ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 2 giugno 2013

Papi e governo mondiale

 Caritas in Veritate: Il Governo Mondiale del Vaticano


"La maggior parte di noi non sono competitori...Noi siamo la posta in gioco. La competizione è su chi stabilirà il primo sistema di governo unico mondiale...Nessuno potrà essere esentato dai suoi effetti. Nessun settore della nostra vita rimarrà intatto."[1]
                                                                                                                          Malachi Martin

Nel 1990, un ex membro del Vaticano affermò che si stava combattendo una lotta titanica per realizzare un sistema politico mondiale. L'ormai defunto gesuita spiegava che questa competizione avveniva fra tre giocatori: il leninismo internazionale, le élite economiche transnazionali e la mano del Vaticano.

Sono passati quasi vent'anni da quando Malachi Martin attirò l'attenzione su questi tre tentativi. A quel tempo le sue affermazioni sembrarono esagerate. Certo, l'idea di un governo mondiale attraverso il comunismo non era nuova, dopo decenni di atteggiamenti da Guerra Fredda che ancora risuonavano nella nostra mente. Ed era scritto sui muri del crescente potere delle élite aziendali e finanziarie internazionali, esemplificato da personaggi come David Rockefeller e dalla Commissione Trilaterale.



Ma il Vaticano?



Per molti la convinzione che la Santa Sede stesse perseguendo una visione di governo mondiale era semplicemente troppo. Dopo tutto, questo antico centro del cattolicesimo romano aveva una reputazione, soprattutto tra i giovani agnostici d'Europa, come un'istituzione di uomini anziani, immersa nella tradizione, nelle processioni e nelle cerimonie. Non importava che la storia del Continente, il più delle volte, ruotasse intorno all'abilità politica del Vaticano.

Nell'estate del 2009 le carte politiche della Santa Sede sono state rivelate in un importante documento pontificio. Sulla scia delle parole di Malachi Martin sul governo mondiale, la più potente carica religiosa del pianeta aveva promosso un'autorità politica mondiale per gestire l'economia globale. La sicurezza alimentare, il disarmo e la pace avrebbero avuto il loro abito.

Un'economia globale e una pace mondiale solide sono certamente obiettivi che suonano nobili. Ma il pericolo si annida in quei semi della tirannia che sono spesso sepolti nel terreno delle buone intenzioni.

Il 7 luglio Papa Benedetto ha emesso la sua nuova enciclica intitolata Caritas in Veritate, o “Carità nella Verità”.

Frutto di due anni di lavoro, questo documento è stato divulgato alla vigilia del vertice del G8 in Italia e dell'incontro del Papa con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Lunga circa 30000 parole, questa enciclica ha delineato le preoccupazioni del Papa per quanto riguarda la globalizzazione e l'economia, l'etica aziendale e il ruolo della Chiesa cattolica nella promozione della dottrina sociale.

Commentando l'enciclica, il New York Times ha osservato che ”a volte Benedetto ragiona come una vecchia scuola europea socialista...”[2], e il San Francisco Chronicle ha spiegato che:

Caritas in Veritate affronta temi molto moderni quali la globalizzazione, l'economia di mercato, gli hedge fund, l'outsourcing e le energie alternative, chiedendo alle persone di mettere da parte l'avidità e lasciare che sia la loro coscienza a guidarli nelle scelte economiche e ambientali. Molte delle idee proposte farebbero probabilmente soffrire i conservatori...”[3]



E.J. Dionne, un'editorialista del Washington Post, decantava che Benedetto è "molto più a sinistra di Obama sull'economia"[4]

Anche se la prospettiva di Benedetto XVI per l'economia globale era una miscela sconcertante di libero mercato e ideali sociali di welfare, ciò che ha sollevato le sopracciglia sono stati i suoi pensieri sulla politica internazionale. Nella sezione 67 della Caritas in Veritate, il Papa ha lasciato cadere una bomba ideologica, un'autorità mondiale per “gestire l'economia”, portare “il disarmotempestivo” e garantire “la sicurezza alimentare e la pace.”

Ecco una parte importante della sezione 67. Il riferimento a una “autorità politica mondiale” è molto chiaro e Papa Benedetto spiega che a questo organismo internazionale dovrebbe essere dato il potere di far rispettare la legge...”reale concretezza.”



“Di fronte all'inarrestabile crescita dell'interdipendenza mondiale, è fortemente sentita, anche in presenza di una recessione altrettanto mondiale, l'urgenza della riforma sia dell'Organizzazione delle Nazioni Unite che dell'architettura economica e finanziaria internazionale, affinché si possa dare reale concretezza al concetto di famiglia di Nazioni.

Sentita è pure l'urgenza di trovare forme innovative per attuare il principio di responsabilità di proteggere [146] e per attribuire anche alle Nazioni più povere una voce efficace nelle decisioni comuni. Ciò appare necessario proprio in vista di un ordinamento politico, giuridico ed economico che incrementi ed orienti la collaborazione internazionale verso lo sviluppo solidale di tutti i popoli.

Per il governo dell'economia mondiale; per risanare le economiecolpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire lasalvaguardia dell'ambiente e per regolamentare i flussi migratori,urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, quale è stata già tratteggiata dal mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII.

