ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 2 giugno 2013

OSTENSIONE E FATTURAZIONE:

tronchetti padrepio
LA CRISI AFFOSSA IL “BUSINESS PADRE PIO”

Da oggi ostensione no-limits: si spera di arginare il crollo dei pellegrinaggi nei luoghi di San Pio - Rivendite di statuette, ristoranti, alberghi e bancarelle in crisi: nel 2012 gli arrivi (245.285) sono scesi rispetto al 2011 del 7,40% - E anche le offerte calano del 30%...

Marco Neirotti per La Stampa
Confidano con moderazione. Nel Santo ripongono due attese, una laica e una di fede, che si incontrano nel mondo delle cifre: dopo l'ostensione di Padre Pio nel 2008-2009, sono scesi gli arrivi e sono calate le offerte. I pellegrinaggi dell'anima si sono impigliati in una crisi economica che dissecca le famiglie, riduce o rende più parsimoniosi i viaggi, erode una generosità destinata alle opere di bene che popolano la cittadella della preghiera.

Perciò un poco si spera nell'ostensione che avrà inizio oggi, dopo la Celebrazione Eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, con monsignor Michele Casoro, arcivescovo di Manfredonia - Vieste San Giovanni Rotondo. Ostensione non più temporanea, ma per sempre.
I pellegrini potranno rivolgersi «concretamente» al Santo, di nuovo deposto in una teca, il viso ricostruito con una perfetta maschera di silicone. Già su Internet, dove articoli annunciano l'evento, si leggono commenti talora aspri, accuse di «circo» e «mercanti nel tempio».
Ma se l'esposizione vuol servire e stimolare l'affezione al Santo, la speranza economica riguarda più la realtà intorno che l'immensa struttura religiosa. Stefano Campanella, direttore di TeleradioPadrePio e dell'Ufficio Stampa sorride: «Per un discorso di denaro chiunque avrebbe aspettato il superamento della crisi e non avrebbe limitato il periodo. Invece è una risposta a una domanda, non una sottintesa richiesta».
Nelle vie dei pellegrini tutto pare immutato: le statue del frate agli ingressi di hotel e ristoranti, i percorsi dei gruppi tra Messe, confessioni, benedizioni, l'autista del bus che guida telefonando, il «villaggio» delle bancarelle con i ricordini, i procacciatori di clienti («Serve una trattoria per pranzo?»).
Qualche settimana fa c'è stata tensione, fino alla denuncia, tra polizia locale e oltranzisti del volantinaggio. Ma sono meno i trolley che sbatacchiano verso la chiesa, sono di più i contenitori bianchi e blu da picnic. Un tempo si sorrideva delle Sale del pellegrino previste da Renzo Piano con la nuova Chiesa, le dicevano «monumenti alla nostalgia», invece si affollano di persone e panini e bibite.
Certo, qui intorno si spera. Guarda invece dentro le mura sacre il Rettore del Santuario San Pio di Pietralcina, Francesco Dileo: «Nei 17 mesi della precedente ostensione abbiamo constatato che molti devoti hanno ottenuto benefici dal contatto visivo con le reliquie del corpo di San Pio. Ne siamo lieti, ma non ce ne siamo meravigliati, perché si è verificato ciò che avviene dagli inizi della Storia della Chiesa».
Spiega: «I primi cristiani veneravano le reliquie dei martiri per trarne l'esempio e la forza per testimoniare la propria fede. È lo stesso sentimento che si prova dinanzi alle foto dei nostri cari defunti. Ma, nel nostro caso, per i fedeli non si tratta di vedere una foto o una statua o un dipinto, ma il corpo di un uomo come noi, per giunta nostro contemporaneo, che ha saputo vivere con coerenza il Vangelo fino a santificarsi, di fronte al quale possiamo comprendere che ogni uomo piò percorrere la sua stessa strada, come ci ha ricordato il beato Giovanni Paolo II nella lettera apostolica "Novo Millennio Ineunte". Non a caso abbiamo deciso di far coincidere l'inizio dell'ostensione con l'Anno della Fede».
Questo per la preghiera. Ma qui, in un centro di circa 27 mila abitanti, ci si è adagiati o entusiasmati a vivere del Frate prima, del Santo poi. Oggi c'è una capienza di circa 7 mila posti letto tra hotel, pensioni, affittacamere, agriturismo. Il presidente della Ascom albergatori, Francesco Fini - famiglia di tradizione alberghiera - rilegge il passato: «A cavallo del 2000 si parlava di nove milioni di visitatori, un'enormità, oltre 22 mila ogni giorno. Furono chieste e concesse licenze, la ricettività si moltiplicò e oggi si affronta con un'eccedenza una realtà colpita dalla crisi economica».
Nel 2012 gli arrivi (245.285) sono scesi rispetto al 2011 del 7,40%, le presenze del 3,49%. Per presenze si intende chi si ferma a mangiare, a dormire, una persona che resta una settimana vale sette presenze. Insieme è sceso del 30% l'importo delle offerte. Fini guarda la situazione con pacatezza: «Non è un'ostensione permanente a portare grandi mutamenti. Il pienone può esistere in occasioni particolari, altrimenti le richieste si concentrano sul fine settimana, ma teniamo presente che molti sono pensionati, hanno difficoltà economiche».
Su Internet si trovano offerte con il 50, perfino il 75% di sconto, purché si prenoti in largo anticipo. Qualcuno confida che la presenza costante della salma del Santo rinnovi lo slancio, una «nuova Medjugorje», per la quale viene rispetto dai frati («Padre Pio era devoto alla Madonna») e perplessità dai commercianti: «Hanno apparizioni a orologio e testimonial mediatici». Non che qui manchino i testimonial, sul «Pellegrino di Padre Pio» ci sono foto della devota Valeria Marini, l'intervista alla televisiva Alda D'Eusanio.
Chissà, forse loro qualche buona offerta possono permettersela. Altri, invece, rompono il silenzio per avere non denaro ma aiuti. È sufficiente trascorrere qualche ora al centralino di TeleradioPadrePio: «Sono vedova, abito nella cintura di Torino». «Chiamo da Parma, mio figlio si è impiccato». Hanno ascolto tutti, non dal Santo in persona, ma in suo nome. E per loro è molto.
 http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/ostensione-e-fatturazione-la-crisi-affossa-il-business-padre-pio-56852.htm

