ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 10 febbraio 2014

Team und spielgeist

Quel rivoluzionarlo di Papa Ratzinger 

11 febbraio 2013. Da quel giorno nulla è più stato come prima all’interno dellacattolicità e del mondo intero. “Con piena libertà dichiaro di rinunciare al Ministero” ; questa la formula utilizzata da Benedetto XVI per annunciare l’abbandono della Cattedra di Pietro. Con voce piana, per nulla gravata dal peso dell’annuncio, Joseph Ratzinger ha compiuto  quel giorno il gesto più rivoluzionario chela Chiesa ha vissuto in epoca moderna.
A un anno di distanza tutte le luci sonoconcentrate sulla forza carismatica di Francesco, sui suoi gesti e atti che hanno dato una decisa svolta all’azione della Sposa di Cristo in terra. Ma se tuttoquesto è stato permesso lo si deve a Benedetto XVI, alla sua forza e alla sua libertà. Una figura – come Paolo VI –forse non pienamente compresa da fedeli e no. E’ la “colpa” degli uomini di studio e di pensiero. Come Montini Ratzinger aveva (e ha) piena consapevolezza dei limiti e degli errori compiuti dagli uomini di Chiesa. Prima di lui è difficile ricordare parole di fuoco e di denuncia contro l’immondizia morale che abitava all’interno della Chiesa. Le sue celebri meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo 2005 – l’ultima Pasqua con in vita Giovanni Paolo II – rilette oggi suonano come uno schiaffo violento e una denunciaimplacabile contro certe lordure presenti all’interno dell’istituzione ecclesiale. Con l’occhio di oggi come non correre con la memoria alla sua azione inflessibile (già come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) control’infima, doppia (se non tripla) figura del fondatore dei Legionari di Cristo Padre Marcial Maciel Degollado?  Cosa dire della sua azione incessante contro lo scandalo dei preti pedofili? In questi giorni di ricordo del rivoluzionario gestodi Benedetto XVI suona ancora più vergognoso il documento promosso da un’oscura(sino ad oggi) commissione delle Nazioni Unite al cui vertice siede una norvegese i cui vice provengono da – come nelle barzellette –  Arabia Saudita, Bahrein,Etiopia e Sri Lanka paesi – che come ricorda giustamente Sandro Magister- non brillano certo per rispetto dei diritti umani (vedi per qualcuno alla voce leggeislamica)- Al netto delle osservazioni ricche di pre-giudizi (come dimostrato indiverse interviste dagli uomini della Santa Sede che hanno dialogato con le Nazioni Unite) colpisce l’ignoranza assoluta su quanto compiuto sotto Ratzinger percontrastare gli atti di pedofilia compiuti da uomini di Chiesa. Cosa dire di quell’impressionante numero –più di 400 – “spretati” nel periodo 2011/2012 proprioper gli atti ignobili compiuti contro minori? Come giudicare le Commissioni promosse a livello delle singole Conferenze Episcopali e le pesanti indennità pagate da diverse diocesi USA (alcune delle quali quasi finite in bancarotta) a seguito di processi a causa delle azioni di ecclesiastici indegni di rivestire la tonaca? Tutte cose avvenute sotto il Pontificato di Benedetto XVI. Solo a causa diuna grave ignoranza delle modalità di vita della Chiesa – forse dettata da una più approfondita conoscenza della sharia che non vede distinzione tra realtà religiosa e stato – si potevano leggere 16 pagine così ricche di discutibili analisi. Un affronto, non l’ultimo, nei confronti di un uomo, Benedetto XVI, che ha segnato un’impronta enorme nella vita della Chiesa, la cui azione profetica (intuibile nei suoi scritti) verrà forse pienamente compresa negli anni futuri.  Joseph Ratzinger non ha forse avuto al suo fianco figure capaci di pienamente aiutarloe difenderlo. Figure all’altezza della sua opera. Ma se Francesco può avviare una nuova pagina per la vita della Chiesa può compiere tutto questo grazie al gesto del mite rivoluzionario Benedetto.
Edoardo Caprino 


Kung: "Chiesa e fedeli troppo distanti ora Francesco deve cambiarla"

Il teologo: Ratzinger mi ha scritto che il Papa va sostenuto



BERLINO - "Adesso papa Francesco può appellarsi al responso della maggioranza dei fedeli su temi così importanti, nel confronto con i reazionari della Curia. Il Papa emerito Benedetto XVI mi ha da poco scritto, a me eterno ribelle, una missiva affettuosa in cui s’impegna a sostenere Francesco sperando in ogni suo successo».

