ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 27 agosto 2013

Guerra tra fazioni

 sull'erede di Bertone

In Vaticano veleni per cercare di condizionare la scelta del Santo Padre. Che potrebbe sorprendere tutti

«Ormai è solo questione di giorni, entro questa settimana». Chi conosce bene Bergoglio sa che non si possono fare previsioni, ma gli indizi portano a pensare che lo spoil system della Curia sia davvero in moto.
Francesco ha passato le ferie a Santa Marta per mettere a punto la nuova squadra di governo, ascoltando uno per uno gli attuali capi dicastero e sentendo anche il parere dei suoi più stretti collaboratori. La nomina più attesa è di certo quella del nuovo Segretario di Stato, che succederà al 78enne cardinale Tarcisio Bertone: nelle Sacre Stanze si vocifera che potrebbe arrivare proprio questo fine settimana, ma «con questo grande Papa tutto è possibile», ammettono da dentro le mura leonine.


Benedetto XVI rispettava rigorosamente scadenziari e iter burocratici, Francesco decide tutto autonomamente, spesso senza passare per la Segreteria di Stato, come era successo per il suo primo viaggio in Italia, a Lampedusa. E così anche questa volta l'annuncio potrebbe essere improvviso, in qualsiasi momento, o a fine mese, come sussurrano sempre più insistentemente in Vaticano. Sullo sfondo restano però i soliti veleni d'Oltretevere, come il caso di monsignor Ricca, il prelato dello Ior scelto personalmente dal Papa e accusato di aver avuto in passato una «condotta scandalosa», o quello di Francesca Chaouqui, la 31enne nominata «commissario papale» che con i suoi tweet diffamatori e la sua rete di contatti ha creato non pochi mal di pancia in Vaticano. In queste ultime ore, anche questo caso, viene utilizzato, ma in modo inverso: per colpire Francesco e forse condizionarlo nella scelta del futuro Segretario di Stato.
Ma il Papa non sembra preoccuparsene: Bergoglio vuol scegliere senza pressioni e senza fretta: furono gli stessi predecessori di Francesco a lasciar passare anche anni prima di sostituire il primo collaboratore «ereditato». Ratzinger, ad esempio, dopo la sua elezione a Pontefice, mantenne per oltre un anno il cardinale Angelo Sodano come Segretario di Stato, per poi sostituirlo con il suo storico braccio destro, Tarcisio Bertone. Questa volta però per l'incarico di primo collaboratore non si parla di amici di vecchia data di Bergoglio: se non sarà un outsider (in puro stile Francesco), a parte il cardinal Giuseppe Bertello, il cui nome si fa da tempo, in pole position ci sarebbe il nunzio apostolico in Venezuela, monsignor Pietro Parolin, diplomatico vicino a Sodano e con un passato (dal 2002 al 2009) da «viceministro degli esteri» della Santa Sede. E poi si fa il nome dell'attuale sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, arcivescovo sardo, già nunzio apostolico a Cuba, che in questi mesi è stato un punto di riferimento costante per il Pontefice.
Nel frattempo il Papa ha già occupato altre caselle importanti della Curia: dopo la nomina di monsignor Guido Pozzo a segretario della pontificia commissione «Ecclesia Dei» (dove ritorna per «trattare» coi lefebvriani), soltanto qualche giorno fa Francesco ha nominato il vescovo Giuseppe Sciacca segretario aggiunto della Segnatura Apostolica. Il monsignore, giurista siciliano e docente di filosofia, che dal 2011 era Segretario Generale del Governatorato (succedendo a monsignor Carlo Maria Viganò), dopo esser stato per 13 anni uditore della Sacra Rota torna a occuparsi di diritto, andando così a rafforzare il supremo tribunale della Santa Sede.
Il monsignore, il cui trasferimento pare fosse già stato deciso ad aprile su espressa richiesta del suo diretto superiore (con il quale c'erano state alcune divergenze non legate però al suo ufficio), in questi 2 anni aveva mantenuto in piedi gli uffici sul controllo interno e sugli acquisti del Governatorato, istituti proprio da Viganò. Al suo posto adesso potrebbe andare un vecchio amico di Bergoglio e dello stesso Bertello: Padre Fernando Vérgez Alzaga, sacerdote spagnolo dei Legionari di Cristo, ex segretario del cardinale argentino Eduardo Pironio e attuale direttore delle Telecomunicazioni del Governatorato Vaticano.
Da ieri monsignor Sciacca è diventato segretario aggiunto del Supremo tribunale della Segnatura

Vaticano, si prepara la rivoluzione d'autunno

Il segretario di stato, Tarcisio Bertone, potrebbe lasciare l'incarico 
 di Matteo Matzuzzi www.formiche.net  


