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mercoledì 21 agosto 2013

Si chiedono i farisei: verrà o non verrà? Certo che no, se non porta schèi..

Sardo e Manfellotto al Meeting di Rimini

Quei direttori di sinistra ospiti (felici) in casa Cl

Preghiere, affari, curiose affinità politiche. E sull’Espresso scoppia il caso Mussolini al Meeting
RIMINI - Uno è atterrato al Meeting parecchie volte, da inviato di agenzie e quotidiani. L’altro è alla sua prima apparizione nei padiglioni della kermesse ciellina. Entrambi quest’anno varcano le soglie della Fiera di Rimini nella veste di ospiti. I giornalisti in questione sono Claudio Sardo, direttore dell’Unità e il collega dell’Espresso Bruno Manfellotto. Con Alessandro Banfi di TgCom24 hanno partecipato alla tavola rotonda “La realtà ci parla ancora?”, mentre a Linkiesta raccontano la loro esperienza in riva all’Adriatico. Ad accompagnarli, come angeli custodi, due hostess del Meeting sorridenti e discrete, anch’esse tra i 3.500 volontari che costruiscono la kermesse.
«Ho avuto l’occasione di visitare il Meeting dalla fine degli anni Ottanta - spiega Sardo - ho visto l’evoluzione del Meeting, i cambiamenti e i ripensamenti di CL». Quella di Manfellotto a Rimini è la prima volta: «Sono qui perchè è una grande occasione d’incontro e poi ho l’impressione che per il movimento sia un anno di transizione, qualcosa deve cambiare e vorrei capire in che modo». I due, a passeggio per gli stand della Fiera, si immergono senza difficoltà nella vita del Meeting. Sardo è andato alla mostra dedicata all’Europa, la stessa visitata dal premier Letta. Il collega Manfellotto ha ascoltato la conferenza dell’editorialista John Waters che, insieme alla presidente del Meeting Emilia Guarnieri, ha tenuto una lezione sul titolo della kermesse: “Emergenza Uomo”.
Durante la visita alla fiera, dove abbondano passeggini e businessmen, al direttore dell'Espresso colpisce «l’età delle persone, qui è pieno di giovani. Una cosa rara pensando alle altre feste dei partiti dove l’età media è molto più alta». Il riferimento corre esplicito alle Feste dell’Unità, appuntamenti tradizionali dell’estate politica che da alcuni anni accusano segnali di stanca. Un ex Pc come Ugo Sposetti, intervenuto al Meeting negli anni scorsi, aveva ammesso: «Le Feste dell’Unità dovrebbero prendere esempio da qui». Sulla scia s’inserisce Manfellotto: «Se un movimento ha dei valori forti e non li svende la sua longevità è assicurata».
L’organizzatore, Comunione e Liberazione, «è una realtà complessa, nata da un’ispirazione religiosa, da un desiderio di autenticità che vedeva affievolito nella cultura cattolica prevalente del tempo», spiega Sardo. Che con Linkiesta rievoca il suo passato da studente: «Al liceo diffondevo il giornale dei cristiani socialisti e la mattina prima che cominciasse la lezione andavamo a dire i salmi con un gruppetto di CL». La precisazione è d’obbligo: «Nella mia vita mi sono spesso trovato in polemica con CL, ma ne ho sempre apprezzato la ricerca di qualcosa che va aldilà del presente, quel tentativo di capire il desiderio dell’uomo e la sua promessa».
Il giornale di Manfellotto punta spesso il dito sulle connotazioni affaristiche della Compagnia delle Opere, realtà econonomico-associativa della galassia Ciellina. «Ma ho sempre pensato che in CL ci fosse altro oltre all’aspetto affaristico. D’altronde c'è stato un periodo molto lungo in cui ha prevalso l’immagine del movimento politico-economico rispetto al movimento puro, poi è arrivata la riflessione». Gli fa eco Sardo: «Della Cdo è importante l’intuizione originaria, l’idea di ritirarsi dall’impegno politico diretto per collocare nella società la domanda di presenza dei cattolici, un po’ com’è avvenuto a inizio Novecento con l’opera dei congressi».
Negli anni il Meeting si è affermato come passerella prediletta per molti dirigenti di centrosinistra: da Bersani a Letta, da Sposetti a Violante, fino ai più giovani Colannino e Nardella. Il filo rosso col Meeting non stupisce i due direttori: «Le critiche da sinistra a Cl sono arrivate quando il movimento ha assunto un ruolo che non era propriamente il suo», spiega Manfellotto. Che rilancia: «Il solidarismo, l’attenzione ai problemi dell’uomo, il tentativo di far coincidere le imprese con i valori sono il terreno di queste due grandi Chiese, sinistra e CL». Aggiunge Sardo: «La sinistra che immagino io ha in comune con CL la valorizzazione delle autonomie sociali e dei corpi intermedi».
In attesa di capire se Pierluigi Bersani si concederà un giro in Riviera («Giorni fa mi aveva detto che avrebbe fatto un salto», spiffera Sardo), il politico superstar della 34° edizione del Meeting è stato Enrico Letta, applaudissimo dalla platea ciellina: «È un leader politico e qui ha fatto un discorso grintoso», commenta il direttore dell’Unità. «Aveva bisogno di riaffermare la sua leadership nel governo, ha fatto bene a sfruttare le doti oratorie sia per l’oggi che per il domani», sottolinea Manfellotto. Che mentre si avvia alla conferenza con Sardo e Banfi è, a sua insaputa, protagonista di una querelle tra L’Espresso e l’ufficio stampa della kermesse ciellina. “Rimini, al negozio del Meeting in vendita cuscini e tazze con il volto di Mussolini”, recita un articolo di Largo Fochetti che fa il giro del web. E a stretto giro di posta arriva la replica dell'ufficio stampa ciellino: «È una storia vecchia che riemerge ogni anno, è un negozio della Fiera che non ha nulla a che fare con noi. Potete chiedere al direttore Manfellotto, che sta parlando adesso al Meeting, di verificare».
Twitter: @MarcoFattorini
 


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/sardo-manfellotto#ixzz2cb5nueo9

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