ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 11 marzo 2013

LA CLAVE DEL CONCLAVE:

CURIA RIFORMATORI

Ok, un papa non italiano. Ma “dev’essere significativamente straniero, magari domenicano o cappuccino – “Gli americani sono, prima di tutto e troppo, americani” - La denuncia anonima, nei giorni dello scandalo, sulle porte di certi uffici furono incollate, col nastro adesivo, foto di corvi…

Giulio Anselmi per "La Repubblica"

Anche se non si vota ancora, il borsino dei cardinali sale, scende, talvolta sussulta. Mercoledì sera si segnalava l'avanzata dell'arcivescovo di Milano Scola, uno dei pochi italiani teoricamente papabili, sorretto da un'inedita cordata franco-americana: quaranta voti! Ma subito una voce proveniente dalle Congregazioni frenava: «Sul suo nome si spaccherebbe il blocco italiano ».

CONCLAVECONCLAVE
La squadra yankee è sempre al centro dell'attenzione, ma, anche per la scarsa sintonia con gran parte dei colleghi italiani, identificati con la screditatissima curia romana, il leone di New York Dolan e il cappuccino di Boston O'Malley non sembrano fare gran passi verso il trono pontificio (traguardo che non entusiasmerebbe, tra l'altro, il loro governo nazionale). «Gli americani sono, prima di tutto e troppo, americani», chiosa sardonico un monsignore della Segreteria di Stato. Si riferirà all'ombra lunga della superpotenza che è sempre apparsa preclusiva per l'elezione al papato o alle insistenti richieste di trasparenza da parte dei porporati Usa?

JOZEF TOMKOJOZEF TOMKO
Tradurlo: è il problema che si pone di fronte a qualsiasi messaggio proveniente dall'interno delle mura leonine. La lettera delle parole è fuorviante, il binomio «riformatore- romanocentrico», quando vi vengano incasellati i nomi delle eminenze, appare esilarante, l'antica contrapposizione italiani-stranieri non è risolutiva, il meccanismo d'attrazione dei voti che in conclave funziona come una calamita, non è ancora scattato.
Il cardinale Christoph SchonbornIL CARDINALE CHRISTOPH SCHONBORN
Il punto di partenza, nelle semiriservate conversazioni del preconclave, è sempre lo stesso, sostenuto con una molteplicità di argomenti, dal numero di cattolici ormai predominante dell'America latina all'inadeguatezza della Curia: sarebbe bene che il nuovo papa non fosse italiano. Ma bisogna intendersi su cosa nei sacri palazzi voglia dire straniero. «Dev'essere significativamente straniero», spiega un vescovo curiale che è stato missionario in Africa. E ripete «significativamente», a indicare che deve esprimere un altro modello di Chiesa: andrebbe bene un religioso, magari domenicano o cappuccino (presenti entrambi in conclave).
Nei conciliaboli cardinalizi di mezza settimana gli «stranieri» hanno assunto un'identità precisa, rispondente a equilibri geopo-litici, ecclesiali, di cordata: quale di questi elementi prevale nell'arcivescovo brasiliano Scherer, brillante, buon comunicatore, forte di doppia esperienza - diocesana in un grande paese in crescita e, prima, nella curia romana - ben visto in Europa dal blocco di elettori tedeschi? «Che è amico di Bertone», va spiccio il solido porporato nord italiano che del segretario di Stato è considerato uno dei non troppi leali seguaci.
Salvatore De GiorgiSALVATORE DE GIORGI
Quella che doveva essere tenuta in serbo come sorpresa è trapelata giovedì: Malcolm Ranijth, arcivescovo dello Sri Lanka: prete, parroco, poi alle Congregazioni di propaganda fide e del Culto divino, quindi nunzio nelle Filippine, vicino all'arcivescovo di Vienna Schönborn: un dosaggio che sembra studiato a tavolino per accontentare nord e sud del mondo, cardinali di curia e diocesani. «Né bianco né nero, beige », hanno già sintetizzato con bel cinismo romano-curiale. Ma anche su Ranijth comincia a correre una voce debilitante: troppo gradito al partito al potere.
I temi Ior e Vatileaks non impressionano solo la base cattolica, anche se in congregazione il cardinale Herranz, presidente della commissione nominata da Benedetto XVI per indagare sullo scandalo Vatileaks, considerato il vero capo dell'Opus Dei, ha fatto del suo meglio per buttare acqua sul fuoco, attestando («a titolo personale, ma anche per conto dei colleghi De Giorgi e Tomko) che il 95 per cento di chi lavora in Vaticano è un esempio di fedeltà e collaborazione.
JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEIJULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI
Se, su qualsiasi altro argomento, dovesse prevalere l'urgenza di fare pulizia, potrebbe prendere campo un italiano, ma non di curia, considerato in grado di porre immediatamente mano alla ramazza, per miglior conoscenza del terreno. Certo, è una minoranza, tra i 3700 curiali, quella coinvolta nelle porcherie dello Ior e di Vatileaks.
Cardinale Scola
CARDINALE SCOLA