Una simile Autorità dovrà essere regolata dal diritto, attenersi in modo coerente ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, essere ordinata alla realizzazione del bene comune [147], impegnarsi nella realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della carità nella verità. Tale Autorità inoltre dovrà essere da tutti riconosciuta, godere dipotere effettivo per garantire a ciascuno la sicurezza, l'osservanza dellagiustizia, il rispetto dei diritti [148]. Ovviamente, essa deve godere dellafacoltà di far rispettare dalle parti le proprie decisioni, come pure le misure coordinate adottate nei vari fori internazionali.
Immediate controversie circondano il presente paragrafo, mentre alcuni cattolici hanno tentato rapidamente di prendere le distanze dall'idea che la Santa Sede avrebbe sostenuto un governo mondiale.

Gerarchia di potere


John-Henry Westen, scrivendo per LifeSiteNews, ha affermato in modo innequivocabile che il Papa stava parlando "direttamente contro un unico governo mondiale." La giustificazine di Western per questa sua posizione è stato l'appello del Papa per una "autorità politica dispersa" nel paragrafo 41 – in riferimento al ruolo degli Stati membri nel sistema internazionale. Western ha evidenziato anche l'uso della parola "sussidiarietà" nella sezione 57, come un freno contro il governo mondiale.

Questo è un punto importante: la sussidiarietà è quella dottrina sociale della Chiesa che afferma che i problemi dovrebbero essere affrontati al livello più basso possibile. Per molti aspetti si basa sul tema dell'autodeterminazione, e in questo senso potrebbe sembrare antitetica ad un'autorità mondiale.
Nella sezione 57 di Caritas in Veritate si dice:

"Per non dar vita a un pericoloso potere universale di tipo monocratico, il governo della globalizzazione deve essere di tipo sussidiario, articolato su più livelli e su piani diversi, che collaborino reciprocamente. La globalizzazione ha certo bisogno di autorità, in quanto pone il problema di un bene comune globale da perseguire; tale autorità, però, dovrà essere organizzata in modo sussidiario e poliarchico [138], sia per non ledere la libertà sia per risultare concretamente efficace."

Il signor Western, che afferma che l'uso, da parte di Benedetto, della parola sussidiarietà, si opporrebbe ad un governo mondiale, ha mal interpretato questa sezione. Evocando la sussidiarietà, il Papa non sta parlando contro un governo unico mondiale; sta invece offrendo un modello gerarchico su cui costruire un'autorità internazionale. In sostanza, dove i problemi possono essere risolti a livello locale o nazionale, si lascia che siano gestiti a questo livello. E dove i problemi sono globali e non possono essere adeguatamente affrontati ad un livello inferiore, allora è necessaria un'autorità mondiale.

Papa Benedetto ha suggerito anche che la sussidiarietà potrebbe essere un valore di sicurezza che frenerebbe il potere di un governo mondiale dall'assumere tratti tirannici. Ma il proporre che la sussidiarietà sia un fattore di contrasto alla tirannia non è convincente, essa non può nemmeno controllare oggi l'espansione di un eccesso di governo.

John Laughland, autore di The Tainted Source: The Undemocratic Origins of the European Idea, ha osservato che:"...la Costituzione tedesca è diventata sempre più centralizzata a seguito della sua clausola di sussidiarietà." Anche l'Unione Europea comprende questo concetto, ma non ha frenato l'UE dalla centralizzazione del potere politico e dall'accumularsi di un apparato burocratico super gonfio. La sussidiarietà, secondo Laughland, è un modello che presume una "gerarchia piramidale unitaria delle funzioni esecutive", con una dottrina decisamente corporativista.[6]

La sussidiarietà può anche essere trovata nel sistema delle Nazioni Unite. Il professor Robert Araujo spiega che “il principio di sussidiarietà è riconosciuto come un principio fondamentale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.”[7] Qui il concetto è incentrato sull'autodeterminazione ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 2, della Carta delle Nazioni Unite. Ma questo non impedisce alle Nazioni Unite di cercare di potenziare la giurisdizione internazionale sotto la bandiera della “riforma”. E' importante notare che la sussidiarietà permette il processo decisionale dal basso e l'auto determinazione, ma ciò avviene nel contesto di una visione più ampia. Il professor Araujo spiega che si tratta di “un concetto per sintetizzare gli interessi del singolo con quelli della comunità.” Quindi, non è difficile vedere come questo principio possa allinearsi con un'autorità mondiale – voi potete perseguire una direzione politica locale, ma dove finisce il coinvolgimento locale ci sono poi altri livelli di governo per rafforzare il “bene comune”.

Dire che il Papa benedetto si oppone ad un governo mondiale perché ha evocato la sussidiarietà non coglie il seguente punto: la sussidiarietà svolge un ruolo operativo all'interno di una gerarchia di potere politico crescente.

Ciò che dimostra il punto 57 non è un'avversione del governo mondiale, ma l'ordinamento del processo decisionale su cui esso, secondo Benedetto, si dovrebbe basare.



Riforma e Autorità Mondiale



Il paragrafo 67 di Caritas in Veritate è dichiaratamente politico nella sua natura. Ecco uno schema di alcuni punti chiave.


