ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 7 gennaio 2014

L’enigma Papa Francesco (seconda parte)

Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell’errore (Manzoni)

francobollo-papa-francescoMancava solo che il 4 gennaio, in pieno tempo natalizio, Bergoglio tornasse a rimarcare quella frase ambigua sui gay con una nuova espressione: “le coppie gay propongono sfide educative inedite”. Cosa significa? Ormai sono troppe le sue frasi sibilline, ognuno se le tira dove vuole, hanno sempre bisogno di padre Lombardi che le chiarisca e le riconduca “acrobaticamente” all’ortodossia per evitare ulteriori scandali tra i fedeli. Non per nulla la più grande rivista gay americana ha proposto Papa Francesco come “Uomo dell’Anno”, non certo perché costoro si siano convertiti, ma perché si sono sentiti confermati nelle loro azioni dal Papa che è come se li avesse benedetti e invogliati a proseguire su quella strada confidando nella “misericordia” di Dio. E un po’ ovunque sembra che il mondo gay esalti il Papa come “paladino ufficiale” dei loro diritti. Forse non è quello che Bergoglio voleva dire, ma la gente lo capisce così e ridicole sono le precisazioni di chi vuol rettificare sempre i suoi discorsi. Il Papa ha il dovere di parlare chiaro, “poco ma chiaro”, e invece risulta il contrario, parla “molto e nebuloso”.

Qui c’è un netto contrasto con la dottrina perenne della Chiesa che considera “il peccato impuro contro natura” (non il peccatore che ha diritto al nostro rispetto e che solo Dio potrà giudicare) tra i quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, assieme all’omicidio volontario, all’oppressione dei poveri e alla frode nel salario agli operai.  Interessante a tale proposito un libretto di Fabio Bernabei dal titolo “Chiesa e omosessualità” Ed. Fede & Cultura, laddove segnala con ampia documentazione l’atteggiamento della Chiesa nei confronti di questa realtà sin dai primi apostoli, S. Paolo ad esempio, e via via, le condanne dei Padri della Chiesa, dei grandi Santi, dei Papi, dei vari Concili, del diritto canonico fino ai più recenti documenti della Congregazione per la dottrina della fede. San Pier Damiani ad esempio afferma che “questo vizio supera per gravità tutti gli altri vizi”, e la grande Santa Caterina da Siena non usa certamente espressioni accomodanti quando afferma che “è un vizio maledetto schifato dagli stessi demoni”.
            Già Papa Benedetto e lo stesso Papa Francesco avevano denunciato la presenza di inquietanti lobby gay in Vaticano, forse le stesse, sostengono molti, che hanno costretto Papa Benedetto alle dimissioni forzate per intronizzare questo Papa di “più larghe vedute” (se ciò fosse si potrebbe pensare a una elezione papale invalida). Ma coraggiosa oltre misura è stata la denuncia di un sacerdote polacco, don Dariusz Oko, dottore di ricerca del dipartimento di filosofia dell’università pontificia Giovanni Paolo II di Cracovia, il quale ha colpito nel segno parlando addirittura di una specie di nuova “corrente teologica” in seno alla Chiesa, che egli chiama “omoeresia”, così potente da proteggere tutti i sacerdoti gay contro coloro che osano dissentire. Don Oko inizia così il suo inquietante articolo: “Se la salvaguardia degli omocolpevoli dovesse essere più importante della sorte dei ragazzi e degli adolescenti, della sorte della Chiesa intera, se questo fosse fatto in modo del tutto consapevole, sarebbe un alto tradimento della Chiesa, un tradimento compiuto dalla Chiesa nei confronti dei giovani”.