Insomma, in sostanza è quasi dire Francesco come Gorbaciov, l’uomo nuovo contro gli ortodossi, ma con la gente al suo fianco. Ecco la voce di Hans Küng, massimo teologo cattolico critico vivente, sul sondaggio- shock pubblicato ieri su Repubblica e il suo effetto nella Chiesa.

Professor Küng, come giudica il sondaggio sui cristiani nel mondo?

«Presi insieme e analizzati, questi dati rivelano la straordinaria discrepanza tra gli insegnamenti della Chiesa sui temi fondamentali, come la famiglia, e invece la visione reale dei cattolici nel mondo».

Per lei tra i molti risultati del sondaggio quali sono i più importanti?
«Per me la cosa più importante è comunque la stragrande maggioranza di consensi per papa Francesco: l’87 per cento dei cattolici interrogati in tutto il mondo e il 99 per cento degli italiani sono d’accordo con lui. È un’enorme manifestazione di fiducia per il Sommo Pontefice Francesco. Per me è un piccolo miracolo, dopo gli anni della crisi di fiducia che aveva investito la Chiesa negli anni di papa Benedetto. Adesso in meno d’un anno papa Francesco è riuscito nell’inversione di tendenza dei sentimenti dei fedeli di tutto il mondo».

E il papa emerito Benedetto secondo lei sarà felice o triste del responso del sondaggio?
«Naturalmente lo rattristerà vedere questi risultati, specie ripensando oggi agli ultimi mesi vissuti da lui come Pontefice, nel suo mandato. Però sicuramente si rallegrerà del fatto che adesso si va avanti, e lui secondo me pensa più al destino della Chiesa che non di quanto riguardi se stesso».

È solo una sua supposizione o può provare quanto dice sui sentimenti di Joseph Ratzinger in questo momento?
«Io credo che spiegherò al meglio il pensiero di Benedetto citandole frasi della sua recentissima lettera a me».

Benedetto le ha scritto, dopo anni di contrasti? E che cosa le ha scritto?

«Ecco, attenda solo un momento, mi lasci prendere qui sulla mia scrivania affollata quel manoscritto con la carta della Santa Sede intestata a lui personalmente dalla sua residenza di Papa emerito. Data, 24 gennaio 2014. Intestazione, “Pontifex emeritus Benedictus XVI”. “Io sono grato di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo Pontificato nella preghiera ». Credo siano parole molto belle. Certo, scritte prima della pubblicazione del sondaggio. Tanto più questa scelta di schieramento del Papa emerito Benedetto mi convince».

E che cosa significa il sondaggio per i vescovi, e in generale per le gerarchie ecclesiastiche?

«Io vorrei distinguere tra tre categorie di prelati. Per i vescovi pronti alle riforme, e ne esistono in tutto il mondo, i risultati del sondaggio significano un grande incoraggiamento: dovranno impegnarsi apertamente per le loro convinzioni, e non restare troppo timidi. Secondo, per i conservatori che hanno le loro riserve: dovrebbero riflettere sulle loro riserve, e dovrebbero ascoltare gli argomenti dei rinnovatori. Terzo, per i vescovi reazionari, presenti non solo in Vaticano ma in tutto il mondo, dovrebbero abbandonare la loro resistenza caparbia e scegliere la ragionevolezza ».

E che cosa significa il sondaggio per la base, per i cristiani? Incoraggiamento alla riforma dall’interno, come sognò invano Gorbaciov per il socialismo reale e l’Impero sovietico?
«È importante il segnale che il movimento per la riforma all’interno della Chiesa ha dalla sua parte la grande maggioranza dei fedeli. Il movimento di riforma è appoggiato dalla base — movimenti di riforma come “Noi siamo Chiesa” — più di quanto non sia apparso finora, più di quanto non sia appoggiato all’interno della Chiesa ufficiale. È un fatto a livello internazionale».

Professore, Lei da decenni chiede cambiamenti e aperture nella Chiesa, fu il primo e ne pagò le conseguenze. Per Lei questo sondaggio è una vittoria, una vittoria amara, o cos’altro?