  •  “Riforma delle Nazioni Unite”. La riforma dell'ONU è incentrata su qualcosa di più che semplici “cambiamenti di voto” o sulla “trasparenza”. Piuttosto, la riforma è connessa ad una tassazione globale, una componente dell'ordine globale, e alla creazione di un parlamento internazionale. Esiste già una montagna di documenti che supportano questa versione della riforma, con il sostegno delle Nazioni Unite, dei governi nazionali e dei gruppi pro Nazioni Unite quali il World Federalist Movement e il Club di Roma.[8] In effetti, questa piattaforma di fiscalità internazionale, di rafforzamento e di un parlamento mondiale, erano i principali punti di discussione al Forum del Millennio delle Nazioni Unite, in particolare durante le sessioni ospitate dal gruppo di lavoro sul “Rafforzamento e la Democratizzazione delle Nazioni Unite.”[9] Cliff Kincaid, l'editore di Accuracy in Media, ha evidenziato i legami tra la riforma e la governance globale nella sezione 67 del testo papale:"...La 'riforma' delle Nazioni Unite è stata progettata per rafforzarle. Quindi, l'ONU è chiaramente destinata, dal punto di vista del Vaticano, a diventare l'Autorità Politica Mondiale."[10] La riforma dell'ONU va ben al di là dei nuovi mobili per l'ufficio.
  •  "Responsabilità di Proteggere". Conosciuta come R2P, questo è un ideale mondo federalista che darebbe all'ONU un mandato di intervenire a livello nazionale quando una nazione commette violazioni dei diritti umani. Suona bene a livello superficiale, ma i critici, e anche alcuni sostenitori, si rendono conto che un tale mandato può aprire il Vaso di Pandora. José E. Alvarez, presidente dell'American Society of International Law, ha riconosciuto questa situazione mentre affrontava una conferenza sul diritto internazionale a L'Aia nel 2007. L'R2P, egli ha suggerito, potrebbe essere utilizzata come pretesto per impegnarsi in ogni sorta di discutibili azioni interventiste.[11] Nessuna persona sana di mente vorrebbe far sperimentare genocidi o gravi ingiustizie ad un qualsiasi gruppo di persone. L'R2P, tuttavia, è un concetto con molte carenze, che ha insito il potenziale di gravi abusi. Dal punto di vista della gestione mondiale, il diritto di proteggere diventa la giustificazione legale affinché un'autorità politica mondiale agisca militarmente. Il pericolo si annida in quei semi della tirannia che sono spesso sepolti nel terreno delle buone intenzioni. Per saperne di più sul concetto di R2P vedere il Volume 2, Numero 7 di Forcing Change(www.forcingchange.org) – "Kosovo and the International Community: Just Another Pawn in the Game."
  • Gestire l'economia globale”. Questo punto è già in fase di discussione in seno alla comunità internazionale, che sta guardando al nuovo ordine finanziario mondiale come ad una struttura di potere dall'alto in basso che potenzierà notevolmente le istituzioni globali esistenti:

    Banca dei Regolamenti Internazionali – farla diventare il regolatore bancario globale. La BRI implementerebbe velocemente se stessa come manager bancario internazionale, un corpo che supervisionerebbe le banche e il sistema finanziario di tutto il mondo, compresa la regolamentazione del capitale internazionale. Un'entità di questo tipo sarebbe l'equivalente ad un banchiere “Re della Collina” (leader indiscusso, ndt). Il Los Angeles Times l'anno scorso ha scritto che:”...Un tale sistema costringerebbe i paesi a rinunciare ad un aspetto della sovranità nazionale sulle banche che operano all'interno dei loro confini. Esso potrebbe anche implicare che i burocrati internazionali cerchino di plasmare la politica finanziaria e forse intraprendere azioni punitive.”

    Fondo Monetario Internazionale – farlo diventare la banca di valuta di riserva mondiale. Nell'ambito di questo regime, il FMI sarebbe incaricato della regolamentazione di una nuova valuta globale al fine di essere utilizzata nel commercio mondiale, tra cui il settore energetico. Collaborando con la Banca Mondiale, il FMI utilizzerebbe altresì questa nuova unità monetaria per erogare prestiti internazionali e titoli obbligazionari. Le monete nazionali e regionali esisterebbero ancora, almeno provvisoriamente, ma le valute reagirebbero e si regolerebbero in base ai nuovi parametri di riferimento a livello mondiale.

