di G.P.
Era nell’aria e alla fine il fulmine è arrivato colpendo i F.I. nel
giorno a loro tanto caro, la solennità dell’Immacolata ! Pura
coincidenza oppure mossa preparata a tavolino con furbizia e
determinazione? Lasciamo la risposta ai lettori. Ecco quanto è accaduto.
Nel giorno dell’Immacolata,
domenica 8 dicembre,
il P. Commissario Apostolico (tramite il Segretario Generale P. Alfonso
Bruno) mandaper posta elettronica a tutte le Case Mariane una
circolare di 5 pagine. Come al solito,
non in formato cartaceo, e
senza numero di protocollo.
Non si riesce nemmeno a vedere se la firma di P. Volpi è autografa
oppure scansionata dall’esperto P. Bruno. Comunque è sicuro che la
lettera è di P. Volpi.
P. Alfonso Bruno sembra davvero abile nel manipolare notizie,
fatti, dati statistici (il triste questionario della visita apostolica),
a scansionare firme… Certe fonti sostengono che P. Bruno ha contribuito
al dossieraggio contro mons. Marcel Agboton, all’epoca arcivescovo di
Cotonou (Benin), quello che tolse il Santuario di Allada ai frati e a P.
Bruno…
Passò qualche anno e arrivò la vendetta, non si sa se dal Cielo o
da P. Bruno. Dossieraggio, accuse, e nel 2010 mons. Agboton è dimesso
dalla Santa Sede. Era davvero colpevole? Chi dice sì, chi dubita.
Sarebbe interessante capire se la rimozione del vescovo di allora, ha a
che fare qualcosa con i colpi di mano di oggi. Con la stessa persona, si
intende, e con la stessa strategia.
In diverse occasioni, dinanzi a laici MIM e a frati, a voce e a
mezzo stampa, in Italia e all’estero, P. Bruno ha raccontato e insinuato
accuse (tipo:
deviazione tradizionalista, problemi mentali, complottismo)
contro P. Stefano Manelli e i suoi stretti collaboratori. Ha fatto
carriera, P. Bruno: grandi amicizie, tessera di giornalista, licenza,
master, visite e appoggi in Curia Romana, Assistente Generale… Il tutto
fingendo sino all’ultimo (vedi firma in calce al documento inviato
contro il questionario) di stare da una parte (con padre Stefano), per
balzare poi, ufficialmente, dall’altra, al momento giusto. Mentre faceva
l’elogio pubblico dei genitori santi di padre Manelli, al lifeday 2012,
e li additava come esempio per tutti, come genitori del suo fondatore,
lavorava per la caduta del suo fondatore…
E vediamo quella lettera dell’8 dicembre:
durissima, imperiosa, diffamatoria, calunniosa.
P. Volpi scrive in una «occasione propizia», certo che
le festività natalizie renderanno le sue parole «più chiare,
rassicuranti e fruttuose»… Con insinuazioni non troppo velate e
manipolando le parole di Papa Francesco (
Evangelii gaudium), P. Volpi
rimprovera P. Manelli e i suoi frati di non esser tanto conformi al carisma F.I. e di non essere ecclesiali[1].
P. Volpi fa sua la mentalità dei frati contestatori che si sono appellati alla CIVCSVA[2]:
i Fondatori e i frati “manelliani” avrebbero deviato dall’autenticità del carisma FI e dall’ecclesialità… Sappiamo cosa intendono P. Volpi e seguaci:
il reato da essi contestato e insinuato è la promozione e la preferenza del Vetus Ordo.
Non vogliono ammettere la legittimità dell’operato di P. Manelli e dei
suoi collaboratori (cf. Atti Capitolo Generale 2008, pp. 49-50; Lettera
Consiglio Generale FI, 21-11-2011, Prot. 77/2011; rescritto della
Pont.Comm. ED, 14-4-2012) in sintonia con il Motu proprio “Summorum
Pontificum” di Papa Benedetto XVI e con l’istruzione (PCED) “Universae
Ecclesiae”.
