ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 2 ottobre 2013

Il papa giacobino e il papa modernista

bergoglio
Una premessa. Questo signore non meriterebbe più neanche di essere commentato ma ignorato, perché è un provocatore, uno che si diverte a scandalizzare i cattolici sparando amenità colossali sulle quali  poi si discute. Ormai il Dialogo tra il “vescovodiroma” e il Papa Giacobino è diventato la Regola prossima della “fede”, alla quale i cattolici devono prestare grande attenzione ed è questo che impone purtroppo, di dover intervenire: La Fede.
Vediamo cosa scrive il “vescovodiroma” nella I° Lettera di Bergoglio a Scalfari: “…con l’aiuto di Dio, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, abbiamo riscoperto che il popolo ebreo è tuttora, per noi, la radice santa da cui è germinato Gesù… attraverso le terribili prove di questi secoli, gli ebrei hanno conservato la loro fede in Dio. E di questo, a loro, non saremo mai sufficientemente grati, come Chiesa, ma anche come umanità.” Ammettere di aver “riscoperto” qualcosa “con l’aiuto di Dio”, significa che per molto tempo questo qualcosa era stato dimenticato o addirittura “perduto” e che Dio stesso ha dissipato le tenebre di questo oblìo: pertanto la Chiesa avrebbe “riscoperto” che “gli ebrei hanno conservato la fede in Dio” e come se fosse la loro “radice santa” ad aver germinato Gesù? Un tremendo equivoco frutto di errori ed eresìe quindi, un’impostura gravissima che non ci stancheremo di denunciare, in quanto colpisce il fondamento stesso della Fede Trinitaria. Nel paragrafo “Cattogiudaismo” inserito nel seguente studio al quale rimando, già abbondantemente cercai di chiarire l’equivoco sulle “tre religioni monoteiste” generato da Nostra Aetate e ripreso dai designati al Soglio nel post-concilio:
L’ultima intervista di Eugenio scalari a J.M. Bergoglio del 1 ottobre 2013 ricalca i contenuti della Lettera che lo stesso inviò al direttore. Come riporta La Repubblica: 
“Il Papa sorride e mi dice: «Qualcuno dei miei collaboratori che la conosce mi ha detto che lei tenterà di convertirmi»
È una battuta gli rispondo. Anche i miei amici pensano che sia Lei a volermi convertire.
Ancora sorride e risponde: «Il proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso
. Bisogna conoscersi, ascoltarsi e far crescere la conoscenza del mondo che ci circonda….Il mondo è percorso da strade che riavvicinano e allontanano, ma l’importante è che portino verso il Bene … Mi pare d’aver già detto prima che il nostro obiettivo non è il proselitismo ma l’ascolto dei bisogni, dei desideri, delle delusioni, della disperazione, della speranza. ».”
 (E’ proprio da fanatici impostori, indegnamente creduti Pastori, il pur minimo ed implicito dileggio nei confronti di quei Martiri incoronati da Dio, per aver dato testimonianza estrema della loro Fede, “rei” per codesto sì, sciocco accusatore, di essere stati degli “insensati” perché “sordi ai desideri” dei loro carnefici che volevano farli apostatare. Ricordiamoci cosa insegna invece Dio stesso in Matteo 28, 18 – 20: E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.)
E poi. “Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?
«Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene».”
(Davvero si rimane sgomenti e non ha senso neanche scervellarsi troppo nel commento o fare decine di esempi, che dimostrano l’assurdità di quanto è stato detto. Siamo alla negazione di Dio come Sommo Bene, in un’ottica di relativismo radicale e di democratizzazione assoluta della scelta del “bene”: Infiniti “beni” cangianti nei pensieri, tutti capaci di dare il Senso all’esistenza. Il pensiero “produce” il Bene da sé e bisogna solo assecondare questo processo.)

Non basta, il Papa Giacobino incalza entusiasta: “Lei, Santità, l’aveva già scritto nella lettera che mi indirizzò. La coscienza è autonoma, aveva detto, e ciascuno deve obbedire alla propria coscienza. Penso che quello sia uno dei passaggi più coraggiosi detti da un Papa.
«E qui lo ripeto. Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo».”