    World Trade Organization – farlo diventare il regolatore del commercio globale. Il WTO dovrebbe stabilire le regole per il commercio di beni e servizi tramite un insieme di standard globalmente organizzato, un processo che è attualmente in fase di elaborazione. Le politiche commerciali nazionali dovrebbero in seguito allinearsi con le prassi mondiali accettate. Tutto questo sta già avvenendo, ma c'è un ulteriore collegamento tra il libero scambio mondiale e il nuovo sistema finanziario internazionale. Richard Cooper, in una conferenza del 1984 sponsorizzata dalla Federal Reserve Bank, mentre sosteneva una sola moneta mondiale di riserva, ha rilevato quanto segue:”Sarebbe logico se il libero commercio [mondiale] accompagnasse questo regime di moneta unica. Ciò sarebbe anche coerente con lo spirito politico di collaborazione che sarebbe necessario per stabilire il regime di moneta unica. Il libero commercio potrebbe assicurare un mercato di beni, così come di strumenti finanziari.”[12]
    Nazioni Unite – trasformarle velocemente nell'agenzia dell'etica e della governance globale. L'ONU darebbe un input morale e un orientamento politico all'economia mondiale di nuova gestione. In sostanza, questo corpo diventerebbe la “coscienza planetaria”, plasmando i comportamenti, i valori e gli atteggiamenti dei consumatori e dei politici. Anche questo sta già accadendo. Alla fine di giugno l'ONU ha organizzato una conferenza che ha delineato una norma sociale accettata per l'economia globale: una visione del mondo Terra-centrica, un socialismo internazionale e una visione New Age dell'evoluzione planetaria. Ricordate che l'autorità politica mondiale di Benedetto XVI dovrebbe gestire l'economia globale. Come avverrà l'esecuzione di questo mandato? L'autorità mondiale opererà come un ombrello per i gruppi sopra citati? Le Nazioni Unite possono riformarsi fino al punto di diventare questo responsabile dell'economia globale?
    La Caritas in Veritate ci ha dato un assaggio delle direttive dell'autorità mondiale, ma non ci ha fornito le specifiche operative. La Santa Sede ha forse effettivamente concretizzato i suoi dettagli, delineando il processo magari attraverso un documento di lavoro interno? Se fosse così, sarebbe una lettura interessante! Oppure, offrendo solo delle generalità, il Vaticano si aspetta che siano altri importanti giocatori, come le Nazioni Unite o il World Federalist Movement, ad elaborare i particolari? Se è così, che ruolo avrebbe il Vaticano in questo quadro di governo mondiale?
    Osservatore? Consulente? Sovrintendente?
    Qui sorgono un sacco di domande imbarazzanti, e così dovrebbe essere.
    NOTA: per informazioni ed analisi sulla conferenza sopra menzionata, controlla il report di Forcing Change (www.forcingchange.org), "Building a New Common Future: Twisting Faith and Finance in a Global Order" (luglio 2009). Per saperne di più sul movimento verso una moneta unica mondiale, vedi gli articoli di Forcing Change "One World, One Money" (Volume 1, Numero 12), e "The Joseph Principle and Crisis Economics" (Volume 2, Numero 9).
  • Un'autorità...regolata dalla legge” - I governi di tutto il mondo sono regolati da leggi interne e da misure di responsabilità, ma questo non impedisce che gli abusi, la corruzione e finanche la tirannia, entrino in questo quadro. L'idea che un'autorità mondiale potrebbe essere tenuta sotto controllo da un sistema di diritto mondiale non regge.
  • Una vera autorità politica mondiale” - Questo non è un ideale morale o spirituale propagandato dalla Santa Sede, ma la visione di un governo mondiale effettivo. Questo è evidente nel contesto generale della sezione 67 e nella sua stessa formulazione: una “autorità politica mondiale”.
    Non vi è dubbio che l'ufficio papale desidera vedere uno standard spirituale incorporato in questo soggetto politico, basato in gran parte sugli insegnamenti della chiesa cattolica. Tuttavia, questo non garantisce che un'autorità mondiale agirebbe in buona volontà. Come la storia ci racconta, il Vaticano stesso è ben lungi dall'essere immune da questi propositi, e i “detentori del potere” tendono ad accumulare potere.
    Ricordate le parole di Lord Acton, uno storico cattolico che ha scritto quanto segue in risposta all'autorità indiscussa del Vaticano:”Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente.”[13]


Seguendo una tradizione



La promozione del governo mondiale da parte di papa Benedetto XVI non è venuta dal nulla. Dagli anni cinquanta del novecento la Santa Sede si è costantemente mossa per sostenere il potenziamento delle Nazioni Unite e un'autorità politica mondiale.

Papa Pio XII: il 6 aprile 1951, il Papa Pio XII ebbe un incontro in Vaticano con il Movimento Mondiale per un Governo Mondiale Federale. Nel corso di tale incontro il Papa Pio XII incoraggiò il suo uditorio di “governo mondiale” a proseguire in questa ricerca:


“Il vostro movimento, signori, ha il compito di creare un'efficace organizzazione politica nel mondo. Non c'è niente di più in linea con le dottrine tradizionali della Chiesa, o meglio adattato ai suoi insegnamenti sulla guerra giusta o ingiusta, soprattutto nella presente situazione mondiale. Un'organizzazione di questo tipo deve, pertanto, essere istituita...”

Il Papa spiegava poi, giustamente, che i “germi mortali del totalitarismo meccanico” avrebbero potuto infettare questa “organizzazione politica mondiale”. Tuttavia, nel notare questa possibilità, egli ricordò ai partecipanti di perseguire un approccio federalista mondiale solidamente morale. Terminando il suo incontro, il Papa incoraggiava il suo uditorio a proseguire questa grande idea.

“...Voi avete il coraggio di dare voi stessi per questa causa. Ci congratuliamo con voi. Vorremmo esprimere a Voi i nostri auguri per il vostro pieno successo e con tutto il Nostro cuore Noi pregheremo Dio affinché vi conceda la Sua saggezza e il Suo aiuto nello svolgimento del vostro compito.”[14]

Papa Giovanni XXIII: nella sua enciclica Pacem in Terris del 1963, Papa Giovanni XXIII chiedeva un'autorità pubblica internazionale con una “sfera di attività mondiale” per far fronte ai problemi globali. Questa autorità avrebbe dovuto essere “dotata di potere mondiale e di mezzi adeguati per il raggiungimento del bene comune universale”, sebbene non avesse dovuto imporsi come forza:”Essa deve essere istituita con il consenso di tutte le nazioni.” 
Nel contemplare sul come questo sistema avrebbe potuto funzionare, Giovanni XXIII si richiamò al principio di sussidiarietà, dicendo che questa avrebbe dovuto applicarsi “ai rapporti tra l'autorità pubblica della comunità mondiale e le autorità pubbliche di ogni comunità politica.”