Sintetizziamo le accuse esplicite o implicite, dichiarate o insinuate, che P. Volpi rivolge nella sua circolare ai
frati fedeli al carisma dei Fondatori: 1) «disobbedienze» contro la sua opera; 2)
criticare la Chiesa e attribuire alla Chiesa la distruzione del carisma F.I.; 3)
mancanza di libertà e responsabilità di pensiero e di azione; 4)
i precedenti formatori e superiori avrebbero ispirato nei frati (specie studenti e formandi)«paure e “terrore reverenziale”»[3].
Chi conosce solo un po’ questi frati non può che dire di tutto ciò:
falso.
I frati che hanno chiesto a P. Volpi di revocare alcune
sue opinabili decisioni e che hanno fatto ricorso alla CIVCSVA si sono
avvalsi del diritto canonico che prevede il ricorso gerarchico per un
qualsiasi giusto motivo (can. 1737 § 1). Piuttosto, a legger tutto ciò
che sta capitando a questi frati, sembra proprio vero il contrario,
ossia che
mancanza di libertà, paure e terrore psicologico sono
ispirati e provocati da P. Volpi e dai suoi complici (es.: P. Bruno),
con provvedimenti autoritari, proibizioni e restrizioni…E poi, che dire
delle minacce di P. Volpi e complici contro i frati “petizionari”?
Vedremo più avanti.
Nessuno sano di mente e cuore si sognerebbe di attribuire alla Chiesa la distruzione del carisma e delle opere dei F.I.; semmai, sono P. Volpi e ai suoi collaboratori F.I. ad agire da distruttori; se agiscono in buona o mala fede, solo Dio lo sa.
P. Volpi è dalla parte dei 5 principali contestatori
(non li nomina ma ormai son noti sul web) che hanno fatto ricorso alla
Santa Sede «conforme al loro diritto»… Perché poi P. Volpi si
scandalizza di una petizione rivolta alla Santa Sede e dei ricorsi di
vari frati? Non hanno agito anche loro «conforme al diritto»?
P. Volpi si lamenta della “macchina del fango” che ha
colpito i suoi pupilli. In realtà il fango l’hanno cominciato a gettare
loro, anche con l’appoggio di P. Volpi. Vedasi il caso di P. Alfonso
Bruno. Vedasi l’email e il promemoria spedito a vari indirizzi email di
frati da P. Antonio Santoro il 30 luglio 2013 dove si accusano P.
Manelli e i formatori dello STIM di impartire una formazione
paranoica,
lefebvriana e
complottista. Quanto fango hanno buttato i contestatori e P. Volpi !
P. Volpi insinua che i “manelliani” sono
strumentalizzati dai lefevriani adducendo come prova il fatto che
«Fellay» ha parlato bene di loro… E se invece un musulmano o un
progressista parlasse bene dei F.I., allora vorrebbe dire che sono
diventati musulmani o progressisti? E se un protestante, pardon, un
fratello separato, lodasse il p. Volpi per le sue aperture teologiche
circa la concezione della vita religiosa, in particolare sulla povertà
evangelica, non lontane da quelle di Lutero, allora p. Volpi sarebbe
diventato un protestante?
P. Volpi dice di aver ricevuto testimonianze negative
sui F.I. da Ordinari in Italia e all’estero[4]. Perché non dice quante
sono? Perché tace le testimonianze positive di cardinali, vescovi,
sacerdoti e laici ?
P. Volpi accusa P. Manelli e altri di
passaggio dei beni mobili e immobili dell’Istituto a laici famigliari e figli spirituali di P. Manelli.
In realtà i beni non sono mai appartenuti all’Istituto, ma ad
associazioni non-profit che fiancheggiano l’Istituto. Dare più
responsabilità ai laici nella gestione dei beni è sempre stato il
pensiero del Padre Fondatore e il pensiero di Papa Francesco, che vuole
una Chiesa davvero povera, tanto più i francescani. D’altra parte, a
quanto sembra da varie fonti, il P. Manelli ne aveva informato P. Volpi
il quale aveva accolto la notizia con gioia perché vedeva che si cerca
di vivere la Regola francescana.