 (Viene ribadito con forza e nettezza l’idea della “coscienza autoredentrice” per cui rimando allo studio già pubblicato su Radio Spada: http://radiospada.org/2013/09/dignita-umana-e-coscienza-analisi-di-un-equivoco/)
 Il Papa Giacobino ormai trova tutte le conferme che desidera: “E ancora: “Gesù nella sua predicazione disse che l’agape, l’amore per gli altri, è il solo modo di amare Dio. Mi corregga se sbaglio.
«Non sbaglia. Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza…L’agape, l’amore di ciascuno di noi verso tutti gli altri, dai più vicini fino ai più lontani, è appunto il solo modo che Gesù ci ha indicato per trovare la via della salvezza e delle Beatitudini».
(Gesù sarebbe venuto non a riscattare col suo Sangue le anime prigioniere del demonio, non a redimere con la Croce, non ad insegnare la sua Santa Dottrina ed a lasciarci i Sacramenti, non ad aprire le porte del Cielo per il Suo Corpo Mistico, ma semplicemente a farci amare tra noi. Yoko Ono sarà ben presto canonizzata? Dal Vangelo di San Marco 12, 28 – 34: “Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore;  amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso  val più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.” Se il comando è duplice, la Carità è UNA e pertanto non si ama veramente il prossimo se non si ama prima Dio e il prossimo in Dio e per Lui nella stessa misura in cui dobbiamo amare rettamente noi stessi.)
 Vi è stata anche una frecciata scagliata ai Papi del passato, uno sparare nel mucchio degno dei peggiori manualetti della fetida ribellistica anticattolica:
“I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani. La corte è la lebbra del papato.”
 (Questa però, e che ci sia consentito, vorremmo “aggiornarla” e la dedichiamo quindi a tutti gli arrampicatori sugli specchi, ai difensori d’ufficio obtorto-collo ed ai visionari, per cui “Roma” va onorata e difesa anche se “Roma” diventa sede di qualcosa di molto lontano dal cattolicesimo. Lebbra del papato.).
 Ed ancora senza freni, colto da una frenesìa di onnipotenza il Papa Giacobino continua a fare passaggi a porta vuota, per mandare in goal il bomber argentino e far impazzire la Curva dei fans:
“È vero, non sono anticlericale, ma lo divento quando incontro un clericale.
Lui sorride e mi dice: «Capita anche a me, quando ho di fronte un clericale divento anticlericale di botto. Il clericalismo non dovrebbe aver niente a che vedere con il cristianesimo. San Paolo che fu il primo a parlare ai Gentili, ai pagani, ai credenti in altre religioni, fu il primo ad insegnarcelo».”
 (Usare una terminologia tratta da ambienti anticattolici, è davvero incredibile per un Papa (?!) che addirittura “diventa” anticlericale  davanti ad un “clericale”!!! Cosa intende Bergoglio per “clericale” non è chiaro ma certamente non è una cosa che gli piace. Non gli piace perché forse si rende conto di non essere neanche un vescovo, ma solo un prete di una chiesa secolarizzata. Fino a prova contraria, pare che San Paolo cercasse ovunque di convertire gli increduli e di confermare i fedeli, esortandoli in ogni modo. Se poi frequentasse il Caffè Progresso assieme a qualche antenato di Eugenio Scalfari, non risulta neanche dagli apocrifi.)
Ovvio che le conseguenze politiche siano queste: “Le istituzioni politiche sono laiche per definizione e operano in sfere indipendenti. Questo l’hanno detto tutti i miei predecessori, almeno da molti anni in qua, sia pure con accenti diversi.”

(La dottrina condannata da tonnellate di Magistero sulla separazione dei poteri spirituale e temporale, viene rivendicata esplicitamente come conquista degli ultimi “pontificati” postconciliari.)
 Bergoglio risponde a Scalfari: “E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio.”
NOTIZIA BOMBA!!! 
Dio non è cattolico  come affermava già Madre Teresa di Calcutta  e il Cardinal Carlo Maria Martini quando sosteneva che “non puoi rendere cattolico Dio”  (Da ‘Vita Diocesana’ – Periodico della Curia di Campobasso – n° 11). Del resto Bergoglio rivendica l’importanza che ha avuto C.M. Martini per la sua formazione. State tranquilli però, se il vostro “Dio non è cattolico” non lo siete neanche voi.
