BERGOGLIO SMORZA LIDEA DI OPUS-DEI BERNABEI DI REALIZZARE UNA FICTION SU DI LUI
Paolo Conti per Il Corriere della Sera'
PAPA BERGOGLIO |
Papa Francesco potrebbe incontrare presto attori, registi, sceneggiatori di tutto il mondo in Vaticano. L'idea è nata venerdì 13 dicembre durante il lungo incontro che il Pontefice ha avuto con Ettore Bernabei, presidente onorario della Lux Vide (la presidenza operativa è ora di sua figlia Matilde Bernabei) e con suo figlio Luca, amministratore delegato della società di produzione televisiva.
Il Papa li ha accolti con grande cordialità, senza alcuna formalità: Luca Bernabei racconta di essere stato molto colpito dal primo gesto, cioè di far sedere suo padre Ettore su una sedia accanto a lui e non di fronte alla scrivania. Bergoglio si è interessato alla storia della Lux Vide raccontata dall'ex direttore generale della Rai.
Ettore Bernabei ha ricostruito il progetto nato vent'anni fa quando un gruppo di imprenditori italiani (Falck, Pesenti, Merloni, Arvedi, Bazoli, Capaldo e altri) decise di sostenere l'idea di una casa di produzione italiana che si sarebbe impegnata in contenuti diversi dalla solita fiction. Una scelta editoriale legata a un forte impegno etico, ha sottolineato Bernabei, che ha trovato in Vaticano sempre appoggio e approvazione.
PAPA BERGOGLIO
Papa Francesco ha raccontato di essere profondamente preoccupato dalla questione dei contenuti televisivi, senza entrare in dettagli o in esempi: ma la comunicazione audiovisiva è un tema che Bergoglio ha detto di seguire con attenzione e inquietudine. Poi Luca Bernabei ha trovato il coraggio di mostrare al Papa i dvd dei tanti film prodotti dalla Lux Vide.
In particolare Bergoglio si è soffermato su quella dedicata a san Filippo Neri, il santo della gioia e dell'aiuto ai ragazzi in difficoltà. E ha detto che «è importantissimo per i cristiani essere portatori di gioia e non di tristezza. Perché la tristezza significa lontananza dallo Spirito Santo e impossibilità di rendere attraente il messaggio di Cristo per altri uomini. I cristiani tristi non credono allo Spirito Santo».
Poi il discorso è passato su altre fiction, per esempio su quella dedicata alla figura di Maria, e poi «Guerra e pace» e la recente «Anna Karenina». Il Papa ha detto ai Bernabei che bisogna «perseverare in un lavoro che mostri all'uomo la bellezza che è specchio di Dio. Nella bellezza e nel creato gli uomini incontrano Dio e sollevano lo sguardo al cielo».
PAPA BERGOGLIO
Per il Pontefice è molto importante «una comunicazione per l'uomo pensata e non improvvisata». Ha mostrato i suoi timori anche per il mondo di Internet, per quella comunicazione che ha definito, usando volutamente un termine di Internet, «viralizzata», riferendosi a quei virus che contagiano non solo i computer ma anche l'uomo.
Ettore Bernabei gli ha poi descritto il loro rapporto di produttori con attori come Terence Hill, Elena Sofia Ricci ed Alessandro Preziosi.
Ettore Bernabei gli ha poi descritto il loro rapporto di produttori con attori come Terence Hill, Elena Sofia Ricci ed Alessandro Preziosi.
Bernabei gli ha detto che «sono stati fortemente toccati dai personaggi testimoni di fede che hanno portato sullo schermo». Bergoglio si è incuriosito e a sua volta ha raccontato che quando viveva a Buenos Aires accanto alla sede arcivescovile c'erano anche gli uffici della televisione della curia e che lì ha avuto modo di incontrare tanti artisti.
Ettore Bernabei
In un primo momento, ha raccontato il Papa, erano diffidenti, ma quando capivano che lui non aveva mire proselitiste, cioè non intendeva convertirli «ma c'era solo amore e interesse verso la persona, si lasciavano andare a rapporti veri e a confidenze». E proprio da lì è nata l'idea di un incontro collettivo tra gli artisti di tutto il mondo e il Papa, per proseguire questo dialogo.
Ettore Bernabei
I Bernabei gli hanno raccontato che da più parti arrivano richieste alla Lux Vide di realizzare una fiction sulla sua giovinezza e sull'Argentina di Perón. Bergoglio ha detto di sapere che in vari Paesi si sta progettando qualcosa di simile ma ha fatto chiaramente capire che certe iniziative non gli sono gradite.