Questa sussidiarietà, come l'uso di tale termine da parte di Benedetto, non nega un'autorità mondiale – impone semplicemente una struttura gerarchica che riconosce ogni livello, dal basso verso l'alto, come chiave per questo sistema.[15]

Papa Paolo VI: Mentre stava parlando alle Nazioni Unite nel 1965, l'adulazione proveniente dal Papa era palpabile. Durante il suo discorso egli elogiò il sistema delle Nazioni Unite come “la strada obbligata della civiltà moderna e della pace mondiale.”


“L'edificio che avete costruito non dovrà mai cadere, ma dovrà essere perfezionato e reso uguale ai bisogni che la storia del mondo presenterà. E' possibile contrassegnare una fase nello sviluppo del genere umano, dal quale non dovrà mai essere concesso il ritirarsi...Avanzate sempre!...Lasciate che cresca una fiducia unanime in questa istituzione, fate in modo che la sua autorità aumenti.”

Ahimè, Papa Paolo VI chiese un governo mondiale:

“C'è qualcuno che non vede la necessità di pervenire, in tal modo, progressivamente, alla creazione di un'autorità mondiale in grado di agire efficacemente sul piano giuridico e politico?”[16]

Papa Giovanni Paolo II: nel suo discorso del 1995 alle Nazioni Unite, Giovanni Paolo riflette sulle connessioni storiche tra il Vaticano e l'organismo mondiale:


“La Santa Sede, in virtù della sua missione specificamente spirituale, che la rende sollecita verso il bene integrale di ogni essere umano, ha sostenuto gli ideali e gli obiettivi dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sin dall'inizio. Anche se i loro rispettivi scopi e approcci operativi sono ovviamente diversi, la Chiesa e le Nazioni Unite trovano costantemente ampi settori di cooperazione sulla base della loro comune preoccupazione per la famiglia umana.”[17]

Sebbene Papa Giovanni Paolo II si scontrò con le Nazioni Unite sulla questione della famiglia, egli diede enorme importanza al raggiungimento di sistemi politici di normative mondiali. Nel 1985 egli parlò ai giudici della Corte Internazionale di Giustizia, dicendo loro che:

“La Santa Sede attribuisce grande importanza alla collaborazione con l'Organizzazione delle Nazioni Unite e con i vari organismi che sono una parte essenziale del suo lavoro. L'interesse della Chiesa presso la Corte Internazionale di Giustizia risale agli albori di questo Tribunale e agli eventi che furono legati alla sua creazione...

La Chiesa ha sempre sostenuto lo sviluppo di una amministrazione internazionale della giustizia e di un arbitrato come strumento di pace e di piena risoluzione dei conflitti come parte dell'evoluzione di un sistema giuridico mondiale...

In senso stretto, l'attuale Corte non è né più né meno che un primo passoverso quello che ci auguriamo possa un giorno essere un'autorità giuridica totalmente efficace in un mondo pacifico.”[18][corsivo nell'originale]

In altri discorsi e scritti, come la sua enciclica Sollicitudo rei Socialis, Giovanni Paolo II chiese un rafforzamento della normativa mondiale e “un grado superiore di ordinamento internazionale.”[19] Niente di tutto questo ha la stessa vistosità della raccomandazione di Papa Benedetto XVI di una “autorità politica mondiale”, ma questa segue un tema politico comune, una governance mondiale ampliata e migliorata.

L'idea di Papa Benedetto XVI di una “autorità politica mondiale” non è scaturita dal nulla. Piuttosto, attraverso successivi incarichi papali che risalgono almeno a Pio XII, [20] la Santa Sede ha coltivato le visioni di una politica internazionale.



Influenzare Principi e Poveri



Il fatto che un leader religioso abbia chiesto un'autorità mondiale è di per se stesso interessante, ma per il fatto che ciò sia l'emanazione di una carica papale, è giustificata una misura extra di attenzione.

Noi non possiamo trascurare l'influenza esercitata dalla Santa Sede. Quando si tratta di rilevanza mondiale, il Papa si differenzia molto rispetto ad altre figure religiose. E' vero che alcuni leader protestanti ed evangelici sono consultati dalle élite politiche; e i funzionari di governo spesso corteggiano i capi delle altre religioni, come il Dalai Lama. Ma tutto questo impallidisce rispetto ai poteri storici e contemporanei della sede papale.

Per secoli la Santa Sede è stata il fulcro degli affari politici europei. La sua storia è piena di intrighi geopolitici, guerre papali ed ascesa e caduta dei poteri nazionali. I Reali di ogni angolo del continente hanno viaggiato verso Roma in cerca di un'udienza con il Papa, sperando in un favore papale. Inoltre, il Vaticano è stato un fulcro di interessi bancari, spionaggio e rapporti d'affari internazionali.[21]


E oggi, come in passato, presidenti e primi ministri si inchinano davanti al Papa, in cerca di un suo consiglio, e discutono con lui privatamente sulle questioni di grande importanza politica, economica e sociale.


