Nel convegno del 20 maggio a Firenze emergono le tante, troppe, responsabilità di chi ha permesso che per lunghi anni Rodolfo Fiesoli e i suoi complici imponessero nel loro lager ogni tipo di perversione. Silenzi ipocriti e complicità: in attesa della verità processuale, esiste già una verità storica. La drammatica testimonianza di una delle vittime.
di Pucci Cipriani
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L’altro giorno mi ero preparato il mio “compitino” e, durante il viaggio da Borgo San Lorenzo a Firenze, me l’ero anche riletto. Negli inviti per la presentazione del libro a cura di Stefano Borselli: “Il Forteto: destino e catastrofe del cattocomunismo” (Settecolori) tra i relatori c’era anche il mio nome e, ripeto, ero pronto a leggere al folto pubblico dell’Auditorium della Regione Toscana , in quel Convegno voluto dal Capo Gruppo di FdI alla Regione Giovanni Donzelli, la mia breve relazione.
Dopo un intervento di Borselli, Direttore del raffinato sito “Il Covile”, che, brevemente, ha descritto la sua opera che vede : “I testi pubblicati…usciti in quattro successivi numeri della rivista ‘Il Covile’, che hanno trattato…la vicenda del Forteto…(per cui) la prima parte comprende, oltre alla Cronologia…i contributi di approfondimento e di analisi (“I motori della sodomia di massa” di Piero Vassallo e “Il Forteto, vicenda esemplare” di Armando Ermini n.p.c.)…la seconda(parte) riporta integralmente (le) risultanze della Commissione Regionale d’Inchiesta…”
E proprio della Commissione d’inchiesta ci ha parlato, poco dopo, il Presidente Stefano Mugnai (PdL): “Oggi – ha detto Stefano Mugnai che è anche il prefatore del libro di Borselli – mentre attendo di essere chiamato a testimoniare al processo che vede imputati per maltrattamenti e abusi Rodolfo Fiesoli e altri 22 suoi fedelissimi…sarò sempre segnato da quel lavoro, da quella battaglia politica e umana vinta da quel clamore che ha squarciato il velo sulla tragedia del Forteto…insieme, destra e sinistra…siamo stati costretti dagli eventi a spogliarci delle nostre casacche politiche per compiere l’unica scelta possibile: fare il nostro dovere di persone , incrinando quel muro di gomma su cui per anni questa tragedia era rimbalzata per tornare a chiudersi dentro i cancelli dorati di quella comunità setta”.
Subito dopo Mugnai ha preso la parola Sergio Pietracita e ha raccontato le vicende agghiaccianti di quella comunità di “orchi” :
E la testimonianza di Pietracito è stata davvero drammatica: una Comunità quella de “Il Forteto” in cui si toglieva la personalità alle persone che venivano disumanizzate, una comunità dove la famiglia naturale era sostituita da una sorta di “Comune”in cui, in questi ultimi decenni, si è visto di tutto: stupri pedofili, pseudo – incesti, pratiche zoofile, l’ordine dell’omofilia obbligatoria e il divieto della procreazione, come appare nei verbali. Pietracito ha poi raccontato – con la voce rotta dall’emozione – la sua dolorosa esperienza, i suoi tentativi di fuggire dalla comunità-lager, dove il Tribunale di Firenze prima con Meucci, grande amico di don Milani, poi con gli altri Presidenti mandava “carne fresca”, quei tentativi “disperati” nella speranza di poter avere una vita, una moglie, una famiglia… e poi il riaccompagnamento in comunità, in quell’inferno dove “era vietato avere rapporti sessuali tra coniugi, un mondo di richieste di rapporti omosessuali, di riunioni collettive per guardarsi reciprocamente i genitali, di parolacce, di insulti…si faceva in modo che i ragazzi affidati non avessero più alcun contatto con la famiglia di origine…le coppie affidatarie erano in realtà composte da estranei privi di legami affettivi tra loro …la così detta famiglia funzionale era una geniale invenzione di Rodolfo Fiesoli…poteva significare qualsiasi cosa ma era ‘esatto contrario della famiglia naturale’…e poi i giudici del tribunale dei minori che decidevano di affidare i bambini alle ‘non coppie’ del Forteto…”
E allora Sergio Pietracito si pone tanti “perché” : Perché si affidavano i bambini a queste “coppie”? Perché i servizi sociali (ASL) consideravano ‘idonee’ tali coppie? Perché giornalisti, politici,amministratori locali, Comunità Montana, sindacalisti, e soprattutto preti, i preti del Mugello, non hanno mai detto una parola? Perché si sono fatti complici di un lager in cui le torture (“nella stanza del Forno venivano rinchiusi, picchiati e abusati i bambini, si sentivano le loro urla” dice una testimone n.p.c.), i pestaggi, gli abusi erano all’ordine del giorno? Perché il riconoscimento di una comunità gnostica, di una sorta di Comune maoista, in cui la famiglia naturale diventava, per il guru Fiesoli e per i suoi seguaci, un problema, tanto da essere soppiantata da altre forme di aggregazione in cui molto aveva a che fare la perversione sessuale?
