Monsignor Giuseppe Sciacca, 58 anni, è stato nominato oggi dal Papa segretario aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, l’organo guidato dal cardinale americanoRaymond Leo Burke.
Fino a oggi, Sciacca ricopriva l’incarico di segretario del Governatorato della Città del Vaticano. Dopo due anni, ecco il trasferimento, che era comunque nell’aria da qualche tempo. Non sono stati anni facili, quelli del prelato siciliano, fine giurista e stimato anche da Benedetto XVI. Nel 2011, sembrava pronta per lui la promozione a un altro importante incarico curiale, ma all’ultimo Joseph Ratzinger decise di affidargli la scrivania occupata fino a quel momento da Carlo Maria Viganò.
L’accelerata e il cambio di piani fu dovuto a uno scontro fortissimo tra Viganò e la segreteria di stato (in testa il cardinale Bertone): l’allora segretario del Governatorato, nominato nunzio negli Stati Uniti, accusava Bertone di aver tramato per allontanarlo da Roma dopo le denunce riservate sul malaffare serpeggiante nel Governatorato. In particolare, nel dossier di Viganò, c’erano accuse esplicite e specifiche su episodi di corruzione, sprechi e spese esorbitanti.
L’origine di Vatileaks
Il tutto divenne di dominio pubblico quando la trasmissione di Gianluigi Nuzzi “Gli Intoccabili” su La7 rivelò il contenuto delle lettere scritte dallo stesso Viganò al Papa e al segretario di Stato. Lettere che fotocopiate dagli originali custoditi nella scrivania di Benedetto XVI. Era l’inizio di Vatileaks, lo scandalo che avrebbe travolto il Vaticano nei mesi successivi. Monsignor Viganò rivendicava di aver avuto assicurazione che anziché a Washington per lui ci sarebbe stata la promozione a governatore e (successivamente) la creazione cardinalizia. Niente di tutto questo, per lui il più classico dei promoveatur ut amoveatur. Seppur per una destinazione tra le più prestigiose e ambite. “Nel presente contesto, sarà percepita da tutti come un verdetto di condanna del mio operato e quindi come una punizione”, scriveva Viganò a Benedetto XVI il 7 luglio 2011.
Il tutto divenne di dominio pubblico quando la trasmissione di Gianluigi Nuzzi “Gli Intoccabili” su La7 rivelò il contenuto delle lettere scritte dallo stesso Viganò al Papa e al segretario di Stato. Lettere che fotocopiate dagli originali custoditi nella scrivania di Benedetto XVI. Era l’inizio di Vatileaks, lo scandalo che avrebbe travolto il Vaticano nei mesi successivi. Monsignor Viganò rivendicava di aver avuto assicurazione che anziché a Washington per lui ci sarebbe stata la promozione a governatore e (successivamente) la creazione cardinalizia. Niente di tutto questo, per lui il più classico dei promoveatur ut amoveatur. Seppur per una destinazione tra le più prestigiose e ambite. “Nel presente contesto, sarà percepita da tutti come un verdetto di condanna del mio operato e quindi come una punizione”, scriveva Viganò a Benedetto XVI il 7 luglio 2011.
La scelta del giurista Sciacca
Per calmare le acque e riportare il rigore nel palazzo alle spalle di San Pietro, il tandem Ratzinger-Bertone scelse monsignor Giuseppe Sciacca. Giurista e uomo apprezzato per la sua onestà, in questi due anni il segretario del Governatorato ha mantenuto un profilo basso, cercando di ripristinare un clima di serenità all’interno degli uffici guidati oggi dal cardinaleBertello (anch’egli nominato nel 2011) e di evitare spese elevate, come quelle per il tradizionale presepe natalizio di piazza san Pietro. Nel suo caso, quella di oggi non va letta come una rimozione. Tutt’altro: finita l’emergenza, Sciacca viene assegnato a un dicastero le cuicompetenze saranno utili. Non è un caso che Francesco lo abbia nominato “segretario aggiunto” – in affiancamento al segretario Frans Daneels – segno di un possibile rafforzamento del tribunale.
Per calmare le acque e riportare il rigore nel palazzo alle spalle di San Pietro, il tandem Ratzinger-Bertone scelse monsignor Giuseppe Sciacca. Giurista e uomo apprezzato per la sua onestà, in questi due anni il segretario del Governatorato ha mantenuto un profilo basso, cercando di ripristinare un clima di serenità all’interno degli uffici guidati oggi dal cardinaleBertello (anch’egli nominato nel 2011) e di evitare spese elevate, come quelle per il tradizionale presepe natalizio di piazza san Pietro. Nel suo caso, quella di oggi non va letta come una rimozione. Tutt’altro: finita l’emergenza, Sciacca viene assegnato a un dicastero le cuicompetenze saranno utili. Non è un caso che Francesco lo abbia nominato “segretario aggiunto” – in affiancamento al segretario Frans Daneels – segno di un possibile rafforzamento del tribunale.
Le nomine dell’autunno
Dopo quella dell’elemosiniere (ai primi di agosto il Papa sostituì Guido Pozzo, tornato alla commissione Ecclesia Dei, con Konrad Krawjeski), è la seconda nomina estiva che ha a che fare con la curia o gli uffici ad essa collegati. È il preludio ai cambiamenti dell’autunno che porteranno, con ogni probabilità, anche alla sostituzione del segretario di stato. In questi giorni si moltiplicano le voci su nomine imminenti, spesso smentite (come è di rito). È il caso dell’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin, che viene dato in partenza per Roma con un importante incarico curiale. Lui smentisce, dice che nulla di ciò che viene scritto è vero. Si vedrà. Un altro possibile arrivo in Vaticano è quello dell’attuale arcivescovo di Washington,Donald William Wuerl. Per lui potrebbe essere in vista la guida della congregazione per il Clero. Ma con Papa Francesco è meglio non dare nulla per scontato, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Dopo quella dell’elemosiniere (ai primi di agosto il Papa sostituì Guido Pozzo, tornato alla commissione Ecclesia Dei, con Konrad Krawjeski), è la seconda nomina estiva che ha a che fare con la curia o gli uffici ad essa collegati. È il preludio ai cambiamenti dell’autunno che porteranno, con ogni probabilità, anche alla sostituzione del segretario di stato. In questi giorni si moltiplicano le voci su nomine imminenti, spesso smentite (come è di rito). È il caso dell’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin, che viene dato in partenza per Roma con un importante incarico curiale. Lui smentisce, dice che nulla di ciò che viene scritto è vero. Si vedrà. Un altro possibile arrivo in Vaticano è quello dell’attuale arcivescovo di Washington,Donald William Wuerl. Per lui potrebbe essere in vista la guida della congregazione per il Clero. Ma con Papa Francesco è meglio non dare nulla per scontato, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
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