«Non mi considero come vincitore, non ho condotto la battaglia per me ma per la Chiesa. Ho fatto evidentemente molte esperienze amare, ma è bello vedere un cambiamento nella direzione del Concilio Vaticano II. Ho avuto la grande gioia di poter vedere ancora da vivo il successo delle idee di riforma della Chiesa per cui ho combattuto così a lungo, di poter vedere l’inizio della svolta. Per me è un nuovo impulso vitale, come dice Benedetto, per quest’ultimo tratto del percorso della vita che noi ora abbiamo davanti».

Papa Francesco che conseguenze dovrebbe trarre dai risultati di questo sondaggio?

«Se posso dargli un umile consiglio, dovrebbe andare avanti con coraggio sulla via su cui si è incamminato e non avere paura delle conseguenze ».

Concretamente che significa?

«Spero che usi l’arte del Distinguo che abbiamo imparato entrambi alla Pontificia Università Gregoriana: dove c’è secondo il sondaggio consenso nella Comunità ecclesiale dovrebbe proporre una soluzione positiva al Sinodo. Dove c’è dissenso dovrebbe permettere e suscitare un libero dibattito nella Chiesa. Dove egli stesso è di altra opinione rispetto alla maggioranza dei cattolici, come sul sacerdozio per le donne, dovrebbe nominare una task force di teologi e di altri scienziati, di uomini e donne, per affrontare il tema».
http://www.repubblica.it/esteri/2014/02/10/news/kung_chiesa_e_fedeli_troppo_distanti_ora_papa_francesco_deve_cambiarla-78157447/?rss

Un anno senza papa Ratzinger. Ma siete sicuri? Ecco chi non lo è affatto

Marta Moriconi
papa bergoglio francesco cardinale ratzinger big-2Joseph Ratzinger ha trascorso un anno da papa emerito.
Ricordiamo tutti il gesto di umiltà e ispirazione profonda che condusse Benedetto XVI a sostenere la Chiesa ma da “autoclaustrato”, come ama definirsi lui stesso.
Ma è un re in esilio, come pensano molti?
Una traccia per scoprirlo l’ha offerta ieri Antonio Socci, giornalista ed editorialista del quotidiano Libero, che parlando anche del ritiro di Ratzinger nel monastero Mater Ecclesiae (come del segretario di Stato Bertone, del caso Gotti Tedeschi, del cameriere di Vatileaks e di alcuni attacchi occulti) ha svelato un dettaglio, capace di condurre le indagini verso un soluzione inaspettata per alcuni, sospettata da molti.
Pare che “ Ratzinger non solo abbia voluto restare “nel recinto di Pietro”, ma ha voluto conservare il titolo di “papa emerito” e l’abito bianco, ma – si è saputo di recente – ha gentilmente declinato la proposta dell’arcivescovo Montezemolo di cambiare il suo stemma araldico”.
Secondo Socci un  segno che papa Benedetto c’è: “Per la prima volta nella storia, oggi la Chiesa si trova con due papi, è davvero il segno che è un tempo di prova senza eguali”.
Quanti possono pensare che sono i desideri e le suggestioni di qualche cattolico nostalgico o malinconico, si sbagliano. Va ricordata la pubblicazione della Lumen Fidei a quattro mani con Benedetto XVI. Al di là della polemica su chi l’abbia scritta di più e chi di meno, i due sono uniti dalla comune paternità nei confronti di un testo da entrambi firmato, non da uno  dall’altro, che indica la volontà di camminare insieme nella fede e nella conduzione dei fedeli in qualche modo.
Indicativo, sempre seguendo questa strada, il commento dell’ateissimo matematico Piergiorgio Odifreddi alla lettera che Ratzinger gli inviò solo qualche mese fa in risposta ad alcune domande scritte nel suo libro “Caro Papa ti scrivo”…  Seppure senza fede, anche Odifreddi fa una semplice equazione: Ratzinger uguale papa, anche se dimissionario. Ecco quali furono le sue parole: “Una risposta che mi ha sorpreso per due ragioni. Anzitutto, perché un Papa ha letto un libroche, fin dalla copertina, veniva presentato come una “luciferina introduzione all’ateismo. E poi, perché l’ha voluto commentare e discutere”.
La dimostrazione che è difficile, anche per un ateo,  credere che spiritualmente ci si possa dimettere dal ministero petrino.
Insomma Socci scrive quello che molti pensano, ma non scrivono. Diventando così l’esperto più impavido (e sincero) in tema di Chiesa Cattolica.
http://www.intelligonews.it/un-anno-senza-papa-ratzinger-ma-siete-sicuri-ecco-chi-non-lo-e-affatto/

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