 A questo punto occorre riflettere per deduzione, cercando di spiegarci cosa sta succedendo. Il Papa è il Vicario di Cristo sempre o con intermittenza? Il carisma della Infallibilità è intrinseco alla funzione oppure no? Se i Papi scrivono ed insegnano pubblicamente, COMUNQUE, mai dovrebbero contraddire il magistero consolidato o possono invece farlo, usando le furbe invenzioni post-conciliari del magistero “autentico “, “non infallibile” e pertanto “non vincolante”?
 Se il Papa propone a credere che il preservativo possa essere un male minore in certi casi o che un gay che cerca Dio non va giudicato perché “si deve sempre guardare la persona”, chi lo ascolta deve sentirsi vincolato o no? I confessori cosa faranno? I fedeli cosa penseranno? Chiunque direbbe che lo ha detto il Papa e che quindi è giusto così, eccetto i sofisti. Difficilmente però si potrebbe fare il contrario di quanto ha detto ufficialmente il Papa.
 La Costituzione Dogmatica Pastor Aeternus del Concilio Vaticano I, prevede l’infallibilità non attraverso forme specifiche, ma quando il Pontefice, come Papa e in virtù della sua autorità, definisce dottrine di fede e morale come da tenersi da tutta la Chiesa. Quando come Papa in virtù della sua autorità definisce dottrine di fede e morale come da tenersi da tutta la Chiesa è INFALLIBILE. In buona sostanza il magistero è UNO ma con forme e modalità di esercizio diverse.  Pertanto il Papa non è infallibile solo se pronuncia dogmi col magistero straordinario!! Ad esempio il dogma della Assunzione di Maria fu proclamato solennemente nel 1950, ma il magistero ordinario universale della Chiesa, lo proponeva a credere già dal quarto secolo dopo Cristo. La liceità morale dei metodi “contraccettivi” naturali fu insegnata da Pio XII in un discorso alle ostetriche e alle famiglie cattoliche, mica pronunciò un dogma! Né l’esistenza del purgatorio e del limbo sono DOGMI ma metterli in discussione significa andare contro la Fede, perché la Chiesa ha già dato a credere la loro esistenza. Pio XI nella Casti Connubi: “Disdirebbe ad un cristiano… il ritenere che la Chiesa, da Dio destinata a maestra e reggitrice dei popoli, non sia abbastanza illuminata intorno alle cose e circostanze moderne; ovvero il non prestarle assenso ed obbedienza se non in ciò che essa impone per via di definizioni più solenni, quasi che le altre sue decisioni si potessero presumere o false, o non fornite di sufficienti motivi di verità e di onestà” .
Pio XII nella  Humani Generis: «Né si deve ritenere che gli insegnamenti delle Encicliche non richiedano, di per sé, il nostro assenso, col pretesto che i Pontefici non vi esercitano il potere del loro Magistero Supremo. Infatti questi insegnamenti sono del Magistero ordinario, di cui valgono pure le parole: “Chi ascolta voi, ascolta me” (Lc X, 16); e per lo più, quanto viene proposto e inculcato nelle Encicliche, è già, per altre ragioni, patrimonio della dottrina cattolica….Non è forse il Magistero… il primo ufficio della Nostra Sede Apostolica? (…) Sulla Cattedra di Pietro, Noi siamo assisi unicamente perché Vicario di Cristo. Noi siamo il suo Rappresentante sulla terra; siamo l’organo per mezzo del quale fa sentire la sua voce Colui che è il solo Maestro di tutti (Ecce dedi verba mea in ore tuo, Ger. 1, 9)».