Eric Frattini, l'autore di The Entity: Five Centuries of Secret Vatican Espionage, ci offre una finestra in questo mondo geopolitico:

“Il papato, l'autorità suprema a capo della Chiesa cattolica, è la più antica istituzione stabilita nel mondo. Fu l'unica istituzione a fiorire durante il Medioevo, un attore di primo piano nel Rinascimento, e protagonista nelle battaglie della Riforma, della Controriforma, della Rivoluzione Francese, dell'era industriale e dell'ascesa e caduta del comunismo. Per secoli, facendo pieno uso della loro famosa 'infallibilità', i papi hanno portato il loro potere centralizzato a premere sugli esiti sociali del dispiegarsi degli eventi storici...”

“...Nel corso della storia il papato ha sempre mostrato due volti: quello della leadership mondiale della Chiesa Cattolica e quello di una delle migliori organizzazioni politiche del pianeta. Mentre, da una parte, i papi stavano benedicendo i propri fedeli, dall'altra essi ricevevano gli ambasciatori stranieri e i capi di stato e inviavano legati e nunzi in missioni speciali.”[22]

E in piedi dietro al Papa vi è un seguito di cattolici devoti in tutto il mondo, che potrebbero non concordare con il governo mondiale, ma che sono comunque impegnati per la Chiesa cattolica romana, pertanto a sostegno del Pontefice. Avro Manhattan, un critico della Santa Sede, ha giustamente fatto la correlazione tra il potere del Vaticano e il fedele:


“Ciò che conferisce al Vaticano il suo enorme potere non è la sua diplomazia in quanto tale, ma il fatto che dietro la sua diplomazia si trova la Chiesa, con tutte le sue molteplici attività che abbracciano tutto il mondo...”

“...La diplomazia del Vaticano è così influente ed è in grado di esercitare un potere così grande nel campo diplomatico e politico, perché ha a sua disposizione l'incredibile macchinario di un'organizzazione spirituale con ramificazioni in tutti i paesi del pianeta. In altre parole, il Vaticano, come un potere politico, impiega la Chiesa cattolica come istituzione religiosa per aiutare il raggiungimento dei suoi obiettivi. Questi obiettivi, a loro volta, sono ricercati soprattutto per favorire gli interessi della Chiesa cattolica.”

“...La Chiesa cattolica agisce automaticamente su quelle innumerevoli organizzazioni religiose, culturali, sociali e infine politiche, connesse con la Chiesa cattolica, che, sebbene legate alla Chiesa, soprattutto per motivi religiosi, possono, in certi momenti, servire, direttamente o indirettamente, fini politici.”[23]

Il punto è questo: nessun altro leader religioso del pianeta detiene tale influenza politica ed economica all'interno di un ambito religioso. Si consideri solo il numero degli aderenti che costituiscono la spina dorsale della Chiesa di Roma: Negli Stati Uniti, i cattolici costituiscono circa il 22% della popolazione e il totale mondiale raggiunge il 17%, ovvero circa 1,14 miliardi di persone.[24] Ecco perché la richiesta, da parte del Papa Benedetto XVI, di una “autorità politica mondiale”, è così significativa; quello che egli dice influenza parimenti leader e laici a centinaia di milioni.


Se il pastore battista locale o il predicatore mennonita, con un gregge di qualche decina o qualche centinaio di persone, lanciano un appello per una “autorità politica mondiale” in stile ONU, questo non avrebbe molto significato oltre i banchi di quella particolare chiesa. I membri della congregazione dovrebbero o applaudire il pastore o, si spera, contestare le sue assunzioni. Ma, in generale, ciò non causerebbe un effetto domino al di là della comunità locale. Tuttavia, quando il “Santo Padre” - un titolo cattolico che denota qualcosa di più che un “leader” - formula tale raccomandazione, e gode del sostegno dei precedenti appelli papali, le ondate di influenza viaggiano in tutto il mondo.



Conclusione

  • La Santa Sede, per almeno sei decenni, ha sostenuto la ricerca di una struttura politica globale.
  • Il Papa Benedetto XVI, con la sua recente enciclica, ha sostenuto esplicitamente l'idea di un'autorità politica mondiale, e questo governo mondiale dovrebbe essere progettato per incorporare il principio di sussidiarietà. Punto ulteriore: all'interno di una struttura politica universale, la sussidiarietà sarebbe simile allo slogan “pensare globalmente, agire localmente.”
  • L'influenza della Santa Sede sopra la comunità internazionale è sostanziale, e il Papato ha l'appoggio e il generale sostegno di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, in aggiunta al supporto “da locale a globale” per le visioni geopolitiche del Vaticano.
  • I sostenitori del governo mondiale, come, ad esempio, il World Federalist Movement, accoglieranno le raccomandazioni del Papa Benedetto XVI e le useranno per ostentare l'idea di una gestione del mondo.
  • Molte persone ed organizzazioni cattoliche approveranno poi la proposta di un'autorità politica mondiale, e quindi sosterranno i vari movimenti per la governance mondiale.
  • Gli individui e le organizzazioni all'interno e fuori della Chiesa cattolica difenderanno l'enciclica del Papa, cercando di spiritualizzare o moralizzare il testo, tentando in tal modo di ammorbidire la polemica. Tuttavia rimane l'intenzione del Papa per un'autorità politica mondiale.
  • Una minoranza di cattolici si opporrà ad alta voce all'invito del Vaticano al rafforzamento delle Nazioni Unite e al governo internazionale (molti di più saranno quelli indifferenti). Potrebbe verificarsi lo scherno verso coloro che parleranno pubblicamente contro gli ideali politici di Benedetto XVI. Aspettatevi spaccature tra coloro che si oppongono e coloro che sostengono la governance globale.
  • I gruppi religiosi non cattolici sosterranno l'enciclica di Papa Benedetto XVI. E' stato già rilasciato un documento di risposta evangelica da parte di un gruppo di professori e leader nazionali evangelici. IntitolatoDoing the Truth in Love, questo testo è d'accordo sul fatto che siano necessarie nuove forme di autorità globale, ma che “dovranno garantire una maggiore partecipazione, trasparenza e responsabilità, e contribuire a rafforzare lo Stato nazionale rispetto al potere della finanza globale.”[25] Tale punto di vista è più utopico che pratico, perché pochi incentivi reali sarebbero in grado di obbligare un governo mondiale a metterlo in pratica.
  • Saranno formate nuove alleanze e reti per aumentare la pressione politica e sociale a sostegno dell'amministrazione mondiale; e queste reti incorporeranno gruppi cattolico/vaticani, organizzazioni non governative ed elementi delle Nazioni Unite.