Nelle parole di Pietracito, nel suo accorato intervento, nelle sue pause angoscianti, nei suoi occhi che sembra vogliano guardar lontano… lontano da queste vicende che hanno segnato per sempre tante vittime che, in sala, se ne stanno in silenzio, come in silenzio se ne sta quel pubblico che non crede ai suoi orecchi… quante miserie, quanti drammi. Il solo ricordo del “Forteto” mette un senso di paura…quella Comunità di orchi che ti assassinavano l’anima….
Ecco ancora Sergio Pietracito racconta l’episodio del bacio in bocca datogli da il “Profeta”, una routine quotidiana, sempre secondo il nostro testimone, fatta di sermoni e invettive contro le donne…il fatto di essere stato costretto ad avere rapporti sessuali nel giorno di Natale…in maniera di scacciare la nostalgia della festa in famiglia. Proprio lui che, con altri quattro ragazzi, faceva parte del gruppo dei “preferiti”, che erano costretti a dormire in camera del profeta…
Ecco il “mysterium iniquitatis” di questo mondo moderno dove possono avvenire simili cose…ma dove questa società asservita al potere è capace, abilmente, di ribaltare le cose.
Nel 2003, dopo circa trent’anni di ignominie di questa setta satanica, esce un libro di Nicola Casanova, Ricercatore Universitario, dal titolo “La strada stretta. Storia del Forteto” (Il Mulino) dove si legge nella prefazione di un noto intellettuale fiorentino :
“In un mondo sempre più violento e disumanizzato, che sembra dominato dai fondamentalismi ma nel quale appare cancellato ogni sistema morale , nel quale i poveri e i deboli – gli “ultimi” – sono sempre più umiliati e conculcati , EMERGE COME UNA PICCOLA LUCE NELLA TEMPESTA LA BUONA VOLONTA’ DI UN GRUPPO DI UOMINI E DI DONNE CHE RIFIUTANO LA LOGICA DEL POTERE E DEL DENARO; che colgono la realtà profonda della crisi del nostro tempo, che sta nella distruzione di qualunque forma di solidarietà comunitaria” (Op. cit. pp 9-10)
E ancora una Via Crucis dolorosa…ecco, a questo punto – e chi, come me, era in sala lo scorso martedì potrà testimoniarlo – il silenzio diventa assordante rotto soltanto da un applauso liberatorio di tre minuti rivolto a Sergio Pietracito….e con lui a tutte quelle vittime che si sono viste tradite da chi avrebbe dovuto crescerle, educarle, difenderle…mi sembra di sentire le urla angoscianti della bambina rinchiusa nel “Forno” e che veniva picchiata con uno zoccolo e siccome il suo corpo, al termine del pestaggio, era tutto pieno di ecchimosi, un occhio con un livido, fu mandata a scuola -perché le maestre non si accorgessero di niente – dopo una settimana e, prima di essere accompagnata a scuola, fu “truccata” dall’affidataria…
Sì, mi prende l’angoscia, quel mio “compitino” stiracchiato mi sembra misera cosa di fronte a questa testimonianza che, da sola, valeva tutta la serata…non riesco nemmeno a guardare negli occhi Sergio…mi si prende un groppo alla gola…e lascio ad altri la parola…sono talmente scosso che ascolto distrattamente anche la bella relazione di Roberto Dal Bosco (ora pubblicata sul sito effedieffe) che fa un lungo excursus sulle sette gnostiche e sataniche…presenti nel Mugello fin dal Milleseicento…
