(di Lupo Glori) L’Illinois è il quindicesimo stato americano a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Procede così a ritmi spediti l’omosessualizzazione degli Stati Uniti sostenuta e promossa dal presidente Barack Obama e avallata, lo scorso 26 giugno, dalla dichiarazione di incostituzionalità del “Defense of Marriage Act” (Doma) da parte della Corte Suprema americana.
Con 61 voti a favore e 54 contrari, la Camera dell’Illinois ha, infatti, approvato la legge che, dopo la scontata firma del Governatore Pat Quinn, renderà possibile, dal primo giugno del 2014, lo pseudo matrimonio omosessuale.
Dopo il Maryland, il Maine, lo Stato di Washington, il Delaware, il Rhode Island e il Minnesota, una nuova vittoria, dunque, per i sostenitori dei diritti gay. Come riporta inoltre “La Stampa”, a testimonianza di tale dilagante deriva omosessualista a stelle e strisce, «a giugno, poi, la Corte Suprema ha cancellato il bando per i matrimoni gay in California, e la stessa cosa si prepara a fare la massima Corte del New Jersey. La settimana scorsa, inoltre, il Senato federale ha compiuto un passo in avanti già definito da molti `storico´: ha deciso che si voterà sull’Employment Non Discrimination Act (Enda), la legge che vieta nei luoghi di lavoro ogni tipo di discriminazione basata sugli orientamenti sessuali».
Il presidente americano Barack Obama, uscito ormai, da tempo, totalmente allo scoperto in materia di diritti omosessuali, festeggia dichiarando come: «il nostro viaggio come nazione non è completo fino a quando i nostri fratelli e sorelle gay non saranno trattati come gli altri dalla legge. Gay e le lesbiche d’America devono essere trattati in modo giusto ed equo». Obama ha aggiunto entusiasta come lui e la moglie Michelle siano, «contenti per tutte le coppie dell’Illinois che vedono riconoscere il loro amore legale così come lo è il nostro, e per i loro amici e le loro famiglie che volevano altro che vedere i loro cari essere trattati giustamente e in modo paritario davanti alla legge».
Il “Chicago Tribune” mette in luce un aspetto particolare della vicenda, facendo notare come in Illinois gli attivisti gay abbiano trovato un insolito alleato nel Papa richiamandosi alla sua, ormai celebre, esternazione rilasciata sul volo di ritorno dalla GMG a Rio de Janeiro, quando affermò: «se una persona è gay e cerca Dio in buona fede, chi sono io per giudicarla?». Secondo il giornale di Chicago tali parole hanno indotto ad un “esame di coscienza” diversi parlamentari cattolici, tra cui la democratica Linda Chapa LaVia e il presidente della Camera, Michael Madigan. Quest’ultimo ha sottolineato come i commenti del Papa sull’omosessualità abbiano assicurato tra i 5 e i 10 voti, decisivi per il passaggio della legge.
Come riporta il sito americano “LifeNews.com” commentando tale notizia, Linda Chapa LaVia ha giustificato il proprio voto a favore del matrimonio omosessuale affermando che: “come cattolica seguace di Gesù e del Papa, Papa Francesco, mi è chiaro che la nostra dottrina religiosa cattolica ha al suo centro l’amore, la compassione e la giustizia per tutte le persone“. Da parte sua Madigan, senza nominare direttamente il Papa, ha fatto comunque un chiaro riferimento alle sue osservazioni dichiarando: «per quelli a cui capita di essere gay e che vivono le loro relazioni in maniera armoniosa e produttiva, ma illegale, chi sono io per giudicare che loro dovrebbero essere illegali?».
Tali dichiarazioni, da un lato, testimoniano l’impatto e le conseguenze dannose che possono avere sull’opinione pubblica certe parole, strumentalizzate a proprio piacimento dalla stampa; dall’altro, denotano la superficialità di alcuni sedicenti politici cattolici che, in cerca di consenso, tentano di contemperare l’inconciliabile: la dottrina cattolica e l’omosessualismo. La posizione tradizionale della Chiesa cattolica in materia è stata ricordata peraltro dall’arcivescovo di Chicago, il cardinal Francis George, il quale, all’indomani dell’approvazione, ha puntato il dito contro quella che ha definito “una pessima legge“. Papa Francesco, da parte sua, nella sua prima enciclica, Lumen Fidei, pubblicata nel mese di luglio, aveva ribadito in maniera netta l’insegnamento della Chiesa, che definisce il matrimonio come l’unione di un uomo e una donna. Nel 2009, come arcivescovo di Buenos Aires, il futuro Papa aveva inoltre messo in guardia dal matrimonio omosessuale rappresentandolo come, “una macchinazione del Padre della Menzogna che cerca di confondere e ingannare i figli di Dio, (…) una pretesa distruttiva contro il piano di Dio“. (di Lupo Glori)
Folle imposizione dell'Europa: insegnare ai piccoli tutto sul sesso (masturbazione, gay, etc.)
D’ora in avanti la masturbazione sarà promossa in tutte le scuole materne ed elementari d’Europa come forma di educazione sessuale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), di comune accordo con l’agenzia governativa tedesca per l’Educazione sanitaria, sta infatti diffondendo presso tutti i ministeri della Salute e dell’Istruzione d’Europa un documento, chiamato «Standard di Educazione Sessuale in Europa», che invita a una maturazione della consapevolezza sessuale già nei primissimi anni di età, attraverso una conoscenza del proprio corpo e un’esplorazione delle relazioni sessuali - sia etero sia omo - infantili. Il testo, redatto da diciannove esperti, è rivolto a «responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie» e rappresenta una sorta di vademecum per guidare i bambini verso una piena crescita sessuale nel periodo compreso tra 0 e 15 anni. Nelle 83 pagine del documento vengono definite le varie fasce d’età e, per ciascuna, stabiliti gli obiettivi da raggiungere e i relativi compiti dell’insegnante. Ai bimbi dagli 0 ai 4 anni, si legge, «gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel “gioco del dottore”». ...
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