ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 20 dicembre 2013

Ad ognuno il suo (padrone): praevalent!

Papa Francesco ingaggia un altro colosso americano per mettere in ordine i conti del Vaticano
Le grandi società di consulenza americane sono di casa in Vaticano. Papa Francesco continua ad ingaggiare colossi internazionali statunitensi per l'auditing finanziario e gestionale, al fine snellire le procedure interne ritenute vetuste e bizantine, oltre che mettere ordine ai conti, aumentare l'efficienza della struttura amministrativa.
La realizzazione delle riforme sembra passare dal lavoro (strapagato) di top manager ed esperti contabili provenienti dalla Promontory Financial Group, la società che da qualche mese sta mettendo ordine nei 19 mila conti correnti dello Ior, la Ernst and Young incaricata di effettuare un lavoro di verifica e consulenza sulle attività economiche e sui processi di gestione amministrativa del Governatorato (dove si coordinano i bandi per la maggior parte degli appalti) e, ultime arrivate, la KPMG, una società di auditing e consulenza fiscale con il compito di “allineare le procedure contabili di tutti i dipartimenti della Santa Sede in modo da rispettare gli standard internazionali”. Infine la MacKinsey che aiuterà Francesco a mettere ordine nel settore della comunicazione, al momento frammentario e dispersivo, avvalendosi della consulenza di questo colosso. L'obiettivo è fare in modo che la comunicazione diventi "più funzionale, efficiente e moderna".

Al momento la Santa Sede dispone di sei diversi dipartimenti per le comunicazioni: un ufficio stampa, un centro televisivo, la Radio Vaticana che trasmette in tutto il mondo, un quotidiano storico, l'Osservatore Romano, un sito internet tra i più cliccati, e infine un Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali che esercita un ruolo più accademico che non politico. Questi organismi godono di una ampia autonomia tanto che spesso non comunicano né cooperano tra loro, anzi, talvolta sembrano persino in competizione. In passato, è successo che un ufficio pubblicasse informazioni importanti senza avvertire gli altri organismi, o addirittura in contraddizione con le notizie precedentemente diffuse. Qualche volta causando imbarazzi se non pasticci. Benedetto XVI si era spesso lamentato di questo ginepraio e avrebbe voluto mettervi mano.

Non ha fatto in tempo e il dossier è passato di conseguenza sul tavolo di Papa Francesco che auspica un coordinamento maggiore. I due gioielli nella comunicazione restano L’Osservatore Romano, il quotidiano principe, che l’editore sta cercando di modernizzare attraverso un sito e un servizio plurilingue, sotto la guida del professor Vian. E la Radio Vaticana, che trasmette in 40 lingue, assorbendo però una grossa parte del bilancio tanto che diversi cardinali continuano ad interrogarsi se vale la pena mantenere in piedi una struttura così dispendiosa come quella. E KPMG è stata scelta da una commissione internazionale composta da sette esperti legali, nominata a luglio dal pontefice per aiutarlo a rivedere il funzionamento della Santa Sede e rimediare agli errori commessi durante il papato di Benedetto XVI.
di Franca Giansoldati

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=410631&sez=PRIMOPIANO&ssez=VATICANO#
PAPA BERGOGLIO
Marco Ansaldo per "la Repubblica

Una struttura nuova dedicata alla comunicazione. Un corpo unico dove giornali, siti web e agenzie agiranno in modo integrato. E, forse, un nuovo capo della Sala Stampa vaticana. Cioè, il portavoce del Papa. Jorge Mario Bergoglio prosegue la sua opera di rinnovamento con l'impeto di uno schiacciasassi. E la sua rivoluzione passa adesso per un altro fronte, delicatissimo e vitale per la Chiesa: quello della stampa e della comunicazione. Anche qui, lo tsunami che colpisce il Vaticano è destinato ad abbattere antiche incrostazioni per proporre un sistema diverso di annunciare la parola di Dio.
PAPA BERGOGLIO
Ieri la Commissione d'inchiesta sulle finanze vaticane, dopo una procedura di gara, ha affidato alla multinazionale statunitense McKinsey l'incarico di «fornire una consulenza che contribuisca allo sviluppo di un piano integrato per rendere l'organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna».
Nella nota ufficiale la Sala stampa parla di un progetto di consulenza che «avrà lo scopo di
fornire alla Commissione elementi utili per le opportune raccomandazioni in merito al Santo Padre». Tradotto, significa che molto presto i mezzi di comunicazione del Vaticano si doteranno di un ente unico al quale faranno riferimento.
L'intento, rispettando la pluralità e diversità delle voci, è quello di evitare scompensi di comunicazione puntando invece a una linea editoriale chiara e univoca. Un altro obiettivo è anche quello di uniformare le questioni amministrative che riguardano in Sala stampa la concessione degli ambìti accrediti permanenti ai giornalisti che chiedono di lavorare in Vaticano, e l'accesso ai voli papali.
In una riunione svoltasi ieri a porte chiuse, a cui hanno partecipato tutti i capi di dicastero interessati e rappresentanti di organi di stampa interni importanti come la direzione generale dell'Osservatore Romano, è stato ribadito che non dovranno più accadere errori di impostazione comunicativa come qualche volta avvenuto in passato.
mckinsey ANTONIO SPADARO
A poter avere la responsabilità del progetto potrebbe essere Francesca Chaouqui, la giovane italiana che fa parte della Commissione referente sulle questione economiche e finanziarie della Santa Sede, ora impegnata sulla spending review vaticana. Per il nuovo capo della Sala stampa e portavoce papale si parla invece di padre Antonio Spadaro, anch'egli giovane e affermato direttore di Civiltà Cattolica, il quindicinale dei gesuiti.
Spadaro, che al momento non ha ricevuto nessuna chiamata ufficiale («non ne so nulla», risponde), è però il nome in cima alla lista di Francesco. Non solo è un gesuita come Bergoglio - e come l'attuale portavoce, padre Federico Lombardi, apprezzato per la grande sensibilità, capacità e misura con cui continua a guidare il suo ufficio.
Paolo Messa presenta Francesca Chaouqui
Ma è anche il primo giornalista da cui il Papa ha accettato di farsi intervistare. Gode perciò di un'enorme stima da parte di Bergoglio, che ha avuto modo di pesare in lunghe ore fianco a fianco la sobrietà e la professionalità di questo sacerdote messinese esperto di giornalismo e letteratura.
Padre Lombardi
 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-68781.htm

