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giovedì 26 giugno 2014

La medicina della misericordina è una purga!

Chiesa. Aperta la caccia ai conservatori.

Speriamo di sbagliarci, come spesso ci accade, per fortuna; ma l’impressione che abbiamo da tutta una serie di piccoli segnali è che in realtà nella Chiesa di papa Francesco si sia aperta la caccia ai “conservatori”; un termine che come sempre in questi casi è abbastanza generico da poter essere utilizzato contro un’ampia gamma di persone.
MARCO TOSATTI
Speriamo di sbagliarci, come spesso ci accade, per fortuna; ma l’impressione che abbiamo da tutta una serie di piccoli segnali è che in realtà nella Chiesa di papa Francesco si sia aperta la caccia ai “conservatori”; un termine che come sempre in questi casi è abbastanza generico da poter essere utilizzato contro un’ampia gamma di persone. Il caso più eclatante resta quello dei Francescani dell’Immacolata, un ordine commissariato d’autorità con modalità di estrema durezza e senza che siano mai stati fornite ragioni chiare, se non una generica accusa di deriva tradizionalistica.  

Ammetto che prima della decapitazione i Francescani dell’Immacolata non avevano un posto di qualche genere nella mia vita; buoni cattolici, persone – certamente non tradizionaliste – legate alla Chiesa ora me ne parlano bene; altri sottolineano alcune eccentricità, o personalismi eccessivi del fondatore (ma quanti fondatori di ordini, antichi e recenti, non hanno di questi eccessi?).  
Insomma, in assenza di motivi seri e pesanti devo pensare che si sia trattato di una guerra interna, combattuta in nome del Papa, con la crudeltà tipica e degli ambienti chiusi e di tutto ciò che attiene alla liturgia. Alla faccia della misericordia. Ma oltre al caso esemplare dei Francescani dell’Immacolata, c’è un proliferare di casi singoli, cose piccole e meno piccole, che fanno pensare a chi è pratico del mondo ecclesiastico, che si sia messo in moto un processo non dichiarato, ma non per questo meno efficace. Si pensa che il Papa non ami tutto ciò che è tradizionalismo, in particolare in liturgia; che anche se difende ufficialmente le decisioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI in questo campo, scelte certamente di apertura verso quel mondo, in fondo in fondo ha sensibilità diverse.  
Il vescovo ceco Jan Graubner parlando dell’udienza del 14 febbraio scorso ha dichiarato alla Radio Vaticana “Quando stavamo discutendo che coloro che amano l’antica liturgia desiderano tornare ad essa , era evidente che il Papa parlava con grande affetto , l'attenzione e la sensibilità di tutti per non fare del male a nessuno . Tuttavia, ha fatto una dichiarazione molto forte quando ha detto che comprende quando la vecchia generazione brama tornare a ciò che ha vissuto , ma che non riesce a capire le generazioni più giovani che desiderano volgersi da quella parte . " Quando cerco più a fondo - ha detto il Papa - trovo che è piuttosto una sorta di moda (in lingua ceca: 'Mòda ' , italiana ' moda ' ). E se si tratta di una moda , non conviene darvi molto peso . E’ solo necessario mostrare un po' di pazienza e gentilezza alle persone che sono dipendenti da un certo modo di fare , ma ritengo molto importante andare in profondità nelle cose , perché se non approfondiamo queste tematiche , nessuna forma liturgica , questa o quella che sia, ci può salvare ".  
Ci sarebbe forse da obiettare, su questo punto. Anche osservando quali ordini religiosi godono di più favore presso i giovani, dal punto di vista delle vocazioni. Ma ci interessa solo osservare che forse non sbaglia chi attribuisce al Papa poca simpatia per quel mondo. E in Curia, che è pur sempre una corte, anche se il Sovrano invece di abitare nell’Appartamento vive nella caserma dei Moschettieri del Re, si è molto abili ad annusare queste atmosfere. E ad agire di conseguenza.  
Così ci sono notizie di sacerdoti giudicati troppo conservatori dai propri ordini a cui non verrebbe concesso di professare quei voti particolari tipici del proprio ordine; promozioni – e regressioni – nei dicasteri di Curia, giudicate in base al “progressismo” o al “conservatorismo” degli interessati. Fino a possibili decisioni a livello molto più alto, relative allo spostamento di cardinali giudicati “conservatori” in diocesi di medio livello, invece che ad maiora.  
Una delle ultime notizie viene da New York, dove un sacerdote sudafricano, attaché alla rappresentanza della Santa Sede presso le Nazioni Unite, appassionato della messa secondo il Rito antico (la Messa in forma straordinaria) ha pronunciato un sermone in cui sottolineava il bisogno di avere sacerdoti che avessero amore e sensibilità per il Rito antico. L’omelia è apparsa su internet. Dopo di che il sacerdote ha disdetto tutti i suoi impegni a celebrare la messa, e sembra che tornerà presto in Sud Africa.   
Piccole cose, ma cucite insieme formano un tessuto. L’impressione è che il lavoro compiuto da Benedetto XVI per ridare cittadinanza a varie sensibilità all’interno della Chiesa stia per essere cancellato. Peccato. Giustamente Vittorio Messori molto tempo fa ci insegnava che la Chiesa cattolica si basa sull’ et-et, sulla convivenza di cattolici diversi ma uniti, mentre le sette praticano l’aut-aut. Di sicuro papa Bergoglio non vuole una Chiesa dell’aut-aut; ma forse c’è un problema di “bergoglisti” per convinzione o per opportunità, che pensano di incrociare il suo favore.  

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