Ora c’è la testimonianza di Caterina Coralli che nel 2012 fece “esplodere” il caso con una “pubblica assemblea” al teatro Giotto di Vicchio di Mugello dove era Capogruppo di FdI e chi, come me, nel Mugello è nato, è vissuto e tuttavia vive, sa cosa vuol dire andare a levare il coperchio a certe pentole…infatti, nonostante il lavoro della Commissione presieduta da Stefano Mugnai (PdL) – Vice Presidente Paolo Bambagioni (PD)- che è riuscita, encomiabilmente, con una lavoro ottimo,a stilare una relazione approvata all’unanimità – dal Pd e dalla Federazione delle Sinistre, alla Lega, all’IdV, passando per l’UdC- e che si può leggere sul libro di Borselli (o scaricare direttamente dal sito della Regione) , nulla sembrava o sembra cambiato: gli amministratori locali che si rifiutano di costituirsi parte civile, la gente di Vicchio che chiudeva le finestre al passaggio della fiaccolata di solidarietà con le vittime alla quale parteciparono centinaia di persone…tutte di fuori, la gente che ancora considera la denunzia del “Forteto” una sorta di “caccia alle streghe”, un ulteriore tentativo delle forze “perbeniste” di cancellare le conquiste anarchiche del Sessantotto, l’accanimento della Regione Toscana che, fin da ultimo, ha cercato di evitare il commissariamento del lager…le minacce nei confronti delle vittime : “Io non vedo l’ora di vendere la mia azienda agricola e di andar via dal Mugello…” ha mestamente chiosato Sergio Pietracito al quale, per intimidazione, più volte sono state tagliate le gomme della macchina e i fili dell’elettricità…
A tutto questo aggiungiamo il silenzio della “Grande Stampa” con le lodevoli eccezioni di “Libero” e de “Il Giornale”…Insomma guai a toccare i “mostri sacri” come disinvoltamente fa Borselli su “Il Covile” e nel libro quando denuncia “…il donmilanismo – meuccismo- dossettismo (che) partorì e sostenne una Thelema mugellana”…per cui : “La connotazione gnostica avrebbe dovuto essere facilmente riconoscibile, dopo il grande lavoro sull’argomento svolto dagli storici delle religioni e delle idee, in particolare nella seconda metà del Novecento, ma non per i cattocomunisti, inquinati proprio di quella mentalità anticreazionista…né per qualche filosofo di fama talmente astratto da lasciarsi menare per il naso dal furbo e carismatico Fiesoli (terza media).”
Poi Caterina Coralli ha raccontato toccanti episodi come la sua partecipazione, in qualità di madrina, alla Cresima di Marica…e il Giudice del Tribunale di Firenze – la Coralli assiste a tutte le udienze del processo in segno di solidarietà con le vittime – che rivolto all’Avvocato difensore del Fiesoli che aveva chiamato “Madre affidataria” una delle imputate precisa : “La chiami affidataria…per carità..non la chiami mamma…”
Ha terminato Il Capogruppo di FdI alla Regione Toscana Giovanni Donzelli che con un breve e vibrante intervento ha ribadito la sua azione politica affinché tutti i responsabili vengano messi sul banco degli imputati e inchiodati alle proprie responsabilità . “Dov’erano i politici mentre al Forteto avvenivano quegli abusi sessuali…eppure tutti sapevano, già nel 1978 il Fiesoli fu processato e condannato a due anni…tutti sapevano…a cominciare dagli amministratori comunali del Mugello, dalla Provincia e dalla Regione che presentava i libri su “Il Forteto”…dov’erano- si è chiesto ancora Donzelli – i sindacalisti mentre al Forteto i minorenni lavoravano in nero anche per dodici ore al giorno? Dov’erano i politici della sinistra? Forse nessuno ricorda che al Forteto apriva la campagna elettorale il Presidente della Regione Martini…e tutti gli altri: la Senatrice del Pd Vittoria Franco, Fassino e Di Pietro, la Rosy Bindi, il Presidente del Consiglio Regionale Nencini…tutti devono pagare…Dov’era il Giudice Toni, che adesso è a capo della Procura della Repubblica di Prato e che inviava “bambini” agli orchi del Forteto? Eppure lui era di casa al Forteto…dove cucinava il risotto…in una società civile tutti dovrebbero pagare…anche Cardini, che ogni tanto è di destra, deve pagare…noi staremo sempre a fianco delle vittime in questa battaglia di verità…”