 In buona sostanza il magistero è UNO ma con forme e modalità di esercizio diverse, oppure ve ne sono due o tre con diverso valore? Quando si può dire che il Papa parla come “dottore privato” dal momento che non ci avvisa in alcun modo?  Il Papa è dottore privato sicuramente prima di essere eletto o anche dopo eletto, quando in conversazioni private o discorsi informali esprime personali opinioni, suggestioni o posizioni da studioso privato tra pochi intimi, oppure quando utilizza strumenti insoliti pur insegnando e chiudendo questioni connesse alla fede o ai costumi? Una intervista pubblica fatta al Papa quindi, per non parlare dei discorsi e delle lettere inviate ai giornali, sono magistero ordinario infallibile o essendo “viziate” nella forma sono solo aria fritta e nel caso specifico stomachevole? Se pur non fossero magistero ufficiale, questi messaggi nel confermare gli erranti nei loro errori (in quanto se non sono eresie formali, sicuramente sono almeno errori quelli che vengono “insegnati”), fino a quando potranno NON essere presi in SERIA considerazione dai pochi e soliti sofisti e da tutti i vescovi? Appare evidente come GIURIDICAMENTE e in senso stretto tra gli atti del magistero non possono essere considerate le interviste o le lettere “private”, anche se poi “private” non sono perché pubblicate e lette da centinaia di migliaia di persone, ma COMUNQUE queste stravaganti forme esprimono IL PENSIERO del Papa ed hanno un gigantesco EFFETTO nelle coscienze della massa degli “spettatori”, estremamente più pervasivo dei mezzi ufficiali tradizionali. Quando gli eletti da un Conclave regolare diventano Papi, accettando la designazione e ricevendo l’Autorità, possono essere ancora definiti dottori privati, solo perché scrivono ed insegnano abitualmente con mezzi “insoliti”? Se scelgono prevalentemente un modo poco canonico per esprimere Urbi et Orbi il loro pensiero? I Papi parlano da Papi abitualmente, perché non avrebbe senso avere un Vicario che deve confermare nella fede, abitualmente fallibile e COMUNQUE mai il Vicario potrebbe contraddire il magistero consolidato. Quanto meno occorrerebbe PRUDENZA anche a seguito di domande sopra un aereo, perché chi risponde è il Papa, che parla dopo una domanda fatta al Papa e quindi SA che la risposta sarà ascoltata per ascoltare quello che il Papa pensa! E’ singolare che un Papa non abbia neanche un grammo della virtù cardinale della prudenza, anche se a me pare che invece lo faccia non per “imprudenza” ma per scelta deliberata.
 Jorge Mario  Bergoglio ha definito nella Lettera ad Eugenio Scalfari  e lo ha ribadito nell’intervista successiva che E’ LA PROPRIA COSCIENZA IL PARAMETRO PER GIUDICARE LA MORALITA’ DEGLI ATTI E IL BENE DA SEGUIRE E CHE LA CHIESA DEVE INCITARE A SEGUIRE CIO’ CHE OGNUNO RITIENE ESSERE IL BENE, non lo ha detto né  “in privato” come propria idea personale a pochi intimi (è già sarebbe gravissimo) ma lo ha INSEGNATO e dato a CREDERE con mezzi rivolti alle moltitudini o almeno ha PRESENTATO tali idee come DA SEGUIRSI senza incorrere in errore, RIBADENDOLE in occasioni successive. Lo ha fatto, oppure vogliamo negare l’evidenza? Ovvio che il termine ‘DEFINISCE’ della Pastor Aeternus se inteso bene, significa ogni volta che in qualsiasi modo il Papa chiude una questione proposta. Insomma Jorge Mario Bergoglio HA DATO RISPOSTE PERENTORIE sulle questioni postegli, addirittura ribadendole, oppure no? Se Cristo ha promesso di essere sempre coi Suoi e che “chi ascolta voi ascolta me”, questo vale in eccellenza per il Papa, in quanto il carisma dell’Infallibilità è intrinseco alla funzione. Se poi volontariamente un Papa (ammesso che lo sia) vi rinuncia usando forme dubbie di apostolato, per cui molti possono giustificarlo (a torto) perché non “impegnerebbe mai l’infallibilità”, allora dovremmo chiederci che senso ha accettare il papato se poi non si vuole insegnare in modo infallibile per confermare nella fede, se poi quel