ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 29 marzo 2013

COME BERGOGLIO HA AFFOGATO IL NARCISO IN ABITO TALARE


A far scegliere Bergoglio come nuovo papa in Conclave è stato il suo discorso: “Il male della Chiesa è l’autoreferenzialità” - Ieri Francesco ha lavato i piedi a una ragazza musulmana nel carcere minorile di Casal del Marmo e ha nominato come suo successore a Buenos Aires un outsider come lui...

Marco Ansaldo per "la Repubblica"
PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIOPAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO
«Evangelizzazione». «Periferie esistenziali». «Pericolo di autoreferenzialità». «Mondanità spirituale». Sul foglio semplice ci sono quattro punti sottolineati a penna. Intorno, un discorso. Abbozzato in spagnolo. È quello tenuto dall'arcivescovo Jorge Mario Bergoglio ai cardinali riuniti nelle Congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave.

Un intervento apprezzato a tal punto da far confluire i voti degli eminentissimi verso il porporato argentino. Questo manoscritto è il discorso che ha convinto i cardinali a eleggere Bergoglio come nuovo Papa. Un documento consegnato dallo stesso Bergoglio all'arcivescovo dell'Avana, il cardinale Jaime Lucas Ortega.
«L'evangelizzazione - si legge in testa - è la ragion d'essere della Chiesa». Poi una citazione: «"La dolce e confortante gioia di evangelizzare" (Paolo VI)». La Chiesa è chiamata uscire da sé stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell'ingiustizia, quelle dell'ignoranza e dell'indifferenza religiosa».
papa feticistaPAPA FETICISTA
Sono gli stessi concetti che Francesco sta usando in questi suoi primi 15 giorni di pontificato. «Quando la Chiesa non esce da sé stessa per evangelizzare diviene autoreferenziale e allora si ammala. I mali che affliggono le istituzioni ecclesiastiche hanno una radice nell'autoreferenzialità, in una sorta di narcisismo teologico». E ancora: «La Chiesa, quando è autoreferenziale, crede di avere luce propria; smette di essere il "mysterium lunae" e dà luogo a quel male così grave che è la mondanità spirituale».
Infine, una sorta di manifesto: «Pensando al prossimo Papa: un uomo che, attraverso la contemplazione di Gesù Cristo e l'adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da sé stessa verso le periferie esistenziali, che la aiuti a essere la madre feconda che vive "della dolce e confortante gioia dell'evangelizzare"».
bergoglio nel penitenziario di casal del marmoBERGOGLIO NEL PENITENZIARIO DI CASAL DEL MARMO
Tutta la giornata di ieri del nuovo Papa è stata all'insegna delle sorprese. Ha baciato e lavato i piedi a 12 giovani carcerati in occasione della tradizionale lavanda del giovedì santo, nella prigione minorile di Casal del Marmo, a Roma. Lo ha fatto, per la prima volta nei riti pontifici, nei confronti di una donna, anzi di due donne, e una era una ragazza musulmana di origine serbo-bosniaca.
Si è piegato con entrambe le ginocchia a terra, lavando, asciugando e baciando i piedi dei giovani detenuti. Ha abbracciato i ragazzi uno per uno: «Non lasciatevi rubare la speranza. Dobbiamo aiutarci. Aiutarci l'un l'altro: questo è ciò che Gesù ci insegna ed è quello che io faccio. E lo faccio di cuore, perché è mio dovere. Come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio».
Al mattino ha annunciato 63 nuovi beati martiri. Tra loro, un teologo vittima del nazismo nel campo di Dachau, un seminarista assassinato dai partigiani, e un sacerdote nato a Istanbul e ucciso a Bucarest «in odio alla fede». Quindi ha proceduto alla sua prima nomina amministrativa: il proprio successore a Buenos Aires.
Ha nominato arcivescovo monsignor Mario Aurelio Poli, 65 anni, trasferendolo dalla periferica provincia di La Pampa. Poli non figurava nella lista delle persone designate a prendere la guida dell'arcidiocesi. «È stata una sorpresa assoluta perché si pensava ad altri ma mai a lui - ha detto Josè Maria Poirier, direttore della rivista cattolica Criterio - è un uomo poco pubblico, poco conosciuto. Tanto meno dal governo e dalle forze politiche».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/come-bergoglio-ha-affogato-il-narciso-in-abito-talare-53258.htm

Diario Vaticano / A Buenos Aires successione veloce

Ma nell'ultimo secolo quattro pontefici sono stati ancor più rapidi di Francesco nel scegliere i rispettivi successori. E il nuovo segretario di Stato? Pio XII lo nominò appena otto giorni dopo la propria elezione a papa

di ***





CITTÀ DEL VATICANO, 28 marzo 2013 – Nel giorno del Giovedì Santo, dopo la messa crismale celebrata da papa Francesco nella basilica di San Pietro, è stata annunciata la promozione ad arcivescovo metropolita di Buenos Aires di monsignor Mario Aurelio Poli, 65 anni, dal 2008 vescovo di Santa Rosa, nella Pampa argentina.

Come prima nomina del suo pontificato, Jorge Mario Bergoglio ha così voluto insediare un suo successore nella Chiesa di cui è stato pastore fino al 13 marzo scorso, scegliendo un vescovo che conosce bene, visto che dal 2002 al 2006 è stato suo ausiliare.

E lo ha fatto quindici giorni dopo la sua elezione a papa. Un tempo record si dirà, all’insegna di una capacità di decisione e di una imprevedibilità che sembrano caratterizzare in modo particolare questo inizio di pontificato.