Del resto dopo che Pietracito aveva ricordato le complicità anche di giornalisti e intellettuali : “ad esempio per Cardini, che pur non è comunista, dovevano esserci 10…100…1000 Forteti”, l’Avvocato Ascanio Ruschi aveva ribadito che : “Mentre attendiamo la verità processuale affinché tutti debbano sapere di chi siano state le responsabilità, esiste già una verità storica …”
Poi l’affondo di Donzelli sottolineato dagli applausi dei presenti: “Tutto questo mi scandalizza ma quello che più mi scandalizza e anzi mi ripugna, mi ripugna davvero anche a rammentare, è il parroco di Vicchio don Giuliano Landini che ha mostrato il suo vero volto…di fronte alle vittime, alle accuse, a questa battaglia sacrosanta di verità egli non ha detto una parola…si è sottratto al dovere che il suo ministero gli impone…mi indigno come politico e soprattutto come cattolico di fronte a questo “ministro del Signore” che non avuto nei confronti delle vittime, delle loro sofferenze, dei loro drammi, una parola di solidarietà…di comprensione, di conforto…Sì, quell’atteggiamento mi disgusta e mi ripugna…”
E mentre termina quella serata io che, in genere, ostento sempre all’occhiello il distintivo del Sacro Cuore della Vandea, ora quasi me ne vergogno…perché la gente lo guarda…e solo al pensare di essere considerato un cattolico, come quel sacerdote indegno, mi vengono i brividi. Sì, mi disgusta pur non conoscendolo e non volendolo conoscere. Quisling mi ha sempre ripugnato più di Hitler.
http://www.riscossacristiana.it/linferno-del-forteto-di-pucci-cipriani/
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L’altro giorno mi ero preparato il mio “compitino” e, durante il viaggio da Borgo San Lorenzo a Firenze, me l’ero anche riletto. Negli inviti per la presentazione del libro a cura di Stefano Borselli: “Il Forteto: destino e catastrofe del cattocomunismo” (Settecolori) tra i relatori c’era anche il mio nome e, ripeto, ero pronto a leggere al folto pubblico dell’Auditorium della Regione Toscana , in quel Convegno voluto dal Capo Gruppo di FdI alla Regione Giovanni Donzelli, la mia breve relazione.
Dopo un intervento di Borselli, Direttore del raffinato sito “Il Covile”, che, brevemente, ha descritto la sua opera che vede : “I testi pubblicati…usciti in quattro successivi numeri della rivista ‘Il Covile’, che hanno trattato…la vicenda del Forteto…(per cui) la prima parte comprende, oltre alla Cronologia…i contributi di approfondimento e di analisi (“I motori della sodomia di massa” di Piero Vassallo e “Il Forteto, vicenda esemplare” di Armando Ermini n.p.c.)…la seconda(parte) riporta integralmente (le) risultanze della Commissione Regionale d’Inchiesta…”
E proprio della Commissione d’inchiesta ci ha parlato, poco dopo, il Presidente Stefano Mugnai (PdL): “Oggi – ha detto Stefano Mugnai che è anche il prefatore del libro di Borselli – mentre attendo di essere chiamato a testimoniare al processo che vede imputati per maltrattamenti e abusi Rodolfo Fiesoli e altri 22 suoi fedelissimi…sarò sempre segnato da quel lavoro, da quella battaglia politica e umana vinta da quel clamore che ha squarciato il velo sulla tragedia del Forteto…insieme, destra e sinistra…siamo stati costretti dagli eventi a spogliarci delle nostre casacche politiche per compiere l’unica scelta possibile: fare il nostro dovere di persone , incrinando quel muro di gomma su cui per anni questa tragedia era rimbalzata per tornare a chiudersi dentro i cancelli dorati di quella comunità setta”.