            E il fatto che questo peccato sia sempre stato presente sin dall’inizio dell’umanità, come d’altronde qualunque altro peccato tipo l’aborto, l’infanticidio, l’adulterio, il furto, l’omicidio ecc., perché la vita dell’uomo sulla terra è un perenne combattimento contro tutti i suoi istinti più bassi, non significa che debba all’improvviso diventare un fatto normale, anzi un diritto da legalizzare e portare in trionfo. Già dall’Antico Testamento questo peccato è stato condannato da Dio con il castigo di Sodoma e Gomorra, e se pensiamo che anche le leggi civili di molte Nazioni fino a pochi anni fa consideravano questo comportamento degno di gravi sanzioni, dovremmo avere sufficienti prove per essere convinti della sua pericolosità sia per l’anima che per il corpo. Infatti il corpo viene gradualmente invaso da una forma di infezione o setticemia irreversibile che lo avvolge portandolo spesso alla morte.  E questo perché, a detta di medici e psicologi che stanno aiutando queste persone a uscirne, non essendo i due corpi “complementari” nell’atto sessuale come tra maschio e femmina, ma “usati” impropriamente e forzatamente contro la loro stessa conformazione anatomica, provocano danni fisici e anche psicologici irreparabili, tanto che molti gay sono costretti a stordirsi con la droga prima di affrontare il sesso.
            E anche se moltissimi gay nel mondo riescono ogni anno a uscire egregiamente da questa situazione, vedi Luca di Tolve che sta portando avanti una campagna stupenda, oppure molti altri che accettano di vivere in castità offrendo a Dio questa loro sofferenza, purtroppo le lobby europee vogliono “legittimare il disordine morale” partendo dai presunti diritti gay per poi allargarsi al crimine del gender, coinvolgendo nel sesso creature innocenti fin dall’asilo. E chi osa dissentire, rischia grosso, come nei peggiori regimi totalitari. Questa profanazione dell’innocenza voluta dai nemici dell’uomo e di Dio, è peggio dell’aborto e attira sul mondo le punizioni di Dio. Quando ciò dovesse accadere, non chiediamo a Dio il perché mettendolo sul banco degli imputati, ma battiamoci il petto chiedendogli perdono per la nostra malvagità o per la nostra silenziosa complicità. Ci troviamo ormai a un bivio della storia così drammatico, che dobbiamo essere disposti a tutto per la Verità e per Gesù Cristo, anche a subire persecuzioni fino a dare la vita, come stanno facendo migliaia di nostri fratelli cristiani nel mondo.
            Papa Francesco parla spesso di misericordia ma non di peccato e della necessità della conversione! Se si ignora il peccato, qualunque esso sia, cioè la cattiva azione che offende, in modo più o meno grave, la legge e l’amore di Dio, non si arriverà mai al pentimento, condizione indispensabile per avere il perdono di Dio, e pertanto del tutto inutile risulta essere la misericordia perché questa non potrà mai sostituire la giustizia divina e la grazia del perdono che Dio concede solo a chi lo invoca con cuore sincero. Senza dire che tutti sarebbero invogliati a fare ciò che gli fa più comodo, anche negli affari loschi, se la misericordia divina alla fine copre e cancella i loro misfatti come un segreto complice. Papa Francesco dice che Dio perdona sempre e tutti, però tace su peccati gravi tipo aborto, omosessualità, adulterio, gender, sterminio di cristiani… per addossarci invece responsabilità e sensi di colpa che non abbiamo, quali la morte di centinaia di immigrati in mare, fatti che dispiacciono molto, ma che non sono un peccato per noi, ma semmai per chi li avvia per lucro a questi rischiosi viaggi.