carisma soprannaturale lo si mette nel cassetto. I Papi parlano da Papi abitualmente perché non avrebbe senso avere un Vicario che deve confermare nella fede, abitualmente fallibile. Come potremmo capire QUANDO e COME crederGli?. Ce lo dicono gli zelanti gazzettieri Antonio Socci e Massimo Introvigne o ce lo indica qualche vescovo? Qualcuno suona il campanello per avvisare che il Papa sta per dire una cosa infallibile e dopo lo risuona per avvisare che il tempo dell’infallibilità è finito e che quindi, quello che dirà lo dice “a titolo personale”? Io sarei curioso di assistere a questa domanda da fare a J.M. Bergoglio per “chiarire” ciò che è già chiaro e cioè: “Quello che ha scritto nella Lettera a Scalfari o che ha detto nell’intervista a La Civiltà Cattolica e poi nuovamente a Scalfari, era una sua opinione personale e non vincolante, oppure Lei stava parlando come maestro dei cristiani per vincolare le loro coscienze, per indicare la via da seguire?”. Risponderebbe sicuramente con la seconda ipotesi ….. ma i sofisti direbbero ANCORA che ha parlato a titolo personale …. poi magari ci sarà un Concilio Ecumenico che ribadirà le stesse cose solennemente “comandando” tali cose come “conformi alla Rivelazione” ed “ispirate dallo Spirito Santo” … e costoro direbbero ANCORA che il Concilio è solo pastorale. Come se poi con il pretesto del “pastorale” si potessero dire cose aberranti e come se comunque il “pastorale”, possa sganciarsi dal dogmatico quando casomai ne discende.
  Questo rovesciamento verticale del depositum fidei,  può mai essere insegnato dai vertici più alti della Chiesa Cattolica? Apparentemente sì. Chiesa fallace dunque e avvelenatrice di anime? Pastori che portano le pecorelle nelle tenebre? Apparentemente sì perché le pecorelle seguono i pastori. Ma costoro SONO VERI PASTORI? Se fosse infatti la Chiesa a contraddirsi e a sbagliare avremmo dato ragione al modernismo, il quale punta proprio a questo: distruggere la Chiesa annientando la fede stessa nella Chiesa. Non è più ovvio costatare che questo Papa ha posto un ostacolo a ricevere l’autorità da Gesù Cristo e che pertanto, non è il Suo Vicario in terra? Cos’è più prudenziale? Dire che la Chiesa, la gerarchia, i Papi hanno tradito, manomesso, scardinato il sacro deposito della Fede  e quindi aborrirli, gettando discredito su di essi, oppure constatare e testificare la vacanza della Sede in attesa ovviamente di un pronunciamento legale da parte della Chiesa tornata in autorità? Compito della teologia non è solo ripetere ma riflettere per comprendere, guardare in faccia la realtà e spiegare come tutto questo accade: Il problema che al singolo si presenta per primo riguarda il compimento dell’atto di fede: il resto è conseguenza. Se credo ad una cosa che va contro la fede e ne sono consapevole, ho perso la fede. Se credo che il Papa o la Chiesa abbiano insegnato qualcosa di sbagliato in materia di fede o di morale, ho perso la fede (perché in qualche maniera nego l’infallibilità del Magistero). L’unica strada percorribile è constatare che ogni “verità” contraria a quelle già professate dai Romani Pontefici non può venire da un vero Papa. . Ergo, l’autorità che promulga l’errore non è assistita dallo Spirito Santo …. Ergo tale autorità è solo materiale in quanto non assistita dallo Spirito Santo. Non è formalmente autorità. La contraddizione rende impossibile due atti di fede opposti perché il magistero è UNO e quindi si segue quello da sempre seguito. La vera scelta prudenziale è la sostanza della Sede Vacante, al di là di qualunque differenza tra chi la professa. Infatti il primo dovere che abbiamo verso la Chiesa e i nostri fratelli è la Carità della Verità, non delle pietose bugie. 
                                                                                                      Pietro Ferrari 
http://radiospada.org/2013/10/il-papa-giacobino-e-il-papa-modernista/
Dialogo tra il Papa e Scalfari:
- "Santità..."