Da McKinsey a Kpmg: i big internazionali al lavoro per Papa Francesco

Da McKinsey a Kpmg: i big internazionali al ROMA - Da McKinsey a Kpmg “i big internazionali” della finanza e della comunicazione al lavoro perPapa Francesco. “Il che – scrive Gian Guido Vecchi - può apparire strano sotto il pontificato del Papa venuto quasi dalla fine del mondo”.
L’articolo del Corriere della Sera:
Eppure all’origine c’è proprio questo: «Consentire ai principi del Vangelo di permeare anche attività di natura economica e finanziaria», come ha scritto Francesco. La Chiesa «aperta» che deve «curare i feriti» ed è «in cammino» verso le periferie dev’essere credibile. Per questo, proprio alla vigilia del viaggio a Rio de Janeiro, della settimana incentrata sulla «rivoluzione della tenerezza» come un programma di pontificato, Bergoglio aveva istituito a fine luglio una «commissione referente» che risponde direttamente a lui, come quella che aveva già voluto per lo Ior. Solo che il campo di indagine del secondo gruppo è l’intera «struttura economico-amministrativa della Santa Sede». Una commissione composta da otto tecnici, sette laici e un ecclesiastico, incaricata di «raccogliere informazioni» ed elaborare «soluzioni strategiche» per «evitare dispendi di risorse economiche», «favorire la trasparenza» e «assicurare una corretta applicazione dei principi contabili», per arrivare a una «più attenta programmazione delle attività economiche di tutte le Amministrazioni vaticane».
Il Papa vuole che il lavoro sia fatto presto: alla fine sarà lui, con l’aiuto del Consiglio dei cardinali, a decidere. Ma il lavoro è enorme e così la «commissione referente» di laici, presieduta dall’economista maltese Joseph Zahra — si è affidata ai consulenti. Prima ha scelto Promontory group per la verifica dei conti correnti allo Ior e l’analisi della situazione nell’amministrazione del patrimonio Apostolico (Apsa), quindi ha chiesto a Ernst&Young (di cui fa parte l’unica donna della commissione, Francesca Chaouqui) una ricognizione delle «attività economiche» e i «processi di gestione amministrativa» del Governatorato della Città del Vaticano.
E infine ieri, «a seguito di procedura formale di gara e selezione», all’elenco si sono aggiunte altre due grandi società. McKinsey & Company dovrà dare la propria consulenza per «contribuire allo sviluppo — in stretta collaborazione con i responsabili degli uffici interessati — di un piano integrato per rendere l’organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna». Mentre il «network internazionale Kpmg» sarà il consulente per «allineare le procedure contabili di tutti gli enti della Santa Sede con gli standard internazionali».
In particolare, il lavoro di McKinsey sui media della Santa Sede — dalla Radio Vaticana all’Osservatore Romano , dal centro televisivo ai siti internet — «inizierà dopo Natale e durerà un paio di mesi», spiega padre Lombardi, portavoce vaticano che è anche direttore generale della Radio. Una consulenza «tecnica», naturalmente, che non riguarda i contenuti ma, «nel rispetto della storia di ognuno», l’organizzazione dei mezzi di informazione. «Si ha fiducia nella competenza professionale dei laici che compongono la commissione e scelgono i consulenti», chiariscono in Vaticano. Fermo restando che, terminato il loro lavoro, l’unico gruppo internazionale che avrà voce in capitolo per consigliare il Papa saranno gli otto cardinali che ha scelto per aiutarlo nelle riforme.
http://www.blitzquotidiano.it/rassegna-stampa/da-mckinsey-a-kymg-big-internazionali-lavoro-papa-francesco-1749984/

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