Nella lettera si parla della «raccolta furtiva di firme» di frati per
fondare un nuovo Istituto che preferisca il Vetus Ordo; firme, secondo P. Volpi, «spesso estorte con l’inganno», firme poi ritrattate da «singoli religiosi»;
religiosi che avevano firmato quella petizione scritta nell’idioma italiano «da essi non conosciuto»[5].
La “furtività” (o riservatezza?), sarà sicuramente dipesa dal
clima terroristico instaurato da P. Volpi, P. Bruno, P. Calloni. È
facile pensare che se P. Volpi continua a colpire i frati, questi
saranno contenti di far un nuovo Istituto. Sembra davvero strano pensare
ad un inganno in questa faccenda della “raccolta firme”. P. Volpi fa
passare questi poveri frati come dei rimbambiti, i buoni frati ci
perdonino il termine.
All’inizio era il Fondatore che non capiva più niente,
poi, man mano, tutti i frati che lo hanno seguito nella fedeltà al
carisma originario son diventati d’un botto tutti imbecilli (scusate
ancora!), studenti e fratelli, e questo “in barba” agli studi
scotistici che portano avanti con fervore e con buon frutto, come
testimoniano le tante pubblicazioni di filosofia e teologia scotista,
apprezzate in Italia e all’estero. Da confidenze avute, semmai
bisognerebbe denunciare falsità e minacce usate contro i firmatari:
alcuni collaboratori di P. Volpi hanno tentato di estorcere
ritrattazioni delle firme e poi hanno deposto da cariche i frati
“petizionari”. P. Volpi e soci (P. Bruno, P. Tindoy ecc.) hanno cercato
di far credere che
quella petizione fosse contro la Chiesa… Almeno in un caso la deposizione di un “petizionario” è stata brutale e immediata: trasferimento da una nazione all’altra.
Alcuni frati, sotto tali minacce, avranno pure ritrattato per
paura di essere espulsi o sospesi a divinis. Forse alcuni sono stati
convinti con argomenti suadenti. Ma che dire di tutto ciò? E pensare che
P. Volpi accusa i “manelliani” di infondere paura e terrore…
P. Volpi tra le righe loda
i suoi frati come
fedeli al carisma e alla Chiesa… Invece quelli di P. Manelli avrebbero
identificato l’Istituto e il carisma con il Fondatore dandogli pure «una
specie di aureola di infallibilità»… P. Volpi li accusa di «povertà
spirituale» e «dipendenza psicologica», «automatismo succube»… Tali
accuse P. Volpi rivolge anche ad «alcune esponenti di spicco delle Suore
Francescane dell’Immacolata» che avrebbero contribuito «non poco» alla
formazione di tale mentalità tra noi frati… E poi P. Volpi addossa tali
accuse anche «a molti laici» della MIM e del TOFI, colpevoli, secondo
lui, di creare «gravi scandali» e di mettere a repentaglio l’apostolato e
l’integrità della fede…[6] Tutti sotto accusa!
In realtà P. Volpi e il suo gruppetto di seguaci stanno
scandalizzando e creando scompiglio dentro e fuori l’Istituto. Si
ritengono infallibili interpreti del carisma F.I. ed ecclesiali assai
più dei Fondatori impedendo ai loro frati qualsiasi giusta difesa. P.
Volpi e
i suoi frati pretendono dai “manelliani” dipendenza e automatismo succube. Ma costoro preferiscono stare
nella Chiesa, col Papa e con i Fondatori.
P. Volpi si ritiene praticamente infallibile e con
abilità mette in contraddizione il seguire il Papa e il seguire i
Fondatori.