Subito dopo Mugnai ha preso la parola Sergio Pietracita e ha raccontato le vicende agghiaccianti di quella comunità di “orchi” :
E la testimonianza di Pietracito è stata davvero drammatica: una Comunità quella de “Il Forteto” in cui si toglieva la personalità alle persone che venivano disumanizzate, una comunità dove la famiglia naturale era sostituita da una sorta di “Comune”in cui, in questi ultimi decenni, si è visto di tutto: stupri pedofili, pseudo – incesti, pratiche zoofile, l’ordine dell’omofilia obbligatoria e il divieto della procreazione, come appare nei verbali. Pietracito ha poi raccontato – con la voce rotta dall’emozione – la sua dolorosa esperienza, i suoi tentativi di fuggire dalla comunità-lager, dove il Tribunale di Firenze prima con Meucci, grande amico di don Milani, poi con gli altri Presidenti mandava “carne fresca”, quei tentativi “disperati” nella speranza di poter avere una vita, una moglie, una famiglia… e poi il riaccompagnamento in comunità, in quell’inferno dove “era vietato avere rapporti sessuali tra coniugi, un mondo di richieste di rapporti omosessuali, di riunioni collettive per guardarsi reciprocamente i genitali, di parolacce, di insulti…si faceva in modo che i ragazzi affidati non avessero più alcun contatto con la famiglia di origine…le coppie affidatarie erano in realtà composte da estranei privi di legami affettivi tra loro …la così detta famiglia funzionale era una geniale invenzione di Rodolfo Fiesoli…poteva significare qualsiasi cosa ma era ‘esatto contrario della famiglia naturale’…e poi i giudici del tribunale dei minori che decidevano di affidare i bambini alle ‘non coppie’ del Forteto…”
E allora Sergio Pietracito si pone tanti “perché” : Perché si affidavano i bambini a queste “coppie”? Perché i servizi sociali (ASL) consideravano ‘idonee’ tali coppie? Perché giornalisti, politici,amministratori locali, Comunità Montana, sindacalisti, e soprattutto preti, i preti del Mugello, non hanno mai detto una parola? Perché si sono fatti complici di un lager in cui le torture (“nella stanza del Forno venivano rinchiusi, picchiati e abusati i bambini, si sentivano le loro urla” dice una testimone n.p.c.), i pestaggi, gli abusi erano all’ordine del giorno? Perché il riconoscimento di una comunità gnostica, di una sorta di Comune maoista, in cui la famiglia naturale diventava, per il guru Fiesoli e per i suoi seguaci, un problema, tanto da essere soppiantata da altre forme di aggregazione in cui molto aveva a che fare la perversione sessuale?
Nelle parole di Pietracito, nel suo accorato intervento, nelle sue pause angoscianti, nei suoi occhi che sembra vogliano guardar lontano… lontano da queste vicende che hanno segnato per sempre tante vittime che, in sala, se ne stanno in silenzio, come in silenzio se ne sta quel pubblico che non crede ai suoi orecchi… quante miserie, quanti drammi. Il solo ricordo del “Forteto” mette un senso di paura…quella Comunità di orchi che ti assassinavano l’anima….
Ecco ancora Sergio Pietracito racconta l’episodio del bacio in bocca datogli da il “Profeta”, una routine quotidiana, sempre secondo il nostro testimone, fatta di sermoni e invettive contro le donne…il fatto di essere stato costretto ad avere rapporti sessuali nel giorno di Natale…in maniera di scacciare la nostalgia della festa in famiglia. Proprio lui che, con altri quattro ragazzi, faceva parte del gruppo dei “preferiti”, che erano costretti a dormire in camera del profeta…
Ecco il “mysterium iniquitatis” di questo mondo moderno dove possono avvenire simili cose…ma dove questa società asservita al potere è capace, abilmente, di ribaltare le cose.