Ma girano nomi e carte e da qualche parte giace il frutto del mastodontico lavoro di intercettazione svolto dalla gendarmeria dopo la scoperta dei corvi. Poi, più potente d'ogni arma, c'è la denuncia anonima, diffusissima in Vaticano nei giorni più difficili dello scandalo, sulle porte di certi uffici furono incollate, col nastro adesivo, foto di corvi.
La pentola è in ebollizione, gli scenari si allargano, come già in passato, a includere figure di segretario di Stato (dopo il consueto periodo di grazia a Bertone), per integrare il Papa, per garantire un «pacchetto» di voti. Emergono i nomi di Bertello, di Sandri, di Piacenza. «Ma Mosè non entrò nella terra promessa », chiosa un porporato ultraottantenne che non si priva, in queste ultime ore di attività, del piacere di un po' di veleno.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/la-clave-del-conclave-curia-riformatori-52245.htm


PORPORE ALL’ASSALTO: BERTONE CONTESTATO SULLO IOR

Durante il discorso alla congregazione dei cardinali, il Camerlengo viene incalzato dalle porpore straniere: quali interessi danneggiava Gotti Tedeschi da determinare la sua cacciata? Perché sono passati 9 mesi dalla sua cacciata alla nomina del sostituito?....

1 - DAGOREPORT...

Padre Lombardi ha parlato di relazione "concisa". La realtà è che il discorso sullo IOR che il cardinale Bertone ha tenuto stamattina alla congregazione dei cardinali è stato un mezzo fiasco. Evasive e frettolose le sue risposte su quanto accaduto negli ultimi mesi nella "Banca di Dio", mentre 30 porpore - soprattutto straniere, americani in testa - lo hanno apertamente contestato e criticato.
CAMPAGNA ELETTORALE PER IL PROSSIMO CONCLAVE TARCISIO BERTONE DA QUINK jpegCAMPAGNA ELETTORALE PER IL PROSSIMO CONCLAVE TARCISIO BERTONE DA QUINK JPEG
Il Camerlengo è stato bersagliato da richieste di spiegazioni: perché dal primo al terzo rapporto "Moneyvall", s'è assistito a un peggioramento nella valutazione sulla trasparenza dell'Istituto? Perché sono passati 9 mesi dalla cacciata di Gotti Tedeschi alla nomina del suo sostituito? Cosa è accaduto nel periodo in cui l'Istituto Opere religiose è stato senza guida? Per quale ragione, sempre in quel periodo, non sono state "congelate" le attività della banca, limitandosi all'ordinaria amministrazione?
GOTTI TEDESCHIGOTTI TEDESCHI
I cardinali hanno anche giudicato "deboli" i 9 punti alla base della cacciata di Gotti Tedeschi e hanno bombardato Tarcisio Bertone - dal 2008 presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza sullo IOR - con la stessa domanda: quali interessi danneggiava il presidente dell'Istituto da determinare la sua cacciata? In evidente difficoltà, l'ex Segretario di Stato s'è incartato, senza riuscire a fornire risposte dettagliate...
2 - PADRE LOMBARDI, OGGI BERTONE HA RIFERITO SULLO IOR 
(ANSA) - Tra gli argomenti affrontati oggi nella congregazione dei cardinali figura "lo Ior, con una relazione del cardinal Bertone, in qualità di presidente del collegio cardinalizio di sorveglianza". Lo ha detto il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, nel briefing con i giornalisti.
PADRE FEDERICO LOMBARDIPADRE FEDERICO LOMBARDIhttp://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/porpore-allassalto-bertone-contestato-sullo-ior-52243.htm


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