Nel momento in cui la Santa Sede solleva lo spettro di un governo mondiale, ciò dovrebbe scuotere cattolici e non cattolici allo stesso modo. Anche se un'autorità politica mondiale non arriverà a buon fine, tale difesa è stupefacente. Qui abbiamo la più influente carica religiosa del pianeta – essa stessa strutturata come un'autorità dall'alto verso il basso – che promuove un sistema top-down di gestione internazionale. La sola percezione è profondamente preoccupante.

E se entrerà in gioco un'autorità politica mondiale, cosa gli impedirà di trasformarsi in un regime autocratico? Anche qui noi stiamo assumendo che l'autorità globale sarà introdotta come un governo limitato. La contraddizione finale, naturalmente, è quella di un'autorità sdentata. Senza le funzioni di attuazione, essa sarebbe poco più che un comitato consultivo. Per essere efficace, pertanto, essa dovrà essere un potere centralista con un certo peso: qualcosa di meno non avrebbe senso.



Ma è di questo che necessita il mondo per garantire l'ordine globale?



Consideriamo per un momento gli ultimi cento anni, un secolo pieno di esempi di governi centralisti “bene intenzionati”, che avevano sempre un bel significato per qualcuno. In nome di “pace e sicurezza” questi regimi schiacciarono gli oppositori interni, liquidando spesso i loro sostenitori nel processo. Dal Cile alla Cina, il motto non ufficiale “la pace è la distruzione di tutta l'opposizione”, venne tradotto in azione. E nel caso della Germania nazista, il governo salì al potere attraverso il sistema democratico. Purtroppo, in diversi casi, il Vaticano stesso teneva le mani di coloro che perpetrarono questi crimini, come in Croazia durante gli anni quaranta del novecento.[26]


Tutto questo significa che la Santa sede appoggia un regime dittatoriale mondiale? No, almeno secondo l'enciclica di Papa Benedetto XVI, perché egli ha apertamente riconosciuto la pericolosa possibilità di un “potere universale di tipo monocratico.” La sua speranza, come indicato nella Caritas in Veritate, è quella di un'autorità politica mondiale controllata da confini giuridici al fine di non “ledere la libertà”. L'eccesso di governo sarebbe compensato da misure di responsabilità.

Un concetto bello in teoria, ma che si basa su un presupposto traballante: che l'autorità politica mondiale rimarrà soddisfatta di vivere entro i limiti prescritti; soddisfatta di operare all'interno di stretti vincoli sociali, economici e politici. Qui sta l'intoppo: le nostre nazioni democratiche avanzate – e persino il Vaticano – non possiedono e non sanno vivere all'altezza di questo standard di base.

Mentre Papa Benedetto XVI cerca, in modo soft, di vendere l'idea di un governo mondiale ai cattolici e ai leader nazionali, ci arrivano, da un passato quasi dimenticato, le meditate parole di Lord Acton:”Il potere corrompe...”



Note:

1 Malachi Martin, The Keys of This Blood (Touchstone, 1990), p.15.

The New York Times, "Pope Urges Forming New World Economic Order to Work for the ‘Common Good’," July 8, 2009. Online edition.

3 David Ian Miller, "The Pope pays the economy some attention," The San Francisco Chronicle, July 13, 2009. Online edition.

4 E.J. Dionne Jr. "To the Right of the Pope," The Washington Post, July 8, 2009, online edition.

5 John-Henry Westen, "Pope’s New Encyclical Speaks Against, not for On-World Government and New World Order," LifeSiteNews.com, July 8, 2009.

6 John Laughland, The Tainted Source: The Undemocratic Origins of the European Idea (Little, Brown & Company, 1997), pp.154-155.

7 Robert John Arujo, "International Law Clients: The Wisdom of Natural Law,"Fordham Urban Law Journal, August, 2001.

8 For a few examples among many, see the following reports: Our Global Neighborhood (The Commission on Global Governance, Oxford University Press, 1995 – directly supported and endorsed by the UN Secretary General);Toward a Rapid Reaction Capability for the United Nations (Government of Canada, 1995); Rethinking Basic Assumptions About the United Nations (World Federalist Association, 1992); Reshaping the International Order (Club of Rome, 1976).

