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domenica 12 maggio 2013

Il Bello della fede?


Georg Gänswein, l'arcivescovo che piace alle signore

Ribattezzato «l'uomo più bello del Vaticano», il segretario particolare di Ratzinger non si lascia tentare dalle avances. Molte lo vorrebbero arcivescovo a Colonia. Ma per ora lui resta ora Roma.

I commenti, nell'algido Nord, si sprecano. «L'uomo più bello del Vaticano», «copertina di Vanity Fair», il «prete dal fascino di Uccelli di rovo».
Non appena l'arcivescovo di Colonia, il cardinale Joachim Meisner, ha annunciato le sue dimissioni per sopraggiunti «limiti di età», effettive entro l'80esimo compleanno nel dicembre prossimo, schiere di fedeli hanno nominato padre Georg Gänswein successore ideale, per una delle diocesi più ricche e ambite d'Europa.
Promosso nel 2012 arcivescovo e prefetto della Casa pontificia, dalla rinuncia di Benedetto XVI il segretario particolare del papa emerito è diventato «l'eccellenza reverendissima» più caldeggiata per le sedi della Chiesa, pronte a liberarsi in Germania.
SOLARE MA SEVERO. Relativamente giovane, madrelingua tedesco, sorriso solare, «Giorgio il bello» sarebbe perfetto per attrarre nuove generazioni di fedeli, donando appeal e freschezza alla diocesi. Non solo per i modi visibilmente affabili e l'età anagrafica - 57 anni ben portati, il 30 luglio prossimo, segno zodiacale Leone - ma per dichiarati motivi estetici.
Certo, l'apparenza inganna. Perché monsignor Gänswein, fedelissimo di Joseph Ratzinger dal 2003, è in realtà, per sua ammissione, rigido sui temi dottrinali della tradizione.
OLTRE L'ESTETICA. Lui stesso si è infatti definito molto «severo» in materia di fede cattolica. Mentre il ruvido e ormai vecchio cardinal Meisner è il porporato che, nella sua arcidiocesi, lo scorso febbraio ha approvato l'uso negli ospedali cattolici di una varietà di pillola del giorno dopo per le vittime di stupro.
Ma in fondo anche Meisner, prima dell'apertura era considerato un «fondamentalista». E come Meisner, il conservatore Gänswein è stato capace di gesti nuovi. Di grande presa sul pubblico.

Le avances delle signore e le lettere d'amore

Nel 2006, per esempio, per il giro di boa dei 50 anni, «Giorgio il bello» fu il primo segretario di un papa regnate a rilasciare un'intervista a Radio vaticana, nella quale, parlando di sé, ammise di essersi «abituato» agli apprezzamenti femminili e di «far finta di non sentire».
«Naturalmente», in gioventù, c’erano state delle amiche che vedeva «volentieri e altre più volentieri», raccontò. Ma, dopo l'entrata in seminario, il ragazzo della Foresta nera che per un po' aveva sognato di fare il pilota e impartito lezioni di sci, invitava a guardare anche «ciò che sta sotto l'involucro».
I COMPLIMENTI DI LADY CIAMPI. Preso atto che, comunque, un complimento «non è una cosa che fa male, anzi lusinga» e, del resto, «non è peccato».
Un certo interesse per padre Georg, in occasione della prima visita di Ratzinger al Quirinale, fu sollevato anche da un'attempata, e allora curiosa, first lady, Franca Ciampi, che, accanto al marito Carlo Azeglio, incalzò il pontefice: «Come si chiama? Qual è il nome di battesimo del suo giovanissimo segretario?».
Da allora, nonostante la sua vita riparata e la massima discrezione, Gänswein è stato ribattezzato il «George Cloney del Vaticano» e subissato dai flash dei paparazzi.
CAPELLI LUNGHI E PINK FLOYD. Alla stampa tedesca, prima che il suo volto su Vanity Faircircolasse in bella mostra tra le colonne di San Pietro, ha anche rivelato di essere stato un capellone da adolescente, pazzo per «Cat Stevens e i Pink Floyd».
Di tanto in tanto, il segretario del papa emerito ha anche confessato di «ricevere lettere d’amore». Naturale, dunque, che le donne - non solo tedesche - vadano in visibilio per il nuovo «padre Ralph», come il protagonista di Uccelli di Rovo, non appena si prospetta un posto libero in una diocesi o in qualche cattedra pontificia.

Sito web e odore di carriera: padre Georg rilancia l'immagine

Padre George ha persino in via di realizzazione un sito Internet interamente dedicato a lui, gestito da un team di web master e traduttrici cattoliche nel quale, discretamente e con il placet implicito del Vaticano, si gioca anche un po' sulla sua immagine.
In questa campagna mediatica soft c'è anche chi vede il tentativo dell'arcivescovo Gänswein di rilanciarsi, in vista di una nuova promozione come responsabile di un'importante arcidiocesi. Un cardinalato potrebbe essere prematuro. Ma, oltre a Colonia, si è parlato di Monaco-Frisinga, dove è forte il fratello di Ratzinger, Georg.
Tanto Colonia (dove Benedetto XVI fu perito del cardinale Joseph Frings per la redazione dei testi del Concilio vaticano II), che Monaco sono due luoghi fortemente ratzingeriani. E, con tutta probabilità, presto saranno sedi vacanti.
A COLONIA O IN BAVIERA. L'arcivescovo Meisner, molto vicino a Ratzinger, che visita privatamente, ha chiesto con fermezza la cessazione della proroga, in vigore dai 75 anni: termine d'età nel quale, formalmente, i vescovi devono dimettersi.
L'arcidiocesi bavarese, invece, è retta dal 60enne Reinhard Marx, che papa Francesco ha nominato membro del consiglio ristretto per riformare la Curia.
A breve, per il cardinale Marx potrebbero arrivare nuovi incarichi. E padre Georg potrebbe rimpatriare nell'amata Monaco. Resta da vedere se il papa emerito lo vuole davvero lontano. O se preferisce averlo vicino a sé.
TRA RATZINGER E FRANCESCO. Dalla nomina a prefetto per le udienze papali, monsignor Gänswein è diventato una testa di ponte tra l'ex monastero Mater Ecclesiae (dove dimora) e il palazzo pontificio. Un ruolo molto potente che gli deriva dall'aver letto il dossier segreto del papa e molte carte riservate inviate a Benedetto XVI.
Ratzinger gli è affezionatissimo. E a Roma padre Georg, noto amico della principessa Alessandra Borghese, è di casa, né disdegna la prudente frequentazione dei salotti buoni della nobiltà papalina.
di Barbara Ciolli

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