sempre in un ambiente protestante. E forse avevo anche qualche pregiudizio di troppo, considerandoli un corpo monolitico e sempre uguale a se stesso». All'annuncio del Concilio, l'Alleanza riformata mondiale (una tra le più grandi associazioni nelle quali è suddiviso il protestantesimo) chiamò, allarmata, i suoi affiliati: «Ci vuole qualcuno di noi che stia lì, che ci aggiorni puntualmente su quanto verrà discusso». Detto, fatto.