Monsignor Giuseppe Sciacca, 58 anni, è stato nominato ieri dal Papa segretario aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, l'organo guidato dal cardinale americano Raymond Leo Burke. Fino a ieri, Sciacca ricopriva l'incarico di segretario del Governatorato della Città del Vaticano. Dopo due anni, ecco il trasferimento, che era comunque nell'aria da qualche tempo. Non sono stati anni facili, quelli del prelato siciliano, fine giurista e stimato anche da Benedetto XVI. Nel 2011, sembrava pronta per lui la promozione a un altro importante incarico curiale, ma all'ultimo Joseph Ratzinger decise di affidargli la scrivania occupata fino a quel momento da Carlo Maria Viganò.
Lo scontro - L'accelerata e il cambio di piani fu dovuto a uno scontro fortissimo tra Viganò e la segreteria di stato (in testa il cardinale Bertone): l'allora segretario del Governatorato, nominato nunzio negli Stati Uniti, accusava Bertone di aver tramato per allontanarlo da Roma dopo le denunce riservate sul malaffare serpeggiante nel Governatorato. In particolare, nel dossier di Viganò, c'erano accuse esplicite e specifiche su episodi di corruzione, sprechi e spese esorbitanti.
Il caso Vatileaks - Il tutto divenne di dominio pubblico quando la trasmissione di Gianluigi Nuzzi «Gli Intoccabili» su La7 rivelò il contenuto delle lettere scritte dallo stesso Viganò al Papa e al segretario di Stato. Lettere che furono fotocopiate dagli originali custoditi nella scrivania di Benedetto XVI. Era l'inizio di Vatileaks, lo scandalo che avrebbe travolto il Vaticano nei mesi successivi. Monsignor Viganò rivendicava di aver avuto assicurazione che, anziché a Washington, per lui ci sarebbe stata la promozione a governatore e (successivamente) la creazione cardinalizia. Niente di tutto questo, per lui il più classico dei promoveatur ut amoveatur. Seppur per una destinazione tra le più prestigiose e ambite. «Nel presente contesto, sarà percepita da tutti come un verdetto di condanna del mio operato e quindi come una punizione», scriveva Viganò a Benedetto XVI il 7 luglio 2011.
L'ultima nomina estiva - Per calmare le acque e riportare il rigore nel palazzo alle spalle di San Pietro, il tandem Ratzinger-Bertone scelse monsignor Giuseppe Sciacca. Giurista e uomo apprezzato per la sua onestà, in questi due anni il segretario del Governatorato ha mantenuto un profilo basso, cercando di ripristinare un clima di serenità all'interno degli uffici guidati oggi dal cardinale Bertello (anch'egli nominato nel 2011) e di evitare spese elevate, come quelle per il tradizionale presepe natalizio di piazza san Pietro. Nel suo caso, quella di oggi non va letta come una rimozione. Tutt'altro: finita l'emergenza, Sciacca viene assegnato a un dicastero le cui competenze saranno utili. Non è un caso che Francesco lo abbia nominato «segretario aggiunto» – in affiancamento al segretario Frans Daneels – segno di un possibile rafforzamento del tribunale.
Le prossime mosse - Dopo quella dell'elemosiniere (ai primi di agosto il Papa sostituì Guido Pozzo, tornato alla commissione Ecclesia Dei, con Konrad Krawjeski), è la seconda nomina estiva che ha a che fare con la curia o gli uffici ad essa collegati. È il preludio ai cambiamenti dell'autunno che porteranno, con ogni probabilità, anche alla sostituzione del segretario di stato. In questi giorni si moltiplicano le voci su nomine imminenti, spesso smentite (come è di rito). È il caso dell'arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin, che viene dato in partenza per Roma con un importante incarico curiale. Lui smentisce, dice che nulla di ciò che viene scritto è vero. Si vedrà. Un altro possibile arrivo in Vaticano è quello dell'attuale arcivescovo di Washington, Donald William Wuerl. Per lui potrebbe essere in vista la guida della congregazione per il Clero. Ma con Papa Francesco è meglio non dare nulla per scontato, le sorprese sono sempre dietro l'angolo.
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1839768&codiciTestate=1

BERTONIANI DISPERATI: IN VATICANO SCOCCA L’ORA DELLA SUCCESSIONE AL “PAPA” DELLA FU CURIA ROMANA (E SPERANO NEI CASI DI MONSIGNOR RICCA E DELLA CHAOUQUI))

Favoriti per la Segreteria di Stato sarebbero il cardinal Bertello e monsignor Pietro Parolin, ma Bergoglio potrebbe scegliere un outsider - C’è chi starebbe facendo pressioni sul Papa insistendo sui passi falsi di monsignor Ricca e Francesca Chaouqui, nominati da lui personalmente… - -