Dopo aver scagliato diffamazioni e calunnie, P. Volpi
scrive che ha informato (ovvio, a modo suo !) la CIVCSVA di quanto
sopra, e pertanto in forza della sua autorità P. Volpi dispone (senza
chiari, precisi, circostanziati motivi, alla faccia della certezza del
diritto) 6 provvedimenti:
1) sospensione dello STIM e chiusura della Casa di Sassoferrato dove il predetto seminario è ubicato;
2) sospensione per un anno di ordinazioni diaconali e sacerdotali; i candidati formandi dovranno
sottoscrivere dichiarazione con
cui accettano il Novus Ordo «quale espressione autentica della
tradizione liturgica della Chiesa e dunque della tradizione francescana»
e i documenti del Vaticano II. (P. VOLPI SCAMBIA I “MANELLIANI” PER
LEFEBVRIANI? P. VOLPI E I SUOI FRATI RITENGONO, ERRONEAMENTE, CHE SIA
ILLECITO AI F.I. PREFERIRE IL VETUS AL NOVUS ORDO, continuando però a
utilizzare entrambi).
3) Ogni religioso deve formalmente manifestare per iscritto la
sua volontà di continuare il suo cammino tra i F.I. secondo il Concilio
Vaticano II. (FORSE NON L’HANNO FATTO FINORA? I FRATI TEMONO CHE TALI
SOTTOSCRIZIONI VENGANO STRUMENTALIZZATE E USATE CONTRO DI LORO).
4) sospensione delle attività MIM e TOFI finché questi non faranno dichiarazione di adesione all’autorità di P. Volpi.
5) nomina di una commissione economica.
6) proibizione a tutti i religiosi F.I. di collaborare con le
pubblicazioni della Casa Mariana Editrice… (PERCHE’? CI SONO PROBLEMI
DOTTRINALI? NO, IL PROBLEMA E’ CHE AL PUPILLO DI P. VOLPI, P. ALFONSO
BRUNO, E’ STATO CHIESTO DI RESTITUIRE ALLE SUORE LA RIVISTA “MISSIO
IMMACULATAE”. LA REPLICA: NESSUN FRATE DEVE COLLABORARE CON LA CME!! P.
BRUNO E P. VOLPI NON RISPARMIANO COLPI, NEMMENO IN GIORNI DI FESTA).
CIRCA LO ZELO ECONOMICO DI P. VOLPI:
- PERCHE’ P. VOLPI HA PROMOSSO P. ZANGHERATTI VICERETTORE STIM,
NONOSTANTE SIA UNO DEI 5 FRATI CHE HANNO DENUNZIATO P. MANELLI ALLA
CIVCSVA.
- SOSPENDENDO/CHIUDENDO LO STIM, E OBBLIGANDO GLI STUDENTI DI
FILOSOFIA E TEOLOGIA A STUDIARE ALTROVE (BENEVENTO E ROMA), P. VOLPI
OBBLIGA L’ISTITUTO A PAGARE DECINE DI MIGLIAIA DI EURO TRA SPESE DI
VIAGGI E TASSE UNIVERSITARIE. CHE DIRE POI DEI COSTI DA PAGARE PER LA
CHIUSURA DELLA CASA DI SASSOFERRATO E I TRASLOCHI DEGLI STUDENTI A
FRIGENTO E ROMA?
P. Volpi termina la lettera – amarissima! – facendo
obbligo («Faccio obbligo») a tutti i Guardiani (e Vicari delle case filiali) di leggerla a tutti i membri di ogni singola comunità…
Che beffa! E pensare che i 5 frati ribelli hanno accusato P.
Manelli di governo arbitrario, tirannico, imposizione del Vetus Ordo… Da
che pulpito, la predica, si potrebbe dire oggi, dopo aver visto
all’opera i “riformatori”
Vedi anche: http://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/12/volpis-list/
[1] Lettera circolare di P. Volpi a tutti i Religiosi F.I., 8 dicembre 2013, p. 1.
[2] Cfr supra, p. 2.
[3] Ivi.
[4] Cfr supra, p. 3.
[5] Ivi
[6] Cfr supra, p. 4.
[1] Lettera circolare di P. Volpi a tutti i Religiosi F.I., 8 dicembre 2013, p. 1.
[2] Cfr supra, p. 2.
[3] Ivi.
[4] Cfr supra, p. 3.
[5] Ivi
[6] Cfr supra, p. 4.
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