Nel 2003, dopo circa trent’anni di ignominie di questa setta satanica, esce un libro di Nicola Casanova, Ricercatore Universitario, dal titolo “La strada stretta. Storia del Forteto” (Il Mulino) dove si legge nella prefazione di un noto intellettuale fiorentino :
“In un mondo sempre più violento e disumanizzato, che sembra dominato dai fondamentalismi ma nel quale appare cancellato ogni sistema morale , nel quale i poveri e i deboli – gli “ultimi” – sono sempre più umiliati e conculcati , EMERGE COME UNA PICCOLA LUCE NELLA TEMPESTA LA BUONA VOLONTA’ DI UN GRUPPO DI UOMINI E DI DONNE CHE RIFIUTANO LA LOGICA DEL POTERE E DEL DENARO; che colgono la realtà profonda della crisi del nostro tempo, che sta nella distruzione di qualunque forma di solidarietà comunitaria” (Op. cit. pp 9-10)
E ancora una Via Crucis dolorosa…ecco, a questo punto – e chi, come me, era in sala lo scorso martedì potrà testimoniarlo – il silenzio diventa assordante rotto soltanto da un applauso liberatorio di tre minuti rivolto a Sergio Pietracito….e con lui a tutte quelle vittime che si sono viste tradite da chi avrebbe dovuto crescerle, educarle, difenderle…mi sembra di sentire le urla angoscianti della bambina rinchiusa nel “Forno” e che veniva picchiata con uno zoccolo e siccome il suo corpo, al termine del pestaggio, era tutto pieno di ecchimosi, un occhio con un livido, fu mandata a scuola -perché le maestre non si accorgessero di niente – dopo una settimana e, prima di essere accompagnata a scuola, fu “truccata” dall’affidataria…
Sì, mi prende l’angoscia, quel mio “compitino” stiracchiato mi sembra misera cosa di fronte a questa testimonianza che, da sola, valeva tutta la serata…non riesco nemmeno a guardare negli occhi Sergio…mi si prende un groppo alla gola…e lascio ad altri la parola…sono talmente scosso che ascolto distrattamente anche la bella relazione di Roberto Dal Bosco (ora pubblicata sul sito effedieffe) che fa un lungo excursus sulle sette gnostiche e sataniche…presenti nel Mugello fin dal Milleseicento…
Ora c’è la testimonianza di Caterina Coralli che nel 2012 fece “esplodere” il caso con una “pubblica assemblea” al teatro Giotto di Vicchio di Mugello dove era Capogruppo di FdI e chi, come me, nel Mugello è nato, è vissuto e tuttavia vive, sa cosa vuol dire andare a levare il coperchio a certe pentole…infatti, nonostante il lavoro della Commissione presieduta da Stefano Mugnai (PdL) – Vice Presidente Paolo Bambagioni (PD)- che è riuscita, encomiabilmente, con una lavoro ottimo,a stilare una relazione approvata all’unanimità – dal Pd e dalla Federazione delle Sinistre, alla Lega, all’IdV, passando per l’UdC- e che si può leggere sul libro di Borselli (o scaricare direttamente dal sito della Regione) , nulla sembrava o sembra cambiato: gli amministratori locali che si rifiutano di costituirsi parte civile, la gente di Vicchio che chiudeva le finestre al passaggio della fiaccolata di solidarietà con le vittime alla quale parteciparono centinaia di persone…tutte di fuori, la gente che ancora considera la denunzia del “Forteto” una sorta di “caccia alle streghe”, un ulteriore tentativo delle forze “perbeniste” di cancellare le conquiste anarchiche del Sessantotto, l’accanimento della Regione Toscana che, fin da ultimo, ha cercato di evitare il commissariamento del lager…le minacce nei confronti delle vittime : “Io non vedo l’ora di vendere la mia azienda agricola e di andar via dal Mugello…” ha mestamente chiosato Sergio Pietracito al quale, per intimidazione, più volte sono state tagliate le gomme della macchina e i fili dell’elettricità…
A tutto questo aggiungiamo il silenzio della “Grande Stampa” con le lodevoli eccezioni di “Libero” e de “Il Giornale”…Insomma guai a toccare i “mostri sacri” come disinvoltamente fa Borselli su “Il Covile” e nel libro quando denuncia “…il donmilanismo – meuccismo- dossettismo (che) partorì e sostenne una Thelema mugellana”…per cui : “La connotazione gnostica avrebbe dovuto essere facilmente riconoscibile, dopo il grande lavoro sull’argomento svolto dagli storici delle religioni e delle idee, in particolare nella seconda metà del Novecento, ma non per i cattocomunisti, inquinati proprio di quella mentalità anticreazionista…né per qualche filosofo di fama talmente astratto da lasciarsi menare per il naso dal furbo e carismatico Fiesoli (terza media).”