Fabio Marchese Ragona per "Il Giornale.it"
CARDINALE TARCISIO BERTONECARDINALE TARCISIO BERTONE
«Ormai è solo questione di giorni, entro questa settimana». Chi conosce bene Bergoglio sa che non si possono fare previsioni, ma gli indizi portano a pensare che lo spoil system della Curia sia davvero in moto.
CARDINALE TARCISO BERTONECARDINALE TARCISO BERTONE
Francesco ha passato le ferie a Santa Marta per mettere a punto la nuova squadra di governo, ascoltando uno per uno gli attuali capi dicastero e sentendo anche il parere dei suoi più stretti collaboratori. La nomina più attesa è di certo quella del nuovo Segretario di Stato, che succederà al 78enne cardinale Tarcisio Bertone: nelle Sacre Stanze si vocifera che potrebbe arrivare proprio questo fine settimana, ma «con questo grande Papa tutto è possibile», ammettono da dentro le mura leonine.
Benedetto XVI rispettava rigorosamente scadenziari e iter burocratici, Francesco decide tutto autonomamente, spesso senza passare per la Segreteria di Stato, come era successo per il suo primo viaggio in Italia, a Lampedusa. E così anche questa volta l'annuncio potrebbe essere improvviso, in qualsiasi momento, o a fine mese, come sussurrano sempre più insistentemente in Vaticano.
CARDINALE TARCISO BERTONECARDINALE TARCISO BERTONE
Sullo sfondo restano però i soliti veleni d'Oltretevere, come il caso di monsignor Ricca, il prelato dello Ior scelto personalmente dal Papa e accusato di aver avuto in passato una «condotta scandalosa», o quello di Francesca Chaouqui, la 31enne nominata «commissario papale» che con i suoi tweet diffamatori e la sua rete di contatti ha creato non pochi mal di pancia in Vaticano. In queste ultime ore, anche questo caso, viene utilizzato, ma in modo inverso: per colpire Francesco e forse condizionarlo nella scelta del futuro Segretario di Stato.
BERTONE-BERGOGLIOBERTONE-BERGOGLIO
Ma il Papa non sembra preoccuparsene: Bergoglio vuol scegliere senza pressioni e senza fretta: furono gli stessi predecessori di Francesco a lasciar passare anche anni prima di sostituire il primo collaboratore «ereditato». Ratzinger, ad esempio, dopo la sua elezione a Pontefice, mantenne per oltre un anno il cardinale Angelo Sodano come Segretario di Stato, per poi sostituirlo con il suo storico braccio destro, Tarcisio Bertone.
FRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUIFRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUIAngelo SodanoANGELO SODANO
Questa volta però per l'incarico di primo collaboratore non si parla di amici di vecchia data di Bergoglio: se non sarà un outsider (in puro stile Francesco), a parte il cardinal Giuseppe Bertello, il cui nome si fa da tempo, in pole position ci sarebbe il nunzio apostolico in Venezuela, monsignor Pietro Parolin, diplomatico vicino a Sodano e con un passato (dal 2002 al 2009) da «viceministro degli esteri» della Santa Sede. E poi si fa il nome dell'attuale sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, arcivescovo sardo, già nunzio apostolico a Cuba, che in questi mesi è stato un punto di riferimento costante per il Pontefice.
GIUSEPPE BERTELLOGIUSEPPE BERTELLO
Nel frattempo il Papa ha già occupato altre caselle importanti della Curia: dopo la nomina di monsignor Guido Pozzo a segretario della pontificia commissione «Ecclesia Dei» (dove ritorna per «trattare» coi lefebvriani), soltanto qualche giorno fa Francesco ha nominato il vescovo Giuseppe Sciacca segretario aggiunto della Segnatura Apostolica.
Angelo BecciuANGELO BECCIU
Il monsignore, giurista siciliano e docente di filosofia, che dal 2011 era Segretario Generale del Governatorato (succedendo a monsignor Carlo Maria Viganò), dopo esser stato per 13 anni uditore della Sacra Rota torna a occuparsi di diritto, andando così a rafforzare il supremo tribunale della Santa Sede.
Il monsignore, il cui trasferimento pare fosse già stato deciso ad aprile su espressa richiesta del suo diretto superiore (con il quale c'erano state alcune divergenze non legate però al suo ufficio), in questi 2 anni aveva mantenuto in piedi gli uffici sul controllo interno e sugli acquisti del Governatorato, istituti proprio da Viganò. Al suo posto adesso potrebbe andare un vecchio amico di Bergoglio e dello stesso Bertello: Padre Fernando Vérgez Alzaga, sacerdote spagnolo dei Legionari di Cristo, ex segretario del cardinale argentino Eduardo Pironio e attuale direttore delle Telecomunicazioni del Governatorato Vaticano.
MONSIGNOR RICCA E PAPA BERGOGLIOMONSIGNOR RICCA E PAPA BERGOGLIOhttp://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/bertoniani-disperati-in-vaticano-scocca-lora-della-successione-al-papa-della-fu-curia-romana-61727.htmCARLO MARIA VIGANOCARLO MARIA VIGANO



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.