Invece si è detto contento del progetto su Sant'Ignazio di Loyola, il film della Lux Vide ora in lavorazione: per Bergoglio sarebbe giusto «rimuovere quella patina di uomo inquisitore mentre invece sant'Ignazio fu un credente di grande spirito, pietà e di enorme modernità che fu capace di costruire un esercito di sacerdoti colti e formati che nei secoli è sempre stato al fianco della chiesa».
Poi è arrivato monsignor Georg Gänswein per ricordare al Papa l'incontro successivo. Quindi i saluti, la benedizione. Con un Ettore Bernabei particolarmente emozionato, e salutato con affetto da chiunque lo incontrasse lasciando il Vaticano. Racconta suo figlio Luca: «Mio padre ha incontrato tutti i politici che hanno avuto un ruolo di rilievo in questo Paese negli ultimi 60 anni, da De Gasperi fino a Renzi, come ha conosciuto presidenti degli Stati Uniti o segretari di Stato, ma solo quando ha incontrato i pontefici l'ho visto emozionato. E venerdì era scosso come raramente lo avevo visto».
ETTORE BERNABEI GIANCARLO ELIA VALORI
http://www.dagospia.com/rubrica-29/Cronache/articolo-68455.htm
Lo scudetto al San Lorenzo è un regalo per papa Francesco
Il San Lorenzo ha vinto il torneo Inicial 2013 dopo un drammatico 0-0 con il Velez Sarsfield. Il commento del Pontefice appena sveglio: "Que alegria!"
Il San Lorenzo ha vinto il torneo Inicial 2013 dopo un drammatico 0-0 con il Velez Sarsfield. Il commento del Pontefice appena sveglio: "Que alegria!"
Un pareggio che a Buenos Aires vale un campionato e in Vaticano un regalo di compleanno particolarmente gradito.
Il San Lorenzo, la squadra tifata da papa Francesco, ha vinto il torneo Inicial 2013 dopo un drammatico 0-0 con il Velez Sarsfield. "Que alegria!", ha esclamato, in lingua spagnola, il Santo Padre accogliendo di buon mattino la notizia che la sua squadra del cuore si era laureata campione d’Argentina.
Quella di ieri è stata una domenica particolare a Buenos Aires. In una delle serate più calde dell’anno la squadra del Pontefice è riuscita a pareggiare allo stadio Josè Amalfitani, incontro che di fatto è stata la finale del torneo. In contemporanea, per una coincidenza del calendario, hanno d’altra parte giocato, e pareggiato (2-2), Newell’s Old Boys e Lanus, finite entrambe con 31 punti, come il Velez: alla fine, tutte e tre le squadre sono comunque rimaste alle spalle del San Lorenzo (33). Era dal 2007 che il club non vinceva un campionato. Anche per questo, sulle reti sociali circolano in queste ore commenti e battute sul "miracolo" della vittoria davanti al Velez, che ha tenuto duro fino all’ultimo momento e che a tratti ha anzi giocato meglio della squadra allenata da Juan Antonio Pizzi, oltre ad aver vinto l’Inicial dell’anno scorso. Molti simpatizzanti della squadra, ma anche tanti tifosi rivali, hanno pensato ad un vero e proprio milagro nel momento dell’azione chiave della partita - peraltro molto brutta - e cioè una difficile parata quasi alla fine dell’incontro del portiere Sebastian Torrico. "È stata la mano de Dios", scherzano diversi su Twitter.
Il San Lorenzo è il campione con meno punti mai ottenuti da quando, nel 1991, il calcio argentino ha adottato il sistema dei tornei corti (19 date). Alla fine della partita, e senza nascondere la propria commozione, Pizzi ha sottolineato che "la vittoria col Velez chiude una sofferenza che si trascinava ormai da anni". Lo stesso ct, il presidente Matias Lammens e alcuni giocatori hanno già fatto sapere che, finiti i festeggiamenti, viaggeranno a Roma proprio per incontrare papa Francesco. Nella sua lunga storia - è stato fondato nel 1908 dal sacerdote salesiano Lorenzo Massa - il San Lorenzo ha vinto dodici titoli. Il Papa è d’altra parte nato il 17 dicembre del 1936 a Buenos Aires e il giorno di Natale di quell’anno venne battezzato nella chiesa "Maria Auxiliadora" nel quartiere di Almagro: non lontano da dove padre Massa fondò il club "San Lorenzo de Almagro". Quando parla della sua squadra, l’ex arcivescovo di Buenos Aires ama ricordare quando da bambino andava allo stadio della società, il "Gasometro", e il gol di Renè Pontoni che nel 1946 diede lo scudetto al club.
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