Padre Pio: Pietrelcina e San Giovanni si litigano le spoglie

di  - E i frati vogliono la reliquia in casa loro

Padre Pio: Pietrelcina e San Giovanni si litigano le spoglie

Padre Pio, si sa, è un business oltre che una reliquia. E quindi non c’è nulla di strano se Pietrelcina e San Giovanni si litigano le spoglie del prete con le stimmate contestate da Padre Agostino Gemelli. Della storia parla oggi Repubblica:
Fra Francesco Colacelli, ministro provinciale dei frati minori cap- puccini, presente il cardinale Angelo Bagnasco, ha annuncia- to l’«intenzione di portare e la- sciare in perpetuo» in paese «l’insigne reliquia del cuore del santo, ora custodito a San Gio- vanni Rotondo in un prezioso reliquiario». Per fra Colacelli si tratterebbe di un trasporto le- gittimo, visto l’attaccamento dello stesso padre Pio al suo paese natio.
padre pio pietrelcina san giovanni (2)
Solo che c’è chi dice no:
E’ stata l’amministra- zione di San Giovanni Roton- do a reagire. Il consiglio co- munale ha subito deliberato contro il trasferimento della reliquia sostenendo che «la volontà di padre Pio era che le sue spoglie restassero qui». Ha detto al quotidiano Il San- nio il sindaco di San Giovanni Luigi Pompilio: «Nel 2008 la provincia religiosa e il nostro comune decisero che la reli- quia sarebbe uscita dal comu- ne solo per eventi importanti e di breve durata». E ancora: «L’eventualità del trasferi- mento potrebbe ingenerare tensioni con i pietrelcinesi». Seppure loro, i pietrelcinesi, dicono ben altro: «È giusto che almeno il cuore venga custo- dito a Pietrelcina»

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