Nell’omelia di lunedì 18 novembre a Santa Marta papa Francesco ha
preso spunto dal primo libro dei Maccabei – di cui è iniziata la lettura
in questo scorcio dell’anno liturgico – per dare una micidiale lavata
di capo a quel “progressismo adolescenziale” disposto a sottomettersi
alla “uniformità egemonica” del “pensiero unico frutto della mondanità”.
Un pensiero che legalizza anche “le condanne a morte”, anche “i sacrifici umani”. “Ma voi – ha chiesto il papa – pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono”.
Difficile non vedere in questo grido di dolore di papa Francesco anche le innumerevoli vite falciate sul nascere dall’aborto.
Nel deprecare l’avanzata di “questo spirito di mondanità che porta all’apostasia” il papa ha citato un romanzo “profetico” d’inizio Novecento che è una delle sue letture preferite: “Il padrone del mondo” di Robert H. Benson, un sacerdote anglicano, figlio di un arcivescovo di Canterbury, che si convertì al cattolicesimo.
Gesù – ha ricordato il papa – apostrofa come “generazione adultera e malvagia” coloro che “negoziano una cosa essenziale al proprio essere, la fedeltà al Signore”. Forse non negoziano alcuni valori ai quali non rinunciano; ma si tratta di valori – ha sottolineato – che alla fine sono talmente svuotati di senso da restare soltanto “valori nominali, non reali”.
Ecco i link all’omelia papale nelle sintesi diffuse dai due organi vaticani a ciò deputati:
> Radio Vaticana
> L’Osservatore Romano
A questa messa celebrata da Francesco a Santa Marta ha preso parte anche il nuovo segretario di Stato Pietro Parolin, nel suo primo giorno di servizio effettivo.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/11/18/ma-non-era-il-papa-piu-amato-dai-progressisti/
Un pensiero che legalizza anche “le condanne a morte”, anche “i sacrifici umani”. “Ma voi – ha chiesto il papa – pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono”.
Difficile non vedere in questo grido di dolore di papa Francesco anche le innumerevoli vite falciate sul nascere dall’aborto.
Nel deprecare l’avanzata di “questo spirito di mondanità che porta all’apostasia” il papa ha citato un romanzo “profetico” d’inizio Novecento che è una delle sue letture preferite: “Il padrone del mondo” di Robert H. Benson, un sacerdote anglicano, figlio di un arcivescovo di Canterbury, che si convertì al cattolicesimo.
Gesù – ha ricordato il papa – apostrofa come “generazione adultera e malvagia” coloro che “negoziano una cosa essenziale al proprio essere, la fedeltà al Signore”. Forse non negoziano alcuni valori ai quali non rinunciano; ma si tratta di valori – ha sottolineato – che alla fine sono talmente svuotati di senso da restare soltanto “valori nominali, non reali”.
Ecco i link all’omelia papale nelle sintesi diffuse dai due organi vaticani a ciò deputati:
> Radio Vaticana
> L’Osservatore Romano
A questa messa celebrata da Francesco a Santa Marta ha preso parte anche il nuovo segretario di Stato Pietro Parolin, nel suo primo giorno di servizio effettivo.
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