- "Dimmi, Francesco"
http://www.campariedemaistre.com/2013/10/shots-53.html
L’attenzione verso Papa Francesco cresce di giorno in giorno. Anche da parte di quella stampa estera che, almeno in passato, tendeva a considerare minoritarie le vicende della Chiesa cattolica o, in certi casi, a sminuirle legandole agli sviluppi interni alla politica italiana. L’intervista rilasciata dal Pontefice aRepubblica, e al suo laicissimo fondatore Eugenio Scalfari, diviene così terreno di dibattito sulle prospettive di un papato sempre più universale, per definizione e per vocazione di chi lo incarna.
Non è attenzione ai temi più squisitamente spirituali (come l’esistenza dell’anima, alla quale Scalfari dichiara di non credere, mentre il Papa gli ribatte che pur non credendoci, “lei ce l’ha”) o di background culturale (i santi ispiratori e i riferimenti intellettuali), che pure coprono una parte rilevante del dialogo: uno dei pochi a prestarvi attenzione è l’argentino Clarìn, il quotidiano di casa per Bergoglio, che ha titolato sulla “grande ansia” che aveva invaso il Pontefice prima dell’accettazione durante il conclave. Per gli altri, piuttosto, il focus è principalmente su questioni molto più terrene, e dati i tempi, non meno significative per la cattolicità e il ruolo della Chiesa nella società contemporanea: il narcisismo delle gerarchie ecclesiastiche, la cortigianeria, la riforma della Curia.
Una Chiesa meno Vaticano-centrica
E’ proprio su quest’ultimo aspetto – del resto sono i giorni delle prime riunioni degli otto cardinali preposti a formulare proposte per nuove modalità di governance ecclesiale – che punta il dito lo spagnolo El Mundocon il titolo “il Papa dice che il difetto della Curia è di occuparsi solo del Vaticano”. Una critica che costituirà certamente la base per avviare la Chiesa verso l’universalità delle proprie strutture e che, sottolinea ABCl’altro giornale spagnolo conservatore, punto di riferimento dei cattolici iberici, “sta creando notevole inquietudine in Curia”, soprattutto tra coloro che in questo momento non ne controllano il processo di riforma. Chi scivola sulla questione della riforma “in linea con lo spirito della modernità” è lo statunitense US Today, che per fretta o distrazione di qualche redattore, nella foto di rito, poi prontamente rimossa, mette Benedetto XVI invece che Francesco.
La “lebbra” del papato e il “narcisismo” della corte
Mentre non mostra lapsus freudiani di sorta il settimanale tedesco di Amburgo Der Spiegel, accusato nel recente passato anche di sentimenti anti-italiani, che non si lascia sfuggire l’occasione di attaccare con la frase forse più dura dell’intervista papale: “La corte è la vera lebbra del papato”. E sulla “stroncatura del narcisismo di molti capi della Chiesa” si sofferma l’Huffington Post United Kingdomlasciando intendere come l’intento del Papa sia proprio quello di “cambiare questa mentalità”, affinché la Chiesa – spiega il Washington Post – torni a dare speranza ai poveri e agli anziani”.
La cultura dell’incontro
Su un nuovo atteggiamento nel rapporto con la cultura laica e, più direttamente, con chi è lontano dalla fede, si concentra gran parte della stampa internazionale con ascendenze progressiste. Così il francese Liberation, che non si lascia scappare l’occasione di affermare che la risposta al “Vaticano-centrismo” è “il rafforzamento del dialogo con i non credenti”, così come indicato dal Concilio Vaticano II. E’ la frontiera della nuova evangelizzazione voluta dallo stesso Bergoglio, che nel dialogo con Scalfari ha ribadito il concetto: “i padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti”. In tal senso, riprende le parole del Papa il quotidiano catalano La Vanguardia: “il proselitismo è una solenne sciocchezza”, perché “bisogna conoscersi, ascoltarsi e far crescere la conoscenza del mondo che ci circonda”.
Comunque la si voglia interpretare, chiosa l’americano National Catholic Reporter, l’intervista “è più sorprendente di quella rilasciata alla rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica, intanto perché fatta con una persona decisamente distante dalla Chiesa, e poi perché Papa Francesco riesce a far comprendere esattamente cosa intenda per cultura dell’incontro”. Si tratta perciò – chiude l’editorialista Michael Sean Winters – di “un’altra intervista-bomba da parte del Papa”.

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