In realtà, almeno su questo punto, alcuni predecessori di papa Francesco – anche se non quelli più immediati – sono stati altrettanto o addirittura più rapidi nel nominare il proprio successore nella diocesi o nell’ufficio ecclesiastico che ricoprivano prima di essere eletti al soglio di Pietro.

Benedetto XV ad esempio, che al momento dell’elezione il 3 settembre 1914 era arcivescovo di Bologna, spese appena cinque giorni per scegliere il successore. L’8 settembre assegnò alla cattedra di san Petronio monsignor Giorgio Gusmini, che poi fece cardinale nel suo primo concistoro, il 6 dicembre 1915.

Pio X nominò il proprio successore a Venezia, di cui era patriarca al momento dell’elezione il 4 agosto 1903, sette mesi dopo, il 13 marzo 1904, nella persona di Aristide Cavallari, che creò cardinale nel secondo concistoro utile, quello del 15 aprile 1905.

Ma bisogna notare che papa Sarto volle in un primo momento riservare a sé il governo della diocesi veneziana. E già il 18 agosto 1904, quattordici giorni dopo la sua elezione a papa, aveva scelto Cavallari come pro-vicario generale, nominandolo ausiliare di Venezia e vescovo titolare di Filadelfia in Arabia.

Anche Giovanni XXIII impiegò solo quattordici giorni per scegliere il suo successore sulla cattedra di San Marco.

Eletto il 28 ottobre 1958, papa Angelo Giuseppe Roncalli nominò il nuovo patriarca di Venezia l’11 novembre successivo nella persona del vescovo Giovanni Urbani, che poi fece cardinale nel concistoro del 15 dicembre dello stesso anno.

Pio XII firmò il chirografo con cui nominava segretario di Stato – carica da lui ricoperta prima di diventare papa – il cardinale Luigi Maglione il 10 marzo 1939, appena otto giorni dopo essere stato eletto successore di Pietro.

Questi sono i papi che sono stati, per così dire, più veloci di papa Francesco nello scegliere un successore nel proprio precedente incarico ecclesiastico.

Ora vediamo quelli che ci hanno messo di più.

Benedetto XVI, eletto il 19 aprile 2005, impiegò ventiquattro giorni per scegliere il nuovo prefetto della congregazione per la dottrina della fede nella persona dell’arcivescovo William J. Levada, nominato il 13 maggio e poi creato cardinale nel suo primo concistoro del 24 marzo 2006.

Pio XI, eletto il 6 febbraio 1922, nominò Eugenio Tosi suo successore come arcivescovo di Milano un mese dopo, il 7 marzo, e gli concesse poi la porpora nel suo primo concistoro dell’11 dicembre dello stesso anno.

Paolo VI impiegò cinquanta giorni per scegliere il proprio successore alla testa dell'arcidiocesi di Sant'Ambrogio. Eletto il 21 giugno 1963, papa Giovanni battista Montini nominò Giovanni Colombo, che era suo ausiliare, il 10 agosto successivo e lo fece cardinale nel suo primo concistoro del 22 febbraio 1965.

Più elaborate furono invece le nomine riguardanti i successori dei pontefici eletti nei due conclavi del 1978.

Giovanni Paolo I, eletto l 26 agosto, morì dopo soli trentatré giorni di pontificato senza aver avuto il tempo di scegliere il nuovo patriarca di Venezia.

Fu Giovanni Paolo II infatti a promuovere a Venezia il vescovo Marco Cè il 7 dicembre, quando la sede era vacante da oltre tre mesi, da centotre giorni per la precisione.

Lo stesso papa Karol Wojtyla, eletto il 16 ottobre 1978, scelse il suo successore a Cracovia settantaquattro giorni dopo, il 29 dicembre, nella persona di monsignor Franciszek Macharski, canonico della cattedrale, che poi creò cardinale – assieme a Cè – nel suo primo concistoro del 30 giugno 1979.

Risolto in modo rapido – anche se non eccezionalmente, come si è visto – il nodo della successione nella lontana Buenos Aires, papa Bergoglio dovrà ora affrontare quello ben più ingarbugliato delle nomine curiali.

Lo farà anche qui in tempi da record? Difficile dirlo. Le scommesse sono aperte.

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350486



Dinanzi al Santissimo Sacramento Bergoglio non genuflette in adorazione: si adducono problemi fisici. Ma per farsi benedire da eretici o per baciare i piedi di galeotti e galeotte - nemmeno cristiani - egli piega il ginocchio, dinanzi alle telecamere che pure si era detto che non sarebbero state ammesse alla funzione. 

Abbiamo la conferma - l'ennesima - del tratto istrionico di questo personaggio inquietante, del suo facile pauperismo, della demagogia dei suoi gesti, della vacuità delle sue omelie. Profana l'Eucaristia, demolisce il Papato, umilia il Sacerdozio, tradisce il mandato apostolico, ammicca alla Sinagoga e alle sette e prepara, nella speciosa umiltà della sua dimora, le nuove norme che devasteranno ulteriormente la Chiesa di Cristo. Si erge con eretico orgoglio a riformatore, pronto ad usare quell'autorità che a parole disprezza ma che tiene saldamente in pugno, per imporre a forza la propria volontà ai dissenzienti. Rinunzia alle insegne di Vicario di Cristo, ma allude con enfasi all'ephod del Sommo Sacerdote dell'antica legge, e presto lo indosserà enfaticamente.

I suoi estimatori di oggi sono gli stessi che ieri denigravano ed oltraggiavano Benedetto XVI: indice di significative affinità. 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.