9 UN Millennium Forum, May 22-26, 2000. See the final document, Millennium Forum Declaration and Agenda for Action.

10 Cliff Kincaid, "Who Will Probe the UN-Vatican Connection?" Accuracy in Media, August 4, 2009. (www.aim.org).

11 José E. Alvarez, The Schizophrenias of R2P, Panel Presentation at the 2007 Hague Joint Conference on Contemporary Issues of International Law: Criminal Jurisdiction 100 Years After the 1907 Hague Peace Conference, The Hague, The Netherlands, June 30, 2007.

12 Richard N. Cooper, "Is There a Need to Reform?" The International Monetary System: Forty Years After Bretton Woods (Federal Reserve Bank of Boston, 1984), p.33.

13 Reprinted in Eric Frattini’s book, The Entity: Five Centuries of Secret Vatican Espionage (St. Martin’s Press, 2008), p.2.

14 Address by His Holiness Pope Pius XII During an Audience with Delegates of the Fourth Congress of the World Movement for World Federal Government, 6 April 1951. A copy of this speech is in the author’s library. It is reprinted in its entirety in The Power Puzzle: A Compilation of Documents and Resources on Global Governance (2004, can be obtained at the Forcing Change website, www.forcingchange.org).

15 Pope John XXIII, Pacem in Terris, paragraphs 137 to 141.

16 Holy Father’s Talk at United Nations, October 4, 1965. Reprinted in its entirety in The Power Puzzle: A Compilation of Documents and Resources on Global Governance (www.forcingchange.org).

17 Address of His Holiness John Paul II, United Nations Headquarters, Thursday, 5 October 1995.

18 Address of John Paul II to the International Court of Justice during the Meeting at the Peace Palace, The Hague, 13 May 1985.

19 Sollicitudo rei socialis, paragraph 43.

20 Pope John Paul I was in office for only 33 days before being murdered in 1978. During that time he made a number of speeches, but I have found none that directly support global governance.

21 Volumes have been published on the role of the Holy See in global dealings, including banking, espionage, and international diplomacy. One of the most recent books on this subject is The Entity: Five Centuries of Secret Vatican Espionage, by Eric Frattini (St. Martin’s Press, 2008).

22 Eric Frattini The Entity: Five Centuries of Secret Vatican Espionage (St. Martin’s Press, 2008), p.1.

23 Avro Manhattan, The Vatican in World Politics (Gaer Associates, 1949), pp.28-29.

24 "Frequently Requested Catholic Church Statistics," Center for Applied Research in the Apostolate, Georgetown University, statistics are for 2009; http://cara.georgetown.edu/bulletin/index.htm.

25 Doing the Truth in Love. A copy of the document, along with signers, can be found at www.cpjustice.org/doingthetruth

26 The Croat liquidation of Orthodox Serbs was one of the most horrific examples of genocide in modern history. So gruesome were the attacks that "even hardened German troops registered their horror." See John Cornwell,Hitler’s Pope: The Secret History of Pius XII (Viking, 1999), pp.248-260. See also Unholy Trinity: The Vatican, the Nazis, and the Swiss Banks by Mark Aarons and John Loftus (St. Martin’s Griffin, 1998); and Avro Manhattan, The Vatican’s Holocaust  (Ozark Books, 1986). Mark Aarons and John Loftus attest to Manhattan’s credibility, explaining; "he was very well informed, having worked for British intelligence during the war" (Unholy Trinity, p.86).



Link articolo originale:

http://www.crossroad.to/articles2/forcing-change/09/9-vatican.htm



p.s.



Nel sito ufficiale del Vaticano potete leggere il testo integrale dell'Enciclica Caritas In Veritate.



L'alleanza tra il governo mondiale in fase di edificazione delle Nazioni Unite e il Vaticano è rimasta immutata sotto il nuovo Papa gesuita Bergoglio. Da unarticolo del 09/04/2013, pubblicato su La Stampa, leggiamo:


Papa: Ban Ki-moon in udienza: Leader spirituale mondiale

Bergoglio e il segretario generale Onu parlano con traduttore

Città del Vaticano

Città del Vaticano, 9 apr. (TMNews) - Il Papa ha ricevuto stamane in Vaticano il segretario generale dell'Onu. Jorge Mario Bergoglio ha avuto con Ban Ki-moon un colloquio di venti minuti. "A nome delle Nazioni Uniti le faccio le congratulazioni per l'inizio del suo mandato", ha detto Ban Ki-moon in inglese. "E' un grande onore inontrare il leader spirituale del mondo". La Santa Sede e le Nazioni Unite "condividono idee e obiettivi".

Alla presenza di un funzionario di segreteria di Stato anglofono, monsignor Mark Miles, Papa Francesco ha parlato in italiano, Ban Ki-moon in inglese. Il Pontefice argentino ha accennato una frase di inglese al momento dello scambio di doni. Ban Ki-moon gli ha regalato l'edizione ufficiale in sei lingue della Carta delle Nazioni Unite, il Papa un mosaico di Roma: "This is for you (questo è per lei, ndr.), un mosaico di Roma...". "

di 
Carl Teichrib, Capo redattore

Forcing Change, Volume 3, Numero 8. Settembre 2009


1 commento:

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