Gesù Cristo, invece, afferma e ribadisce più volte nel Vangelo (e il Catechismo della Chiesa cattolica lo espone chiaramente in vari paragrafi che non sto a citare perché li troviamo un po’ dappertutto) che c’è il giudizio di Dio su ciascuno di noi e sul nostro operato, che esiste Paradiso, Purgatorio e Inferno, la Geenna di fuoco inestinguibile! Che per essere perdonati bisogna essere consapevoli del male che si è fatto e desiderosi di cambiare vita, chiedendo perdono a Dio nel sacramento della Confessione, anche delle colpe e del male fatto agli altri che non riusciamo a vedere bene nella loro gravità a causa della nostra cecità, superbia o debolezza. Che vale la pena fare qualche rinuncia, qualche sacrificio, anche eroico, e non solo quelli di carattere sessuale, in vista del fatto che la nostra vita sulla terra è precaria, provvisoria, che è tutta una battaglia fra il bene e il male che è dentro di noi, che gli anni volano e ci aspetta una gioia che non ha fine, e che oltretutto il peccato non appaga assolutamente, ma lascia sempre tanta amarezza, tanto odio, solitudine, invidia e disperazione, proprio perché il peccato cancella l’amore e senza l’amore l’uomo diventa peggio di una belva.
           Ma a far crescere in modo tumultuoso uno tsunami di reazioni è stato soprattutto il fatto che Papa Francesco si definisce “un autentico rivoluzionario che vuole cambiare la Chiesa per portarla verso la modernità”, una modernità intrisa di relativismo, ateismo e razionalismo, e va a confidare pubblicamente questi suoi progetti proprio ad un ateo incallito come Scalfari, rilasciando un’intervista a dir poco scandalosa che poi è stata censurata, ovvero eliminata dal blog del Vaticano dal solito padre Lombardi. Qui elenco solo qualche passaggio tratto dall’originale completo in mie mani:
  • Il Papa sprona Scalfari a seguire la sua coscienza come fonte del bene e del male senza confrontarsi con la Verità;   nega che vi siano certezze per il cristiano, ancor meno “Verità assolute” perché siamo sempre in cammino alla ricerca di verità;  nega il valore del proselitismo cioè della evangelizzazione considerata una “solenne sciocchezza” perché bisogna rispettare “la fede” di tutti senza interferenze;   propone un generico Dio misericordioso, non necessariamente “cattolico” che sorvola sul peccato e perdona tutti; parla dell’Incarnazione del Figlio di Dio come mezzo per infondere negli uomini il sentimento della fratellanza;   denuncia come primo, grave pericolo per il mondo la disoccupazione giovanile anziché la mancanza di fede che è sotto gli occhi di tutti, tanto che glielo ha fatto notare con un certo stupore lo stesso Scalfari e lui lo ha ribadito per la seconda volta con molta sicurezza, ecc.
E la gente legge e beve il tutto come se fosse parola di Dio. Invece non è né Parola di Dio, né Magistero ordinario, perché sono semplicemente suoi pensieri personali, opinabili, e in alcuni punti assai pericolosi per la fede. E’ per questo che occorre chiedere luce allo Spirito Santo.
Anche nella successiva intervista con il gesuita padre Spadaro, Papa Francesco ha in un certo senso confermato la precedente in quanto propone, come massimo rimedio ai mali del mondo, un generico amore e aiuto per il prossimo da parte di una ipotetica “Chiesa ospedale da campo”, che finora è stata troppo “imbrigliata”, secondo lui, in questioni dottrinali e teologiche, ignorando che oltre l’80% delle opere umanitarie nel mondo sono state realizzate dalla Chiesa cattolica lungo i secoli, nonostante le orribili mattanze di cristiani e la distruzione delle loro meravigliose opere artistiche e umanitarie nel mondo da parte per lo più di musulmani, quei poveri cristiani martirizzati a migliaia ogni anno che il Papa mai ha ricordato, nemmeno nella Messa dei defunti del 2 novembre. Però si premura di scrivere una lettera all’Iman, per complimentarsi per “i frutti” del Ramadan, proprio quei “frutti” previsti dal Corano che sono la causa diretta di tante persecuzioni contro i cristiani.!