Poi Caterina Coralli ha raccontato toccanti episodi come la sua partecipazione, in qualità di madrina, alla Cresima di Marica…e il Giudice del Tribunale di Firenze – la Coralli assiste a tutte le udienze del processo in segno di solidarietà con le vittime – che rivolto all’Avvocato difensore del Fiesoli che aveva chiamato “Madre affidataria” una delle imputate precisa : “La chiami affidataria…per carità..non la chiami mamma…”
Ha terminato Il Capogruppo di FdI alla Regione Toscana Giovanni Donzelli che con un breve e vibrante intervento ha ribadito la sua azione politica affinché tutti i responsabili vengano messi sul banco degli imputati e inchiodati alle proprie responsabilità . “Dov’erano i politici mentre al Forteto avvenivano quegli abusi sessuali…eppure tutti sapevano, già nel 1978 il Fiesoli fu processato e condannato a due anni…tutti sapevano…a cominciare dagli amministratori comunali del Mugello, dalla Provincia e dalla Regione che presentava i libri su “Il Forteto”…dov’erano- si è chiesto ancora Donzelli – i sindacalisti mentre al Forteto i minorenni lavoravano in nero anche per dodici ore al giorno? Dov’erano i politici della sinistra? Forse nessuno ricorda che al Forteto apriva la campagna elettorale il Presidente della Regione Martini…e tutti gli altri: la Senatrice del Pd Vittoria Franco, Fassino e Di Pietro, la Rosy Bindi, il Presidente del Consiglio Regionale Nencini…tutti devono pagare…Dov’era il Giudice Toni, che adesso è a capo della Procura della Repubblica di Prato e che inviava “bambini” agli orchi del Forteto? Eppure lui era di casa al Forteto…dove cucinava il risotto…in una società civile tutti dovrebbero pagare…anche Cardini, che ogni tanto è di destra, deve pagare…noi staremo sempre a fianco delle vittime in questa battaglia di verità…”
Del resto dopo che Pietracito aveva ricordato le complicità anche di giornalisti e intellettuali : “ad esempio per Cardini, che pur non è comunista, dovevano esserci 10…100…1000 Forteti”, l’Avvocato Ascanio Ruschi aveva ribadito che : “Mentre attendiamo la verità processuale affinché tutti debbano sapere di chi siano state le responsabilità, esiste già una verità storica …”
Poi l’affondo di Donzelli sottolineato dagli applausi dei presenti: “Tutto questo mi scandalizza ma quello che più mi scandalizza e anzi mi ripugna, mi ripugna davvero anche a rammentare, è il parroco di Vicchio don Giuliano Landini che ha mostrato il suo vero volto…di fronte alle vittime, alle accuse, a questa battaglia sacrosanta di verità egli non ha detto una parola…si è sottratto al dovere che il suo ministero gli impone…mi indigno come politico e soprattutto come cattolico di fronte a questo “ministro del Signore” che non avuto nei confronti delle vittime, delle loro sofferenze, dei loro drammi, una parola di solidarietà…di comprensione, di conforto…Sì, quell’atteggiamento mi disgusta e mi ripugna…”
E mentre termina quella serata io che, in genere, ostento sempre all’occhiello il distintivo del Sacro Cuore della Vandea, ora quasi me ne vergogno…perché la gente lo guarda…e solo al pensare di essere considerato un cattolico, come quel sacerdote indegno, mi vengono i brividi. Sì, mi disgusta pur non conoscendolo e non volendolo conoscere. Quisling mi ha sempre ripugnato più di Hitler.
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