            Una Chiesa che perde la sua identità soprannaturale conferitale da Cristo come “salvezza per l’umanità” per essere ridotta a una “Chiesa da campo” che si limita a curare le ferite significa fare il gioco della massoneria. Ma chi ci salverà non solo dalla perdizione eterna, ma anche dalla fame, dalla guerra, dalle ingiustizie, dalle calamità, dalla morte se non la forza e il potere di Gesù Cristo, nostro vero Salvatore e Redentore? Ci salverà Napolitano? Ci salverà Obama, o la Nato? O la regina d’Inghilterra? Ci salverà l’Unione Europea che ci sta mettendo in ginocchio per dominarci a suo gusto e piacere? Neppure il Papa ci potrà salvare se lo si idolatra come uno dei tanti big che attirano le folle esaltate piuttosto che come Vicario di Cristo che viene all’insegna dell’umiltà e della Verità.
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Dicevamo nella lettera precedente che Papa Francesco ha rifiutato oggetti e indumenti personali tipici ed esclusivi del Papa (mozzetta, abito bianco speciale, anello, pettorale ecc.). Ma non solo questo perchè Bergoglio ha dichiarato più volte di voler rifiutare anche l’uso di quei Paramenti sacri che, nella Chiesa cattolica, costituiscono un patrimonio di arte, di fede, di sapienza e di bellezza che sa di paradiso: casule, pianete, tovaglie d’altare, piviali, camici, amitti, ecc. finemente ricamati lungo i secoli anche su rari broccati e con l’incastro di pietre preziose, con una perfezione che dimostra l’amore della creatura per il suo Creatore! E quei calici meravigliosi, le patene, pissidi, ostensori, tiare, pastorali, ecc. molti dei quali in filigrana d’oro e d’argento e rivestiti di pietre preziose… perché destinarli alla freddezza dei musei per privilegiare dei miserabili calici di legno o di coccio per il culto divino come segno di povertà?  Quelle suppellettili sacre preziose devono essere destinate all’uso per il quale sono state fatte che è il culto divino in onore della Maestà di Dio, Uno e Trinoproprio nel momento più sconvolgente che si possa mai avere sulla terra, che è quello della celebrazione liturgica della Santa Messa, laddove Cielo e Terra si incontrano per accogliere la presenza viva, vera e reale di nostro Signore Gesù Cristo che si fa presente nell’Ostia consacrata e nel Calice per farsi cibo e bevanda per la nostra salvezza. Una celebrazione così sublime come la Santa Messa esige un luogo adatto e, dove è possibile, l’uso di oggetti di alto valore come questi, sull’esempio di Gesù che ha istituito e celebrato solennemente la prima Eucaristia in un Cenacolo riccamente addobbato e con suppellettili di pregio.
  • Ebbene, Papa Bergoglio ha definito tutte queste meraviglie dell’arte, della storia e della fede tramandate lungo i secoli che tutti ci invidiano “ORPELLI INUTILI!”  E’ bastata questa sola frase per far crollare la fiducia di molti fedeli in lui!
Viene da pensare a questo punto che, tra questi “orpelli inutili”, Bergoglio consideri anche certe nostre chiese, romaniche, gotiche,… e molti nostri conventi antichi perché più volte ha consigliato di cederli o venderli per soddisfare i bisogni dei clandestini i quali, per lo più musulmani, finirebbero per intronizzare la mezzaluna al posto della croce, mentre noi rischiamo di finire presto nei capannoni o nelle catacombe per la Messa, se ancora avremo qualche sacerdote disposto a celebrarla!  E così si crea il paradosso per cui, mentre una volta i nostri poveri, consapevoli dell’importanza di avere una chiesa in mezzo a loro, si privavano di parte dei loro soldi e del loro tempo libero per edificare la loro chiesa al centro delle loro abitazioni, anzi facevano a gara a chi di loro costruisse la chiesa più bella, come vediamo in certi paesini poveri con chiese e campanili che troneggiano maestosi, adesso viene suggerito di fare il contrario proprio da un Papa che si chiama Francesco!  
(continua)
di Patrizia Stella
per leggere la prima parte, clicca qui
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http://www.riscossacristiana.it/lenigma-papa-francesco-seconda-parte-di-patrizia-stella/

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